DACARBAZINA LIPOMED 1FL 500MG

89,39 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: DACARBAZINA CITRATO
  • ATC: L01AX04
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 28/03/2022

Dacarbazina Lipomed è indicato per il trattamento dei pazienti con melanoma maligno metastatico. Ulteriori indicazioni per l’uso della dacarbazina come componente di una polichemioterapia sono: • Linfoma di Hodgkin in stadio avanzato. • Sarcomi dei tessuti molli in stadio avanzato negli adulti (ad eccezione del mesotelioma e del sarcoma di Kaposi).
Ogni flaconcino monodose di Dacarbazina Lipomed 500 mg contiene 500 mg di dacarbazina (come dacarbazina citrato, formazione in situ). Ogni flaconcino monodose di Dacarbazina Lipomed 1000 mg contiene 1000 mg di dacarbazina (come dacarbazina citrato, formazione in situ). Dopo ricostituzione di Dacarbazina Lipomed 500 mg con 50 ml di acqua per preparazioni iniettabili, 1 ml di soluzione contiene 10 mg di dacarbazina (vedere paragrafo 6.6). Dopo ricostituzione di Dacarbazina Lipomed 1000 mg con 50 ml di acqua per preparazioni iniettabili, 1 ml di soluzione contiene 20 mg di dacarbazina (vedere paragrafo 6.6). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Dacarbazina Lipomed è controindicato nei seguenti casi: • Ipersensibilità al principio attivo dacarbazina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, • Donne in gravidanza o in allattamento, • Leucopenia e/o trombocitopenia, • Grave malattia epatica o renale, • In associazione al vaccino contro la febbre gialla (vedere paragrafo 4.5).

Posologia

Il trattamento con Dacarbazina Lipomed deve essere effettuato solo da medici specializzati in oncologia o in ematologia.
Durante il trattamento con Dacarbazina Lipomed, sono richiesti il frequente monitoraggio dell’emocromo e il monitoraggio della funzione epatica e renale.
Siccome sono frequenti gravi reazioni gastrointestinali, si raccomanda di adottare misure antiemetiche e di supporto.
Siccome possono comparire gravi disturbi gastrointestinali ed ematologici, va effettuata un’analisi estremamente attenta del rapporto rischio/beneficio prima di ogni ciclo terapeutico con dacarbazina.
Per ridurre l’intensità della nausea e del vomito, il paziente deve evitare di assumere cibi prima della somministrazione di Dacarbazina Lipomed.
Le escrezioni e il vomito devono essere maneggiati con cautela.
Posologia Possono essere applicati i regimi terapeutici descritti di seguito.
Per ulteriori dettagli, vedere la letteratura scientifica aggiornata.
Melanoma maligno La dacarbazina può essere somministrata come agente singolo a dosi comprese tra 200 e 250 mg/m² di superficie corporea/giorno per via endovenosa per 5 giorni ogni 3 settimane.
La dacarbazina può essere somministrata come infusione breve (in 20-30 minuti).
Possono anche essere somministrati 850 mg/m² di superficie corporea il giorno 1 e, successivamente, una volta ogni 3 settimane, come infusione endovenosa.
Linfoma di Hodgkin La dacarbazina viene somministrata per via endovenosa a una dose giornaliera di 375 mg/m² di superficie corporea ogni 15 giorni in combinazione con doxorubicina, bleomicina e vinblastina (regime ABVD).
Sarcoma dei tessuti molli Nel sarcoma dei tessuti molli dell’adulto, la dacarbazina viene somministrata per via endovenosa in dosi giornaliere di 250 mg/m² di superficie corporea (giorni 1-5) in combinazione con doxorubicina ogni 3 settimane (regime ADIC).
Durata della terapia Il medico curante deve stabilire individualmente la durata della terapia, tenendo in considerazione il tipo e lo stadio della malattia di base, la terapia di combinazione somministrata, la risposta alla dacarbazina e gli effetti avversi della dacarbazina.
Nel linfoma di Hodgkin in stadio avanzato, una raccomandazione abituale prevede la somministrazione di 6 cicli di terapia di combinazione ABVD.
Nel melanoma maligno metastatico e nel sarcoma dei tessuti molli in stadio avanzato, la durata del trattamento dipende dall’efficacia e dalla tollerabilità nel singolo paziente.
Popolazioni speciali di pazienti Pazienti con insufficienza renale/epatica: In presenza di sola insufficienza renale o epatica da lieve a moderata, generalmente non è necessario ridurre la dose.
Nei pazienti con compromissione combinata renale ed epatica, l’eliminazione della dacarbazina è prolungata.
Tuttavia, attualmente non possono essere formulate raccomandazioni validate di riduzione della dose.
Pazienti anziani: Siccome l’esperienza nei pazienti anziani è limitata, non possono essere formulate istruzioni specifiche per l’uso negli anziani.
Popolazione pediatrica: La sicurezza e l’efficacia di Dacarbazina Lipomed nei bambini e negli adolescenti non sono state ancora stabilite.
Modo di somministrazione La dacarbazina è sensibile all’esposizione alla luce.
Tutte le soluzioni ricostituite devono essere adeguatamente protette dalla luce anche durante la somministrazione (set per infusione resistente alla luce).
Durante la somministrazione, occorre usare cautela per evitare l’applicazione paravenosa, che causerebbe dolore locale e danno tessutale.
In caso di applicazione paravenosa, la somministrazione deve essere interrotta immediatamente e la dose eventualmente rimanente deve essere somministrata in un’altra vena.
Velocità di infusione Le dosi comprese tra 200 e 850 mg/m² di superficie corporea devono essere somministrate come infusione endovenosa in 20-30 minuti.
Si raccomanda di verificare innanzitutto la pervietà della vena, iniettando 5-10 mL di soluzione isotonica di cloruro di sodio o glucosio al 5%.
Le stesse soluzioni devono essere utilizzate dopo l’infusione per eliminare gli eventuali residui del medicinale dalla linea di infusione.
Per le istruzioni sulla ricostituzione e la diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Le soluzioni ricostituite sono limpide e di colore giallo pallido.
Le soluzioni per infusione diluite sono limpide e pressoché incolori.

Avvertenze e precauzioni

Si raccomanda di somministrare la dacarbazina unicamente sotto la supervisione di un medico specializzato in oncologia, che abbia a disposizione le attrezzature necessarie per il monitoraggio regolare degli effetti clinici, biochimici ed ematologici durante e dopo la terapia.
In presenza di sintomi di disfunzione epatica o renale o di una reazione di ipersensibilità, la terapia deve essere immediatamente interrotta.
In caso di malattia veno-occlusiva del fegato, la prosecuzione della terapia con dacarbazina è controindicata.
Nota: il medico responsabile deve essere consapevole della possibilità che durante la terapia compaia la rara e severa complicanza risultante dalla necrosi epatica in seguito all’occlusione delle vene intraepatiche.
Perciò, il regolare monitoraggio delle dimensioni e della funzione del fegato e dell’emocromo (in particolare degli eosinofili) è di particolare importanza.
In singoli casi sospetti di malattia veno-occlusiva, è stata efficace la terapia con alte dosi di corticosteroidi (ad esempio idrocortisone 300 mg/giorno), con o senza agenti fibrinolitici come l’eparina o l’attivatore tessutale del plasminogeno (vedere paragrafo 4.8).
La terapia a lungo termine può essere causa di tossicità cumulativa a carico del midollo osseo.
La possibile soppressione del midollo osseo richiede un attento monitoraggio dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine.
La tossicità ematopoietica può giustificare l’interruzione temporanea o definitiva della terapia.
L’iniezione paravenosa può causare danni tessutali e dolore severo.
L’uso concomitante della fenitoina deve essere evitato perché esiste il rischio di esacerbazione delle convulsioni, dovuto al ridotto assorbimento della fenitoina nell’apparato digerente (vedere paragrafo 4.5).
Inoltre, la dacarbazina è un moderato agente immunosoppressivo.
La somministrazione di vaccini vivi (vivi attenuati) nei pazienti immunocompromessi a causa di un trattamento con agenti chemioterapici, quali la dacarbazina, può causare infezioni gravi e potenzialmente fatali.
La vaccinazione con vaccini vivi deve essere evitata nei pazienti trattati con dacarbazina.
I vaccini inattivati possono essere utilizzati, se disponibili.
I medicinali epatotossici e l’alcool sono controindicati durante la chemioterapia.
Misure contraccettive: Gli uomini devono essere informati sull’opportunità di adottare misure contraccettive durante la terapia e nei 6 mesi successivi al termine della terapia (vedere paragrafo 4.6).
Popolazione pediatrica: L’uso della dacarbazina nei bambini e negli adolescenti non è raccomandato fino a che non siano disponibili ulteriori dati.
Manipolazione della dacarbazina: La dacarbazina deve essere manipolata in conformità alle procedure standard per i citostatici dotati di effetti mutageni, cancerogeni e teratogeni.

Interazioni

L'uso concomitante del vaccino contro la febbre gialla è controindicato a causa del rischio di una malattia sistemica fatale (vedere paragrafo 4.3).
Siccome il rischio trombotico è aumentato in presenza di tumori, il trattamento anticoagulante è frequente.
L’elevata variabilità intra-individuale della coagulabilità durante le malattie e le possibili interazioni tra anticoagulanti orali e chemioterapia anticancro rendono necessario il monitoraggio più frequente dell’INR, se il paziente deve essere trattato con anticoagulanti orali.
L’uso concomitante della fenitoina deve essere evitato perché esiste il rischio di esacerbazione delle convulsioni, dovuto al ridotto assorbimento della fenitoina nell’apparato digerente (vedere paragrafo 4.4).
L'uso concomitante di vaccini vivi attenuati deve essere evitato, perché esiste il rischio di una malattia sistemica, eventualmente fatale.
Questo rischio è aumentato nei soggetti già immunodepressi a causa della malattia di base.
Si raccomanda di utilizzare un vaccino inattivato, se disponibile (poliomielite) (vedere anche paragrafo 4.4).
L’uso concomitante di ciclosporina (e, per estrapolazione, di tacrolimus) deve essere valutato con attenzione, perché l’uso di questi agenti induce un’immunosoppressione eccessiva, con rischio di linfoproliferazione.
L’uso concomitante di fotemustina può essere causa di tossicità polmonare acuta (sindrome da distress respiratorio dell’adulto).
La fotemustina e la dacarbazina non devono essere usate contemporaneamente.
Sono possibili interazioni mielotossiche con altre modalità di trattamento con effetti avversi sul midollo osseo (in particolare agenti citostatici, irradiazione).
Non sono stati effettuati studi per valutare un possibile metabolismo fenotipico.
Tuttavia, è stata identificata l’idrossilazione del composto originario in metaboliti con attività antitumorale.
La dacarbazina viene metabolizzata dal citocromo P450 (CYP1A1, CYP1A2 e CYP2E1).
Questo aspetto deve essere tenuto in considerazione in caso di somministrazione congiunta con altri medicinali metabolizzati dagli stessi enzimi epatici.
La dacarbazina può potenziare gli effetti del metossipsoralene a causa della fotosensibilizzazione.

Effetti indesiderati

Frequenze: Molto comune (≥1/10); Comune (≥1/100, <1/10); Non comune (≥1/1000, <1/100); Raro (≥1/10.000, <1/1000); Molto raro (<1/10.000).
Le reazioni avverse al farmaco più comunemente riportate sono patologie gastrointestinali (anoressia, nausea e vomito) e patologie del sistema emolinfopoietico, quali anemia, leucopenia e trombocitopenia.
Queste ultime sono dose-dipendenti e ritardate, con nadir che spesso compare dopo 3-4 settimane.
Classificazione per sistemi e organi Frequenze  
Comune (≥1/100, <1/10) Non comune (≥1/1000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1000)
Infezioni ed infestazioni  Infezioni 
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia, leucopenia, trombocitopenia, soppressione midollare  Pancitopenia, agranulocitosi
Disturbi del sistema immunitario   Reazioni anafilattiche, reazioni di ipersensibilità
Patologie del sistema nervoso   Cefalea, confusione, letargia, convulsioni, parestesia facciale
Patologie dell’occhio  Visione offuscata Disturbi della vista
Patologie vascolari   Vampate del viso
Patologie gastrointestinali Anoressia, nausea, vomito  Diarrea
Patologie epatobiliari  Epatotossicità Necrosi epatica dovuta a malattia veno-occlusiva, sindrome di Budd-Chiari ad esito potenzialmente fatale
Patologie renali e urinarie   Disfunzione renale con aumento della creatinina nel sangue e aumento dell'urea nel sangue
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo  Alopecia, iperpigmentazione, fotosensibilità, eruzione cutanea transitoria Eritema, esantema maculopapulare, orticaria
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione  Sintomi simil- influenzali, malessere Irritazione del sito di applicazione
Esami diagnostici   Aumento degli enzimi epatici, aumento delle transaminasi (AST, ALT), aumento della fosfatasi alcalina, aumento della lattato-deidrogenasi (LDH)
I disturbi dell’apparato digerente, quali anoressia, nausea e vomito, sono comuni e gravi.
In casi rari è stata osservata diarrea.
Le alterazioni dell’emocromo spesso osservate (anemia, leucopenia, trombocitopenia) sono dose-dipendenti e ritardate, i nadir compaiono spesso solo dopo 3-4 settimane.
In casi rari, sono state descritte pancitopenia e agranulocitosi.
Occasionalmente si osservano sintomi simil-influenzali con spossatezza, brividi, febbre e dolore muscolare durante o spesso pochi giorni dopo la somministrazione della dacarbazina.
Questi disturbi possono ripresentarsi in occasione dell’infusione successiva.
In rari casi, si è osservato un aumento degli enzimi epatici (es.
fosfatasi alcalina).
Raramente è stata osservata necrosi epatica dovuta all’occlusione delle vene intraepatiche (malattia veno-occlusiva del fegato) dopo somministrazione di dacarbazina in monoterapia o polichemioterapia.
In genere, la sindrome è comparsa durante il secondo ciclo di terapia.
I sintomi comprendevano febbre, eosinofilia, dolore addominale, aumento di volume del fegato, ittero e shock, con rapido peggioramento in poche ore o giorni.
Siccome è stato descritto un esito fatale, il regolare monitoraggio delle dimensioni e della funzione del fegato e dell’emocromo (in particolare degli eosinofili) è di particolare importanza.
In singoli casi sospetti di malattia veno-occlusiva è stata efficace la terapia con alte dosi di corticosteroidi (ad esempio idrocortisone 300 mg/giorno), con o senza agenti fibrinolitici come l’eparina o l’attivatore tessutale del plasminogeno (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Le reazioni in corrispondenza della sede di applicazione, quali l’irritazione della vena, e alcune delle reazioni avverse sistemiche sono considerate dovute alla formazione di prodotti della fotodegradazione.
È rara la compromissione della funzione renale, con aumento dei livelli ematici di sostanze a escrezione urinaria obbligatoria.
Raramente possono comparire effetti indesiderati a carico del sistema nervoso centrale, quali cefalea, disturbi della vista, confusione, letargia e convulsioni.
Poco dopo la somministrazione, possono comparire parestesia facciale e vampate.
Raramente si osservano reazioni allergiche cutanee sotto forma di eritema, esantema maculopapulare o orticaria.
Non comunemente possono comparire alopecia, iperpigmentazione e fotosensibilità della cute.
In casi rari, sono state descritte reazioni anafilattiche.
L’applicazione paravenosa accidentale può causare dolore locale e necrosi.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette: La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

Gravidanza e allattamento

Gravidanza e allattamento: La dacarbazina si è dimostrata mutagenica, teratogena e cancerogena negli animali.
Si deve presumere un rischio aumentato di effetti teratogeni nell’uomo.
Pertanto, la dacarbazina non deve essere usata durante la gravidanza e l’allattamento (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.4).
Non è noto se la dacarbazina attraversi la placenta o passi nel latte materno.
Donne in età fertile: Le donne in età fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci.
Misure contraccettive per gli uomini: Gli uomini devono essere informati sull’opportunità di adottare misure contraccettive durante la terapia e nei 6 mesi successivi al termine della terapia.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 25°C, tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Anche la soluzione ricostituita va protetta dalla luce.
Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito/diluito, vedere paragrafo 6.3.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.

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