CRYSVITA SC 1FL 20MG/ML

10.091,27 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: BUROSUMAB
  • ATC: M05BX05
  • Descrizione tipo ricetta: RRL - LIMITATIVA RIPETIBILE
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 06/09/2019

CRYSVITA è indicato per il trattamento dell’ipofosfatemia X-linked (XLH) nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 1 e 17 anni con evidenza radiografica di malattia ossea, e negli adulti. CRYSVITA è indicato per il trattamento dell’ipofosfatemia FGF23-correlata nell’osteomalacia oncogenica associata a tumori mesenchimali fosfaturici non resecabili con intenti curativi o non localizzabili, nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 1 e 17 anni e negli adulti.
CRYSVITA 10 mg soluzione iniettabile Ogni flaconcino contiene 10 mg di burosumab in 1 mL di soluzione. CRYSVITA 20 mg soluzione iniettabile Ogni flaconcino contiene 20 mg di burosumab in 1 mL di soluzione. CRYSVITA 30 mg soluzione iniettabile Ogni flaconcino contiene 30 mg di burosumab in 1 mL di soluzione. CRYSVITA 10 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita Ogni siringa preriempita contiene 10 mg di burosumab in 0,33 mL di soluzione. CRYSVITA 20 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita Ogni siringa preriempita contiene 20 mg di burosumab in 0,67 mL di soluzione. CRYSVITA 30 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita Ogni siringa preriempita contiene 30 mg di burosumab in 1 mL di soluzione. Burosumab è un anticorpo monoclonale ricombinante umano IgG1 per l’FGF23 ed è prodotto mediante tecnologia del DNA ricombinante utilizzando colture cellulari di mammifero derivate da ovaio di criceto cinese (CHO). Eccipiente con effetti noti Ogni flaconcino contiene 45,91 mg di sorbitolo. Ogni siringa preriempita da 10 mg contiene 15,30 mg di sorbitolo. Ogni siringa preriempita da 20 mg contiene 30,61 mg di sorbitolo. Ogni siringa preriempita da 30 mg contiene 45,91 mg di sorbitolo. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Somministrazione concomitante con fosfato, analoghi della vitamina D attiva per via orale (vedere paragrafo 4.5); Fosfato sierico a digiuno superiore all’intervallo di normalità per l’età, a causa del rischio di iperfosfatemia (vedere paragrafo 4.4); Pazienti con compromissione renale severa o malattia renale in fase terminale.

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato da un medico esperto nella gestione dei pazienti con malattie metaboliche dell’osso.
Posologia L’assunzione di fosfato e analoghi della vitamina D attiva (ad es.
calcitriolo) per via orale deve essere interrotta 1 settimana prima dell’inizio del trattamento.
La sostituzione o integrazione di vitamina D con forme inattive può essere iniziata o continuata secondo le linee guida locali, con monitoraggio dei livelli sierici di calcio e fosfato.
All’inizio, la concentrazione sierica di fosfato a digiuno deve essere al di sotto dell’intervallo di riferimento per l’età (vedere paragrafo 4.3).
Ipofosfatemia X-linked (XLH) Dosaggio nei bambini e negli adolescenti affetti da XLH di età compresa tra 1 e 17 anni La dose iniziale raccomandata nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 1 e 17 anni è 0,8 mg/kg di peso corporeo, somministrati ogni due settimane.
Le dosi devono essere arrotondate ai 10 mg più vicini.
La dose massima è 90 mg.
Dopo l’inizio del trattamento con burosumab, il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato ogni 2 settimane per il primo mese di trattamento, ogni 4 settimane per i 2 mesi seguenti e successivamente come appropriato.
Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato anche 2 settimane dopo un eventuale aggiustamento della dose.
Se il fosfato sierico a digiuno rientra nell’intervallo di riferimento per l’età, deve essere mantenuta la stessa dose.
Aumento della dose Se il fosfato sierico a digiuno è al di sotto dell’intervallo di riferimento per l’età, la dose può essere aumentata gradualmente di 0,4 mg/kg fino a una dose massima di 2,0 mg/kg (dose massima di 90 mg).
Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l’aggiustamento della dose.
La dose di burosumab non deve essere aggiustata con una frequenza superiore a una volta ogni 4 settimane.
Riduzione della dose Se il livello di fosfato sierico a digiuno è al di sopra dell’intervallo di riferimento per l’età, la dose successiva deve essere sospesa e tale livello deve essere nuovamente valutato entro 2 settimane.
Il paziente deve avere un livello di fosfato sierico a digiuno inferiore all’intervallo di riferimento per l’età perché il trattamento con burosumab possa essere ripreso a metà della dose precedente, arrotondando la quantità come descritto in precedenza.
Conversione della dose all’età di 18 anni Bambini e adolescenti di età compresa tra 1 e 17 anni devono essere trattati secondo le istruzioni per il dosaggio di cui sopra.
All’età di 18 anni, il paziente deve passare alla dose per adulti e al regime posologico riportati nel seguito.
Dosaggio negli adulti affetti da XLH La dose iniziale raccomandata negli adulti è 1,0 mg/kg di peso corporeo, arrotondata ai 10 mg più vicini fino a una dose massima di 90 mg, somministrati ogni 4 settimane.
Dopo l’inizio del trattamento con burosumab, il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato ogni 2 settimane per il primo mese di trattamento, ogni 4 settimane per i 2 mesi seguenti e successivamente come appropriato.
Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo la precedente dose di burosumab.
Se il fosfato sierico rientra nell’intervallo di normalità, si deve continuare con la stessa dose.
Riduzione della dose Se il livello di fosfato sierico è al di sopra del limite superiore dell’intervallo di normalità, la dose successiva deve essere sospesa e tale livello deve essere rivalutato entro 2 settimane.
Il paziente deve avere un livello di fosfato sierico inferiore all’intervallo di normalità prima di riprendere il trattamento con burosumab.
Non appena il livello di fosfato sierico scende al di sotto dell’intervallo di normalità, il trattamento può essere ripreso a metà della dose iniziale fino a una dose massima di 40 mg ogni 4 settimane.
Il livello di fosfato sierico deve essere nuovamente valutato 2 settimane dopo un cambio di dose.
Osteomalacia oncogenica (Tumour-Induced Osteomalacia, TIO) La posologia nei bambini e negli adolescenti affetti da TIO di età compresa tra 1 e 17 anni è stata determinata sulla base di modellazioni e simulazioni farmacocinetiche (vedere paragrafo 5.2).
Dosaggio nei bambini affetti da TIO di età compresa tra 1 e 12 anni La dose iniziale raccomandata nei bambini di età compresa tra 1 e 12 anni è 0,4 mg/kg di peso corporeo, somministrati ogni 2 settimane.
Le dosi devono essere arrotondate ai 10 mg più vicini.
La dose massima è 90 mg.
Aumento della dose Se il fosfato sierico è al di sotto dell’intervallo di riferimento per l’età, la dose può essere aumentata gradualmente.
Le dosi devono essere aumentate di un incremento iniziale di 0,6 mg/kg con successivi incrementi, in base alla risposta del paziente al trattamento, di 0,5 mg/kg (fino a una dose massima di 2,0 mg/kg), arrotondando la quantità come descritto in precedenza, fino a una dose massima di 90 mg somministrata ogni 2 settimane.
Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l’aggiustamento della dose.
La dose di burosumab non deve essere aggiustata con una frequenza superiore a una volta ogni 4 settimane.
Dosaggio negli adolescenti affetti da TIO di età compresa tra 13 e 17 anni La dose iniziale raccomandata negli adolescenti di età compresa tra 13 e 17 anni è 0,3 mg/kg di peso corporeo, somministrati ogni 2 settimane.
Le dosi devono essere arrotondate ai 10 mg più vicini.
La dose massima è 180 mg.
Aumento della dose Se il fosfato sierico è al di sotto dell’intervallo di riferimento per l’età, la dose può essere aumentata gradualmente.
Le dosi devono essere aumentate di un incremento iniziale di 0,3 mg/kg con successivi incrementi compresi tra 0,2 mg/kg e 0,5 mg/kg (incremento della dose in base alla risposta del fosfato sierico del paziente al trattamento), arrotondando la quantità come descritto in precedenza, fino a una dose massima di 2,0 mg/kg (dose massima 180 mg) somministrata ogni 2 settimane.
Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l’aggiustamento della dose.
La dose di burosumab non deve essere aggiustata con una frequenza superiore a una volta ogni 4 settimane.
Dosaggio nei bambini e negli adolescenti affetti da TIO di età compresa tra 1 e 17 anni Per tutti i pazienti pediatrici, dopo l’inizio del trattamento con burosumab, il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato ogni 2 settimane per il primo mese di trattamento, ogni 4 settimane per i 2 mesi seguenti e successivamente come appropriato.
Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato anche 2 settimane dopo un eventuale aggiustamento della dose.
Se il fosfato sierico a digiuno rientra nell’intervallo di riferimento per l’età, deve essere mantenuta la stessa dose.
Riduzione della dose Se il livello di fosfato sierico è al di sopra dell’intervallo di riferimento per l’età, la dose successiva deve essere sospesa e il livello di fosfato sierico a digiuno deve essere nuovamente valutato dopo 2 settimane.
Quando il livello di fosfato sierico scende al di sotto dell’intervallo di riferimento per l’età, il trattamento può essere ripreso a metà della dose precedente, arrotondando la quantità come descritto in precedenza.
Il livello di fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l’aggiustamento della dose.
Se il livello rimane al di sotto dell’intervallo di riferimento per l’età dopo la ripresa della somministrazione, la dose può essere ulteriormente aggiustata.
Conversione della dose all’età di 18 anni All’età di 18 anni, il paziente deve passare alla dose per adulti e al regime posologico riportati di seguito.
Dosaggio negli adulti affetti da TIO La dose iniziale raccomandata negli adulti è 0,3 mg/kg di peso corporeo, arrotondati ai 10 mg più vicini, somministrati ogni 4 settimane.
Dopo l’inizio del trattamento con burosumab, il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo ciascuna dose per i primi 3 mesi di trattamento e successivamente come appropriato.
Se il fosfato sierico rientra nell’intervallo di riferimento, deve essere mantenuta la stessa dose.
Aumento della dose Se il fosfato sierico è al di sotto dell’intervallo di riferimento, la dose può essere aumentata gradualmente.
Le dosi devono essere aumentate di un incremento iniziale di 0,3 mg/kg, con successivi incrementi compresi tra 0,2 mg/kg e 0,5 mg/kg (dose dipendente dalla risposta del paziente al trattamento), fino a una dose massima di 2,0 mg/kg (dose massima 180 mg) somministrata ogni 4 settimane.
Il fosfato sierico a digiuno deve essere misurato 2 settimane dopo l’aggiustamento della dose.
Per i pazienti nei quali il livello di fosfato sierico continua a rimanere al di sotto dell’intervallo di riferimento, nonostante la somministrazione della dose massima ogni 4 settimane, la dose precedente può essere suddivisa e somministrata ogni 2 settimane, con aumenti incrementali se richiesto, come sopra descritto, fino a una dose massima di 2,0 mg/kg ogni 2 settimane (dose massima 180 mg).
Riduzione della dose Se il livello di fosfato sierico è al di sopra dell’intervallo di riferimento, la dose successiva deve essere sospesa e il livello di fosfato sierico a digiuno deve essere nuovamente valutato dopo 2 settimane.
Il paziente deve avere un livello di fosfato sierico inferiore all’intervallo di riferimento prima di riprendere burosumab.
Quando il livello di fosfato sierico scende al di sotto dell’intervallo di riferimento, il trattamento può essere ripreso a circa metà della dose precedente, somministrata ogni 4 settimane.
Il livello di fosfato sierico deve essere nuovamente valutato 2 settimane dopo qualsiasi modifica della dose.
Se il livello rimane al di sotto dell’intervallo di riferimento dopo la ripresa della somministrazione, la dose può essere ulteriormente aggiustata.
Sospensione della dose nei pazienti pediatrici e adulti affetti da TIO Se un paziente è sottoposto a trattamento per il tumore sottostante (ad esempio, exeresi chirurgica o radioterapia), il trattamento con burosumab deve essere sospeso.
Una volta completato il trattamento del tumore sottostante, il livello di fosfato sierico deve essere nuovamente valutato prima di riprendere il trattamento con burosumab.
Il trattamento con burosumab deve essere ripreso alla dose iniziale originaria del paziente se il livello di fosfato sierico rimane al di sotto del limite inferiore dell’intervallo di riferimento normale.
Seguire l’aggiustamento della dose raccomandata sopra descritto per mantenere il livello di fosfato sierico entro l’intervallo di riferimento normale per l’età.
Per tutti i pazienti affetti da TIO, il trattamento deve essere interrotto se il medico curante ritiene che non si osservi un miglioramento significativo dei marcatori di risposta biochimici o clinici, nonostante la somministrazione della dose massima.
Tutti i pazienti Per ridurre il rischio di mineralizzazione ectopica, si raccomanda di perseguire un livello di fosfato sierico a digiuno entro l’estremità inferiore dell’intervallo di riferimento per l’età (vedere paragrafo 4.4).
Dose saltata Se necessario per ragioni pratiche, i trattamenti possono essere somministrati 3 giorni prima o dopo rispetto alla data di trattamento programmata.
Se il paziente salta una dose, il trattamento con burosumab deve essere ripreso non appena possibile alla dose prescritta.
Popolazioni speciali Compromissione renale Burosumab non è stato studiato in pazienti con compromissione renale.
Burosumab non deve essere somministrato a pazienti con malattia renale di grado severo o in fase terminale (vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica Ipofosfatemia X-linked (XLH) La sicurezza e l’efficacia di burosumab nei pazienti pediatrici affetti da XLH di età inferiore a un anno non sono state stabilite in studi clinici.
Osteomalacia oncogenica (TIO) La sicurezza e l’efficacia di burosumab nei pazienti pediatrici affetti da TIO non sono state stabilite in studi clinici.
Anziani I dati disponibili sui pazienti di età superiore a 65 anni sono limitati.
Modo di somministrazione Per uso sottocutaneo.
Burosumab deve essere iniettato nella parte superiore del braccio, nell’addome, nei glutei o nella coscia.
Il volume massimo di medicinale per sede di iniezione è 1,5 mL.
Se si richiede più di 1,5 mL in un dato giorno di somministrazione, il volume totale di medicinale deve essere diviso e somministrato in due o più diverse sedi di iniezione.
Le sedi di iniezione devono essere alternate e attentamente monitorate per rilevare segni di potenziali reazioni (vedere paragrafo 4.4).
Per le istruzioni sulla manipolazione di burosumab prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Per alcuni pazienti può essere idonea l’autosomministrazione o la somministrazione da parte della persona che li assiste con il flaconcino e/o la siringa preriempita.
Quando non si prevedono immediate modifiche della dose, la somministrazione può essere eseguita da una persona che abbia ricevuto adeguate istruzioni sulle tecniche di iniezione.
La prima dose autosomministrata dopo l’inizio del farmaco o una modifica della dose richiede la supervisione di un operatore sanitario.
Il monitoraggio clinico del paziente, incluso il monitoraggio dei livelli di fosfato, deve proseguire come necessario e come indicato di seguito.
Una sezione di “Istruzioni per l’Uso” dettagliate destinate al paziente è riportata alla fine del foglio illustrativo.

Avvertenze e precauzioni

Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati nella cartella clinica del paziente.
Mineralizzazione ectopica Mineralizzazione ectopica, che si manifesta con nefrocalcinosi, è stata osservata in pazienti con XLH trattati con fosfato e analoghi della vitamina D attiva per via orale; l’assunzione di questi medicinali deve essere interrotta almeno 1 settimana prima di iniziare il trattamento con burosumab (vedere paragrafo 4.2).
Si raccomanda il monitoraggio dei segni e sintomi di nefrocalcinosi, ad esempio mediante ecografia renale, all'inizio del trattamento e ogni 6 mesi per i primi 12 mesi di trattamento e successivamente una volta all'anno.
Si raccomanda il monitoraggio dei livelli plasmatici di fosfatasi alcaline, calcio, ormone paratiroideo (PTH) e creatinina ogni 6 mesi (ogni 3 mesi per i bambini di 1-2 anni di età), o come indicato.
Viene suggerito il monitoraggio dei livelli urinari di calcio e fosfato ogni 3 mesi.
Iperfosfatemia I livelli sierici di fosfato a digiuno devono essere monitorati a causa del rischio di iperfosfatemia.
Per ridurre il rischio di mineralizzazione ectopica, si raccomanda di perseguire un livello-target di fosfato sierico a digiuno alla parte inferiore dell’intervallo di riferimento normale per l’età.
Può essere necessario sospendere il trattamento e/o ridurre la dose (vedere paragrafo 4.2).
È consigliata la misurazione periodica dei livelli di fosfato sierico post-prandiali.Per prevenire l’iperfosfatemia, il trattamento con burosumab deve essere sospeso nei pazienti con osteomalacia oncogenica che si sottopongono a trattamento del tumore sottostante.
Il trattamento con burosumab deve essere ripreso solo se il livello di fosfato sierico del paziente rimane al di sotto del limite inferiore dell’intervallo di riferimento normale (vedere paragrafo 4.2).
Ormone paratiroideo sierico Aumenti dei livelli sierici di ormone paratiroideo sono stati osservati in alcuni pazienti affetti da XLH durante il trattamento con burosumab.
Si consiglia la misurazione periodica dell’ormone paratiroideo sierico.
Reazioni in sede di iniezione La somministrazione di burosumab può provocare reazioni locali in sede di iniezione.
La somministrazione deve essere interrotta nel caso in cui il paziente manifesti reazioni in sede di iniezione severe (vedere paragrafo 4.8) e deve essere istituita una terapia medica appropriata.
Ipersensibilità Il trattamento con burosumab deve essere interrotto se si verificano gravi reazioni da ipersensibilità e deve essere istituito un trattamento medico appropriato.
Eccipiente con effetti noti CRYSVITA soluzione iniettabile in flaconcini Questo medicinale contiene 45,91 mg di sorbitolo per flaconcino equivalente a 45,91 mg/mL.
CRYSVITA 10 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita Questo medicinale contiene 15,30 mg di sorbitolo per siringa preriempita equivalente a 45,91 mg/mL.
CRYSVITA 20 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita Questo medicinale contiene 30,61 mg di sorbitolo per siringa preriempita equivalente a 45,91 mg/mL.
CRYSVITA 30 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita Questo medicinale contiene 45,91 mg di sorbitolo per siringa preriempita equivalente a 45,91 mg/mL.

Interazioni

La somministrazione concomitante di burosumab con fosfato e analoghi della vitamina D attiva per via orale è controindicata, perché può causare un aumento del rischio di iperfosfatemia e ipercalcemia (vedere paragrafo 4.3).
Si deve usare cautela nell’associare burosumab a medicinali calciomimetici (ossia agenti che simulano l'effetto del calcio sui tessuti attivando il recettore del calcio).
La somministrazione concomitante di questi medicinali non è stata studiata nelle sperimentazioni cliniche e può esacerbare l’ipocalcemia.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse al farmaco più comunemente segnalate (> 10%) nei pazienti pediatrici affetti da XLH durante gli studi clinici, sulla base degli studi a lungo termine completati, fino a un’esposizione massima a burosumab di 214 settimane (con periodo di esposizione variabile nella popolazione valutabile per la sicurezza), sono state: tosse (55%), reazioni in sede di iniezione (54%), piressia (50%), cefalea (48%), vomito (46%), dolore a un arto (42%), ascesso del dente (40%), vitamina D diminuita (28%), diarrea (27%), nausea (21%), eruzione cutanea (20%), stipsi (12%) e carie dentaria (11%).
Le reazioni avverse al farmaco più comunemente segnalate (> 10%) durante gli studi clinici nei pazienti adulti affetti da XLH o nei pazienti adulti affetti da TIO, sulla base degli studi a lungo termine completati, fino a un’esposizione massima a burosumab di 300 settimane (con periodo di esposizione variabile nella popolazione valutabile per la sicurezza), sono state: dolore dorsale (30%), reazione in sede di iniezione (29%), cefalea (28%), infezione dentaria (28%), vitamina D diminuita (28%), spasmi muscolari (18%), sindrome delle gambe senza riposo (16%), capogiro (16%) e stipsi (13%) (vedere paragrafo 4.4 e “Descrizione di reazioni avverse selezionate” di seguito).
Tabelle delle reazioni avverse La frequenza delle reazioni avverse è riportata nella Tabella 1 (pazienti pediatrici affetti da XLH) e nella Tabella 2 (pazienti adulti affetti da XLH e TIO).
Le reazioni avverse sono presentate in base alla classificazione per sistemi e organi e per categorie di frequenza, definite con la seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1 000, <1/100); raro (≥1/10 000, <1/1 000); molto raro (<1/10 000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ciascuna categoria di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1: Reazioni avverse segnalate nei pazienti pediatrici da 1 a 17 anni di età affetti da XLH, osservate negli studi clinici (N = 120) e nell’esperienza successiva all’immissione in commercio
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Categoria di frequenza Reazione avversa
Infezioni ed infestazioni Molto comune Ascesso del dente¹
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto comune Tosse²
Patologie del sistema nervoso Molto comune Cefalea
Molto comune Capogiro³
Patologie gastrointestinali Molto comune Vomito, Nausea,Diarrea, Stipsi, Carie dentaria
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune Eruzione cutanea4
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Molto comune Mialgia
Dolore a un arto
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune Reazione in sede di iniezione5, Piressia
Esami diagnostici Molto comune Vitamina D diminuita6
Non nota Fosforo ematico aumentato7
¹ Ascesso del dente comprende: ascesso del dente, infezione dentaria e mal di denti.
² Tosse comprende: tosse e tosse produttiva.
³ Capogiro comprende: capogiro e capogiro da sforzo.4 Eruzione cutanea comprende: eruzione cutanea, esantema eritematoso, eruzione cutanea generalizzata, eruzione cutanea pruriginosa, eruzione maculo-papulare ed esantema pustoloso.
5 Reazione in sede di iniezione comprende: reazione in sede di iniezione, eritema in sede di iniezione, prurito in sede di iniezione, tumefazione in sede di iniezione, dolore in sede di iniezione, eruzione cutanea in sede di iniezione, lividura in sede di iniezione, alterazione del colore in sede di iniezione, fastidio in sede di iniezione, ematoma in sede di iniezione, emorragia in sede di iniezione, indurimento in sede di iniezione, macula in sede di iniezione e orticaria in sede di iniezione.
6 Vitamina D diminuita comprende: carenza di vitamina D, 25-idrossicolecalciferolo ematico diminuito e vitamina D diminuita. 7 Fosforo ematico aumentato comprende: fosforo ematico aumentato e iperfosfatemia.
Tabella 2: Reazioni avverse osservate negli studi clinici negli adulti (N = 203) affetti da XLH (N = 176) e TIO (N = 27)
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Categoria di frequenza Reazione avversa
Infezioni ed infestazioni Molto comune Infezione dentaria¹
Patologie del sistema nervoso Molto comune Cefalea²
Molto comune Capogiro
Molto comune Sindrome delle gambe senza riposo
Patologie gastrointestinali Molto comune Stipsi
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune Eruzione cutanea³
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Molto comune Dolore dorsale
Molto comune Spasmi muscolari
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune Reazione in sede di iniezione4
Esami diagnostici Molto comune Vitamina D diminuita5
Comune Fosforo ematico aumentato6
¹ Infezione dentaria comprende: ascesso del dente, infezione dentaria e mal di denti.
² Cefalea comprende: cefalea e fastidio al capo. ³ Eruzione cutanea comprende: eruzione cutanea, eruzione cutanea papulare ed esantema eritematoso. 4 Reazione in sede di iniezione comprende: reazione in sede di iniezione, eritema in sede di iniezione, prurito in sede di iniezione, tumefazione in sede di iniezione, dolore in sede di iniezione, eruzione cutanea in sede di iniezione, lividura in sede di iniezione, alterazione del colore in sede di iniezione, fastidio in sede di iniezione, ematoma in sede di iniezione, emorragia in sede di iniezione, indurimento in sede di iniezione, macula in sede di iniezione, orticaria in sede di iniezione, ipersensibilità in sede di iniezione e infiammazione in sede di iniezione.
5 Vitamina D diminuita comprende: carenza di vitamina D, 25-idrossicolecalciferolo ematico diminuito e vitamina D diminuita. 6Fosforo ematico aumentato comprende: fosforo ematico aumentato e iperfosfatemia.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Reazioni in sede di iniezione Pazienti pediatrici affetti da XLH: Reazioni locali (ad es.
orticaria in sede di iniezione, eritema, eruzione cutanea, tumefazione, ecchimosi, dolore, prurito ed ematoma) si sono verificate nella sede di iniezione.
Negli studi pediatrici, circa il 54% dei pazienti ha avuto una reazione nella sede di iniezione, sulla base degli studi clinici.
Le reazioni in sede di iniezione sono state in genere di severità lieve, si sono verificate entro 1 giorno dalla somministrazione del medicinale, hanno avuto una durata per lo più compresa tra 1 e 3 giorni, non hanno richiesto trattamento e si sono risolte in quasi tutti i casi.
Pazienti adulti affetti da XLH o TIO: Le reazioni in sede di iniezione sono state in genere di severità lieve, non hanno richiesto trattamento e si sono risolte in quasi tutti i casi.
Nei pazienti affetti da XLH, nel periodo di trattamento controllato verso placebo dello Studio UX023-CL303, la frequenza delle reazioni in sede di iniezione è stata del 12% nel gruppo trattato con burosumab e anche in quello trattato con placebo (reazione in sede di iniezione, eritema, reazione cutanea, ecchimosi, dolore, prurito ed ematoma).
Nei pazienti affetti da TIO, la frequenza delle reazioni in sede di iniezione sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati è stata del 22% (reazione in sede di iniezione, dolore in sede di iniezione e tumefazione in sede di iniezione).
Ipersensibilità Pazienti pediatrici affetti da XLH: Reazioni di ipersensibilità (ad esempio, reazioni in sede di iniezione, eruzione cutanea, orticaria, tumefazione del viso, dermatite, ecc.) sono state segnalate nel 39% dei pazienti pediatrici, sulla base degli studi clinici.
Tutte le reazioni segnalate sono state di lieve o moderata severità.
Pazienti adulti affetti da XLH o TIO: Le reazioni da ipersensibilità sono state di severità lieve o moderata.
Nei pazienti affetti da XLH, nel periodo di trattamento controllato verso placebo dello Studio UX023-CL303, l’incidenza delle reazioni da ipersensibilità potenziali è stata simile (6%) negli adulti trattati con burosumab e in quelli trattati con placebo.
Nei pazienti affetti da TIO, la frequenza delle reazioni da ipersensibilità (eruzione cutanea, eruzione da farmaci e ipersensibilità) sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati è stata del 30%.
Vitamina D diminuita Pazienti pediatrici affetti da XLH: Una riduzione dei livelli sierici di 25-idrossivitamina D è stata osservata dopo l’inizio del trattamento con burosumab in circa l’8% dei pazienti pediatrici, probabilmente a causa di un aumento della conversione in 1,25 diidrossivitamina D.
L’integrazione con vitamina D inattiva è riuscita a riportare i livelli plasmatici nella norma.
Iperfosfatemia Pazienti adulti affetti da XLH o TIO: Nei pazienti affetti da XLH, nel periodo di trattamento controllato verso placebo dello Studio UX023-CL303, 9 soggetti (13,2%) nel gruppo trattato con burosumab hanno avuto elevati livelli di fosfato sierico almeno una volta: 5 di questi hanno richiesto una o più riduzioni della dose sulla base dei criteri specificati nel protocollo.
Dopo aver iniziato ad assumere burosumab nel periodo di continuazione del trattamento in aperto, 8 soggetti (12,1%) nel gruppo placebo→burosumab hanno avuto elevati livelli di fosfato sierico.
Quattro di questi 8 soggetti hanno richiesto una o più riduzioni della dose sulla base dei criteri specificati nel protocollo.
La dose per tutti i pazienti che soddisfacevano i criteri specificati nel protocollo è stata ridotta del 50%.
Un singolo paziente (1%) ha richiesto una seconda riduzione della dose per iperfosfatemia continua.
Nei pazienti affetti da TIO, sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati, l’11% ha manifestato eventi di iperfosfatemia, che sono stati gestiti con la riduzione della dose.
Sindrome delle gambe senza riposo Pazienti adulti affetti da XLH o TIO: Nei pazienti affetti da XLH, nel periodo di trattamento controllato verso placebo dello Studio UX023-CL303, circa il 12% del gruppo trattato con burosumab e l’8% del gruppo trattato con placebo hanno avuto un peggioramento della sindrome delle gambe senza riposo al basale o l’esordio di tale sindrome con severità da lieve a moderata.
Nei pazienti affetti da TIO, sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati, l’11% ha manifestato eventi di sindrome delle gambe senza riposo con severità da lieve a moderata.
Immunogenicità Pazienti pediatrici affetti da XLH: Nel complesso, l’incidenza degli anticorpi anti-farmaco (ADA) su burosumab nei pazienti pediatrici trattati con burosumab, sulla base degli studi clinici, è stata del 10%.
L’incidenza degli ADA neutralizzanti nei pazienti pediatrici è stata del 3%.
A questi risultati non sono stati associati eventi avversi, perdita di efficacia o variazioni del profilo farmacocinetico di burosumab.
Pazienti adulti affetti da XLH e TIO: Sulla base dei dati derivati dagli studi clinici a lungo termine completati, l’incidenza di pazienti risultati positivi ai test per gli ADA a burosumab negli studi clinici condotti in adulti affetti da XLH o TIO è stata del 15%.
Nessuno di questi pazienti ha sviluppato ADA neutralizzanti.
A questi risultati non sono stati associati eventi avversi, perdita di efficacia o variazioni del profilo farmacocinetico di burosumab.
Reazioni avverse nei pazienti pediatrici affetti da TIO Non sono disponibili dati in pazienti pediatrici affetti da TIO (vedere paragrafo 5.1).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza I dati relativi all’uso di burosumab in donne in gravidanza non esistono o sono limitati.
Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).Burosumab non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive.
Allattamento Non è noto se burosumab/metaboliti siano escreti nel latte materno.
Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
Deve essere presa la decisione se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con burosumab tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità Gli studi sugli animali hanno mostrato effetti sugli organi riproduttivi maschili (vedere paragrafo 5.3).
Non sono disponibili dati clinici relativi agli effetti di burosumab sulla fertilità umana.
Non sono stati condotti studi di fertilità specifici negli animali con burosumab.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2°C - 8°C).
Non congelare.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.