CITALOPRAM HEX 14CPR RIV 40MG
6,80 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 21/04/2011
Trattamento degli episodi di depressione maggiore.
Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di citalopram (come bromidrato). Eccipiente con effetto noto: Ogni compressa rivestita con film contiene 21,85 mg di lattosio (come monoidrato). Ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di citalopram (come bromidrato). Eccipiente con effetto noto: Ogni compressa rivestita con film contiene 43,7 mg di lattosio (come monoidrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, si veda il paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Citalopram è controindicato nei pazienti con noto prolungamento dell'intervallo QT o sindrome congenita del QT lungo; Citalopram è controindicato insieme ad altri medicinali che sono noti per prolungare l'intervallo QT (vedere paragrafo 4.5).
IMAO (inbitori delle monoamminoossidasi): In alcuni casi si sono manifestati sintomi simili alla sindrome serotoninergica.
Citalopram non deve essere somministrato a pazienti in corso di trattamento con inibitori delle monoaminossidasi (MAO-Is), inclusa la selegilina in dosi giornaliere che superano i 10mg/die.
Citalopram non deve essere somministrato, nel caso di terapia con inibitori irreversibili delle Monoamminossidasi (MAOI), nei 14 giorni successivi alla sospensione del trattamento o, nel caso di inibitori reversibili delle Monoamminossidasi (RIMA), per un periodo di tempo diverso in accordo con quanto previsto dalle relative monografie.
La somministrazione di MAO-inibitori non deve avvenire prima che siano trascorsi almeno sette giorni dall’interruzione del trattamento con citalopram (vedere paragrafo 4.5).
Citalopram è controindicato in combinazione con linezolid a meno che non ci siano strutture per l'osservazione ravvicinata e il monitoraggio della pressione arteriosa (vedere paragrafo 4.5). Posologia
- Citalopram deve essere somministrato in un’unica dose orale, la mattina o la sera e può essere assunto indifferentemente durante o lontano dai pasti, purchè con del liquido.
L’effetto antidepressivo si manifesta dopo almeno 2 settimane dall’inizio del trattamento.
Il trattamento deve essere proseguito fino a quando il paziente non avverte più i sintomi, per un periodo di 4-6 mesi.
Nel caso in cui si prevede di interrompere il trattamento, è consigliabile ridurre il dosaggio in maniera graduale per un periodo di almeno una o due settimane.
Adulti La dose iniziale raccomandata è di 20 mg di citalopram al giorno.
Se necessario, sulla base della risposta clinica individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino a un massimo di 40 mg/die.
Anziani (età superiore a 65 anni) Agli anziani, deve essere somministrata metà della dose consigliata, vale a dire 10-20 mg/die.
In base alla risposta clinica individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino a un massimo di 20 mg al giorno.
Bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni CITALOPRAM HEXAL non deve essere utilizzato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età (si veda il paragrafo 4.4).
Compromissione renale Nei pazienti affetti da compromissione renale, di entità da lieve a moderata, non è necessario un aggiustamento della dose.
Mancano ancora dati sufficienti sul trattamento di pazienti affetti da compromissione renale grave (clearance della creatinina inferiore a 20 ml/min).
Compromissione epatica È raccomandata una dose iniziale di 10 mg al giorno per le prime due settimane di trattamento in pazienti con compromissione epatica lieve o moderata.
In base alla risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino a un massimo di 20 mg al giorno.
Si raccomanda cautela e una titolazione del dosaggio estremamente accurata in pazienti con funzione epatica gravemente ridotta (vedere paragrafo 5.2).
Metabolizzatori lenti del CYP2C19 Per i metabolizzatori lenti del CYP2C19 una dose iniziale di 10 mg al giorno per le prime due settimane di trattamento è raccomandata.
In funzione dell’esito del trattamento la dose può essere successivamente aumentata a 20 mg (si veda il paragrafo 5.2).
Sintomi da sospensione osservati dopo l’interruzione del SSRI La brusca interruzione deve essere evitata.
Quando si interrompe il trattamento con citalopram la dose deve essere gradualmente ridotta per un periodo di almeno una o due settimane in modo da ridurre il rischio delle reazioni da sospensione (paragrafo 4.4 e 4.8).
Se si presentano sintomi intollerabili in seguito alla diminuzione della dose o dopo l’interruzione del trattamento, allora si deve considerare di ritornare alla dose prescritta precedentemente.
Inseguito il medico può continuare la riduzione della dose, ma più in modo più graduale. Avvertenze e precauzioni
- Anziani Deve essere usata cautela nel trattamento dei pazienti anziani (vedere paragrafo 4.2).
Compromissione renale ed epatica Deve essere usata cautela nel trattamento dei pazienti con funzionalità renale ed epatica ridotta (vedere paragrafo 4.2).Assunzione da parte di bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni Gli antidepressivi non devono essere utilizzati per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età.
Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo.
Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidari.
Per di più, non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale.
Ansia paradossa Alcuni pazienti con disturbo di panico possono manifestare sintomi di ansia intensi all'inizio del trattamento con antidepressivi.
Questa reazione paradossale di solito scompare entro le prime due settimane dall'inizio del trattamento.
Si consiglia una dose iniziale bassa per ridurre la probabilità di un effetto ansiogeno paradossale (vedere paragrafo 4.2).
Iponatriemia L'iponatriemia, probabilmente dovuta alla inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH), è stata riportata come una reazione avversa rara con l'uso di SSRI e generalmente reversibile con l'interruzione della terapia.
Le pazienti donne anziane sembrano essere particolarmente a rischio.
Suicidio/Pensieri suicidari o peggioramento clinico La depressione è associata ad aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (suicidio/eventi correlati).
Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa.
Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento.
È esperienza clinica in generale che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento.
Pazienti con anamnesi positiva per eventi correlati al suicidio, o che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento, sono a rischio maggiore di pensieri suicidari o di tentativi di suicido, e devono essere attentamente controllati durante il trattamento.
Una metanalisi degli studi clinici condotti con medicinali antidepressivi in confronto con placebo nella terapia di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nella fascia di età inferiore a 25 anni dei pazienti trattati con antidepressivi rispetto a placebo.
La farmacoterapia con antidepressivi deve essere sempre associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose.
I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare e di riportare immediatamente al proprio medico curante qualsiasi peggioramento del quadro clinico, l’insorgenza di comportamento o pensieri suicidari o di cambiamenti comportamentali.
Acatisia/Irrequietezza psicomotoria L’uso di SSRI/SNRI è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una sensazione di soggettiva irrequietezza sgradevole e angosciante e bisogno di muoversi spesso accompagnato da incapacità di sedersi e stare immobile.
Ciò è più probabile che accada entro le prime settimane di trattamento.
In pazienti che sviluppano questi sintomi, L’aumento del dosaggio può essere dannoso.
Disfunzione sessuale Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e della serotonina-noradrenalina (SNRI) possono causare sintomi di disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.8).
Sono stati segnalati casi di disfunzione sessuale a lungo termine con persistenza dei sintomi dopo l’interruzione dell’uso di SSRI/SNRI.
Mania Nei pazienti con malattia maniaco-depressiva può verificarsi un cambiamento verso la fase maniacale.
Se il paziente entra in una fase maniacale, il citalopram deve essere sospeso.
Convulsioni Le convulsioni sono un potenziale rischio con medicinali antidepressivi.
Citalopram deve essere sospeso in tutti i pazienti che sviluppano convulsioni.
Citalopram deve essere evitato nei pazienti con epilessia instabile e i pazienti con epilessia controllata devono essere attentamente monitorati.
Citalopram deve essere sospeso se si verifica un aumento della frequenza delle crisi.
Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento I sintomi da sospensione osservati quando il trattamento è interrotto sono comuni, in particolare in caso di brusca interruzione (si veda il paragrafo 4.8).
In uno studio clinico sulla prevenzione delle ricorrenze, si sono manifestati eventi avversi nel 40% dei pazienti dopo l’interruzione del trattamento con citalopram, rispetto al 20% dei pazienti che hanno continuato il trattamento con citalopram.
Il rischio di comparsa dei sintomi da sospensione può dipendere da diversi fattori, compresi la durata della terapia, il dosaggio e il tasso di riduzione della dose.
Le reazioni più comuni riportate sono capogiri, disturbi del sensorio (comprese parestesia), disturbi del sonno (compresi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni, instabilità emotiva, irritabilità e disturbi visivi.
Generalmente l’intensità di tali sintomi è da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti può essere grave.
In genere compaiono entro i primi giorni di sospensione del trattamento, ma vi sono stati casi molto rari nei quali sono comparsi in pazienti che avevano inavvertitamente saltato una dose.
Generalmente tali sintomi sono auto-limitanti, e di solito si risolvono entro due settimane, sebbene in alcuni individui possono durare più a lungo (2-3 mesi o più).
Si consiglia pertanto di ridurre gradualmente la dose di citalopram, quando si sospende il trattamento, nel corso di un periodo di diverse settimane o mesi, in base alle necessità del paziente (si veda “Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento con citalopram”, paragrafo 4.2).
Diabete Nei pazienti diabetici, il trattamento con un SSRI può alterare il controllo glicemico.
Di conseguenza può rendersi necessario l’aggiustamento del dosaggio dell’insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali.
Terapia elettroconvulsivante (ECT) Dato che esiste una limitata esperienza clinica, si raccomanda cautela nel caso di concomitante terapia ECT in corso di trattamento con citalopram.
Emorragie Durante il trattamento con SSRIs, sono stati riportati casi di allungamento del tempo di emorragia e/o anomalie quali ecchimosi, emorragie ginecologiche, emorragie gastrointestinali ed altre forme emorragiche cutanee e delle mucose (si veda il paragrafo 4.8).
Si deve prestare particolare attenzione ai pazienti trattati contemporaneamente con SSRIs e con farmaci noti per i loro effetti sull’aggregazione piastrinica o con sostanze che possono aumentare il rischio di emorragie, così come con i pazienti con una storia di sanguinamenti (si veda il paragrafo 4.5).
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)/inibitori della ricaptazione della erotonina-norepinefrina (SNRI) possono aumentare il rischio di emorragia postpartum (vedere paragrafi 4.6 e 4.8).
Sindrome serotoninergica In pazienti, cui venivano somministrati gli SSRI, in rari casi, è stata riferita una sindrome serotoninergica.
Una combinazione di sintomi quali agitazione, tremore, mioclono, ipertermia, può indicare lo sviluppo di questa sindrome.
Se ciò si verifica, il trattamento con citalopram deve essere interrotto immediatamente e deve essere iniziato un trattamento per i sintomi.
Medicinali serotoninergici Citalopram non deve essere usato in associazione con prodotti medicinali con effetto serotoninergico come triptani (inclusi sumatriptan e oxitriptano), oppioidi (inclusi tramadolo e buprenorfina), e triptofano a causa del rischio di sindrome serotoninergica.
Psicosi Il citalopram nei pazienti psicotici con episodi depressivi può accrescere i sintomi psicotici.
Erba di S.
Giovanni Gli effetti indesiderati possono essere più comuni in caso di somministrazione contemporanea di citalopram e preparati erboristici che contengono “Erba di San Giovanni” (Hypericum perforatum).
Di conseguenza, il citalopram e i preparati erboristici che contengono “Erba di San Giovanni” non devono essere assunti contemporaneamente (si veda il paragrafo 4.5).
Prolungamento dell’intervallo QT È stato dimostrato che citalopram causa un prolungamento dose-dipendente delle QT.
Durante il periodo post-marketing sono stati riportati casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmia ventricolare incluse torsioni di punta, prevalentemente in pazienti di sesso femminile, con ipopotassiemia, o con preesistente prolungamento dell’intervallo QT o altre malattie cardiache (vedere paragrafi 4.3, 4.5, 4.8, 4.9 e 5.1).
Si consiglia cautela nei pazienti con bradicardia significativa; o in pazienti con recente infarto miocardico acuto o insufficienza cardiaca scompensata.
Alterazioni elettrolitiche come ipopotassiemia e ipomagnesiemia aumentano il rischio di gravi aritmie e devono essere corrette prima di iniziare il trattamento con citalopram.
Se si sta trattando pazienti con malattia cardiaca stabile, si deve effettuare un esame ECG prima di iniziare il trattamento.
Se si verificano segni di aritmia cardiaca durante il trattamento con citalopram, il trattamento deve essere sospeso e deve essere eseguito un esame ECG.
Glaucoma ad angolo chiuso Gli SSRI, incluso il citalopram, possono influenzare la dimensione della pupilla provocando midriasi.
Questo effetto midriatico ha la capacità di restringere l’angolo dell’occhio determinando un aumento della pressione intraoculare e glaucoma ad angolo chiuso, specialmente nei pazienti predisposti.
Il citalopram deve essere usato con cautela in pazienti con glaucoma ad angolo chiuso o con storia di glaucoma.
Citalopram Hexal contiene lattosio e sodio Questo medicinale contiene lattosio I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa rivestita con film, cioè essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Interazioni farmacodinamiche A livello farmacodinamico, sono stati riportati casi di sindrome da serotonina con citalopram e moclobemide e buspirone.
Combinazioni controindicate Inibitori MAO L’uso contemporaneo di citalopram e MAO-inibitori può provocare gravi effetti indesiderati, incluso la sindrome serotoninergica (vedere sezione 4.3).
Sono stati riferiti casi di reazioni gravi, e talvolta fatali, in pazienti sottoposti ad un trattamento con SSRI associato ad un inibitore delle monoammino ossidasi (IMAO), compresi la selegilina, un IMAO irreversibile, e la linezolide e la moclobemide, IMAO reversibili, ed in pazienti che avevano recentemente interrotto il trattamento con un SSRI ed avevano iniziato la terapia con un IMAO.
Alcuni casi si presentavano con caratteristiche simili a quelle della sindrome serotoninergica.
I sintomi di un’interazione del principio attivo con un IMAO includono: agitazione, tremore, mioclono e ipertermia.
Prolungamento dell’intervallo QT Non sono stati eseguiti studi di farmacocinetica e farmacodinamica tra citalopram e altri medicinali che prolungano l’intervallo QT.
Non si può escludere un effetto ulteriore di citalopram e questi medicinali.
Pertanto, è controindicata la co-somministrazione di citalopram con medicinali che prolungano l’intervallo QT, come antiaritmici della classe IA e III, antipsicotici (ad esempio derivati della fentiazina, pimozide, aloperidolo), antidepressivi triciclici, alcuni antimicrobici (es.
sparfloxacina, moxifloxacina, eritromicina IV, pentamidina, quelli per un trattamento anti-malarico in particolare alofantrina), alcuni antistaminici (astemizolo, mizolastina).
Pimozide La concomitante somministrazione di una dose singola di 2 mg di pimozide a soggetti, che sono stati trattati con citalopram 40 mg/die per 11 giorni, ha causato un aumento nell’AUC e Cmax di pimozide, sebbene non costante durante lo studio.
L’intervallo QTc è risultato più prolungato dopo concomitante somministrazione di citalopram e pimozide (in media 10 ms).
Poiché questa interazione era stata osservata dopo somministrazione di una bassa dose di pimozide, il concomitante trattamento con citalopram è controindicato.
Associazioni che richiedono precauzioni d’uso. Selegilina (inibitore MAO-B selettivo) Uno studio di interazione farmacocinetica/farmacodinamica con somministrazione concomitante di citalopram (20 mg al giorno) e selegilina (10 mg al giorno) (un inibitore selettivo MAO-B) ha dimostrato interazioni non clinicamente rilevanti.
L’uso concomitante di citalopram e selegilina (a dosi superiori a 10 mg al giorno) è controindicato (vedere paragrafo 4.3).
Prodotti medicinali serotoninergici Litio e Triptofano Non sono state riscontrate interazioni farmacodinamiche negli studi clinici in cui citalopram è stato somministrato in concomitanza con il litio.
Tuttavia, è stato segnalato un aumento dell’effetto serotoninergico quando i farmaci SSRI vengono somministrati in associazione al litio o al triptofano.
Si consiglia di usare cautela in caso di utilizzo contemporaneo di citalopram con questi medicinali.
Il monitoraggio di routine dei livelli di litio deve essere proseguito come di consuetudine.
La co-somministrazione con medicinali serotoninergici ad esempio oppioidi (inclusi tramadolo e buprenorfina) e triptani (inclusi sumatriptan e oxitriptano) può portare ad un aumento degli effetti 5-HT associati.
Sino a quando non saranno disponibili ulteriori informazioni, l’uso contemporaneo di citalopram e di agonisti della serotonina (o 5-HT), come il sumatriptan ed altri triptani non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4).
Emorragia Si deve fare attenzione ai pazienti trattati contemporaneamente con anticoagulanti, medicinali che possono influenzare l’aggregazione piastrinica, quali farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, acido acetilsalicilico, dipiridamolo, ticlopidina o altri medicinali (antipsicotici atipici) che possono aumentare il rischio di emorragie (si veda il paragrafo 4.4).
Prodotti medicinali che inducono ipokalemia o ipomagnesemia Si richiede cautela per l’uso concomitante di medicinali che inducono ipokalemia/ipomagnesemia, poiché queste condizioni aumentano il rischio di aritmie maligne (vedere paragrafo 4.4).
Prodotti medicinali che abbassano la soglia convulsiva SSRI possono abbassare la soglia delle crisi epilettiche.
È consigliata cautela quando vengono usati in concomitanza altri prodotti medicinali capaci di abbassare la soglia delle crisi epilettiche (per esempio antidepressivi (SSRI), neurolettici (tioxantine e butirrofenoni), mefloquina, bupropione e tramadolo.
Erba di S.
Giovanni Possono verificarsi interazioni dinamiche tra SSRI e prodotti contenenti Erba di S.Giovanni (Hypericum Perforatum), portando ad un aumento degli effetti indesiderati (vedere paragrafo 4.4).
Non sono state investigate interazioni farmacocinetiche.
Terapia Elettroconvulsivante (ECT) Non ci sono studi clinici che stabiliscono i rischi o i benefici dell’uso combinato della terapia elettroconvulsiva (ECT) e il citalopram (vedere paragrafo 4.4).
Alcool Non sono state osservate reazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche fra il citalopram e l’alcool.
Ad ogni modo, l’associazione di citalopram e di bevande alcoliche è sconsigliata.
Interazioni farmacocinetiche La biotrasformazione di citalopram in demetilcitalopram è mediata dagli isoezimi del sistema citocromo P450, CYP2C19 (circa il 38%), CYP3A4 (circa il 31%) e CYP2D6 (circa il 31%).
Il fatto che il citalopram sia metabolizzato da più di un CYP significa che l’inibizione della sua biotrasformazione è meno probabile poiché l’inibizione di un enzima può essere compensata da un altro.
Pertanto, la co-somministrazione del citalopram con altri prodotti medicinali nella pratica clinica ha una probabilità bassa di produrre interazioni farmacocinetiche.
Cibo Non sono stati segnalati effetti del cibo sull’assorbimento e sulle altre proprietà farmacocinetiche di citalopram. Influenza di altri prodotti medicinali sulla farmacocinetica del citalopram La co-somministrazione con ketoconazolo (potente inibitore del CYP3A4) non ha cambiato la farmacocinetica del citalopram.
Uno studio di interazione farmacocinetica del litio e citalopram non rivela alcuna interazione farmacocinetica (vedere sopra).
Cimetidina Un noto inibitore CYP2D6, 3A4 e 1A2, causa un moderato aumento dei livelli medi plasmatici di citalopram allo stato stazionario.Si raccomanda cautela quando si somministra citalopram in combinazione con cimetidina.
Aggiustamenti della dose possono essere necessari.
Omeprazolo e altri inibitori CYP2C19 La somministrazione contemporanea di escitalopram (l’enantiomero attivo di citalopram) con omeprazolo (un inibitore del CYP2C19) 30 mg una volta al giorno ha prodotto un moderato aumento (circa 50%) nelle concentrazioni plasmatiche di escitalopram.
Pertanto, deve essere esercitata cautela nell’utilizzo contemporaneo di inibitori del CYP2C19 (per es.
omeprazolo, esomeprazolo, fluconazolo, fluvoxamina, lansoprazolo, ticlopidina) o cimetidina.
Metoprololo Si raccomanda cautela quando il citalopram è somministrato contemporaneamente a prodotti medicinali che sono metabolizzati principalmente da questo enzima, e che hanno un ristretto indice terapeutico, es.
flecainide, propafenone e metoprololo (quando usato nell’insufficienza cardiaca), o alcuni prodotti medicinali che agiscono sul SNC e che sono principalmente metabolizzati dal CYP2D6, es.
antidepressivi come desipramina, clomipramina e nortriptilina o antipsicotici come risperidone, tioridazina ed aloperidolo.
Aggiustamenti della dose possono essere necessari.
La co-somministrazione con metoprololo comporta un raddoppiamento dei livelli plasmatici di quest’ultimo, ma non sono stati osservati effetti clinicamente significativi del metoprololo sulla pressione sanguigna o sulla frequenza cardiaca.
Effetti del citalopram su altri prodotti medicinali Uno studio di interazione farmacocinetica/farmacodinamica con somministrazione concomitante di citalopram e metoprololo (un substrato CYP2D6) ha mostrato un raddoppiamento dei livelli plasmatici di metoprololo, ma non sono stati osservati aumenti clinicamente significativi degli effetti del metoprololo sulla pressione sanguigna o sulla frequenza cardiaca nei volontari sani.
Citalopram e demetilcitalopram sono inibitori trascurabili del CYP2C9, CYP2E1 e CYP3A4, e solo inibitori deboli del CYP1A2, CYP2C19 e CYP2D6, in confronto agli altri SSRI noti come inibitori significativi.
Levomepromazina, digossina, carbamazepina Non sono stati osservati cambiamenti o sono stati osservati solo piccoli cambiamenti privi di rilevanza clinica, quando il citalopram è stato somministrato con substrati CYP1A2 (clozapina e teofillina) CYP2C9 (warfarin) e CYP2C19 (imipramina e mefenitoina), CYP2D6 (sparteina, imipramina, amitriptilina, risperidone) e CYP3A4 (warfarin, carbamazepina (e il suo metabolita carbamazepina epossido) e triazolam).
Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche tra il citalopram e la levopromazina, o la digossina (che indicano che il citalopram né induce né inibisce la glicoproteina P).
Nel corso di uno studio farmacocinetico, non è stato dimostrato alcun effetto sia sui livelli di citalopram che su quelli di imipramina, anche se i livelli di desipramina, metabolita principale dell’imipramina, erano aumentati.
Quando la desipramina è associata al citalopram, si osserva un aumento della concentrazione plasmatica della desipramina; può pertanto rendersi necessaria una riduzione della sua dose. Effetti indesiderati
- Le reazioni avverse, osservate con citalopram, sono generalmente di lieve entità e transitorie.
Esse sono più frequenti nella prima o seconda settimana di trattamento e, solitamente, si attenuano in seguito.
Le reazioni avverse sono presenti nella classificazione Termini preferiti MedDRA.
Per le seguenti reazioni è stata riscontrata una correlazione dose-risposta: aumentata sudorazione, bocca secca, insonnia, sonnolenza, diarrea, nausea e affaticamento.
La tabella seguente mostra la percentuale di reazioni avverse associate con gli SSRI e/o col citalopram e manifestatesi sia nel ≥1% dei pazienti in studi clinici controllati con placebo in doppio cieco sia nell’esperienza post -marketing.
La frequenza è così definita: molto comune (≥1/10), comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1.000 a ≤1/100), rara (da ≥1/10.000 a ≤1/1.000), molto rara (≤1/10.000), non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
*Casi di ideazioni suicidarie e comportamenti suicidari sono stati riportati durante la terapia con citalopram o subito dopo l’interruzione del trattamento (vedere il paragrafo 4.4).Effetto Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1000, < 1/100) Raro (≥ 1/10.000, <1/1.000) Non nota (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili) Patologie del sistema emolinfopoietico Trombocitopenia Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità, reazione anafilattica Patologie endocrine Inappropriata secrezione dell’ormone ADH, iperprolattinemia Disturbi del metabolismo e della nutrizione Diminuzione dell’appetito, diminuzione di peso, Aumento dell’appetito, aumento del peso Iponatremia Ipokalemia Disturbi Psichiatrici agitazione, nervosismo disturbi del sonno, alterazioni oniriche, amnesia, ansia, diminuzione della libido, anoressia, apatia, stato confusionale.
orgasmo anomalo (donne)Aggressione, depersonalizzazione, euforia, aumento della libido, allucinazioni, mania Bruxismo, irrequietezza, attacchi di panico ideazione/comportamenti suicidari* Patologie del Sistema Nervoso cefalea, sonnolenza, insonnia Tremori, capogiri, emicrania, parestesia, disturbi dell’attenzione sincope Convulsioni grande male, discinesia, alterazioni del gusto Convulsioni, sindrome serotoninergica, disturbi extrapiramidali, acatisia, disturbi del movimento Patologie dell’occhio Anomalie dell’accomodazione Midriasi Disturbi visivi Patologie dell’orecchio e del labirinto Tinnito Patologie cardiache palpitazioni Bradicardia, tachicardia Prolungamento dell’Intervallo QT Aritmie ventricolari, inclusa torsione di punta Patologie vascolari ipotensione, ipertensione Emorragia Ipotensione ortostatica Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Rinite, sinusite, sbadigli Tosse epistassi Patologie gastrointestinali nausea, secchezza delle fauci, dispepsia, vomito, dolori addominali, flatulenza, aumento della salivazione, stipsi diarrea Emorragia gastrointestinale (inclusa emorragia rettale) Patologie epatobiliari Epatite Test anormali della funzionalità epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Sudorazione eccessiva prurito Orticaria, alopecia, rash, porpora, reazione di fotosensibilità Ecchimosi, angioedema Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo mialgia artralgia Patologie renali e urinarie Ritenzione urinaria, Disturbi della minzione, poliuria Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Incapacità di eiaculazione, disturbi dell’eiaculazione, anorgasmia femminile, dismenorrea, impotenza Femmine: menorragia Emorragia postpartum**; Femmine: metrorragia Maschi; priapismo, galattorrea Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia, fatica, anomalie del gusto Edema, malessere Piressia
* L’evento è stato riferito per la classe terapeutica di SSRI/SNRI (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Fratture ossee Studi epidemiologici, condotti principalmente in pazienti di età pari o superiore ai 50 anni, mostrano un aumento del rischio di fratture osse in pazienti che assumono SSRI e TCA.
Il meccanismo che porta a tale rischio non è noto.
Prolungamento dell’intervallo QT Durante l’esperienza post-marketing, sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmie ventricolari, inclusa Torsione di Punta, prevalentemente in pazienti di sesso femminile, con ipopotassemia o con un preesistente prolungamento dell’intervallo QT o altre patologie cardiache (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5, 4.9 e 5.1).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Reazioni in seguito a interruzione del trattamento con SSRI L’interruzione del trattamento (in particolare quando avviene bruscamente) può comunemente causare reazioni da sospensione capogiri disturbi sensoriali (inclusa la parestesia), disturbi del sonno (inclusa insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni, instabilità emotiva, irritabilità e disturbi visivi e cefalea sono le reazioni più comunemente riportate.
Generalmente questi eventi sono da lievi a moderati e sono auto-limitanti, comunque, in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati.
Si consiglia pertanto, quando il trattamento con citalopram non è più neccesario, la graduale interruzione attraverso la diminuzione graduale della dose (si vedano il paragrafo 4.2 e il paragrafo 4.4). Gravidanza e allattamento
- Gravidanza I dati pubblicati su donne in gravidanza (più di 2500 gravidanze esposte), non indicano alcuna tossicità malformativa feto/neonatale.
Tuttavia, citalopram non dovrebbe essere usato durante la gravidanza, a meno che ritenuto chiaramente necessario e solo dopo un’attenta considerazione del rapporto rischio/beneficio.
I neonati devono essere tenuti in osservazione se l’uso del citalopram nella madre si è protratto nelle ultime fasi della gravidanza, in particolare nel terzo trimestre.
Durante la gravidanza deve essere evitata una brusca interruzione.
I seguenti sintomi possono presentarsi nei neonati dopo l’uso materno di SSRI/SNRI negli ultimi stadi della gravidanza: distress respiratorio, cianosi, apnea, crisi epilettiche, instabilità della temperatura, difficoltà a nutrirsi, vomito ipoglicemia, ipertonia, ipotonia, iperriflessia, tremori, nervosismo, irritabilità, letargia, pianto costante, sonnolenza e difficoltà a dormire.
Questi sintomi possono essere dovuti sia agli effetti serotoninergici che ai sintomi da sospensione.
Nella maggior parte dei casi le complicazioni iniziano immediatamente i subito dopo il parto (< 24 ore).
Dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di SSRI in gravidanza, particolarmente nelle fasi avanzate della gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (persistent pulmonary hypertension in the newborn, PPHN).
Il rischio osservato è approssimativamente pari a 5 casi su 1000 gravidanze.
Nella popolazione generale si verificano a 1-2 casi su 1000 gravidanze.
I dati osservazionali individuano un rischio aumentato (inferiore a 2 volte) di emorragia postpartum in seguito a esposizione a SSRI/SNRI nel mese precedente il parto (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Allattamento Citalopram viene escreto nel latte materno.
Si stima che i neonati che vengono allattati ricevano circa il 5% relativo alla dose giornaliera assunta dalla madre (in mg/kg).
Nessun evento o solo eventi di lieve entità sono stati osservati nei neonati.
Comunque, le informazioni esistenti sono insufficienti per valutare il rischio nei bambini.
Si raccomanda cautela.
Fertilità I dati sugli animali hanno dimostrato che citalopram può influire sulla qualità dello sperma (vedere sezione 5.3).
Nell’uomo, segnalazioni provenienti dai pazienti trattati con SSRI hanno dimostrato che l’effetto sulla qualità dello sperma è reversibile.
Finora non è stato osservato impatto sulla fertilità umana. Conservazione
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