CITALOPRAM AUR 28CPR RIV 20MG

5,34 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: CITALOPRAM BROMIDRATO
  • ATC: N06AB04
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 04/08/2024

Sindromi depressive endogene e prevenzione delle ricadute e delle ricorrenze. Disturbi d’ansia con crisi di panico, con o senza agorafobia.
Citalopram Aurobindo Italia 20 mg compresse rivestite: Ogni compressa contiene citalopram bromidrato 24,98 mg pari a citalopram 20 mg. Eccipiente con effetti noti: Ogni compressa contiene 23,1 mg di lattosio. Citalopram Aurobindo Italia 40 mg compresse rivestite: Ogni compressa contiene citalopram bromidrato 49,96 mg pari a citalopram 40 mg. Eccipiente con effetti noti: Ogni compressa contiene 46,2 mg di lattosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Età inferiore ai 18 anni.
La somministrazione contemporanea di Inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) e MAO-inibitori può causare gravi reazioni avverse, a volte letali.
Alcuni casi si presentano con le caratteristiche simili alla sindrome serotoninergica.
Citalopram non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con Inibitori delle monoamino ossidasi (I-MAO), inclusa la selegilina in dosi giornaliere superiori a 10 mg/die.
Citalopram non deve essere somministrato prima di 14 giorni dopo la sospensione di un I-MAO irreversibile o per il tempo specificato dopo l’interruzione di un I-MAO reversibile (RIMA) come indicato nel foglietto illustrativo del RIMA.
Gli I-MAO non devono essere somministrati prima di 7 giorni dopo la sospensione di citalopram (vedere paragrafo 4.5).
Citalopram è controindicato in combinazione con linezolid, a meno che non ci siano macchinari per l’attenta osservazione e monitoraggio della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.5).
Citalopram è controindicato in pazienti affetti da noto prolungamento dell’intervallo QT o sindrome congenita del QT lungo.
Citalopram è controindicato in co-somministrazione con medicinali noti per causare un prolungamento dell’intervallo QT (vedere paragrafo 4.5).
Citalopram non deve essere usato in concomitanza con pimozide (vedere paragrafo 4.5).

Posologia

Posologia.
Adulti.
Sindromi depressive endogene: Citalopram Aurobindo Italia deve essere somministrato come singola dose orale giornaliera da 20 mg.
Sulla base della risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 40 mg al giorno.
L’effetto antidepressivo si manifesta in genere entro 2-4 settimane dall’inizio della terapia; è opportuno che il paziente venga seguito dal medico fino a remissione dello stato depressivo.
Poiché il trattamento con antidepressivo è sintomatico, deve essere continuato per un appropriato periodo di tempo, in genere 4-6 mesi nelle malattie maniaco-depressive.
In pazienti con depressione unipolare ricorrente può essere necessario continuare la terapia di mantenimento per lungo tempo, al fine di prevenire nuovi episodi depressivi.
Disturbi d’ansia con crisi di panico, con o senza agorafobia: Per la prima settimana di trattamento la dose raccomandata è di 10 mg, successivamente la dose viene aumentata a 20 mg al giorno.
Sulla base della risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 40 mg al giorno.
La massima efficacia viene raggiunta dopo circa 3 mesi di trattamento.
Nei disturbi con crisi di panico il trattamento è a lungo termine.
Il mantenimento della risposta clinica è stato dimostrato durante il trattamento prolungato (1 anno).
In caso di insonnia o di forte irrequietezza si raccomanda un trattamento addizionale con sedativi in fase acuta.
Insufficienza epatica: Per pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata, la dose iniziale raccomandata per le prime due settimane di trattamento è di 10 mg al giorno.
Sulla base della risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 20 mg al giorno.
Si consiglia cautela ed una attenzione maggiore nella titolazione posologica in pazienti con funzionalità epatica gravemente ridotta (vedere paragrafo 5.2).Insufficienza renale: In questi pazienti è consigliabile attenersi al dosaggio minimo consigliato.
Anziani (> 65 anni di età): Per i pazienti anziani, la dose deve essere ridotta a metà della dose raccomandata, ad esempio 10-20 mg al giorno.
La dose massima raccomandata per gli anziani è pari a 20 mg al giorno.
Assunzione da parte di bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni: Citalopram Aurobindo Italia non deve essere utilizzato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età (vedere paragrafo 4.4).
Metabolizzatori lenti del CYP2C19: Per i pazienti noti per essere metabolizzatori lenti in merito al CYP2C19 è raccomandata una dose iniziale di 10 mg al giorno durante le prime due settimane di trattamento.
Sulla base della risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 20 mg al giorno (vedere paragrafo 5.2).
Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento: Si deve evitare un’interruzione brusca del trattamento.
Quando si interrompe il trattamento con Citalopram Aurobindo Italia, la dose deve essere ridotta gradualmente in un periodo di almeno 1-2 settimane per ridurre il rischio di reazioni da sospensione (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Se si dovessero manifestare, a seguito della riduzione della dose o al momento della interruzione del trattamento, sintomi non tollerabili, si può prendere in considerazione il ripristino della dose prescritta in precedenza.
Successivamente il medico può continuare a ridurre la dose, ma in modo più graduale.
Modo di somministrazione: Citalopram Aurobindo Italia si assume come dose orale singola giornaliera.
Le compresse di Citalopram Aurobindo Italia possono essere assunte a qualsiasi ora del giorno, indipendentemente dall’assunzione di cibo.

Avvertenze e precauzioni

Per il trattamento di pazienti anziani e di pazienti con ridotta funzionalità renale ed epatica, vedere paragrafo 4.2.
Uso in bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età: Gli antidepressivi non devono essere utilizzati per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età.
Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggior frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo.
Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidari.
Inoltre, non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale.
Ansia paradossa: Alcuni pazienti con disturbi di panico possono andare incontro ad un’accentuazione dei sintomi ansiosi all’inizio del trattamento con antidepressivi.
Queste reazioni paradosse generalmente si attenuano entro le prime due settimane dall’inizio del trattamento.
Si consiglia una dose di partenza più bassa per ridurre la probabilità di effetti ansiogeni paradossi (vedere paragrafo 4.2).
Iponatriemia: L’iponatriemia, probabilmente dovuta ad un’inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH), è stata riportata come reazione avversa rara, con l’uso degli SSRI e generalmente è reversibile dopo l’interruzione della terapia.
I pazienti anziani di sesso femminile sembrano essere a rischio particolarmente elevato.
Suicidio/pensieri suicidari o peggioramento del quadro clinico: La depressione è associata ad un aumento del rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (suicidio-eventi correlati).
Questo rischio persiste fino a quando non si verifichi una remissione significativa.
Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane o più di trattamento, i pazienti devono essere attentamente controllati fino a quando non si verifichi tale miglioramento.
È esperienza clinica in generale che il rischio di suicidio possa aumentare nelle prime fasi precoci di miglioramento.
Anche altre patologie psichiatriche per le quali viene prescritto citalopram possono essere associate ad un aumento del rischio di eventi correlati al suicidio.
Inoltre, può esservi co-morbilità di tali patologie con la depressione maggiore.
Le stesse precauzioni adottate nella terapia dei pazienti affetti da depressione maggiore devono pertanto essere adottate nella terapia dei pazienti affetti da altre patologie psichiatriche.
I pazienti con anamnesi positiva di eventi correlati al suicidio o coloro che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio della terapia sono maggiormente a rischio di pensieri suicidari o di tentativi di suicidio, e devono essere attentamente controllati durante la terapia.
Una meta-analisi degli studi clinici condotti con farmaci antidepressivi in confronto con placebo nella terapia di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nella fascia di età inferiore a 25 anni dei pazienti trattati con antidepressivi rispetto al placebo.
La terapia farmacologica con antidepressivi, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e a seguito di variazioni del dosaggio, deve essere sempre associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolar modo di quelli ad alto rischio.
I pazienti (e le persone che si prendono cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare ogni peggioramento clinico, comportamenti o pensieri suicidari e modifiche inusuali del comportamento e di rivolgersi immediatamente al medico curante qualora tali sintomi si presentino.
Acatisia/agitazione psicomotoria: L’utilizzo di SSRI/SNRI è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da irrequietezza soggettivamente spiacevole od angosciante e necessità di muoversi spesso accompagnata da incapacità di stare seduti o fermi in piedi.
È più probabile che tali sintomi si presentino entro le prime settimane di trattamento.
Nei pazienti che sviluppano tali sintomi, l’aumento del dosaggio può essere dannoso.
Mania: In pazienti con malattia maniaco-depressiva si può verificare un cambio verso la fase maniacale.
Citalopram deve essere interrotto se il paziente entra in una fase maniacale.
Attacchi epilettici: Gli attacchi epilettici sono un rischio potenziale con l’uso di farmaci antidepressivi.
Citalopram deve essere interrotto in tutti i pazienti in cui si manifestano attacchi epilettici.
Citalopram deve essere evitato nei pazienti con epilessia instabile ed i pazienti con epilessia controllata devono essere attentamente monitorati.
Citalopram deve essere interrotto se si verifica un aumento nella frequenza di crisi epilettiche.
Diabete: In pazienti diabetici il trattamento con SSRI può alterare il controllo glicemico.
Può essere necessario aggiustare il dosaggio dell’insulina o degli ipoglicemizzanti orali.
Sindrome serotoninergica: La somministrazione concomitante di agenti serotoninergici, come gli inibitori delle monoaminossidasi (anti MAO), gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI) o gli antidepressivi triciclici può provocare la sindrome serotoninergica, un’affezione potenzialmente rischiosa per la vita (vedere paragrafo 4.5).
Nel caso in cui sia clinicamente giustificato un trattamento concomitante con medicinali contenenti buprenorfina, si consiglia un’attenta osservazione del paziente, in particolare all’inizio del trattamento e agli incrementi di dose.
Se si sospetta la sindrome serotoninergica, è necessario considerare una riduzione della dose o una sospensione della terapia, a seconda della severità dei sintomi.
Medicinali serotoninergici: Citalopram non deve essere usato in associazione con prodotti medicinali con effetto serotoninergico come sumatriptan o altri triptani, tramadolo, ossitriptano e triptofano.
Emorragia: Con gli SSRI sono stati segnalati tempi di coagulazione prolungati e/o anomalie della coagulazione quali ecchimosi, emorragie ginecologiche, sanguinamento gastrointestinale ed altre forme di emorragia cutanea o di sanguinamento delle mucose (vedere paragrafo 4.8).
È consigliata cautela in pazienti che assumono SSRI particolarmente in caso di uso concomitante di sostanze attive che possono influenzare la funzionalità piastrinica o altre sostanze attive che possono influenzare la funzionalità piastrinica o altre sostanze che possono aumentare il rischio di emorragie, così pure in pazienti con anamnesi di disturbi della coagulazione (vedere paragrafo 4.5).
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)/inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI) possono aumentare il rischio di emorragia postpartum (vedere paragrafi 4.6 e 4.8).
Terapia elettroconvulsivante (ECT: L’esperienza clinica relativa alla somministrazione contemporanea di SSRI e ECT è limitata, pertanto si raccomanda cautela.
Inibitori reversibili selettivi MAO-A: La combinazione di citalopram con MAO-A inibitori non è generalmente raccomandata a causa del rischio di comparsa della sindrome serotoninergica (vedere paragrafo 4.5).
Per altre informazioni sul trattamento concomitante con MAO inibitori irreversibili non selettivi, vedere paragrafo 4.5.
All’inizio del trattamento si possono manifestare insonnia ed agitazione.
In tali casi può essere d’aiuto un aggiustamento del dosaggio.
Erba di San Giovanni/iperico: Gli effetti indesiderati possono essere più comuni durante l’uso concomitante di citalopram e preparazioni erboristiche contenenti l’Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum).
Pertanto citalopram e le preparazioni contenenti l’Erba di San Giovanni non devono essere assunte contemporaneamente (vedere paragrafo 4.5).
Sintomi da sospensione osservati in seguito all’interruzione del trattamento con SSRI: Alla sospensione del trattamento è comune l’insorgenza di sintomi da sospensione, in particolar modo se la sospensione è improvvisa (vedere paragrafo 4.8).
In uno studio clinico sulla prevenzione delle ricorrenze, si sono manifestati eventi avversi nel 40% dei pazienti dopo l’interruzione del trattamento, rispetto al 20% dei pazienti che hanno continuato il trattamento con citalopram.
Il rischio di sintomi da sospensione può dipendere da vari fattori, compresi la durata e il dosaggio della terapia e la velocità di riduzione del dosaggio.
Le reazioni avverse più comunemente riportate sono: vertigini, disturbi sensoriali (compresa parestesia), disturbi del sonno (compresi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremori, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni, instabilità emotiva, irritabilità e disturbi visivi.
Generalmente tali sintomi sono da lievi a moderati; tuttavia, in alcuni pazienti essi possono essere di grave intensità.
Essi compaiono solitamente entro i primi giorni dalla sospensione del trattamento; sono stati tuttavia riferiti casi molto rari di sintomi da astinenza in pazienti che avevano inavvertitamente dimenticato di assumere una dose.
In generale tali sintomi sono autolimitanti e si risolvono solitamente entro 2 settimane, sebbene in alcuni pazienti si possono prolungare (2-3 mesi o più).
Qualora si debba sospendere il trattamento, si consiglia pertanto di ridurre gradualmente il dosaggio di citalopram in un periodo di varie settimane o mesi, conformemente alle necessità del paziente (vedere “Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento” al paragrafo 4.2).
Psicosi: Il trattamento di pazienti psicotici con episodi depressivi può far aumentare i sintomi psicotici.
Prolungamento dell’intervallo QT: Citalopram è risultato causare un prolungamento dose dipendente dell’intervallo QT.
Durante l’esperienza post-marketing sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmie ventricolari, inclusa torsione di punta, prevalentemente in pazienti di sesso femminile, con ipopotassiemia o con un preesistente prolungamento dell’intervallo QT o altre patologie cardiache (vedere paragrafi 4.3, 4.5, 4.8, 4.9 e 5.1).
Si consiglia cautela in pazienti affetti da significativa bradicardia, in pazienti con recente infarto acuto del miocardio o con insufficienza cardiaca non compensata.
Squilibri elettrolitici come ipopotassiemia e ipomagnesemia aumentano il rischio di aritmie maligne e devono essere corretti prima di iniziare il trattamento con citalopram.
Se si trattano pazienti con patologia cardiaca stabile, si deve considerare l’opportunità di effettuare un controllo ECG prima di iniziare il trattamento.
Se durante il trattamento con citalopram si dovessero presentare segni di aritmia cardiaca, il trattamento deve essere sospeso e deve essere effettuato un ECG.
Disfunzione sessuale: Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e della serotonina-adrenalina (SNRI) possono causare sintomi di disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.8).
Sono stati segnalati casi di disfunzione sessuale a lungo termine con persistenza dei sintomi dopo l’interruzione dell’uso di SSRI/SNRI.
Glaucoma ad angolo chiuso: Gli SSRI compreso citalopram possono avere un effetto sul diametro pupillare con conseguente midriasi.
Questo effetto midriatico ha il potenziale per ridurre l’angolo dell’occhio con conseguente aumento della pressione intraoculare e glaucoma ad angolo chiuso, specialmente in pazienti predisposti.
Citalopram dovrebbe quindi essere usato con cautela nei pazienti con glaucoma ad angolo chiuso o storia di glaucoma.
Eccipienti: Le compresse contengono lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo prodotto medicinale.

Interazioni

Interazioni farmacodinamiche: A livello farmacodinamico, sono stati riportati casi di sindrome serotoninergica con l’uso di citalopram, moclobemide e buspirone.
Associazioni controindicate. MAO-inibitori: L’uso contemporaneo di citalopram e MAO-inibitori può provocare gravi effetti indesiderati, inclusa la sindrome serotoninergica (vedere paragrafo 4.3).
Sono stati riferiti casi di reazioni gravi, e talvolta fatali, in pazienti sottoposti ad un trattamento con SSRI associato ad un inibitore delle monoammino ossidasi (I-MAO), compresi selegilina, un I-MAO irreversibile, linezolid, un I-MAO reversibile e moclobemide, ed in pazienti che avevano recentemente interrotto il trattamento con un SSRI ed avevano iniziato la terapia con un I-MAO.
Alcuni casi si presentavano con caratteristiche simili a quelle della sindrome serotoninergica.
I sintomi da interazione di una sostanza attiva con un I-MAO includono: ipertermia, rigidità, mioclono, instabilità del sistema nervoso autonomo con possibili e rapide fluttuazioni dei segni vitali, confusione, irritabilità, agitazione e tremore.
Se tale condizione progredisce senza alcun intervento, può risultare fatale in seguito a rabdomiolisi, ipertermia centrale con insufficienza acuta multi-organo, delirio e coma (vedere paragrafo 4.3).
Prolungamento dell’intervallo QT: Non sono stati condotti studi di farmacocinetica e farmacodinamica sull’associazione tra citalopram e altri medicinali che prolungano l’intervallo QT.
Non può essere escluso un effetto additivo di citalopram con tali medicinali.
Di conseguenza è controindicata la co-somministrazione di citalopram con medicinali che prolungano l’intervallo QT, quali antiaritmici di classe IA e III, antipsicotici (come derivati fenotiazinici, pimozide, aloperidolo), antidepressivi triciclici, alcuni agenti antimicrobici (come sparfloxacina, moxifloxacina, eritromicina IV, pentamidina, trattamenti antimalarici, in particolare alofantrina), alcuni antistaminici (astemizolo, mizolastina), etc.
Pimozide: L’uso concomitante di citalopram e pimozide è controindicato (vedere paragrafo 4.3).
La somministrazione concomitante di una dose singola di 2 mg di pimozide a volontari sani, che sono stati trattati con citalopram racemico 40 mg/die per 11 giorni, ha causato solo un aumento nell’AUC e Cmax di pimozide, sebbene non in modo costante nello studio.
La somministrazione concomitante di pimozide e citalopram ha causato un aumento medio dell’intervallo QTc di circa 10 msec.
Poiché questa interazione era già stata osservata dopo somministrazione di un basso dosaggio di pimozide, il concomitante trattamento con citalopram e pimozide è controindicato.
Associazioni che richiedono precauzioni d’uso.
Selegilina (inibitore MAO-B selettivo): Uno studio di interazione farmacocinetica/farmacodinamica con somministrazione concomitante di citalopram (20 mg al giorno) e selegilina (10 mg al giorno) (un inibitore selettivo MAO-B) ha dimostrato interazioni clinicamente non rilevanti.
L’uso concomitante di citalopram e selegilina (a dosi superiori a 10 mg al giorno) non è raccomandato (vedere paragrafo 4.3).
Litio e triptofano: Non sono state riscontrate interazioni farmacodinamiche in studi clinici nei quali citalopram è stato somministrato in concomitanza con litio.
Tuttavia, sono stati segnalati casi di potenziamento degli effetti quando i farmaci SSRI vengono somministrati in associazione al litio o al triptofano e pertanto si consiglia di usare cautela in caso di utilizzo contemporaneo di citalopram con questi prodotti medicinali.
Il continuo monitoraggio dei livelli di litio deve essere proseguito come di consuetudine.
Medicinali serotoninergici: La somministrazione concomitante con medicinali ad azione serotoninergica (ad esempio tramadolo, sumatriptan) può portare ad un aumento degli effetti associati al 5-HT.
Sino a quando non saranno disponibili informazioni ulteriori, l’uso contemporaneo di citalopram e di agonisti della serotonina (o 5-HT), come il sumatriptan ed altri triptani non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4).
Medicinali contenenti buprenorfina: Citalopram Aurobindo Italia deve essere usato con cautela se somministrato insieme a medicinali contenenti buprenorfina, in quanto aumenta il rischio di sindrome serotoninergica, un’affezione potenzialmente rischiosa per la vita (vedere paragrafo 4.4).
Erba di San Giovanni/iperico: Si possono verificare interazioni dinamiche in caso di uso concomitante di SSRI e preparati erboristici contenenti l’Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), con conseguente aumento degli effetti indesiderati (vedere paragrafo 4.4).
Le interazioni farmacocinetiche non sono state studiate.
Emorragia: È necessaria particolare cautela per quei pazienti che vengono trattati contemporaneamente con anticoagulanti, farmaci che possono influenzare la funzione delle piastrine, quali gli antinfiammatori non steroidei (FANS), l’acido acetilsalicilico, il dipiridamolo e la ticlopidina, o altri farmaci (per esempio antipsicotici atipici, fenotiazine, antidepressivi triciclici) che possono aumentare il rischio di emorragie (vedere paragrafo 4.4).
Terapia elettroconvulsivante (ECT): Non ci sono studi clinici che stabiliscono il rischio o il beneficio dell’uso combinato della terapia elettroconvulsiva (ECT) e il citalopram (vedere paragrafo 4.4).
Alcol: Non sono state dimostrate interazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche di citalopram con l’alcol; l’associazione tra citalopram e alcol è, tuttavia, sconsigliata.
Medicinali che inducono ipopotassiemia o ipomagnesemia: Si raccomanda cautela nell’uso concomitante di medicinali che inducono ipopotassiemia/ipomagnesemia, poiché queste condizioni aumentano il rischio di aritmie maligne (vedere paragrafo 4.4).
Medicinali che abbassano la soglia convulsiva: Gli SSRI possono abbassare la soglia convulsiva.
Si raccomanda cautela quando si usano concomitantemente medicinali capaci di abbassare la soglia convulsiva (per es.
antidepressivi (SSRI), neurolettici (butirrofenoni, tioxanteni), meflochina, bupropione e tramadolo).
Neurolettici: L’utilizzo di citalopram non ha evidenziato alcuna interazione clinicamente rilevante con i neurolettici; tuttavia, così come per gli altri SSRI, non può essere esclusa a priori la possibilità di un’interazione farmacodinamica.
Interazioni farmacocinetiche: La biotrasformazione di citalopram in demetilcitalopram è mediata dagli isoenzimi del sistema citocromo P450 CYP2C19 (circa il 38%), CYP3A4 (circa il 31%) e CYP2D6 (circa il 31%).
Il fatto che il citalopram sia metabolizzato da più di un CYP significa che l’inibizione della sua biotrasformazione è meno probabile poiché l’inibizione di un enzima può essere compensato da un altro.
Pertanto la co-somministrazione del citalopram con altri prodotti medicinali nella pratica clinica ha una probabilità bassa di produrre interazioni farmacocinetiche.
Cibo: Non sono stati segnalati effetti del cibo sull’assorbimento e sulle altre proprietà farmacocinetiche di citalopram.Influenza di altri medicinali sulla farmacocinetica di citalopram: La co-somministrazione con ketoconazolo (potente inibitore del CYP3A4) non cambia la farmacocinetica di citalopram.
Uno studio di interazione farmacocinetica di litio e citalopram non ha rivelato alcuna interazione farmacocinetica (vedere anche sopra).
Cimetidina: Cimetidina, noto inibitore enzimatico, causa un moderato aumento dei livelli medi plasmatici di citalopram allo stato stazionario.
Si raccomanda pertanto cautela quando si somministra citalopram in combinazione con cimetidina.
Possono essere necessari aggiustamenti della dose.
La somministrazione contemporanea di escitalopram (l’enantiomero attivo di citalopram) con omeprazolo (un inibitore del CYP2C19) 30 mg una volta al giorno ha prodotto un moderato aumento (circa 50%) delle concentrazioni plasmatiche di escitalopram.
Pertanto deve essere esercitata cautela nell’utilizzo contemporaneo di inibitori del CYP2C19 (per es.
omeprazolo, esomeprazolo, fluconazolo, fluvoxamina, lansoprazolo, ticlopidina) o cimetidina.
Può essere necessario un aggiustamento della dose di citalopram.
Metoprololo: L’escitalopram (l’enantiomero attivo di citalopram) è un inibitore dell’enzima CYP2D6.
Si raccomanda cautela quando il citalopram è somministrato contemporaneamente a medicinali che sono metabolizzati principalmente da questo enzima, e che hanno un ristretto indice terapeutico, come flecainide, propafenone e metoprololo (quando usato nell’insufficienza cardiaca), o alcuni medicinali che agiscono sul SNC e che sono principalmente metabolizzati dal CYP2D6, ad esempio antidepressivi come desipramina, clomipramina e nortriptilina o antipsicotici come risperidone, tioridazina ed aloperidolo.
Aggiustamenti del dosaggio possono essere necessari.
La co-somministrazione con metoprololo ha comportato un raddoppiamento dei livelli plasmatici di quest’ultimo ma non ha aumentato, in modo statisticamente significativo, l’effetto del metoprololo sulla pressione sanguigna e sulla frequenza cardiaca.
Effetti di citalopram su altri medicinali: Uno studio di interazione farmacocinetica/farmacodinamica con somministrazione concomitante di citalopram e metoprololo (un substrato CYP2D6) ha mostrato un raddoppiamento dei livelli plasmatici di metoprololo, ma non un aumento statisticamente significativo dell’effetto del metoprololo sulla pressione sanguigna e sulla frequenza cardiaca nei volontari sani.
Citalopram e demetilcitalopram sono inibitori trascurabili del CYP2C9, CYP2E1 e CYP3A4, e solo inibitori deboli del CYP1A2, CYP2C19 e CYP2D6, in confronto agli altri SSRI noti come inibitori significativi.
Levomepromazina, digossina, carbamazepina: Non sono stati osservati cambiamenti o sono stati osservati solo piccoli cambiamenti privi di rilevanza clinica, quando il citalopram è stato somministrato con substrati CYP1A2 (clozapina e teofillina) CYP2C9 (warfarin) e CYP2C19 (imipramina e mefenitoina), CYP2D6 (sparteina, imipramina, amitriptilina, risperidone) e CYP3A4 (warfarin, carbamazepina e il suo metabolita carbamazepina epossido) e triazolam.
Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche tra citalopram e levomepromazina, o digossina (che indicano che citalopram né induce né inibisce la glicoproteina P).
Desipramina, imipramina: Nel corso di uno studio farmacocinetico, non è stato dimostrato nessun effetto né sui livelli di citalopram né su quelli di imipramina, anche se i livelli di desipramina, metabolita principale dell’imipramina, erano aumentati.
Quando la desipramina è associata al citalopram, si osserva un aumento della concentrazione plasmatica di desipramina.
Può pertanto rendersi necessaria una riduzione del suo dosaggio.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati osservati con citalopram sono in generale di lieve entità e di tipo transitorio.
Essi si manifestano soprattutto nella prima o seconda settimana di terapia, per poi attenuarsi successivamente.
Le reazioni avverse seguono la classificazione dei Termini Preferiti MedDRA.
Per le seguenti reazioni è stata riscontrata una correlazione dose-risposta: aumentata sudorazione, bocca secca, insonnia, sonnolenza, diarrea, nausea e affaticamento.
La tabella seguente mostra la percentuale di reazioni avverse associate con gli SSRI e/o con citalopram e manifestatesi sia nel ≥1% dei pazienti in studi clinici controllati con placebo in doppio cieco sia nell’esperienza post-marketing.
Le classi di frequenza sono definite come segue: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere stimata dai dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetto indesiderato
Patologie del sistema emolinfopoietico Non nota Trombocitopenia
Disturbi del sistema immunitario Non nota Ipersensibilità, reazione anafilattica
Patologie endocrine Non nota Inappropriata secrezione dell’ormone ADH
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comune Diminuzione dell’appetito, diminuzione del peso
Non comune Aumento dell’appetito, aumento del peso
Raro Iponatremia
Non nota Ipokaliemia
Disturbi psichiatrici Comune Agitazione, libido diminuita, ansia, nervosismo, stato confusionale, orgasmo anormale (donne), disturbi dell’attività onirica
Non comune Aggressione, depersonalizzazione, allucinazione, mania
Non nota Attacchi di panico, bruxismo, irrequietezza, ideazione suicidaria, comportamento suicidario¹
Patologie del sistema nervoso Molto comune Sonnolenza, insonnia, cefalea
Comune Tremore, parestesia, vertigini, disturbi dell’attenzione
Non comune Sincope
Raro Convulsioni grande male, discinesia, alterazioni del gusto
Non nota Convulsioni, sindrome serotoninergica, disturbi extrapiramidali, acatisia, disturbi del movimento
Patologie dell’occhio Non comune Midriasi
Non nota Disturbi visivi
Patologie dell’orecchio e del labirinto Comune Tinnito
Patologie cardiache Non comune Bradicardia, tachicardia
Non nota Prolungamento dell’intervallo QT, aritmie ventricolari, inclusa torsione di punta
Patologie vascolari Raro Emorragia
Non nota Ipotensione ortostatica
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune Sbadiglio
Non nota Epistassi
Patologie gastrointestinali Molto comune Bocca secca, nausea
Comune Diarrea, vomito, stitichezza
Non nota Emorragia gastrointestinale (inclusa emorragia rettale)
Patologie epatobiliari Raro Epatite
Non nota Test anormali della funzionalità epatica
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune Sudorazione aumentata
Comune Prurito
Non comune Orticaria, alopecia, rash, porpora, reazione di fotosensibilità
Non nota Ecchimosi, angioedema
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune Mialgia, artralgia
Patologie renali e urinarie Non comune Ritenzione urinaria
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Comune Impotenza, disturbi di eiaculazione mancata eiaculazione
Non comune Femmine: menorragia
Non nota Femmine: metrorragia, emorragia postpartum* Maschi: priapismo, galattorrea
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Affaticamento
Non comune Edema
Raro Febbre
1 Casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari sono stati riportati durante la terapia con citalopram o subito dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4) * L’evento è stato riferito per la classe terapeutica di SSRI/SNRI (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Effetti di classe.
Frattura delle ossa: Studi epidemiologici, condotti principalmente in pazienti con oltre 50 anni di età, hanno evidenziato un aumento del rischio di fratture nei pazienti trattati con SSRI e TCA.
Il meccanismo principale che determina questo rischio non è noto.
Prolungamento dell’intervallo QT: Durante l’esperienza post-marketing sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmie ventricolari, inclusa torsione di punta, prevalentemente in pazienti di sesso femminile, con ipopotassiemia o con un preesistente prolungamento dell’intervallo QT o altre patologie cardiache (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5, 4.9 e 5.1).
Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento: L’interruzione del trattamento con citalopram (soprattutto se brusca) porta in genere a sintomi da sospensione.
Le reazioni più frequentemente segnalate sono: vertigini, disturbi del sensorio (compresa parestesia), disturbi del sonno (compresi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni, instabilità emotiva, irritabilità e disturbi visivi.
Generalmente tali eventi sono di entità lieve o moderata ed auto-limitanti, tuttavia in alcuni pazienti possono essere di entità grave e/o avere durata prolungata.
Si consiglia pertanto, quando il trattamento con citalopram non è più necessario, di sospendere gradualmente il trattamento riducendo progressivamente la dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza: Un gran numero di dati su donne in gravidanza (più di 2.500 risultati pubblicati) indicano nessuna tossicità malformativa feto/neonatale.
Tuttavia, citalopram non deve essere usato durante la gravidanza, a meno che non sia strettamente necessario e solo dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.
I neonati devono essere tenuti in osservazione se l’uso del citalopram nella madre si è protratto nelle ultime fasi della gravidanza, in particolare nel terzo trimestre.
Durante la gravidanza deve essere evitata una brusca interruzione.
In seguito all’uso da parte della madre di SSRI/SNRI durante le ultime fasi della gravidanza, il neonato può manifestare i seguenti sintomi: disturbi respiratori, cianosi, apnea, convulsioni, temperatura instabile, difficoltà nella nutrizione, vomito, ipoglicemia, ipertonia, ipotonia, iperreflessia, tremori, nervosismo, irritabilità, letargia, pianto cronico, sonnolenza e difficoltà a dormire.
Questi sintomi possono essere dovuti agli effetti serotoninergici oppure ai sintomi da sospensione.
Nella maggior parte dei casi le complicazioni iniziano immediatamente dopo il parto o nelle ore immediatamente successive (meno di 24 ore).
Dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso di SSRI in gravidanza, soprattutto verso la fine della gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente del neonato (PPHN).
Il rischio osservato è stato di circa 5 casi ogni 1.000 gravidanze.
In generale si verificano 1-2 casi di PPHN ogni 1.000 gravidanze.
I dati osservazionali individuano un rischio aumentato (inferiore a 2 volte) di emorragia postpartum in seguito a esposizione a SSRI/SNRI nel mese precedente il parto (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Allattamento: Citalopram viene escreto nel latte materno.
Si stima che i neonati che vengono allattati ricevano circa il 5% relativo alla dose giornaliera assunta dalla madre (in mg/kg).
Solo eventi di lieve entità sono stati osservati nei neonati.
Comunque, le informazioni esistenti sono insufficienti per valutare il rischio nei bambini.
Si raccomanda cautela.
Fertilità maschile: I dati sugli animali hanno dimostrato che citalopram può influire sulla qualità dello sperma (vedere paragrafo 5.3).
Nell’uomo, segnalazioni provenienti da pazienti trattati con SSRI hanno dimostrato che l’effetto sulla qualità dello sperma è reversibile.
Finora non è stato osservato impatto sulla fertilità.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.