CARVEDILOLO RAT 28CPR 6,25MG
3,62 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 14/12/2011
Ipertensione essenziale. Angina pectoris cronica stabile. Trattamento aggiuntivo dell’insufficienza cardiaca cronica stabile da moderata a severa.
Una compressa contiene 3,125/6,25/12,5/25 mg di carvedilolo. Eccipiente(i) con effetti noti: 3,125 mg/6,25 mg/12,5 mg/25 mg: Ogni compressa contiene anche 86,25 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Insufficienza cardiaca (NYHA classe IV) che richiede trattamento inotropo per via endovenosa.
- Disfunzione epatica clinicamente manifesta.
- Storia di broncospasmo o asma.
- Blocco AV di grado 2 o 3 (salvo presenza di un pacemaker permanente).
- Bradicardia severa (<50 battiti per minuto).
- Sindrome del seno (incluso blocco seno-atriale).
- Shock cardiogenico.
- Ipotensione severa (pressione sistolica minore di 85 mmHg).
- Ipersensibilità a carvedilolo o ad uno degli eccipienti.
- Acidosi metabolica.
- Trattamento concomitante con verapamil o diltiazem per via endovenosa (vedere paragrafo 4.5). Posologia
- Posologia Ipertensione Essenziale Nel trattamento dell’ipertensione il carvedilolo può essere utilizzato in monoterapia o in associazione con altri antiipertensivi, in particolare con i diuretici tiazidici.
Si consiglia la somministrazione di una dose singola giornaliera, tuttavia la massima dose singola raccomandata è 25 mg e la dose massima giornaliera raccomandata è 50 mg.
Adulti La dose raccomandata iniziale è di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni.
In seguito, il trattamento è continuato con una dose di 25 mg al giorno.
Se necessario la dose può essere ulteriormente aumentata ogni due settimane o più raramente.
Persone anziane La dose iniziale raccomandata nell’ipertensione è 12,5 mg una volta al giorno che può anche essere sufficiente per il proseguimento del trattamento.
Tuttavia se la risposta a questa dose fosse inadeguata, la dose può essere successivamente aumentata progressivamente a intervalli di due settimane o più raramente.
Angina pectoris cronica stabile Si raccomanda di somministrare il farmaco due volte al giorno.
Adulti La dose iniziale è di 12,5 mg per due volte al giorno per i primi due giorni.
In seguito il trattamento è continuato alla dose di 25 mg due volte al giorno.
Se necessario la dose può essere successivamente aumentata progressivamente a intervalli di due settimane o più raramente fino alla dose massima raccomandata di 100 mg al giorno divisa in due dosi (due volte al giorno).
Persone anziane La dose iniziale è di 12,5 mg per due volte al giorno per i primi due giorni.
Quindi il trattamento è continuato alla dose di 25 mg due volte al giorno, che è la dose giornaliera massima raccomandata.
Insufficienza cardiaca Carvedilolo viene utilizzato nell’insufficienza cardiaca moderata e/o severa in aggiunta alla terapia base convenzionale con diuretici, ACE inibitori, digitale e/o vasodilatatori.
Il paziente deve essere clinicamente stabile (nessuna modifica della classe NYHA, nessuna ospedalizzazione dovuta all’insufficienza cardiaca) e la terapia base deve essere stabile per almeno 4 settimane prima del trattamento.
Inoltre, il paziente deve avere una frazione d’eiezione del ventricolo sinistro ridotta ed il ritmo cardiaco deve essere >50 battiti per minuto e la pressione sistolica >85 mmHg (vedere paragrafo 4.3 “Controindicazioni”).
La dose iniziale è 3,125 mg due volte al giorno per due settimane.
Se questa dose viene tollerata, la dose può essere aumentata lentamente a intervalli non minori di due settimane fino a 6,25 mg due volte al giorno, poi fino a 12,5 mg due volte al giorno e quindi fino a 25 mg due volte al giorno.
Il dosaggio deve essere aumentato al livello massimo tollerato.
In caso di insufficienza cardiaca non severa, il dosaggio massimo raccomandato è 25 mg due volte al giorno per i pazienti con peso corporeo minore di 85 kg e 50 mg due volte al giorno per i pazienti con peso corporeo maggiore di 85 kg.
L’aumento della dose fino a 50 mg due volte al giorno deve essere eseguito sotto attenta sorveglianza medica del paziente.
Il peggioramento transitorio dei sintomi dell’insufficienza cardiaca può avvenire all’inizio del trattamento o a causa dell’aumento della dose, specialmente nei pazienti con insufficienza cardiaca severa e/o in trattamento con diuretici ad alte dosi.
Questo peggioramento di solito non richiede l’interruzione della terapia, ma la dose non deve essere aumentata.
Il paziente deve essere monitorato da un medico/cardiologo, per due ore, dopo l’inizio del trattamento o l’aumento della dose.
Prima di ogni aumento del dosaggio, il paziente deve eseguire un esame volto a rilevare sintomi potenziali del peggioramento dell’insufficienza cardiaca o sintomi della vasodilatazione eccessiva (per esempio funzione renale, peso corporeo, pressione sanguigna, ritmo e battito cardiaco).
Il peggioramento dell’insufficienza cardiaca o la ritenzione dei liquidi viene trattata aumentando la dose del diuretico mentre la dose del carvedilolo non può essere aumentata fino alla stabilizzazione delle condizioni del paziente.
In caso di comparsa di bradicardia o in caso di prolungamento della conduzione atrio-ventricolare, deve essere monitorato il livello di digossina.
Occasionalmente può essere necessario ridurre il dosaggio di carvedilolo o interrompere temporaneamente il trattamento.
Anche in questi casi, l’aggiustamento del dosaggio di carvedilolo può proseguire con successo.
Funzionalità renale, piastrine e glucosio (in caso di NIDDM e/o IDDM) devono essere monitorati regolarmente durante l’aggiustamento del dosaggio.
Comunque, dopo l’aggiustamento del dosaggio la frequenza del monitoraggio può essere ridotta.
Nel caso in cui il carvedilolo sia stato interrotto per più di due settimane, la terapia deve essere ripresa con 3,125 mg due volte al giorno ed aumentata gradualmente come descritto sopra.
Insufficienza renale Il dosaggio deve essere definito individualmente per ogni paziente sebbene, in base ai parametri farmacocinetici, non c’è evidenza che l’aggiustamento della dose di carvedilolo sia necessario nei pazienti con insufficienza renale.
Pazienti con disfunzione epatica moderata Può essere necessario l’aggiustamento della dose.
Popolazione pediatrica Ci sono dati insufficienti sull’efficacia e la sicurezza di carvedilolo.
P ersone anziane I pazienti anziani possono essere più suscettibili agli effetti del carvedilolo e quindi devono essere monitorati più attentamente.
Come per gli altri beta-bloccanti e specialmente in pazienti con patologia delle arterie coronarie, l’interruzione di carvedilolo deve essere fatta gradualmente (vedere 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).
Modo di somministrazione Uso orale.
Le compresse devono essere prese con adeguata quantità di liquido.
Non è necessario prendere le compresse durante il pasto.
Comunque, si raccomanda che i pazienti con insufficienza cardiaca assumano le comprese durante i pasti per rallentare l’assorbimento e ridurre il rischio dell’ipotensione ortostatica. Avvertenze e precauzioni
- Avvertenze da considerare in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia Nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica il carvedilolo deve essere somministrato principalmente in aggiunta ai diuretici, ACE inibitori, digitale e/o vasodilatatori.
La terapia deve essere iniziata sotto la supervisione di un medico ospedaliero.
La terapia deve essere iniziata soltanto se il paziente viene stabilizzato tramite terapia base convenzionale per almeno 4 settimane.
Pazienti con insufficienza cardiaca severa, riduzione dei sali e del volume, gli anziani o i pazienti con pressione arteriosa bassa devono essere monitorati per circa due ore dopo la prima dose o dopo l’aumento della dose, in quanto può manifestarsi ipotensione.
L’ipotensione dovuta all’eccessiva vasodilatazione va inizialmente trattata riducendo la dose del diuretico.
Se i sintomi persistono, si può ridurre la dose dell’ACE-inibitore.
All’inizio della terapia o durante l’aggiustamento del carvedilolo può comparire un peggioramento dell’insufficienza cardiaca o una ritenzione dei liquidi.
In questi casi, la dose del diuretico deve essere aumentata e la dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino al raggiungimento della stabilità clinica.
Occasionalmente potrebbe essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o interrompere il trattamento.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica trattata con digitale, carvedilolo deve essere somministrato con cautela, in quanto digitalici e carvedilolo prolungano il tempo di conduzione AV (vedere 4.5 Interazione con altri medicinali e altre forme d’interazione).
Funzionalità renale nell’insufficienza cardiaca congestizia Nei pazienti con insufficienza cardiaca con pressione arteriosa bassa (pressione sistolica <100 mmHg), cardiopatia ischemica, malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale sottostante è stato osservato durante la terapia con carvedilolo un reversibile deterioramento della funzionalità renale.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca e tali fattori di rischio, la funzione renale deve essere monitorata durante l’aggiustamento del dosaggio di carvedilolo.
Qualora si verificasse un significativo peggioramento della funzione renale, la dose del carvedilolo deve essere ridotta oppure la terapia deve essere interrotta.
Disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto acuto del miocardio Prima dell’inizio del trattamento con carvedilolo il paziente deve essere clinicamente stabile e deve aver ricevuto un ACE inibitore almeno per le 48 ore precedenti e la dose dell’ACE inibitore deve essere stabile almeno dalle 24 ore precedenti.
Broncopneumopatia cronica ostruttiva Nei pazienti con patologia polmonare ostruttiva cronica (BPCO) con tendenze di broncospasmo che non sono trattati con medicinali orali o per inalazione, carvedilolo deve essere somministrato con cautela e solo nel caso in cui i benefici attesi superino i possibili rischi.
Nei pazienti con una tendenza a broncospasmo, può verificarsi sofferenza respiratoria a seguito di un possibile aumento della resistenza delle vie aeree.
I pazienti devono essere monitorati attentamente nella fase iniziale ed in quella di aggiustamento del carvedilolo e, nel caso di broncospasmo, la dose di carvedilolo deve essere ridotta.
Diabete Carvedilolo può mascherare o attenuare i segni precoci e i sintomi dell’ipoglicemia acuta.
In seguito all’uso di carvedilolo può occasionalmente verificarsi un’alterata compensazione della glicemia in pazienti con diabete mellito e insufficienza cardiaca.
Quindi, nei pazienti diabetici che prendono carvedilolo è richiesto un monitoraggio attento tramite controlli regolari della glicemia, specialmente durante l’aggiustamento della dose, e la regolazione della terapia antidiabetica secondo la necessità (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
I livelli della glicemia devono essere monitorati attentamente anche dopo un prolungato periodo di digiuno.
Tireotossicosi Carvedilolo può mascherare i sintomi della tireotossicosi.
Bradicardia Carvedilolo può causare bradicardia.
Qualora ci fosse una riduzione della frequenza del polso a meno di 55 battiti al minuto, la dose di carvedilolo deve essere ridotta.
Uso concomitante di calcio antagonisti Quando carvedilolo viene utilizzato in concomitanza con i calcio-antagonisti quali verapamil e diltiazem o con altri antiaritmici, specificatamente l’amiodarone, devono essere attentamente monitorati la pressione arteriosa e l’ECG del paziente.
La somministrazione endovenosa concomitante deve essere evitata (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
Cimetidina deve essere co-somministrata con cautela in quanto gli effetti di carvedilolo possono aumentare (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
Lenti a contatto È necessario informare i soggetti portatori di lenti a contatto della possibilità di ridotta secrezione lacrimale.Ipersensibilità Nella somministrazione del carvedilolo è opportuno prestare attenzione a pazienti con una storia di gravi reazioni d’ipersensibilità e in quelli sottoposti a terapia di desensibilizzazione, in quanto i beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilità verso gli allergeni sia la gravità delle reazioni anafilattiche.
Psoriasi Bisogna prestare cautela nella prescrizione dei beta-bloccanti a pazienti con psoriasi in quanto le reazioni cutanee possono aggravarsi.
Tali pazienti devono assumere carvedilolo solo dopo aver considerato il rapporto rischio/beneficio.
Malattia vascolare periferica e fenomeno di Raynaud Il carvedilolo deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con malattia vascolare periferica, in quanto i beta-bloccanti possono aggravare i sintomi della patologia.
Lo stesso vale anche per i pazienti che soffrono della sindrome di Raynaud in quanto possono verificarsi un’esacerbazione o un aggravamentodei sintomi.
I pazienti che sono metabolizzatori lenti della debrisochina devono essere monitorati attentamente durante l’inizio della terapia (vedere 5.2 Proprietà farmacocinetiche).
Vista la limitata esperienza clinica, il carvedilolo non deve essere somministrato in pazienti con ipertensione labile o secondaria, ortostasi, cardiopatia infiammatoria acuta, ostruzione emodinamica importante delle valvole cardiache o del tratto di efflusso, arteriopatia periferica in fase finale, trattamento concomitante con gli antagonisti dei recettori alfa-1 oppure gli agonisti dei recettori alfa-2.
Feocromocitoma Nei pazienti con feocromocitoma, è necessario somministrare un agente alfabloccante prima dell’uso di qualsiasi agente beta-bloccante.
Sebbene carvedilolo eserciti blocco alfa e beta non esiste esperienza sufficiente in questa malattia, pertanto viene raccomandata cautela in questi pazienti.
Carvedilolo deve essere somministrato con cautela nei pazienti con blocco cardiaco di primo grado a causa della sua azione dromotropica negativa.
Angina variante di Prinzmetal Le sostanze con attività beta-bloccante non selettiva possono provocare dolore toracico nei pazienti con angina variante di Prinzmetal.
Non esiste esperienza clinica con carvedilolo in questi pazienti, sebbene l’attività alfa bloccante di carvedilolo possa prevenire questi sintomi.
Tuttavia, è necessaria cautela nella somministrazione di carvedilolo ai pazienti con sospetta angina variante di Prinzmetal.
Anestesia e chirurgia maggiore I beta-bloccanti riducono il rischio di comparsa delle aritmie durante l’anestesia, tuttavia possono aumentare il rischio di ipotensione.
Quindi, deve essere usata molta cautela in pazienti sottoposti a chirurgia generale, a causa degli effetti sinergici inotropi negativi dei farmaci anestetici e del carvedilolo.
Tuttavia, studi più recenti suggeriscono un beneficio dei beta-bloccanti nella prevenzione della patologia cardiaca peri-operatoria e nella riduzione dell’incidenza delle complicazioni cardiovascolari.
Sindrome da astinenza Come gli altri beta-bloccanti, carvedilolo non deve essere interrotto improvvisamente.
La terapia con carvedilolo deve essere interrotta gradualmente entro due settimane, per esempio riducendo la dose giornaliera a metà ogni tre giorni.
Nello stesso tempo deve essere iniziata la terapia sostitutiva per prevenire l’esacerbazione della angina pectoris, se necessario.
Questo medicinale contiene lattosio monoidrato.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale. Interazioni
- Interazioni farmacocinetiche Carvedilolo è un substrato e un inibitore della glicoproteina P.
Pertanto la biodisponibilità di farmaci trasportati dalla glicoproteina P può essere aumentato con la somministrazione concomitante di carvedilolo.
Inoltre, la biodisponibilità del carvedilolo può essere modificata da induttori o inibitori della glicoproteina P.
Inibitori così come induttori del CYP2D6 e CYP2C9 possono modificare il metabolismo sistemico e/o presistemico di carvedilolo stereoselettivamente, portando ad un aumento o ad una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di R- e S-carvedilolo.
Alcuni esempi osservati nei pazienti o nei soggetti sani sono elencati di seguito, ma l'elenco non è esaustivo.
Digossina: Durante l’uso concomitante di carvedilolo e digossina nei pazienti ipertesi è stato riscontrato un aumento dei livelli di digossina allo stato stazionario di circa il 15% e di digitossina di circa il 13%.
Sia la digossina che il carvedilolo rallentano la conduzione AV.
Si raccomanda un aumento del monitoraggio dei livelli di digossina quando si inizia, si regola o si interrompe il carvedilolo.
Rifampicina: In uno studio su 12 soggetti sani, la somministrazione di rifampicina ha diminuito i livelli plasmatici di carvedilolo di circa il 70%, molto probabilmente per induzione della glicoproteina P, determinando una diminuzione dell'assorbimento intestinale di carvedilolo.
Ciclosporina: Due studi in pazienti con trapianto renale e cardiaco trattati con ciclosporina orale hanno mostrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l'inizio del trattamento con carvedilolo.
In circa il 30% dei pazienti, è stato necessario diminuire la dose di ciclosporina per mantenere le concentrazioni di ciclosporina nel range terapeutico, mentre nei restanti casi non è stato necessario alcun adeguamento.
In media, la dose di ciclosporina è stata ridotta del 20% circa in questi pazienti.
Data l’ampia variabilità interindividuale nell’adeguamento della dose richiesto, si raccomanda di monitorare attentamente le concentrazioni di ciclosporina dopo l’inizio della terapia con carvedilolo e di adeguare la dose di ciclosporina come necessario.
Amiodarone: Nei pazienti con insufficienza cardiaca, amiodarone ha diminuito la clearance di S-carvedilolo probabilmente per inibizione del CYP2C9.
La concentrazione plasmatica media di R-carvedilolo non è stata alterata.
Di conseguenza, vi è un potenziale rischio di aumento del β-blocco causato da un aumento della concentrazione plasmatica di S-carvedilolo.
Fluoxetina: In uno studio randomizzato, cross-over, in 10 pazienti con insufficienza cardiaca, la somministrazione concomitante di fluoxetina, un forte inibitore del CYP2D6, ha determinato l'inibizione stereoselettiva del metabolismo del carvedilolo con un incremento del 77% dell’AUC media dell’enantiomero R(+).
Tuttavia, non è stata osservata alcuna differenza negli eventi avversi, nella pressione sanguigna o nella frequenza cardiaca tra i gruppi di trattamento.
Cimetidina: Cimetidina ha aumentato la AUC del 30% ma non ha provocato alcuna alterazione della Cmax.
Può essere necessaria attenzione nei pazienti che ricevono induttori delle ossidasi a funzione mista come ad es.
rifampicina, in quanto i livelli sierici di carvedilolo possono diminuire, oppure inibitori delle ossidasi a funzione mista come ad es.
cimetidina, poiché i livelli sierici di carvedilolo possono aumentare.
Tuttavia, sulla base dell’effetto relativamente ridotto di cimetidina sui livelli di carvedilolo, la probabilità di un’interazione clinicamente importante è minima.
Interazioni farmacodinamiche Riduttori delle catecolamine: Il trattamento concomitante con reserpina, guanetidina, metildopa, guanfacina e inibitori delle monoamine ossidasi può portare ad un incremento aggiuntivo del ritmo cardiaco.
I pazienti devono essere strettamente monitorati per segni di ipotensione e / o bradicardia severa.
Diidropiridine: Attenta supervisione deve essere eseguita nel caso di somministrazione di diidropiridine e carvedilolo in quanto sono stati riportati casi di insufficienza cardiaca e di ipotensione severa.
Nitrati: Aumentano l’effetto ipotensivo.
Altri farmaci antiipertensivi: Il carvedilolo può potenziare l’effetto degli altri farmaci ad azione antiipertensiva somministrati in concomitanza (quali gli antagonisti degli alfa1-recettori) e dei farmaci ad effetto collaterale ipotensivo quali barbiturati, fenotiazine, antidepressivi triciclici, agenti vasodilatatori e alcol.
Clonidina: La somministrazione concomitante di clonidina con farmaci dalle proprietà beta-bloccanti può potenziare gli effetti ipotensivi e di rallentamento della frequenza cardiaca.
Laddove occorre interrompere il trattamento concomitante con farmaci dalle proprietà beta-bloccanti e clonidina, sospendere prima i beta-bloccanti.
La terapia con clonidina può quindi essere sospesa diversi giorni dopo, diminuendo gradualmente la dose.
Calcioantagonisti o altri antiaritmici: (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego) sono stati segnalati casi isolati di disturbi della conduzione (emodinamica raramente compromessa) con la somministrazione concomitante di carvedilolo orale e diltiazem, verapamile e/o amiodarone per via orale.
Come con altri beta-bloccanti, ECG e pressione arteriosa devono essere monitorati attentamente in caso di somministrazione concomitante di calcioantagonisti del tipo di verapamile e diltiazem a causa del rischio di disturbo della conduzione AV o rischio di insufficienza cardiaca (effetto sinergico).
È necessario un attento monitoraggio in caso di somministrazione concomitante di carvedilolo e di terapia (orale) con amiodarone o antiaritmici di classe I.
Sono stati segnalati bradicardia, arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare poco dopo l’inizio del trattamento con beta-bloccanti nei pazienti trattati con amiodarone.
Esiste un rischio di insufficienza cardiaca in caso di terapia concomitante per via endovenosa con antiaritmici di classe Ia o Ic.
Antidiabetici, incluso insulina: L’effetto ipoglicemico dell’insulina e degli antidiabetici orali può intensificarsi.
I segni dell’ipoglicemia possono essere mascherati o attenuati (specialmente la tachicardia).
Quindi, nei pazienti che assumono insulina o ipoglicemizzanti orali, è necessario il monitoraggio ad intervalli regolari dei livelli plasmatici del glucosio.
Agenti anestetici: Un attento monitoraggio dei segni vitali è raccomandato durante l'anestesia a causa degli effetti inotropi sinergici negativi e ipotensivi del carvedilolo e dei farmaci anestetici (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
FANS, estrogeni e corticosteroidi: L’effetto antiipertensivo del carvedilolo è ridotto a causa della ritenzione idrica e sodica.
L'uso concomitante di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) e beta-bloccanti adrenergici può provocare un aumento della pressione del sangue e un controllo inferiore della pressione sanguigna.
Simpaticomimetici con effetti alfa-mimetici e beta-mimetici: Rischio di ipertensione e bradicardia eccessiva.
I beta-bloccanti non cardioselettivi si oppongono agli effetti broncodilatatori dei broncodilatatori beta-agonisti.
Si raccomanda un attento monitoraggio dei pazienti.
Ergotamina: Aumenta la vasocostrizione.
Agenti che bloccano la giunzione neuromuscolare: Aumentano il blocco neuromuscolare. Effetti indesiderati
- (a) Riassunto del profilo di sicurezza La frequenza delle reazioni avverse non è dose-dipendente, a eccezione di capogiri, disturbi della vista e bradicardia.
(b) Elenco delle reazioni avverse Il rischio della maggior parte delle reazioni avverse associate a carvedilolo è simile per tutte le indicazioni.
Le eccezioni sono descritte nel sottoparagrafo (c).
Le categorie di frequenza sono le seguenti: Molto comune ≥1/10 Comune ≥1/100 e <1/10 Non comune ≥1/1.000 e <1/100) Raro ≥1/10.000 e <1/1.000 Molto raro <1/10.000 Infezioni ed infestazioni Comune: bronchite, infezione polmonare, infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie Patologie del sistema emolinfopoietico Comune: anemia Raro: trombocitopenia Molto raro: leucopenia Disturbi del sistema immunitario Molto raro: ipersensibilità (reazioni allergiche) Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comune: aumento ponderale, ipercolesterolemia, controllo glicemico compromesso (iperglicemia, ipoglicemia) nei pazienti con diabete pre-esistente Disturbi psichiatrici Comune: depressione, umore depresso Non comune: disturbi del sonno Patologie del sistema nervoso Molto comune: capogiro, cefalea Non comune: presincope, sincope, parestesie Patologie dell’occhio Comune: compromissione della visione, lacrimazione diminuita (occhio secco), irritazione oculare Patologie cardiache Molto comune: insufficienza cardiaca Comune: bradicardia, edema, ipervolemia, sovraccarico di liquidiNon comune: blocco atrioventricolare, angina pectoris Patologie vascolari Molto comune: ipotensione Comune: ipotensione ortostatica, disturbi della circolazione periferica (estremità fredde, malattia vascolare periferica, esacerbazione di claudicazione intermittente e fenomeno di Reynaud) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune: dispnea, edema polmonare, asma nei pazienti predisposti Raro: congestione nasale Patologie gastrointestinali Comune: nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolore addominale Patologie epatobiliari Molto raro: alanina aminotransferasi (ALT), aspartato aminotransferasi (AST) e gammaglutamiltransferasi (GGT) aumentate Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: reazioni cutanee (ad es.
esantema allergico, dermatite, orticaria, prurito, lichen planus come lesioni cutanee e lesioni cutanee psoriache), alopecia Molto raro: reazioni avverse cutanee gravi (es.
eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica) Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune: dolore agli arti Patologie renali e urinarie Comune: insufficienza renale e anomalia della funzionalità renale nei pazienti con vasculopatia diffusa e/o insufficienza renale di base, disturbi della minzione Molto raro: incontinenza urinaria nelle donne Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Non comune: disfunzione erettile Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune: astenia (stanchezza) Comune: dolore (c) Descrizione di reazioni avverse selezionate Capogiro, sincope, cefalea e astenia sono normalmente lievi e possono verificarsi con maggiore probabilità all'inizio del trattamento.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, possono verificarsi peggioramento dell'insufficienza cardiaca e ritenzione idrica con l'aumento graduale della dose di carvedilolo (vedere il paragrafo 4.4).
L'insufficienza cardiaca è un evento avverso segnalato comunemente nei pazienti trattati sia con il placebo, sia con carvedilolo (rispettivamente 14,5% e 15,4%, nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto).
È stato osservato il deterioramento reversibile della funzionalità renale con la terapia a base di carvedilolo nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica con ipotensione arteriosa, cardiopatia ischemica e vasculopatia diffusa e/o insufficienza renale di base (vedere il paragrafo 4.4).
Generalmente, i bloccanti dei recettori beta adrenergici possono scatenare la manifestazione del diabete latente, l'aggravamento del diabete manifesto e l'inibizione della controregolazione glicemica.
Carvedilolo può causare incontinenza urinaria nelle donne che si risolve con la sospensione del farmaco.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non c'è esperienza clinica adeguata con carvedilolo nelle donne in gravidanza.
L’uso di carvedilolo non è raccomandato in gravidanza e durante l’allattamento, salvo che il beneficio potenziale per la madre superi il rischio potenziale per il feto/neonato.
Gli studi condotti su animali sono insufficienti per quanto riguarda gli effetti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto e sviluppo postnatale (vedere il paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza).
Il rischio potenziale per gli esseri umani è sconosciuto.
I beta-bloccanti riducono la perfusione placentare che può determinare morte fetale intrauterina e parto immaturo e prematuro.
Inoltre, possono verificarsi effetti avversi (in particolare ipoglicemia, bradicardia, depressione respiratoria e ipotermia) nel feto e nel neonato.
Vi può essere un maggiore rischio di complicanze cardiache e polmonari nel neonato nel periodo postnatale.
Gli studi sugli animali non hanno mostrato una sostanziale evidenza di teratogenicità con carvedilolo (vedi 5.3 Dati preclinici di sicurezza).
Il trattamento deve essere interrotto 2-3 giorni prima del parto previsto.
Se questo non dovesse essere possibile, il nascituro deve essere monitorato nei primi 2-3 giorni di vita.
Allattamento Carvedilolo è lipofilo e in base agli studi fatti sugli animali che allattano, esso e i suoi metaboliti vengono escreti nel latte materno.
Non è noto se il carvedilolo sia escreto nel latte umano e, di conseguenza, l’allattamento non è raccomandato nelle madri in trattamento con carvedilolo. Conservazione
- Non conservare a temperatura superiore a 25°.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.