CARDICOR 28CPR RIV 1,25MG
4,55 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 19/02/2016
Trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica, stabile, con ridotta funzione ventricolare sistolica sinistra, in aggiunta ad ACE inibitori e diuretici ed eventualmente glicosidi cardioattivi (per ulteriori informazioni vedere paragrafo 5.1).
Cardicor 1,25 mg: Ogni compressa contiene 1,25 mg di bisoprololo fumarato Cardicor 2,5 mg: Ogni compressa contiene 2,5 mg di bisoprololo fumarato Cardicor 3,75 mg: Ogni compressa contiene 3,75 mg di bisoprololo fumarato Cardicor 5 mg: Ogni compressa contiene 5 mg di bisoprololo fumarato Cardicor 7,5 mg: Ogni compressa contiene 7,5 mg di bisoprololo fumarato Cardicor 10 mg: Ogni compressa contiene 10 mg di bisoprololo fumarato Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Bisoprololo è controindicato in pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica in presenza di: • insufficienza cardiaca acuta o episodi di insufficienza cardiaca scompensata che richiedono terapia inotropa via endovena• shock cardiogeno • blocco atrio–ventricolare di II o III grado • sindrome del nodo del seno • blocco seno–atriale • bradicardia sintomatica • ipotensione sintomatica • grave asma bronchiale • forme severe di occlusione arteriosa periferica o forme severe della sindrome di Raynaud • feocromocitoma non trattato (vedere paragrafo 4.4) • acidosi metabolica • ipersensibilità al bisoprololo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
- Il trattamento standard dell’insufficienza cardiaca cronica consiste in un ACE–inibitore (o un antagonista recettoriale dell’angiotensina in caso di intolleranza agli ACE–inibitori), un betabloccante, diuretici e, se appropriato, glicosidi cardioattivi.
All’inizio del trattamento con il bisoprololo, i pazienti devono essere in condizioni cliniche stabili (senza scompenso acuto).
È raccomandabile che il medico curante abbia esperienza clinica nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica.
Durante la fase di titolazione e successivamente, possono manifestarsi transitorio peggioramento dell’insufficienza cardiaca, ipotensione e bradicardia.
Posologia Fase di titolazione La terapia dell’insufficienza cardiaca cronica stabile con bisoprololo richiede una fase di titolazione.
Il trattamento con bisoprololo deve essere iniziato con un graduale aumento della dose secondo il schema seguente: • 1,25 mg una volta al giorno per 1 settimana, se ben tollerato aumentare a • 2,5 mg una volta al giorno per la settimana successiva, se ben tollerato aumentare a • 3,75 mg una volta al giorno per la settimana successiva, se ben tollerato aumentare a • 5 mg una volta al giorno per le seguenti 4 settimane, se ben tollerato aumentare a • 7,5 mg una volta al giorno per le seguenti 4 settimane, se ben tollerato aumentare a • 10 mg una volta al giorno per la terapia di mantenimento.La dose massima raccomandata è di 10 mg una volta al giorno.
Durante la fase di titolazione, si raccomanda uno stretto monitoraggio dei segni vitali (frequenza cardiaca, pressione arteriosa) e dei sintomi di un peggioramento dell’insufficienza cardiaca.
I sintomi possono già iniziare durante il primo giorno di trattamento.
Modifiche del trattamento Se la dose massima raccomandata non viene ben tollerata, si può prendere in considerazione la graduale riduzione della dose.
In caso di transitorio peggioramento dell’insufficienza cardiaca, di ipotensione o di bradicardia, si raccomanda di riesaminare il dosaggio della terapia concomitante.
Può anche essere necessario ridurre temporaneamente la dose di bisoprololo o prendere in considerazione l’interruzione.
Vanno sempre presi in considerazione la reintroduzione e/o l’aumento graduale della dose del bisoprololo, quando il paziente raggiunge di nuovo la stabilità.
Se si decide per l’interruzione, si raccomanda la diminuzione graduale della dose, poiché la sospensione brusca può portare a deterioramento acuto delle condizioni del paziente.
Il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica, stabile, con bisoprololo è generalmente un trattamento a lungo termine.
Pazienti con compromissione della funzionalità epatica o renale Non ci sono informazioni riguardo la farmacocinetica di bisoprololo nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica e con compromissione della funzionalità epatica o renale.
Gli aumenti di dosaggio in questi pazienti devono essere fatti con maggiore cautela.
Anziani Non sono richiesti aggiustamenti della dose.
Popolazione pediatrica Non c’è esperienza pediatrica con bisoprololo, perciò il suo utilizzo non è raccomandato nei pazienti pediatrici.
Modo di somministrazione Le compresse di bisoprololo devono essere assunte al mattino e possono essere assunte con il cibo.
Devono essere deglutite con del liquido e non masticate. Avvertenze e precauzioni
- Il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica stabile con bisoprololo deve essere iniziato con una particolare fase di titolazione.
Specialmente nei pazienti con cardiopatia ischemica, la terapia con bisoprololo non deve essere interrotta bruscamente se non chiaramente indicato, perché questo può portare ad un peggioramento transitorio delle condizioni del cuore.
L’inizio e la cessazione del trattamento con bisoprololo richiede un monitoraggio regolare.
Non c’è esperienza terapeutica con bisoprololo nell’insufficienza cardiaca in pazienti con le seguenti malattie e condizioni: • diabete mellito insulino dipendente (tipo I) • grave compromissione della funzionalità renale • grave compromissione della funzionalità epatica • cardiomiopatia restrittiva • malattie cardiache congenite • malattie valvolari organiche emodinamicamente significative • infarto del miocardio (nei 3 mesi precedenti).
Bisoprololo deve essere usato con cautela in caso di: • broncospasmo (asma bronchiale, malattie ostruttive delle vie aeree) • diabete mellito con glicemia instabile; i sintomi di ipoglicemia possono essere mascherati • digiuno stretto • terapia desensibilizzante in corso.
Come con altri betabloccanti, bisoprololo può aumentare sia la sensibilità verso gli allergeni sia la gravità delle reazioni anafilattiche.
Il trattamento con adrenalina non produce sempre l’effetto terapeutico atteso • blocco atrio–ventricolare di I grado • angina di Prinzmetal • occlusione arteriosa periferica.
Un aggravamento dei sintomi potrebbe verificarsi specialmente all’inizio della terapia • anestesia generale.
Nei pazienti sottoposti ad anestesia generale, il betablocco riduce l’incidenza di aritmie e di ischemia miocardica durante l’induzione e l’intubazione, e nel periodo post–operatorio.
Viene correntemente raccomandato che un eventuale trattamento betabloccante di mantenimento sia continuato nel periodo peri–operatorio.
L’anestesista deve essere informato dell’uso del betabloccante a causa delle potenziali interazioni con altri farmaci che possono provocare bradiaritmie, attenuazione della tachicardia riflessa e diminuzione della capacità di compensare in via riflessa la perdita di sangue.
Se si ritiene necessario interrompere la terapia betabloccante prima di un intervento chirurgico, l’interruzione deve essere fatta gradualmente e completata circa 48 ore prima dell’anestesia.
La combinazione di bisoprololo con calcio–antagonisti del tipo verapamil o diltiazem, con farmaci antiaritmici di classe I e con farmaci antiipertensivi che agiscono centralmente è generalmente non raccomandata, per i dettagli fare riferimento al paragrafo 4.5.
Sebbene i betabloccanti cardioselettivi (beta1) possono avere meno effetti sulla funzionalità polmonare rispetto ai betabloccanti non selettivi, come con tutti i betabloccanti, questi dovrebbero essere evitati nei pazienti con malattie ostruttive delle vie aeree, a meno che non ci sono valide ragioni cliniche per il loro utilizzo.
In presenza di tali motivi, Cardicor può essere usato con cautela.
Nei pazienti con malattie ostruttive delle vie respiratorie, il trattamento con bisoprololo deve essere iniziato al dosaggio più basso possibile e i pazienti devono essere attentamente monitorati per nuovi sintomi (per esempio dispnea, intolleranza all’esercizio fisico, tosse).
Nell’asma bronchiale o in altre malattie polmonari croniche ostruttive che possono causare sintomi deve essere somministrata una terapia concomitante con broncodilatatori.
In singoli casi, in pazienti con asma, può manifestarsi un aumento della resistenza delle vie aeree, quindi può essere necessario un aumento della dose di beta 2 stimolanti.
Nei pazienti con psoriasi o familiarità per la psoriasi, va valutato attentamente il rapporto rischio–beneficio prima della somministrazione di betabloccanti (bisoprololo).
Nei pazienti con feocromocitoma bisoprololo non deve essere somministrato disgiuntamente da un alfa–bloccante.
Durante la terapia con bisoprololo possono essere mascherati i sintomi di una tireotossicosi. Interazioni
- Associazioni non raccomandate Calcio–antagonisti del tipo verapamil e in misura minore del tipo diltiazem: influenza negativa su contrattilità e conduzione atrio–ventricolare.
La somministrazione intravenosa di verapamil in pazienti che sono in trattamento con betabloccanti può portare ad una marcata ipotensione e ad un blocco atrio–ventricolare.
Farmaci antiaritmici di classe I (ad esempio chinidina, disopiramide; lidocaina, fenitoina; flecainide, propafenone): l’effetto sul tempo di conduzione atrioventricolare può essere potenziato e l’effetto inotropico negativo può essere aumentato.
Farmaci antiipertensivi che agiscono centralmente come clonidina e altri (ad esempio metildopa, moxonidina, rilmenidina): l’uso concomitante di farmaci antiipertensivi che agiscono centralmente può peggiorare l’insufficienza cardiaca mediante una diminuzione del tono simpatico centrale (riduzione della frequenza e della gittata cardiaca, vasodilatazione).
La brusca sospensione, in particolare se precedente l’interruzione del betabloccante, può aumentare il rischio di "ipertensione rebound".
Associazioni da usare con cautela Calcio antagonisti diidropiridinici, come felodipina e amlodipina: l’uso concomitante può aumentare il rischio di ipotensione e non può essere escluso il rischio di un ulteriore peggioramento dello stato funzionale della pompa ventricolare nei pazienti con insufficienza cardiaca.
Farmaci antiaritmici di classe III (es.
amiodarone): l’effetto sul tempo di conduzione atrio–ventricolare può essere potenziato.
I betabloccanti topici (ad esempio gocce oftalmiche per il trattamento del glaucoma) possono avere un effetto additivo agli effetti sistemici di bisoprololo.
Farmaci parasimpaticomimetici: l’uso concomitante può aumentare il tempo di conduzione atrio–ventricolare e il rischio di bradicardia.
Insulina e antidiabetici orali: aumento dell’effetto ipoglicemico.
Il blocco dei recettori beta può mascherare la comparsa di sintomi da ipoglicemia.
Agenti anestetici: attenuazione della tachicardia riflessa e aumento del rischio di ipotensione (per maggiori informazioni relative all’anestesia generale vedere anche paragrafo 4.4.).
Glicosidi digitalici: riduzione della frequenza cardiaca, aumento del tempo di conduzione atrio–ventricolare.
Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS): i FANS possono ridurre l’effetto ipotensivo di bisoprololo.
Agenti beta–simpaticomimetici (come isoprenalina, dobutamina): l’associazione con bisoprololo può ridurre l’effetto di tali farmaci.
Simpaticomimetici che attivano sia i beta– che gli alfa–adrenocettori (come noradrenalina, adrenalina): la combinazione con bisoprololo può smascherare gli effetti vasocostrittori di questi agenti mediati dagli alfa–adrenocettori, portando ad un aumento della pressione sanguigna e ad un peggioramento della claudicatio intermittens.
Tali interazioni sono considerate più probabili con i betabloccanti non selettivi.L’uso concomitante di agenti antiipertensivi così come di altri farmaci con un potenziale effetto di abbassamento della pressione sanguigna (come antidepressivi triciclici, barbiturici, fenotiazine) possono aumentare il rischio di ipotensione.Associazioni da tenere presente Meflochina: aumento del rischio di bradicardia.
Inibitori delle monoamminaossidasi (eccetto inibitori delle MAO–B): aumento dell’effetto ipotensivo dei betabloccanti ma anche rischio di crisi ipertensive. Effetti indesiderati
- Le seguenti definizioni vengono utilizzate per indicare la frequenza degli effetti indesiderati: Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) Molto raro (< 1/10.000) Frequenza non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Disturbi psichiatrici: Non comune: disturbi del sonno, depressione.
Raro: incubi, allucinazioni.
Patologie del sistema nervoso: Comune: capogiri, mal di testa.
Raro: sincope.
Patologie dell’occhio: Raro: riduzione della lacrimazione (da tenere presente nel caso di uso di lenti a contatto).
Molto raro: congiuntivite.
Patologie dell’orecchio e del labirinto: Raro: disturbi uditivi.
Patologie cardiache: Molto comune: bradicardia.
Comune: peggioramento dell’insufficienza cardiaca.
Non comune: disturbi della conduzione AV.
Patologie vascolari: Comune: sensazione di freddo o formicolio alle estremità, ipotensione.
Non comune: ipotensione ortostatica.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: Non comune: broncospasmo nei pazienti con asma bronchiale o anamnesi di malattia respiratoria ostruttiva.
Raro: rinite allergica.
Patologie gastrointestinali: Comune: disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito, diarrea, stipsi.
Patologie epatobiliari: Raro: epatiti.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Raro: reazioni di ipersensibilità (prurito, arrossamento, rash).
Molto raro: alopecia.
I beta bloccanti possono provocare o peggiorare la psoriasi o indurre rash pseudo–psoriasici.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: Non comune: debolezza muscolare e crampi.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella: Raro: disturbi della funzione sessuale maschile.
Patologie sistemiche: Comune: astenia, affaticamento.
Esami diagnostici: Raro: aumento dei trigliceridi, aumento degli enzimi epatici (ALAT, ASAT).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Bisoprololo ha effetti farmacologici che possono determinare effetti dannosi durante la gravidanza e/o nel feto/neonato.
In generale i betabloccanti riducono la perfusione placentare, che si associa con un ritardo nella crescita del feto, morte intrauterina, aborto o parto prematuro.
Nel feto e nel neonato si possono manifestare effetti indesiderati (ad es.
ipoglicemia e bradicardia).
Se la terapia con betabloccanti è necessaria sono preferibili i betabloccanti beta–1 selettivi.
Bisoprololo non deve essere usato durante la gravidanza se non strettamente necessario.
In tal caso monitorare il flusso ematico utero–placentare e la crescita fetale.
Considerare terapie alternative in caso di effetti nocivi sulla gravidanza e sul feto.
Monitorare il neonato attentamente in quanto i sintomi di ipoglicemia e bradicardia si manifestano generalmente entro i primi tre giorni.
Allattamento Non è noto se il farmaco sia escreto nel latte materno.
Quindi si sconsiglia di assumere bisoprololo durante l’allattamento. Conservazione
- Cardicor 1,25 mg, 2,5 mg e 3,75 mg Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Cardicor 5 mg, 7,5 mg e 10 mg Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.