CAPTOPRIL MY 50CPR 25MG

4,23 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: CAPTOPRIL
  • ATC: C09AA01
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 16/02/2022

Ipertensione: Captopril Mylan Generics è indicato per il trattamento dell’ipertensione. Insufficienza cardiaca: Captopril Mylan Generics è indicato per il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica con riduzione della funzionalità sistolica ventricolare in associazione con diuretici e, quando appropriato, con il digitale e beta-bloccanti (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1). Infarto del miocardio: Trattamento a breve termine (4 settimane): Captopril Mylan Generics è indicato in pazienti clinicamente stabili entro le prime 24 ore dall’infarto. Prevenzione a lungo termine dell’insufficienza cardiaca sintomatica: è indicato in pazienti clinicamente stabili con disfunzione ventricolare sinistra asintomatica (frazione di eiezione ≤ 40%). Nefropatia diabetica di tipo I: Captopril Mylan Generics è indicato per il trattamento della neuropatia diabetica macroproteinurica in pazienti con diabete di tipo I (vedere paragrafo 5.1).
Ogni compressa contiene 25 mg di captopril. Eccipienti con effetti noti: Ogni compressa contiene 25 mg di lattosio anidro Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

• Anamnesi di ipersensibilità al captopril o a qualunque altro ACE inibitore, o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 • Anamnesi di angioedema associato alla terapia con ACE-inibitori • Edema angioneurotico ereditario/idiopatico • Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6) • L’uso concomitante di Captopril Mylan Generics e prodotti contenenti aliskiren è controindicato in pazienti con diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m² (vedere paragrafi 4.5 e 5.1) • Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan.
Captopril Mylan Generics non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

Posologia

Posologia: La dose deve essere regolata sulla base del profilo di ciascun paziente e della risposta della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4).
La dose massima giornaliera raccomandata è di 150 mg.
Ipertensione: la dose iniziale raccomandata è di 25-50 mg/die suddivisa in 2 somministrazioni giornaliere.
La dose può essere aumentata, gradualmente, ad intervalli di almeno 2 settimane, fino a 100-150 mg/die suddivisi in 2 somministrazioni a seconda delle necessità, come richiesto per raggiungere la pressione desiderata.
Captopril può essere usato da solo o associato con un altro agente antipertensivo, specialmente con diuretici tiazidici (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
Un regime di dose singola giornaliera può essere appropriato quando viene associata una concomitante terapia antipertensiva come quella con diuretici tiazidici.
Se il paziente soffre di ipertensione grave (ad es.
ipertensione accelerata o maligna) e non è possibile od opportuno interrompere il suo attuale trattamento antipertensivo o se la titolazione mantiene la pressione sanguigna a livelli normali, il trattamento con il diuretico deve essere mantenuto, ma il trattamento concomitante con altri medicinali deve essere sospeso.
Il trattamento con Captopril Mylan Generics deve essere iniziato immediatamente, con una dose di 25 mg due o tre volte al giorno sotto stretto controllo medico.
In pazienti con sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivato (ipovolemia, ipertensione reno-vascolare, scompenso cardiaco) è preferibile iniziare il trattamento con una dose singola di 6,25 mg o 12,5 mg.
La fase iniziale del trattamento deve avvenire preferibilmente sotto attenta supervisione medica.
Queste dosi saranno somministrate 2 volte al giorno.
Il dosaggio può essere gradualmente aumentato a 50 mg al giorno in una o due somministrazioni e se necessario fino a 100 mg/die in una o due somministrazioni.
Insufficienza cardiaca: la terapia per l’insufficienza cardiaca con Captopril deve essere iniziata sotto attento controllo medico.
La dose iniziale è solitamente di 6,25 mg - 12,50 mg, 2 o 3 volte al giorno per ridurre l’effetto ipotensivo.
L’incremento posologico fino a raggiungere la dose di mantenimento (75-150 mg/die) deve essere condotto sulla base della risposta individuale, dello stato clinico e della tollerabilità, fino ad un massimo di 150 mg/die in dosi suddivise.
Il paziente deve essere attentamente monitorato durante le prime due settimane di trattamento o quando viene aumentata la dose di captopril o del diuretico.
La dose deve essere aumentata gradualmente, ad intervalli di almeno 2 settimane per valutare la risposta del paziente.
Infarto del miocardio: Trattamento a breve termine: il trattamento con Captopril deve iniziare in ospedale il prima possibile dopo la comparsa dei segni e/o sintomi, in pazienti con emodinamica stabile.
Deve essere somministrata una dose test di 6,25 mg seguita da una dose di 12,5 mg dopo 2 ore ed una di 25 mg dopo 12 ore.
Dal giorno successivo Captopril deve essere somministrato ad una dose di 100 mg/die suddivisa in 2 somministrazioni giornaliere, per 4 settimane, se è garantita l’assenza di reazioni avverse di tipo emodinamico.
Alla fine delle 4 settimane di trattamento, lo stato del paziente deve essere riesaminato prima di prendere una decisione per il trattamento della fase post-infartuale.
Trattamento cronico: se il trattamento con Captopril non è iniziato durante le prime 24 ore da un infarto acuto del miocardio, si suggerisce di iniziare il trattamento tra il terzo ed il sedicesimo giorno del periodo post-infartuale, quando sono state raggiunte le condizioni necessarie per il trattamento (emodinamica stabile e controllo dell’ischemia residua).
Il trattamento deve essere iniziato in ospedale sotto stretta sorveglianza (in particolare della pressione sanguigna) fino al raggiungimento della dose di 75 mg.
La dose iniziale deve essere bassa (vedere paragrafo 4.4) particolarmente se il paziente mostra una pressione bassa o normale all’inizio della terapia.
Il trattamento deve iniziare con una dose di 6,25 mg seguiti da 12,5 mg 3 volte al giorno per 2 giorni e poi 25 mg 3 volte al giorno se è consentito dall’assenza di reazioni avverse emodinamiche.
La dose raccomandata per un’effettiva cardioprotezione durante il trattamento a lungo termine va da 75 a 150 mg/die in 2-3 somministrazioni.
In caso di ipotensione asintomatica, come nell’insufficienza cardiaca, la dose dei diuretici e/o di altri vasodilatatori somministrati contemporaneamente, può essere ridotta al fine di raggiungere la dose stazionaria di captopril.
Quando necessario la dose di captopril deve essere aggiustata secondo le risposte cliniche del paziente.
Captopril può essere usato in combinazione con altre terapie per l’infarto del miocardio come gli agenti trombolitici, i beta-bloccanti (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1) e l’acido acetilsalicilico.
Nefropatia diabetica di tipo I: in pazienti con nefropatia diabetica di tipo I la dose giornaliera raccomandata è di 75-100 mg, suddivisa in più somministrazioni.
Se si desidera un ulteriore abbassamento della pressione sanguigna, possono essere aggiunte terapie antipertensive addizionali (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
Disfunzione renale: poiché captopril viene escreto principalmente per via renale, in pazienti con alterata funzionalità renale, la dose deve essere ridotta o devono essere aumentati gli intervalli tra una dose e l’altra.
Quando è richiesta una concomitante terapia diuretica (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1) in pazienti con gravi alterazioni renali, è preferibile un diuretico dell’ansa (ad es.
furosemide) piuttosto che un diuretico tiazidico.
In pazienti con alterata funzionalità renale, al fine di evitare l’accumulo di Captopril, si raccomandano le seguenti dosi:
Clearance della creatinina(ml/min/1,73 m²) Dose giornaliera iniziale (mg) Dose giornaliera massima (mg)
> 40 25-50 150
21-40 25 100
10-20 12,5 75
< 10 6,25 37,5
Anziani: come per altri antipertensivi si deve prendere in considerazione l’opportunità di cominciare la terapia con una dose iniziale ridotta (6,25 mg 2 volte al giorno), nei pazienti anziani in cui possono essere presenti una ridotta funzione renale e disfunzioni di altri organi (vedere sopra e paragrafo 4.4).
Il dosaggio deve essere modificato in base alla risposta della pressione sanguigna e tenuto il più basso possibile per ottenere un adeguato controllo.
Popolazione pediatrica: l’efficacia e la sicurezza di Captopril non sono state completamente valutate.
L’uso di Captopril in bambini ed adolescenti deve iniziare sotto attento controllo medico.
La dose iniziale di Captopril è di circa 0,3 mg/kg di peso corporeo.
Per pazienti che richiedono speciali precauzioni (bambini con disfunzioni renali, prematuri, neonati ed infanti, poiché la loro funzionalità renale è differente da quella di bambini di età maggiore e degli adulti) la dose iniziale deve essere di soli 0,15 mg/kg di peso.
Di solito Captopril va somministrato ai bambini 3 volte al giorno, ma la dose e gli intervalli di somministrazione devono essere adattati individualmente secondo la risposta del paziente.
I bambini, soprattutto i neonati, possono essere più suscettibili agli effetti avversi emodinamici in caso di esposizione a captopril.
Riduzioni eccessive, prolungate e imprevedibili della pressione sanguigna, e le complicazioni associate, tra cui oliguria e convulsioni.
Captopril deve essere utilizzato solo nei bambini se le altre misure per controllare la pressione del sangue non si sono dimostrate efficaci.
Modo di somministrazione: Captopril può essere assunto prima, durante o dopo i pasti.

Avvertenze e precauzioni

Ipotensione: nei pazienti affetti da ipertensione senza complicazioni, l’ipotensione sintomatica insorge raramente, ma è più probabile che si verifichi nei pazienti ipertesi in cui è presente una deplezione del volume e/o sodio (a causa di un trattamento intenso con diuretici, limitazione del sale nella dieta, diarrea o vomito), nei pazienti con insufficienza cardiaca o nei pazienti sottoposti a dialisi.
La deplezione del volume e/o del sodio deve essere corretta prima della somministrazione di un ACEinibitore e deve essere considerato l’uso di una dose iniziale inferiore.
Gli effetti ipotensivi potenziali all’inizio del trattamento con captopril possono essere minimizzati interrompendo il diuretico o aumentando l’assunzione di sale circa una settimana prima dell’inizio del trattamento con captopril o iniziando il trattamento con dosi più basse (6,25 mg o 12,5 mg).
In alternativa, monitorare il paziente per almeno un’ora dopo la somministrazione della dose iniziale.
Una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta una controindicazione a dosi successive che possono essere somministrate senza difficoltà una volta che la pressione sanguigna è aumentata.
L’ipotensione in sé non è un motivo per interrompere il trattamento con captopril.
La diminuzione è maggiore all’inizio del trattamento, questo effetto si stabilizza in una o due settimane e generalmente ritorna ai livelli di pretrattamento in due mesi senza diminuire il suo effetto terapeutico.
Pazienti con insufficienza cardiaca presentano un rischio maggiore di ipotensione, quindi una dose iniziale minore è raccomandata quando si inizia una terapia con ACE-inibitori: circa la metà dei pazienti con insufficienza cardiaca la cui pressione sanguigna era normale o bassa, ha subito variazioni transitorie della stessa oltre il 20%.
Questa ipotensione transitoria è più probabile generalmente dopo una delle prime dosi e di solito è ben tollerata senza produrre sintomi, o solo un leggero capogiro.
Cautela deve essere usata in questi pazienti quando la dose di Captopril o di diuretici viene aumentata.
Come per tutti gli agenti antipertensivi, un eccessivo abbassamento della pressione sanguigna in pazienti con malattia ischemica cardiovascolare o cerebrovascolare, può aumentare il rischio di infarto del miocardio o di ictus.
In caso di ipotensione, il paziente deve essere adagiato in posizione supina.
Può essere richiesto un ripristino del volume con normale soluzione fisiologica salina endovenosa.
Ipertensione renovascolare: il rischio di ipotensione ed insufficienza renale è maggiore per i pazienti affetti da stenosi arteriosa renale bilaterale o unilaterale in pazienti con un unico rene funzionante, a cui vengono somministrati gli ACE-inibitori.
La perdita della funzionalità renale può avvenire con lievi modificazioni della creatinina sierica.
In questi pazienti il trattamento deve essere iniziato sotto attento controllo medico, utilizzando una dose bassa, un attento adattamento della dose e un monitoraggio della funzione renale.
Dopo che la pressione arteriosa è stata ridotta con captopril, alcuni pazienti affetti da patologie renali, in particolare quelli con grave stenosi dell’arteria renale, mostrano un aumento dell’azoto ureico e della creatinina sierica.
Questi aumenti normalmente risultano reversibili con l’interruzione della terapia.
Potrebbe essere necessario ridurre il dosaggio di captopril e/o interrompere il diuretico.
Compromissione renale: in caso di compromissione renale (clearance della creatinina ≤ 40 ml/min), il dosaggio iniziale di captopril deve essere aggiustato secondo la clearance della creatinina del paziente (vedere paragrafo 4.2), e poi in funzione della risposta del paziente al trattamento.
Il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina sono parte della normale pratica medica per questi pazienti.
Ipersensibilità/angioedema: è stato segnalato angioedema delle estremità, del viso, delle labbra, delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe in pazienti trattati con ACE inibitori, incluso captopril.
Questo può verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento.
Tuttavia, in rari casi si può sviluppare un grave angioedema dopo un trattamento a lungo termine con un ACE-inibitore.
In tali casi, Captopril deve essere immediatamente sospeso e si deve istituire un appropriato monitoraggio per assicurarsi della completa remissione dei sintomi prima di dimettere il paziente.
In quei casi in cui il gonfiore è limitato al viso e alle labbra, la condizione generalmente si è risolta senza trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili per alleviare i sintomi.
L’edema angioneurotico associato ad edema della laringe può essere fatale.
Qualora vi sia il coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe, che può causare ostruzione delle vie aeree, deve essere prontamente somministrata una terapia appropriata, che può includere una soluzione di epinefrina 1:1000 sottocute (da 0,3 ml a 0,5 ml) e/o misure atte a garantire la pervietà delle vie aeree.
Il paziente deve essere ricoverato in ospedale e sotto osservazione per almeno 12 - 24 ore e non deve essere dimesso fino alla completa risoluzione dei sintomi.
È stato segnalato che pazienti di razza nera trattati con ACE-inibitori hanno una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai non-neri.
I pazienti con una storia di angioedema estraneo alla terapia con ACE inibitori possono essere a rischio aumentato di angioedema durante il trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.3).
L’uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema.
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di Captopril Mylan Generics.
Il trattamento con Captopril Mylan Generics non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5).
Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.
Angioedema intestinale: l’angioedema intestinale è stato segnalato raramente in pazienti trattati con ACE-inibitori.
Questi pazienti hanno presentato dolore addominale (con o senza nausea o vomito), in alcuni casi non vi era prima angioedema del viso e i livelli di C-1 esterasi erano normali.
L’angioedema è stato diagnosticato con procedure tra cui TAC addominale o ultrasuoni o al momento dell’intervento e i sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell’ACE-inibitore.
L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE-inibitori che presentano dolore addominale (vedere paragrafo 4.8).
Tosse: il trattamento con gli ACE-inibitori è associato a tosse, non produttiva, persistente che scompare quando si interrompe il trattamento.
La tosse indotta da ACE inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale della tosse.
Insufficienza epatica: raramente gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con un ittero colestatico e si evolve in una necrosi epatica fulminante (a volte) fatale.
Il meccanismo di questa sindrome non è conosciuto.
I pazienti che assumono ACE-inibitori e che sviluppano ittero o marcati aumenti degli enzimi epatici, devono interrompere il trattamento e ricevere un adeguato controllo medico.
Potassio sierico Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone.
Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma.
Tuttavia, nei pazienti con una funzione renale compromessa e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori del potassio, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo, e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina, si può verificare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere paragrafo 4.5).
Combinazione con litio: l’associazione di litio e Captopril non è raccomandata a causa del potenziamento della tossicità del litio (vedere paragrafo 4.5).
Stenosi aortica e mitralica/cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva/shock cardiogeno: gli ACEinibitori devono essere usati con cautela nei pazienti affetti da ostruzione valvolare e del tratto di eflusso del ventricolo sinistro ed evitati in casi di shock cardiogenico e di ostruzione emodinamicamente significativa.
Insufficienza cardiaca: durante il trattamento a lungo termine con captopril circa il 20% dei pazienti sviluppa aumenti stabili di azoto ureico nel sangue (BUN) e della creatinina sierica del 20% al di sopra del valore normale.
Meno del 5% dei pazienti, generalmente quelli con precedente storia di patologia renale grave, deve interrompere il trattamento a causa di un aumento progressivo della creatinina.
Il miglioramento conseguente dipendeva dalla gravità della insufficienza renale.
Neutropenia/agranulocitosi: neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riportate in pazienti trattati con ACE-inibitori, tra cui il captopril.
In pazienti con funzione renale normale e senza altri fattori di rischio, la neutropenia compare raramente.
La neutropenia si manifesta normalmente tre mesi dopo l’inizio del trattamento con captopril.
Nei pazienti con qualsiasi grado di insufficienza renale (creatinina sierica pari o superiore a 1,6 mg/dl), ma nessuna malattia vascolare del collagene, il rischio di neutropenia osservata negli studi clinici era di circa 0,2%, nei pazienti con insufficienza renale, l’uso concomitante di allopurinolo con captopril è stato associato a neutropenia.
Nei pazienti con malattia collageno-vascolare (ad esempio, lupus eritematoso sistemico o sclerodermia) e funzionalità renale ridotta, è stata osservata neutropenia nel 3,7% dei pazienti negli studi clinici.
Captopril deve essere usato con estrema cautela e solo dopo una attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio in pazienti con malattie vascolari del collagene ed in corso di terapia con immunosoppressori, allopurinolo o procainamide, o con una combinazione di questi fattori di rischio, specialmente in presenza di una preesistente alterazione della funzione renale.
Alcuni di questi pazienti possono sviluppare gravi infezioni che in rari casi non rispondono ad una terapia antibiotica intensiva.
Se Captopril Mylan Generics viene usato in questi pazienti, si raccomanda di effettuare un conteggio dei leucociti e la formula leucocitaria prima della terapia, ogni due settimane durante i primi 3 mesi di terapia e periodicamente nel periodo successivo.
Durante il trattamento tutti i pazienti devono essere istruiti a riportare ogni segno di infezione (ad es.
mal di gola, febbre), in tal caso deve essere determinata la formula leucocitaria del sangue.
Captopril ed altri trattamenti concomitanti (vedere paragrafo 4.5) devono essere interrotti se viene evidenziata o sospettata una neutropenia (neutrofili minori di 1000/mm³) e il paziente deve essere attentamente monitorato.
Nella maggior parte dei pazienti il conteggio ritorna rapidamente normale dopo l’interruzione della somministrazione di captopril e altri medicinali.
Circa il 13% dei casi di neutropenia ha avuto esito fatale, ma tutti i decessi hanno riguardato pazienti con gravi malattie come insufficienza renale, malattie del collageno, insufficienza cardiaca o in terapia con immunosoppressori o una associazione di questi fattori.
Proteinuria: la proteinuria può manifestarsi particolarmente in pazienti con preesistente alterazione della funzionalità renale o se si somministrano dosi relativamente alte di ACE inibitori.
Proteine urinarie totali maggiori di 1 g/die sono state osservate in circa lo 0,7% dei pazienti che assumono captopril.
La maggior parte dei pazienti aveva un’anamnesi di malattie renali o aveva ricevuto dosi relativamente alte di captopril (oltre 150 mg/die) o entrambe queste condizioni.
La sindrome nefrotica è comparsa in circa un quinto dei pazienti proteinurici.
Nella maggior parte dei casi la proteinuria decresce o scompare entro sei mesi indipendentemente dalla sospensione di captopril.
I parametri della funzione renale, come azotemia e creatinina, raramente risultano alterati in pazienti con proteinuria.
Uno studio multicentrico in doppio cieco, controllato con placebo in 207 pazienti con nefropatia diabetica e proteinuria (≥ 500 mg/die) che assumevano 75 mg/die di captopril per una media di tre anni ha dimostrato una consistente riduzione della proteinuria.
Non è noto se il trattamento a breve termine in pazienti con un altro tipo di malattia renale potrebbe avere effetti simili.
Pazienti con precedenti malattie renali devono essere sottoposti ad un dosaggio delle proteine urinarie (“dip-stick” sulla prima urina del mattino) prima del trattamento e poi periodicamente.
Reazioni anafilattoidi durante la desensibilizzazione: reazioni anafilattoidi ritardate e tali da costituire un rischio per la vita, sono state raramente riportate in pazienti sottoposti a desensibilizzazione con veleno di imenotteri mentre erano in trattamento con un altro ACE-inibitore.
In questi pazienti tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente l’ACE-inibitore, ma sono riapparse in caso di “rechallenge” involontario.
Pertanto, deve essere usata cautela nei pazienti in trattamento con ACE-inibitori e sottoposti a procedure di desensibilizzazione.
Reazioni anafilattoidi durante esposizione a membrane a flusso elevato per dialisi o aferesi delle lipoproteine: reazioni anafilattoidi sono state riportate in pazienti dializzati con membrane da dialisi ad alto flusso o sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità con assorbimento di destrano solfato.
In questi pazienti deve essere considerata la possibilità di usare tipi diversi di membrane da dialisi o una differente classe di farmaci.
Interventi chirurgici/anestesia: ipotensione può manifestarsi in pazienti sottoposti ad intervento di chirurgia maggiore o durante l’anestesia con agenti noti per diminuire la pressione sanguigna, in quanto captopril blocca la formazione di angiotensina II secondaria indotta dalla liberazione compensatoria di renina.
Se compare ipotensione e la si ritiene correlata al suddetto meccanismo, deve essere corretta con espansione della volemia.
Pazienti diabetici: i livelli di glicemia devono essere attentamente monitorati in pazienti diabetici precedentemente trattati con antidiabetici orali o insulina, particolarmente durante il primo mese di terapia con un ACE-inibitore.
Gli ACE inibitori ed i bloccanti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati in concomitanza in pazienti con neuropatia diabetica.
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS): esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Rischio di ipokaliemia: la combinazione di un ACE inibitore con un diuretico tiazidico non esclude il verificarsi di ipopotassiemia.
Deve essere eseguito un regolare monitoraggio della potassiemia.
Differenze etniche: come per altri ACE-inibitori, captopril è apparentemente meno efficace nel ridurre la pressione sanguigna negli individui di razza nera che nelle altre popolazioni, probabilmente per una maggior prevalenza di un basso livello di renina nella popolazione nera ipertesa.
Gravidanza: la terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Lattosio: Captopril Mylan Generics contiene lattosio.
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Sodio: Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.

Interazioni

Medicinali che aumentano il rischio di angioedema L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
Diuretici risparmiatori del potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con c Captopril Mylan Generics si può sviluppare iperkaliemia.
I diuretici risparmiatori del potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico.
Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare Captopril Mylan Generics in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametoxazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride.
L’associazione di Captopril Mylan Generics con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata.
Se è indicato l’uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico.
Ciclosporina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico. Eparina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
Farmaci diuretici (tiazidi o diuretici dell’ansa): un precedente trattamento con dosi elevate di diuretico può risultare in una deplezione del volume con rischio di ipotensione quando si inizi una terapia con captopril (vedere paragrafo 4.4).
L’effetto ipotensivo può essere ridotto sospendendo il diuretico, aumentando la volemia o l’assunzione di sale oppure iniziando la terapia con una dose ridotta di Captopril.
Tuttavia, in studi specifici con idroclorotiazide o furosemide, non sono state riscontrate interazioni clinicamente significative.
Altri farmaci antipertensivi: captopril è stato somministrato senza problemi di sicurezza come trattamento concomitante con altri agenti antipertensivi di uso comune (ad es.: beta-bloccanti e bloccanti dei canali del calcio a lunga durata d’azione).
L’uso concomitante di questi farmaci può aumentare l’effetto ipotensivo di Captopril.
Il trattamento con nitroglicerina e altri nitrati o altri vasodilatatori deve essere usato con cautela e considerando una dose più bassa.
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS): i dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
Agenti con attività sul sistema nervoso simpatico: agenti con attività sul sistema nervoso simpatico (per es.
agenti bloccanti gangliari o bloccanti del neurone adrenergico) dovranno essere usati con cautela perché possono aumentare gli effetti antiipertensivi di captopril.
Agenti alfa-bloccanti: l’uso concomitante di agenti alfa-bloccanti possono aumentare l’effetto antipertensivo di captopril e aumentare il rischio di ipotensione ortostatica.Agenti che agiscono rilasciando renina: l’effetto di captopril viene aumentato da agenti antipertensivi che agiscono rilasciando renina.
Ad esempio, i diuretici (ad es.
tiazidici) possono attivare il sistema renina-angiotensina-aldosterone.
Trattamenti dell’infarto acuto del miocardio: captopril può essere usato in concomitanza con l’acido acetilsalicilico (a dosi cardiologiche), trombolitici, beta-bloccanti e/o nitrati in pazienti con infarto del miocardio.
Litio: aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche del litio e della sua tossicità sono stati riportati durante la somministrazione contemporanea di litio e ACE-inibitori.
L’uso concomitante dei diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità del litio ed accrescere il rischio già aumentato con gli ACE-inibitori.
La combinazione di captopril con il litio non è pertanto raccomandata e deve essere eseguito un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio se l’associazione è necessaria (vedere paragrafo 4.4).
Antidepressivi triciclici/Antipsicotici: gli ACE-inibitori possono aumentare l’effetto ipotensivo di alcuni antidepressivi triciclici ed antipsicotici (vedere paragrafo 4.4).
Può comparire ipotensione posturale.
Allopurinolo, procainamide, agenti citostatici o immunosoppressivi: la somministrazione concomitante con gli ACE-inibitori può portare ad un aumentato rischio di leucopenia, specialmente quando questi ultimi sono usati a dosi più elevate di quelle comunemente raccomandate.
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): La somministrazione cronica di antinfiammatori non steroidei (cioè inibitori selettivi della COX-2, acido acetilsalicilico (> 3g/die) e FANS non selettivi) con ACE-inibitori può ridurre l’effetto antiipertensivo di un ACE-inibitore.
È stato riportato che i prodotti medicinali antinfiammatori non steroidei (FANS) e gli ACE-inibitori esercitano un effetto additivo sull’aumento del potassio sierico, mentre la funzione renale può diminuire.
Questi effetti sono, in linea di principio, reversibili.
L’uso concomitante di ACE-inibitori e FANS può portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzionalità renale, includendo raramente la possibilità di insufficienza renale acuta, specialmente in pazienti con scarsa funzionalità renale preesistente, come i pazienti anziani o disidratati.
La somministrazione concomitante deve essere fatta con cautela, specialmente nei pazienti anziani.
I pazienti devono essere sufficientemente idratati e si deve prestare attenzione al monitoraggio della funzionalità renale subito dopo l’inizio della terapia concomitante e successivamente periodicamente.
È stato anche riportato che l’indometacina può ridurre gli effetti antipertensivi del captopril, specialmente in casi di ipertensione da bassa renina.
Simpaticomimetici: possono ridurre l’effetto antipertensivo degli ACE-inibitori; i pazienti devono essere attentamente monitorati.
Antidiabetici: studi farmacologici hanno mostrato che gli ACE-inibitori, incluso il captopril, possono potenziare gli effetti riducenti sul glucosio ematico dell’insulina e degli antidiabetici orali come le sulfaniluree in soggetti diabetici.
Se compare questa interazione molto rara, può essere necessario ridurre la dose dell’antidiabetico durante il trattamento simultaneo con ACE-inibitori.
Esami di laboratorio Captopril può causare falsi-positivi nel test per l’acetone nelle urine.

Effetti indesiderati

La frequenza è definita utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (≥ 1/1.000, <1/100), raro (≥ 1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Effetti indesiderati riportati con captopril e/o altri ACE-inibitori comprendono: Patologie del sistema emolinfopoietico: molto raro: neutropenia/agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), pancitopenia particolarmente in pazienti con disfunzione renale (vedere paragrafo 4.4), anemia (inclusa anemia aplastica ed emolitica), trombocitopenia, linfoadenopatia, eosinofilia, malattia auto-immune.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione: comune: anoressia molto raro: iperkaliemia, ipoglicemia (vedere paragrafo 4.4).
Disturbi psichiatrici: comune: disturbi del sonno molto raro: confusione, depressione.
Patologie del sistema nervoso: comune: alterazioni del gusto, vertigine, cefalea e parestesia raro: sudorazione molto raro: accidenti cerebrovascolari, incluso ictus e sincope.Patologie dell’occhio: molto raro: visione offuscata.
Patologie cardiache: non comune: tachicardia o tachiaritmia, angina pectoris, palpitazioni molto raro: arresto cardiaco, shock cardiogeno.
Patologie vascolari: non comune: ipotensione (vedere paragrafo 4.4), sindrome di Raynaud, vampate, pallore.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: comune: tosse, tosse irritativa (non produttiva) (vedere paragrafo 4.4) e dispnea molto raro: broncospasmo, rinite, alveolite allergica/ polmonite eosinofila.
Patologie gastrointestinali: comune: nausea, vomito, irritazione gastrica, dolore addominale, diarrea, stipsi, secchezza della bocca raro: stomatiti/ulcerazioni aftose, angioedema intestinale (vedere paragrafo 4.4) molto raro: glossite, ulcera peptica, pancreatiti.
Patologie epatobiliari: molto raro: disfunzione epatica e colestasi (incluso ittero), epatite inclusi necrosi, aumento degli enzimi epatici (transaminasi e fosfatasi alcalina) e della bilirubina.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: comune: prurito con o senza arrossamento, rash, alopecia non comune: angioedema (vedere 4.4) molto raro: orticaria, sindrome di Stevens Johnson, eritema multiforme, fotosensibilità, eritroderma, reazioni pemfigoidi e dermatite esfoliativa.
Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo: molto raro: mialgia, artralgia.
Patologie renali ed urinarie: raro: disturbi della funzionalità renale inclusi insufficienza renale, poliuria, oliguria, aumentato stimolo ad urinare molto raro: sindrome nefrotica.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella: molto raro: impotenza, ginecomastia.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: non comune: dolore toracico, senso di affaticamento, malessere molto raro: febbre non nota: astenia.
Esami diagnostici: molto raro: proteinuria, aumento del potassio sierico, diminuzione del sodio sierico, aumento di azotemia, creatinina e bilirubina sieriche, diminuzione di emoglobina, dell’ematocrito, dei leucociti, dei trombociti, titolo positivo degli anticorpi antinucleari, aumento della VES.
Come con altri ACE-inibitori è stata riportata una sintomatologia complessa che può includere febbre, mialgia, artralgia, nefrite interstiziale, vasculite, rash o altre manifestazioni dermatologiche, eosinofilia e aumento della VES.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza L’uso degli ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso degli ACE inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios (probabilmente a causa della funzionalità renale fetale ridotta e associata a contrazioni delle ossa grandi, ritardo nell’ossificazione del cranio e sviluppo polmonare ipoplastico) e tossicità neonatale (insufficienza renale neonatale, ipotensione, ipoplasia dello scheletro neonatale, anuria, insufficienza renale reversibile o irreversibile, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
Sono state anche segnalate nascite premature, ritardo nell’ossificazione del cranio, ritardata crescita intrauterina e dotto arterioso).
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Recentemente nascite premature, dotto arterioso e altre malformazioni cardiache sono state riportate a seguito di esposizione limitata al primo trimestre di gravidanza.
Allattamento al seno Limitati dati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (vedere paragrafo 5.2).
Sebbene queste concentrazioni sembrano essere clinicamente irrilevanti, l’uso di Captopril in allattamento non è raccomandato per i neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non c’è abbastanza esperienza clinica.
A causa del rischio di reazioni avverse gravi, è necessario decidere se interrompere l’allattamento o il trattamento con captopril, tenendo in considerazione l’importanza del trattamento per la madre.
Nei neonati più grandi, se ritenuto necessario per la madre, Captopril può essere assunto durante l’allattamento, ma in questo caso il neonato deve essere seguito per la possibile comparsa di effetti avversi.

Conservazione

Blister, flacone in HDPE e contenitori in polipropilene.
Non conservare a temperatura superiore a 25°C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.