CANDESARTAN ID MY 28CPR32+12,5
9,13 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 16/10/2015
Candesartan Cilexetil/Idroclorotiazide è indicato per: il trattamento dell’ipertensione primaria in pazienti adulti la cui pressione arteriosa non viene controllata in modo ottimale da candesartan cilexetil o idroclorotiazide in monoterapia (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
Ogni compressa di Candesartan e Idroclorotiazide Mylan 32 mg/12,5 mg contiene 32 mg di candesartan cilexetil e 12,5 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetto noto Ogni compressa contiene 218.37 mg di lattosio monoidrato. [Per 32 mg/12,5 mg] Ogni compressa di Candesartan e Idroclorotiazide Mylan 32 mg/25 mg contiene 32 mg di candesartan cilexetil e 25 mg di idroclorotiazide. Eccipiente con effetto noto Ogni compressa contiene 205,87 mg di lattosio monoidrato. [Per 32 mg/25 mg] Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 o ai medicinali derivati dalle sulfonamidi.
L’idroclorotiazide è un medicinale derivato dalle sulfonamidi.
• Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4.
e 4.6).
• Grave danno renale (clearance della creatinina <30 ml/min/1,73 m² BSA).
• Grave compromissione epatica e/o colestasi.
• Ipopotassiemia e ipercalcemia refrattarie.
• Gotta.
• L’uso concomitante di Candesartan e Idroclorotiazide Mylan e prodotti contenenti aliskiren è controindicato in pazienti con diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m² (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Posologia
- Posologia La dose raccomandata di Candesartan e Idroclorotiazide Mylan 32 mg/12.5 mg è di 1 compressa una volta al giorno.
[Per 32 mg/12,5 mg] La dose raccomandata di Candesartan e Idroclorotiazide Mylan 32 mg/25 mg è di 1 compressa una volta al giorno.
[Per 32 mg/25 mg] Si raccomanda la titolazione dei singoli componenti (candesartan cilexetil e idroclorotiazide).
Quando appropriato sotto il profilo clinico si consideri il passaggio diretto dalla monoterapia alla terapia con candesartan cilexetil/idroclorotiazide.
È raccomandata una titolazione della dose di candesartan cilexetil quando si passa dalla monoterapia con idroclorotiazide.
Candesartan e Idroclorotiazide Mylan può essere somministrato a pazienti la cui pressione arteriosa non è controllata in modo ottimale dalla monoterapia con candesartan cilexetil o idroclorotiazide o con candesartan cilexetil /idroclorotiazide a dosaggi inferiori (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).
Il massimo effetto antipertensivo si ottiene di solito entro 4 settimane dall’inizio del trattamento.
Popolazioni speciali Anziani Non è necessario alcun aggiustamento posologico negli anziani.
Pazienti con deplezione del volume intravascolare Nei pazienti a rischio di ipotensione, quali i pazienti con possibile deplezione del volume, si raccomanda una titolazione della dose di candesartan cilexetil (in questi pazienti può essere presa in considerazione una dose iniziale di candesartan cilexetil di 4 mg).
Pazienti con danno renale Nei pazienti con danno renale da lieve a moderato (clearance della creatinina 30-80 ml/min/1,73 m² di superficie corporea (BSA)) si raccomanda una titolazione della dose.
Candesartan cilexetil/idroclorotiazide è controindicato in pazienti con grave danno renale (clearance della creatinina < 30 ml/min/1,73 m² di superficie corporea (BSA) - (vedere paragrafo 4.3).
Pazienti con compromissione epatica Si raccomanda la titolazione della dose di candesartan cilexetil nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata.
Candesartan cilexetil/idroclorotiazide è controindicato nei pazienti con grave compromissione epatica e/o con colestasi (vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di candesartan cilexetil/idroclorotiazide nei bambini appena nati e fino ai 18 anni di età non sono state stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
Modo di somministrazione Uso orale.
Candesartan e Idroclorotiazide Mylan può essere assunto con o senza cibo.
La biodisponibilità del candesartan non viene influenzata dal cibo.
Non c’è alcuna interazione clinicamente significativa tra l’idroclorotiazide e il cibo. Avvertenze e precauzioni
- Tossicità respiratoria acuta Dopo l’assunzione di idroclorotiazide sono stati segnalati casi severi molto rari di tossicità respiratoria acuta, compresa la sindrome da distress respiratorio acuto (acute distress respiratory syndrome, ARDS).
L’edema polmonare si sviluppa generalmente entro pochi minuti od ore dall’assunzione di idroclorotiazide.
All’esordio i sintomi comprendono dispnea, febbre, deterioramento polmonare e ipotensione.
Se si sospetta la diagnosi di ARDS, Candesartan e Idroclorotiazide Mylan e deve essere interrotto e deve essere somministrato un trattamento appropriato.
Non deve essere somministrato idroclorotiazide a pazienti che in precedenza hanno manifestato ARDS in seguito all’assunzione di idroclorotiazide.
Cancro della pelle non melanoma In due studi epidemiologici basati sui dati del Registro nazionale dei tumori danese è stato osservato un aumento del rischio di cancro della pelle non-melanoma (NMSC) [carcinoma basocellulare (BCC) e carcinoma a cellule squamose (SCC)] associato all'aumento cumulativo della dose di idroclorotiazide (HCTZ) assunta.
L’effetto fotosensibilizzante dell’HCTZ potrebbe rappresentare un possibile meccanismo dell’NMSC.
I pazienti che assumono HCTZ devono essere informati del rischio di NMSC e consigliati di sottoporre a controllo regolare la cute per verificare la presenza di nuove lesioni e segnalare immediatamente eventuali lesioni cutanee sospette.
Al fine di minimizzare il rischio di cancro cutaneo, occorre consigliare ai pazienti l’adozione di possibili misure preventive quali l’esposizione limitata alla luce solare e ai raggi UV e, in caso di esposizione, una protezione adeguata.
Eventuali lesioni cutanee sospette devono essere esaminate immediatamente, possibilmente con l’ausilio di esami istologici su biopsie.
Può essere inoltre necessario riconsiderare l’utilizzo di HCTZ nei pazienti che hanno manifestato NMSC in precedenza (vedere anche paragrafo 4.8).
Danno renale Come con altri agenti che inibiscono il sistema renina-angiotensina-aldosterone, è possibile prevedere modifiche della funzione renale in pazienti suscettibili trattati con candesartan cilexetil/idroclorotiazide (vedere paragrafo 4.3).
Trapianto di rene L’esperienza clinica riguardo l’uso di candesartan cilexetil/idroclorotiazide in pazienti che sono stati sottoposti a trapianto renale è limitata.
Stenosi dell’arteria renale Medicinali che agiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, inclusi gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), possono aumentare l’urea ematica e la creatinina sierica in pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale in presenza di rene unico.
Deplezione del volume intravascolare In pazienti con deplezione del volume intravascolare e/o di sodio può verificarsi ipotensione sintomatica, come descritto per altri agenti che agiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone.
Pertanto, l’uso di Candesartan e Idroclorotiazide Mylan non è raccomandato fino a quando questa condizione non sia stata corretta.
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Anestesia e intervento chirurgico Durante l’anestesia e gli interventi chirurgici, in pazienti trattati con antagonisti del recettore dell’Angiotensina II, può verificarsi ipotensione dovuta al blocco del sistema renina-angiotensina.
Molto raramente l’ipotensione può essere così grave da giustificare l’impiego di liquidi per via endovenosa e/o sostanze vasopressorie.
Compromissione epatica I tiazidici devono essere usati con prudenza in pazienti con funzionalità epatica ridotta o malattia epatica progressiva, poiché minime alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono causare coma epatico.
Non esiste esperienza clinica con candesartan cilexetil/idroclorotiazide in pazienti con compromissione epatica.
Stenosi delle valvole aortica e mitrale (cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva) Come con altri vasodilatatori, si raccomanda particolare cautela in pazienti con stenosi aortica o mitralica emodinamicamente rilevante, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
Iperaldosteronismo primario I pazienti affetti da iperaldosteronismo primario generalmente non rispondono a farmaci ipotensivi che agiscono tramite inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone.
Pertanto, l’uso di candesartan cilexetil/idroclorotiazide non è raccomandato in questa popolazione.
Squilibrio elettrolitico Si deve effettuare ad intervalli appropriati il controllo periodico degli elettroliti sierici.
I tiazidici, incluso l’idroclorotiazide, possono provocare squilibrio idrico o elettrolitico (ipercalcemia, ipopotassiemia, iposodiemia, ipomagnesiemia e alcalosi ipocloremica).
I diuretici tiazidici possono diminuire l’escrezione urinaria di calcio e provocare un incremento leggero e intermittente di calcio sierico.
Un’ipercalcemia marcata può essere un segno di iperparatiroidismo latente.
I tiazidici devono essere sospesi prima di eseguire i test per la funzionalità paratiroidea.
L’idroclorotiazide aumenta in maniera dose-dipendente l’escrezione urinaria di potassio che può indurre ipopotassiemia.
Questo effetto dell’idroclorotiazide sembra meno evidente quando viene associato a candesartan cilexetil.
Il rischio di ipopotassiemia può essere aumentato nei pazienti con cirrosi epatica, nei pazienti con diuresi veloce, nei pazienti con assunzione inadeguata di elettroliti per via orale e nei pazienti in terapia concomitante con corticosteroidi od ormone adrenocorticotropo (ACTH).
Il trattamento con candesartan cilexetil può causare iperpotassiemia, specialmente in presenza di insufficienza cardiaca e/o danno renale.
L’uso concomitante di candesartan cilexetil/idroclorotiazide con ACE inibitori, aliskieren diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio, sostituti salini contenenti potassio o altri farmaci che possono aumentare i livelli sierici di potassio (per es.
eparina sodica, co-trimoxazolo anche noto come trimetoprim/sulfametoxazolo) può portare ad aumenti del potassio sierico.
I livelli di potassio devono essere monitorati nel modo appropriato.
I tiazidici hanno dimostrato di aumentare l’escrezione urinaria di magnesio, che può determinare ipomagnesiemia.
Effetti metabolici ed endocrini Il trattamento con un diuretico tiazidico può ridurre la tolleranza al glucosio.
Può essere richiesto l’aggiustamento del dosaggio dei medicinali antidiabetici, inclusa l’insulina.
Un diabete mellito latente può diventare manifesto durante la terapia con tiazidici.
Aumenti nei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati alla terapia diuretica a base di tiazidici.
Alle dosi contenute in questo medicinale (32 mg/12,5 mg, 32 mg/25 mg) sono stati riportati solo effetti minimi.
I diuretici tiazidici aumentano la concentrazione sierica di acido urico e possono causare gotta in pazienti predisposti.
Fotosensibilità Casi di reazioni da fotosensibilizzazione sono stati segnalati con l’uso di diuretici tiazidici (vedere paragrafo 4.8).
Nel caso si manifesti una reazione di fotosensibilità si raccomanda di interrompere il trattamento.
Qualora sia necessario riprendere il trattamento, si raccomanda di proteggere le parti del corpo esposte alla luce del sole o ai raggi UVA artificiali.ASPETTI GENERALI In pazienti il cui tono vascolare e la funzione renale dipendono in modo predominante dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (per es.
pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia o con malattia renale di base, compresa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con altri medicinali che agiscono su questo sistema, compresi gli AIIRA, è stato associato ad ipotensione acuta, azotemia, oliguria o, raramente, ad insufficienza renale acuta.
Come con altri agenti antipertensivi, l’eccessiva diminuzione della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cerebrovascolare aterosclerotica può comportare l’insorgenza di infarto miocardico o di ictus.
Reazioni di ipersensibilità all’idroclorotiazide possono verificarsi in pazienti con o senza precedente storia di allergie o asma bronchiale, ma sono più probabili nei primi.
Con l’uso dei diuretici tiazidici è stata segnalata esacerbazione o attivazione del lupus eritematoso sistemico.
L’effetto antiipertensivo di candesartan cilexetil/idroclorotiazide può essere potenziato da altri antiipertensivi.Gravidanza La terapia con AIIRA non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Le pazienti che stanno pianificando una gravidanza devono passare ad un trattamento antiipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedi paragrafi 4.3 e 4.6).
Effusione coroidale, miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso secondario I farmaci sulfamidici o derivati da sulfamidici possono causare una reazione idiosincrasica che determina effusione coroidale con difetti del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso.
I sintomi includono l’insorgenza acuta di ridotta acuità visiva o dolore oculare e tipicamente si verificano entro poche ore o settimane dall’inizio del trattamento.
Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare alla perdita permanente della vista.
Il trattamento principale è interrompere l’assunzione del farmaco il più rapidamente possibile.
Potrebbe essere necessario prendere in considerazione tempestivi trattamenti medici o chirurgici se la pressione intraoculare rimane incontrollata.
I fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere una storia di allergia alla sulfonamide o alla penicillina.
Eccipienti Questo medicinale contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale. Interazioni
- I composti che sono stati sperimentati negli studi di farmacocinetica clinica includono warfarin, digossina, contraccettivi orali (ad es.
etinilestradiolo/levonorgestrel), glibenclamide e nifedipina.
In questi studi non sono state identificate interazioni farmacocinetiche clinicamente rilevanti.
L’effetto potassio-depletore dell’idroclorotiazide potrebbe essere potenziato da altri farmaci associati a perdita di potassio ed ipopotassiemia (per es.: altri diuretici kaliuretici, lassativi, amfotericina, carbenoxolone, penicillina sodica G, derivati dell’acido salicilico, steroidi, ACTH).
L’uso concomitante di candesartan cilexetil/idroclorotiazide e diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio o sostituti salini contenenti potassio o altri medicinali che possono innalzare i livelli sierici di potassio (per es.
eparina sodica, co-trimoxazolo anche noto come trimetoprim/sulfametoxazolo) può portare ad aumenti della potassiemia.
Il monitoraggio della potassiemia deve essere effettuato in maniera appropriata (vedere paragrafo 4.4).
Ipopotassiemia e ipomagnesiemia indotte da diuretici predispongono ai potenziali effetti cardiotossici dei glicosidi digitalici e degli antiaritmici.
Si raccomanda un controllo periodico dei livelli di potassio sierico quando candesartan cilexetil/idroclorotiazide viene somministrato con tali farmaci e con i seguenti medicinali che possono indurre torsioni di punta: • Farmaci antiaritmici di classe Ia (ad es.
chinidina, idrochinidina, disopiramide) • Farmaci antiaritmici di classe III (ad es.
amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide) • Alcuni antipsicotici (per es.
tioridazina, clorpromazina, levomepromazina, trifluoperazina, ciamemazina, sulpiride, sultopride, amisulpride, tiapride, pimozide, aloperidolo, droperidolo) • Altri (per es.
bepridil, cisapride, difemanile, eritromicina e.v., alofantrina, ketanserina, mizolastina, pentamidina, sparfloxacina, terfenadina, vincamina e.v.) Sono stati riportati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicità durante la somministrazione concomitante di litio ed inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) o idroclorotiazide.
Un effetto simile è stato riportato anche con gli AIIRA.
Non è raccomandato l’uso di candesartan ed idroclorotiazide con il litio.
In caso di reale necessità della combinazione, si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio.
Quando gli AIIRA vengono somministrati contemporaneamente a medicinali antinfiammatori non steroidei (FANS) (ad es.
inibitori selettivi della COX-2, acido acetilsalicilico (>3 g/die) e FANS non selettivi) può verificarsi un’attenuazione dell’effetto antiipertensivo.
Come con gli ACE-inibitori, l’uso concomitante di antagonisti dei recettori dell’Angiotensina II e FANS può determinare un aumento del rischio di peggioramento della funzione renale, includendo una possibile insufficienza renale acuta, ed un aumento del potassio sierico, soprattutto nei pazienti con precedente scarsa funzionalità renale.
L’associazione deve essere somministrata con cautela, soprattutto nelle persone anziane.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e si deve prendere in considerazione il monitoraggio della funzione renale dopo l’inizio della terapia concomitante ed in seguito periodicamente.
L’effetto diuretico, natriuretico ed antipertensivo dell’idroclorotiazide è attenuato dai farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).
I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone- (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).
L’assorbimento di idroclorotiazide è ridotto da colestipolo o colestiramina.
L’effetto dei rilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti (per es.
tubocurarina) può essere potenziato dall’idroclorotiazide.
I diuretici tiazidici possono aumentare i livelli sierici di calcio a causa della ridotta escrezione.
Se devono essere prescritti supplementi di calcio o vitamina D, i livelli sierici di calcio devono essere monitorati ed il dosaggio adeguato di conseguenza.
L’effetto iperglicemico dei beta-bloccanti e del diazossido può essere incrementato dai tiazidi.
Gli agenti anticolinergici (es.
atropina, biperiden) possono aumentare la biodisponibilità dei diuretici di tipo tiazidico riducendo la motilità gastrointestinale e la velocità di svuotamento dello stomaco.
I tiazidici possono aumentare il rischio di effetti avversi causati dall’amantadina.
I tiazidici possono ridurre l’escrezione renale dei medicinali citotossici (ad es.
ciclofosfamide, metotressato) e potenziare i loro effetti mielosoppressivi.
L’ipotensione posturale può aggravarsi con l’assunzione simultanea di alcool, barbiturici o anestetici.
Il trattamento con un diuretico tiazidico può ridurre la tolleranza al glucosio.
Può essere richiesto un adeguamento posologico dei farmaci antidiabetici, inclusa l’insulina.
La metformina deve essere usata con cautela a causa del rischio di acidosi lattica indotta dalla possibile insufficienza renale secondaria all’uso dell’idroclorotiazide.
L’idroclorotiazide può causare una diminuzione della risposta arteriosa alle ammine pressorie (ad es.
adrenalina), ma non tale da abolirne l’effetto pressorio.
L’idroclorotiazide può aumentare il rischio di insufficienza renale acuta, specialmente con alte dosi di mezzi di contrasto iodati.
Il trattamento concomitante con ciclosporina può aumentare il rischio di iperuricemia e di complicazioni di tipo gottoso.Il trattamento concomitante con baclofene, amifostina, antidepressivi triciclici o neurolettici può portare ad un potenziamento dell’effetto antiipertensivo ed indurre ipotensione. Effetti indesiderati
- Negli studi clinici controllati con candesartan cilexetil/idroclorotiazide le reazioni avverse sono state lievi e transitorie.
La sospensione del trattamento dovuta ad eventi avversi è stata simile con candesartan cilexetil/idroclorotiazide (2.3-3.3%) e placebo (2.7-4.3%).
Negli studi clinici con candesartan cilexetil/idroclorotiazide le reazioni avverse sono state limitate agli eventi già osservati precedentemente con candesartan cilexetil e/o idroclorotiazide.
La tabella sottostante presenta le reazioni avverse con candesartan cilexetil da studi clinici e dall’esperienza post-marketing.
Da un’analisi complessiva dei dati ottenuti da studi clinici su pazienti ipertesi, le reazioni avverse con candesartan cilexetil sono state definite sulla base dell’incidenza di eventi avversi con candesartan cilexetil almeno dell’1% più alta rispetto all’incidenza osservata con placebo: Le frequenze usate nelle tabelle in tutto il paragrafo 4.8 sono: molto comune (≥ 1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (< 1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili):
La tabella sottostante presenta le reazioni avverse con idroclorotiazide in monoterapia generalmente alla dose di 25 mg o superiore:Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetto indesiderato Infezioni ed infestazioni Comune Infezione delle vie respiratorie Patologie del sistema emolinfopoietico Molto raro Leucopenia, neutropenia e agranulocitosi Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto raro Iperpotassiemia, iposodiema Patologie del sistema nervoso Comune Capogiri/vertigini, cefalea Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto raro Tosse Patologie gastrointestinali Molto raro Nausea Non nota Diarrea Patologie epatobiliari Molto raro Aumento degli enzimi epatici, funzione epatica anormale o epatite Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto raro Angioedema, eruzione cutanea, orticaria, prurito Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Molto raro Dolore dorsale, artralgia, mialgia Patologie renali ed urinarie Molto raro Danno renale inclusa insufficienza renale in pazienti suscettibili (vedi paragrafo 4.4)
Descrizione di reazioni avverse selezionate Cancro cutaneo non melanoma: sulla base dei dati disponibili provenienti da studi epidemiologici, è stata osservata un’associazione tra HCTZ e NMSC, correlata alla dose cumulativa assunta (vedere anche i paragrafi 4.4 e 5.1).Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetto indesiderato Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Non nota Cancro cutaneo non melanoma (carcinoma basocellulare e carcinoma a cellule squamose) Patologie del sistema emolinfopoietico Raro Leucopenia, neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica, depressione midollare, anemia emolitica Disturbi del sistema immunitario Raro Reazioni anafilattiche Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comune Iperglicemia, iperuricemia, squilibrio elettrolitico (inclusa iposodiemia e ipopotassiemia) Disturbi psichiatrici Raro Disturbi del sonno, depressione, irrequietezza Patologie del sistema nervoso Comune Sensazione di testa leggera, vertigini Raro Parestesia Patologie dell’occhio Raro Visione offuscata transitoria Non nota Effusione coroidale, miopia acuta, glaucoma acuto ad angolo chiuso Patologie cardiache Raro Aritmie cardiache Patologie vascolari Non comune Ipotensione posturale Raro Angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Raro Distress respiratorio (inclusi polmonite ed edema polmonare) Molto raro Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) (vedere paragrafo 4.4) Patologie gastrointestinali Non comune Anoressia, perdita dell’appetito, irritazione gastrica, diarrea, stipsi Raro Pancreatite Patologie epatobiliari Raro Ittero (ittero colestatico intraepatico) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune Eruzione cutanea, orticaria, reazioni di fotosensibilità Raro Necrolisi epidermale tossica Non nota Lupus eritematoso sistemico Lupus eritematoso cutaneo Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Raro Spasmi muscolari Patologie renali ed urinarie Comune Glicosuria Raro Disfunzione renale e nefrite interstiziale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Debolezza Raro Febbre Esami diagnostici Comune Aumento dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi Raro Aumenti dell’azoto ureico e della creatinina sierica
Segnalazione di reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Antagonisti dei recettori dell’angiotensina II (AIIRA): L’uso degli AIIRAs non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso degli AIIRAs è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità in seguito all’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio.
Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con gli AIIRA, simili rischi possono esistere anche per questa classe di medicinali.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antiipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce fetotossicità nell’uomo (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (vedere anche paragrafo 5.3).
Nel caso in cui si sia verificata un’esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri hanno assunto AIIRA devono essere attentamente monitorati per ipotensione (vedi anche paragrafi 4.3 e 4.4).
Idroclorotiazide: Esiste una limitata esperienza sull’uso di idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente nel corso del primo trimestre.
Gli studi sugli animali sono insufficienti.
L’idroclorotiazide attraversa la placenta.
In base al meccanismo d’azione farmacologico dell’idroclorotiazide, il suo uso durante il secondo e il terzo trimestre potrebbe compromettere la perfusione feto-placentare e causare effetti sul feto e sul neonato, quali ittero, disordini dell’equilibrio degli elettroliti e trombocitopenia.
L’idroclorotiazide non deve essere utilizzata per trattare l’edema gestazionale, l’ipertensione gestazionale o la pre-eclampsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare, senza alcun effetto benefico sul decorso della malattia.
L’idroclorotiazide non deve essere usata per trattare l’ipertensione essenziale in donne gravide, salvo nelle rare situazioni in cui nessun altro trattamento possa essere usato.
Allattamento Antagonisti dei recettori dell’angiotensina II (AIIRA): Poiché non sono disponibili informazioni riguardo l’uso di candesartan cilexetil durante l’allattamento, non se ne raccomanda l’uso e sono preferibili trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza, soprattutto se si stanno allattando neonati o prematuri.
Idroclorotiazide: L’idroclorotiazide è escreta nel latte materno umano in piccole quantità.
I tiazidici, causando intensa diuresi ad alte dosi, possono inibire la produzione di latte.
L’uso dell’idroclorotiazide durante l’allattamento al seno non è raccomandato. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.
Blister: Conservare nella confezione originale.
Flacone: Tenere il contenitore ermeticamente chiuso.
Non rimuovere l’essiccante contenuto nel flacone.
Cerca farmaci per nome:
La fonte dei dati utilizzati e pubblicati è Banche Dati Farmadati Italia. Farmadati Italia garantisce il massimo impegno affinché la Banca dati e gli Aggiornamenti relativi a farmaci, parafarmaci, prodotti omeopatici e principi attivi siano precisi, puntuali e costantemente aggiornati. Questo materiale è fornito solo a scopo didattico e non è inteso per consulenza medica, diagnosi o trattamento e non deve in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o ad un consulto medico. Farmadati Italia e SilhouetteDonna.it non si assumono responsabilità sull’utilizzo dei dati. E’ doveroso contattare il proprio medico e/o uno specialista per la prescrizione e assunzione di farmaci. L’ultimo aggiornamento dei dati e la messa online del database da parte di Silhouette Donna è stato effettuato in data 25/11/2024.
Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.