BRAFTOVI 28CPS 50MG

3.854,03 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: ENCORAFENIB
  • ATC: L01EC03
  • Descrizione tipo ricetta: RNRL - LIMITATIVA NON RIPETIB.
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 10/04/2020

Melanoma Encorafenib in associazione a binimetinib è indicato per il trattamento di pazienti adulti con melanoma inoperabile o metastatico positivo alla mutazione BRAF V600. Carcinoma del colon retto (CRC) Encorafenib in associazione a cetuximab è indicato per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma metastatico del colon retto positivo alla mutazione BRAF V600E, che hanno ricevuto precedente terapia sistemica. Carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) Encorafenib in associazione a binimetinib è indicato per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato positivo alla mutazione BRAF V600E.
Braftovi 50 mg capsule rigide Ogni capsula rigida contiene 50 mg di encorafenib. Braftovi 75 mg capsule rigide Ogni capsula rigida contiene 75 mg di encorafenib. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1.

Posologia

Il trattamento con encorafenib deve essere iniziato e supervisionato da un medico esperto nella somministrazione di medicinali antitumorali, che ha la responsabilità del trattamento.
Test di mutazione BRAF Prima di assumere encorafenib, i pazienti devono ricevere la conferma di avere la mutazione BRAF V600E valutata tramite un dispositivo medico diagnostico in vitro (IVD) con marchio CE con corrispondente destinazione d’uso.
Se l'IVD con marchio CE non è disponibile, si deve utilizzare un test alternativo validato.
L’efficacia e la sicurezza di encorafenib sono state stabilite solo in pazienti con melanoma che esprime mutazioni BRAF V600E e V600K o con carcinoma del colon retto che esprime la mutazione BRAF V600E o con NSCLC che esprime la mutazione BRAF V600E.
Encorafenib non deve essere usato in pazienti con melanoma maligno o con carcinoma del colon retto o con NSCLC wild type per la mutazione di BRAF.
Posologia Melanoma e NSCLC La dose raccomandata di encorafenib è 450 mg (sei capsule da 75 mg) una volta al giorno, quando usato in associazione a binimetinib.
Carcinoma del colon retto La dose raccomandata di encorafenib è 300 mg (quattro capsule da 75 mg) una volta al giorno, quando usato in associazione a cetuximab.
Modifica della dose Melanoma e NSCLC La gestione delle reazioni avverse può richiedere la riduzione della dose, l’interruzione temporanea o l’interruzione definitiva del trattamento con encorafenib (vedere Tabelle 1, 3 e 4).
Per informazioni sulla posologia e le modifiche della dose raccomandate per binimetinib, vedere paragrafo 4.2 del Riassunto delle Caratteristiche del prodotto (RCP) di binimetinib.
Le raccomandazioni sulla riduzione della dose per encorafenib sono presentate nella Tabella 1.
Tabella 1: Modifiche raccomandate della dose di encorafenib quando usato in associazione a binimetinib per le indicazioni terapeutiche “melanoma” e “NSCLC”
Livello di dose Dose di encorafenib quando usato in associazione a binimetinib
Dose iniziale Sei capsule da 75 mg (450 mg) una volta al giorno
Prima riduzione della dose Quattro capsule da 75 mg (300 mg) una volta al giorno
Seconda riduzione della dose Tre capsule da 75 mg (225 mg) una volta al giorno
Modifica successiva Per l’indicazione melanoma: Ci sono dati limitati per la riduzione della dose a 100 mg una volta al giorno.
Encorafenib deve essere interrotto definitivamente se il paziente non è in grado di tollerare 100 mg (due capsule da 50 mg) una volta al giorno.
Per l’indicazione NSCLC: Encorafenib deve essere interrotto definitivamente se il paziente non è in grado di tollerare 225 mg (tre capsule da 75 mg) una volta al giorno.
Non è raccomandata la somministrazione di encorafenib alla dose di 450 mg una volta al giorno come agente singolo.
Se binimetinib è temporaneamente interrotto, encorafenib deve essere ridotto a 300 mg una volta al giorno durante il periodo di interruzione della dose di binimetinib (vedere paragrafo 4.2 del RCP di binimetinib) poiché encorafenib non è ben tollerato alla dose di 450 mg come agente singolo.
Se binimetinib viene interrotto definitivamente, encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
Se encorafenib è temporaneamente interrotto (vedere le Tabelle 3 e 4), binimetinib deve essere temporaneamente interrotto.
Se encorafenib è interrotto definitivamente, anche binimetinib deve essere interrotto definitivamente.
Se si verificano tossicità correlate al trattamento, allora encorafenib e binimetinib devono essere ridotti nella dose, interrotti temporaneamente o interrotti definitivamente.
Le modifiche della dose necessarie per il solo binimetinib (reazioni avverse principalmente correlate al binimetinib) sono le seguenti: distacco dell’epitelio pigmentato della retina (RPED, retinal pigment epithelial detachment), occlusione della vena retinica (RVO, retinal vein occlusion), malattia polmonare interstiziale/polmonite, disfunzione cardiaca, creatinfosfochinasi (CPK) aumentata e rabdomiolisi e tromboembolia venosa (VTE, venous thromboembolism).
Se si verifica una di queste tossicità, vedere paragrafo 4.2 del RCP di binimetinib per le istruzioni sulla modifica della dose di binimetinib.
Carcinoma del colon retto La gestione delle reazioni avverse può richiedere la riduzione della dose, l’interruzione temporanea o l’interruzione definitiva del trattamento con encorafenib (vedere Tabelle 2, 3 e 4).
Per informazioni sulla posologia e le modifiche della dose raccomandate per cetuximab, vedere paragrafo 4.2 del RCP di cetuximab.
Le raccomandazioni sulla riduzione della dose per encorafenib sono presentate nella Tabella 2.
Tabella 2: Modifiche raccomandate della dose di encorafenib quando usato in associazione a cetuximab per l’indicazione CRC
Livello di dose Dose di encorafenib quando usato in associazione a cetuximab
Dose iniziale Quattro capsule da 75 mg (300 mg) una volta al giorno
Prima riduzione della dose Tre capsule da 75 mg (225 mg) una volta al giorno
Seconda riduzione della dose Due capsule da 75 mg (150 mg) una volta al giorno
Se encorafenib è interrotto definitivamente, cetuximab deve essere interrotto definitivamente.
Se cetuximab è interrotto definitivamente, encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
Melanoma, carcinoma del colon retto e NSCLC Modifiche della dose in caso di reazioni avverse sono fornite di seguito e nelle Tabelle 3 e 4.
Per nuovi tumori maligni cutanei primari: non sono necessarie modifiche della dose di encorafenib.
Per nuovi tumori maligni non cutanei primari positivi alla mutazione RAS: deve essere considerato di interrompere encorafenib definitivamente.
Tabella 3: Modifiche raccomandate della dose di encorafenib quando usato in associazione a binimetinib o con cetuximab per reazioni avverse selezionate
Severità della reazione avversaa Encorafenib
Reazioni cutanee
• Grado 2 Encorafenib deve essere continuato.
Se l’eruzione cutanea trattata peggiora o non migliora entro 2 settimane, encorafenib deve essere interrotto temporaneamente fino a raggiungimento del Grado 0 o 1 e poi ripreso alla stessa dose.
• Grado 3 Encorafenib deve essere interrotto temporaneamente fino a raggiungimento del Grado 0 o 1 e poi ripreso alla stessa dose in caso di primo episodio o ripreso a dose ridotta se il Grado 3 è ricorrente.
• Grado 4 Encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare (PPES, palmar-plantar erythrodysaesthesia syndrome)
• Grado 2 Encorafenib deve essere continuato e devono essere predisposte misure di supporto come la terapia topica.
Se non si osserva miglioramento entro 2 settimane nonostante la terapia di supporto, encorafenib deve essere interrotto temporaneamente fino a raggiungimento del Grado 0 o 1 e il trattamento deve essere ripreso alla stessa dose o a dose ridotta.
• Grado 3 Encorafenib deve essere interrotto temporaneamente e devono essere predisposte misure di supporto come la terapia topica e il paziente deve essere rivaluto settimanalmente.
Encorafenib deve essere ripreso alla stessa dose o a dose ridotta a raggiungimento del Grado 0 o 1.
Uveite compresa irite e iridociclite
• Grado 1-3 Se l’uveite di Grado 1 o 2 non risponde a terapia oculare specifica (ad es.
topica) o in caso di uveite di Grado 3, encorafenib deve essere interrotto temporaneamente e il monitoraggio oftalmico deve essere ripetuto entro 2 settimane.
Se l’uveite è di Grado 1 e migliora fino a Grado 0, allora il trattamento deve essere ripreso alla stessa dose.
Se l’uveite è di Grado 2 o 3 e migliora fino a Grado 0 o 1, allora il trattamento deve essere ripreso a dose ridotta.
Se non migliora entro 6 settimane, il monitoraggio oftalmico deve essere ripetuto ed encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
• Grado 4 Encorafenib deve essere interrotto definitivamente e deve essere eseguito un follow-up con un monitoraggio oftalmologico.
Prolungamento del QT
• QTcF> 500 ms e variazione ≤ 60 ms rispetto al valore pretrattamento Encorafenib deve essere sospeso temporaneamente (vedere paragrafo 4.4 per il monitoraggio).
Encorafenib deve essere ripreso a dose ridotta quando QTcF ≤ 500 ms.
Encorafenib deve essere interrotto definitivamente in caso di più di una ricorrenza.
• QTcF> 500 ms e aumento di > 60 ms rispetto ai valori pre-trattamento Encorafenib deve essere interrotto definitivamente (vedere paragrafo 4.4 per il monitoraggio).
Alterazioni degli esami di laboratorio epatici
• Grado 2 [(aspartato aminotransferasi AST) o alanina aminotransferasi ALT) > 3 volte ≤ 5 volte il limite superiore dei valori normali (ULN, upper limit of normal)] Encorafenib deve essere continuato.
In assenza di miglioramento entro 4 settimane, encorafenib deve essere interrotto temporaneamente fino a miglioramento al Grado 0 o 1 o a livelli pre-trattamento/basali e poi ripreso alla stessa dose.
• Primo episodio di Grado 3 (AST o ALT > 5 volte il ULN e bilirubina ematica > 2 volte il ULN) Encorafenib deve essere interrotto temporaneamente fino a 4 settimane.
• Se migliorato al Grado 0 o 1 o ai livelli basali, deve essere ripreso a dose ridotta.
• Se non migliorato, encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
• Primo episodio di Grado 4 (AST o ALT> 20 volte il ULN) Encorafenib deve essere interrotto temporaneamente fino a 4 settimane
• Se migliorato al Grado 0 o 1 o al livello basale, allora deve essere ripreso a dose ridotta.
• Se non migliorato, encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
Oppure, encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
• Grado 3 ricorrente (AST o ALT> 5 volte il ULN e bilirubina ematica > 2 volte il ULN) Si deve considerare l’ipotesi di interrompere definitivamente encorafenib.
• Grado 4 ricorrente (AST o ALT> 20 il ULN) Encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
a Criteri comuni di terminologia per gli eventi avversi (NCI CTCAE) versione 4.03 del National Cancer Institute Tabella 4: Modifiche raccomandate della dose di encorafenib quando usato in associazione a binimetinib o a cetuximab per altre reazioni avverse
Severità della reazione avversa Encorafenib
• Reazioni avverse ricorrenti o inaccettabili di Grado 2 • Primo episodio di reazioni avverse di Grado 3 Encorafenib deve essere interrotto temporaneamente fino a 4 settimane
• Se migliorato al Grado 0 o 1 o ai livelli basali, deve essere ripreso a dose ridotta.
• Se non migliorato, encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
• Primo episodio di una qualsiasi reazione avversa di Grado 4 Encorafenib deve essere interrotto temporaneamente fino a 4 settimane
• Se migliorato al Grado 0 o 1 o ai livelli basali, deve essere ripreso a dosaggio ridotto.
• Se non migliorato, encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
Oppure, encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
• Reazioni avverse ricorrenti di Grado 3 Si deve considerare l’ipotesi di interrompere definitivamente encorafenib.
• Reazioni avverse ricorrenti di Grado 4 Encorafenib deve essere interrotto definitivamente.
Durata del trattamento Il trattamento deve essere continuato fino a quando il paziente non ne trae più beneficio o fino allo sviluppo di una tossicità inaccettabile.
Dosi dimenticate Se una dose di encorafenib viene dimenticata, non deve essere assunta se mancano meno di 12 ore alla dose successiva prevista.
Vomito In caso di vomito dopo la somministrazione di encorafenib, il paziente non deve assumere un’altra dose e deve assumere la dose successiva programmata.
Popolazioni speciali Pazienti anziani Non è richiesto alcun adattamento della dose per i pazienti di età pari o superiore a 65 anni (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione epatica I pazienti con compromissione epatica da lieve a severa possono avere una maggiore esposizione a encorafenib (vedere paragrafo 5.2).
La somministrazione di encorafenib deve essere eseguita con cautela alla dose di 300 mg una volta al giorno in pazienti con compromissione epatica lieve (classe A secondo la classificazione Child-Pugh).
Non possono essere fornite raccomandazioni sul dosaggio in pazienti con compromissione epatica moderata (classe B secondo la classificazione Child-Pugh) o severa (classe C secondo la classificazione Child-Pugh).
Compromissione renale Non è richiesto alcun adattamento della dose per i pazienti con compromissione renale lieve o moderata sulla base di un'analisi di farmacocinetica (pharmacokinetics, PK) di popolazione.
Non ci sono dati clinici con encorafenib in pazienti con compromissione renale severa.
Pertanto, non è possibile determinare la potenziale necessità di un adattamento della dose.
Encorafenib deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione renale severa (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di encorafenib nei bambini e negli adolescenti non sono state ancora valutate.
Non ci sono dati disponibili.
Modo di somministrazione Braftovi è per uso orale.
Le capsule devono essere deglutite intere con acqua.
Possono essere assunte con o senza cibo.
Deve essere evitata la somministrazione concomitante di encorafenib con succo di pompelmo (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

Avvertenze e precauzioni

Encorafenib deve essere somministrato in associazione a binimetinib (per i pazienti con melanoma metastatico o non resecabile positivo alla mutazione BRAF V600 e per i pazienti con NSCLC avanzato con mutazione BRAF V600E) o in associazione a cetuximab (per i pazienti con carcinoma metastatico del colon retto positivo alla mutazione BRAF V600E).
Per ulteriori informazioni su avvertenze e precauzioni associate al trattamento con binimetinib o con cetuximab, vedere paragrafo 4.4 del RCP di binimetinib o di cetuximab.
Encorafenib in associazione a binimetinib in pazienti che sono andati incontro a progressione con un inibitore di BRAF I dati relativi all’uso dell'associazione encorafenib e binimetinib in pazienti che sono andati incontro a progressione dopo una precedente terapia con un inibitore di BRAF somministrato per il trattamento del melanoma non resecabile o metastatico con mutazione BRAF V600 sono limitati.
Questi dati mostrano che l’efficacia dell’associazione sarebbe inferiore in questi pazienti.
Encorafenib in associazione a binimetinib in pazienti con metastasi cerebrali I dati di efficacia relativi all’associazione encorafenib e binimetinib in pazienti con melanoma con mutazione BRAF V600 o con NSCLC con mutazione BRAF V600E con metastasi cerebrali sono limitati (vedere paragrafo 5.1).
Disfunzione del ventricolo sinistro (LVD, left ventricular dysfunction) Durante la somministrazione di encorafenib in associazione a binimetinib può verificarsi LVD definita come diminuzione sintomatica o asintomatica della frazione di eiezione.
Si raccomanda di valutare la frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF, left ventricular ejection fraction), mediante ecocardiogramma o scansione con acquisizione a gate multipli (MUGA, multigated acquisition) eseguiti prima dell'inizio di encorafenib e binimetinib, 1 mese dopo l’inizio del trattamento, e poi a intervalli di circa 3 mesi o più frequentemente come clinicamente indicato, durante il trattamento.
Se durante il trattamento si verifica LVD, vedere paragrafo 4.2 del RCP di binimetinib.
La sicurezza di encorafenib in associazione a binimetinib non è stata stabilita in pazienti con una LVEF al basale inferiore al 50% o al di sotto del limite inferiore dei valori normali.
Pertanto, in questi pazienti, binimetinib deve essere usato con cautela e per qualsiasi disfunzione del ventricolo sinistro sintomatica, diminuzione di LVEF di Grado 3-4 o diminuzione assoluta di LVEF rispetto al basale ≥ 10%, binimetinib e encorafenib devono essere interrotti definitivamente e la LVEF deve essere valutata ogni 2 settimane fino al recupero.
Emorragia Eventi emorragici, tra cui eventi emorragici maggiori, possono verificarsi con encorafenib (vedere paragrafo 4.8).
Il rischio di emorragia può aumentare con l’uso concomitante di terapia anticoagulante e antiaggregante.
L’insorgenza di eventi emorragici di Grado ≥ 3 deve essere gestita con l’interruzione temporanea della dose o l’interruzione definitiva del trattamento (vedere Tabella 4 al paragrafo 4.2) e come clinicamente indicato.
Tossicità oculare Tossicità oculare tra cui uveite, irite e iridociclite possono verificarsi con la somministrazione di encorafenib.
Anche RPED è stato riportato in pazienti trattati con encorafenib in associazione a binimetinib (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti devono essere valutati ad ogni visita per identificare sintomi di nuovi disturbi visivi o peggioramenti.
Se sono identificati sintomi di nuovi disturbi visivi o peggioramenti di disturbi visivi, inclusi deficit della visione centrale, visione offuscata o perdita della vista, si raccomanda un esame oftalmologico tempestivo.
Se durante il trattamento si verificano uveite, inclusa iridociclite e irite, vedere paragrafo 4.2.
Se durante il trattamento il paziente sviluppa RPED o RVO (retinal vein occlusion), vedere paragrafo 4.2 del RCP di binimetinib per ulteriori informazioni.
Prolungamento del QT Prolungamento del QT è stato osservato in pazienti trattati con inibitori di BRAF.
Non è stato condotto uno studio approfondito del QT per valutare il potenziale di prolungamento del QT di encorafenib.
Complessivamente, i risultati suggeriscono che encorafenib come agente singolo possa potenzialmente causare lievi aumenti della frequenza cardiaca.
I risultati ottenuti da dati aggregati di studi con l’associazione di encorafenib e binimetinib alle dosi raccomandate e da uno studio di encorafenib come agente singolo, suggeriscono che encorafenib è in grado di provocare piccoli aumenti dell’intervallo QTc (vedere paragrafo 5.1).
Non ci sono dati sufficienti per escludere un prolungamento clinicamente significativo del QT dipendente dall'esposizione.
A causa del potenziale rischio di prolungamento del QT, si raccomanda di correggere le alterazioni degli elettroliti sierici, tra cui magnesio e potassio e di controllare i fattori di rischio per il prolungamento del QT (ad es.
insufficienza cardiaca congestizia, bradiaritmia) prima dell’inizio del trattamento e durante il trattamento.
Si raccomanda di valutare un elettrocardiogramma (ECG) prima di iniziare il trattamento con encorafenib, un mese dopo l'inizio e poi a intervalli di circa 3 mesi o più frequentemente come clinicamente indicato, durante il trattamento.
Il verificarsi del prolungamento del QTc può essere gestito con riduzione della dose, interruzione temporanea o definitiva del trattamento con correzione dei livelli degli elettroliti alterati e controllo dei fattori di rischio (vedere paragrafo 4.2).
Nuovi tumori maligni primari In pazienti trattati con inibitori di BRAF sono stati osservati nuovi tumori maligni primari, cutanei e non cutanei, e possono verificarsi con la somministrazione di encorafenib (vedere paragrafo 4.8).
Tumori maligni cutanei Tumori maligni cutanei come il carcinoma cutaneo a cellule squamose (cuSCC, cutaneous squamous cell carcinoma) incluso il cheratoacantoma sono stati osservati in pazienti trattati con inibitori di BRAF incluso encorafenib.
Nuovo melanoma primario è stato osservato in pazienti trattati con inibitori di BRAF incluso encorafenib (vedere paragrafo 4.8).
Devono essere eseguite valutazioni dermatologiche prima dell’inizio del trattamento con encorafenib, ogni 2 mesi durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo l’interruzione del trattamento.
Le lesioni cutanee sospette devono essere gestite con escissione dermatologica e valutazione dermatopatologica.
I pazienti devono essere istruiti a informare immediatamente il medico se sviluppano nuove lesioni cutanee.
Encorafenib deve essere proseguito senza alcuna modifica della dose.
Tumori maligni non cutanei Sulla base del suo meccanismo d'azione, encorafenib può favorire tumori maligni associati all’attivazione di RAS attraverso mutazione o altri meccanismi.
I pazienti trattati con encorafenib devono essere sottoposti a un esame della testa e del collo, scansione con tomografia computerizzata (CT) di torace/addome, esame clinico anale e pelvico (per le donne) ed emocromo completo prima, durante e alla fine del trattamento ove clinicamente indicato.
Deve essere considerata l'interruzione definitiva di encorafenib in pazienti che sviluppano tumori maligni non cutanei positivi alla mutazione RAS.
I benefici e i rischi devono essere attentamente considerati prima della somministrazione di encorafenib a pazienti con precedente o concomitante tumore associato a mutazioni RAS.
Sindrome da lisi tumorale (Tumour lysis syndrome, TLS) La comparsa di TLS, che può essere fatale, è stata associata all'uso di encorafenib in associazione a binimetinib (vedere paragrafo 4.8).
I fattori di rischio per la TLS includono un alto carico tumorale, insufficienza renale cronica preesistente, oliguria, disidratazione, ipotensione e urine acide.
Questi pazienti devono essere monitorati attentamente e trattati tempestivamente come clinicamente indicato, e deve essere presa in considerazione l'idratazione profilattica.
Alterazioni degli esami di laboratorio epatici Con encorafenib sono state osservate alterazioni dei valori degli esami di laboratorio epatici inclusi aumenti di AST e ALT (vedere paragrafo 4.8).
I valori degli esami di laboratorio epatici devono essere monitorati prima di iniziare il trattamento con encorafenib e almeno una volta al mese durante i primi 6 mesi di trattamento e poi come clinicamente indicato.
Le alterazioni degli esami di laboratorio epatici devono essere gestite con l’interruzione temporanea della dose, la riduzione o l’interruzione definitiva del trattamento (vedere paragrafo 4.2).
Compromissione epatica Poiché encorafenib è principalmente metabolizzato ed eliminato attraverso il fegato, i pazienti con compromissione epatica da lieve a severa possono avere una aumentata esposizione a encorafenib superiore all'intervallo di variabilità di esposizione interindividuale (vedere paragrafo 5.2).
In assenza di dati clinici, encorafenib non è raccomandato in pazienti con compromissione epatica moderata o severa.
La somministrazione di encorafenib deve essere eseguita con cautela e ad una dose di 300 mg una volta al giorno in pazienti con compromissione epatica lieve (vedere paragrafo 4.2).
Nei pazienti con compromissione epatica lieve è raccomandato un attento monitoraggio delle tossicità correlate a encorafenib che includa esame clinico e test di funzionalità epatica, con valutazione dell’ECG come clinicamente appropriato durante il trattamento.
Compromissione renale Non ci sono dati disponibili in pazienti con compromissione renale severa (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Encorafenib deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione renale severa.
L’aumento della creatinina è stato comunemente riportato con encorafenib come agente singolo o in associazione a binimetinib o cetuximab.
I casi osservati di insufficienza renale, inclusi lesione renale acuta e compromissione renale, sono stati generalmente associati a vomito e disidratazione.
Altri fattori concorrenti sono stati il diabete e l'ipertensione.
La creatinina ematica deve essere monitorata come clinicamente indicato e l’aumento della creatinina deve essere gestito con adattamento della dose o interruzione definitiva (vedere Tabella 4 al paragrafo 4.2).
I pazienti devono mantenere un’adeguata assunzione di liquidi durante il trattamento.
Effetti di altri medicinali su encorafenib L’uso concomitante di forti inibitori del CYP3A durante il trattamento con encorafenib deve essere evitato.
Se è necessario l’uso concomitante con un forte inibitore del CYP3A, i pazienti devono essere attentamente monitorati per ragioni di sicurezza (vedere paragrafo 4.5).
Si deve usare cautela se un inibitore moderato del CYP3A è co-somministrato con encorafenib.

Interazioni

Effetti di altri medicinali su encorafenib Encorafenib è principalmente metabolizzato dal CYP3A4.
Inibitori del CYP3A4 La co-somministrazione di inibitori moderati (diltiazem) e forti (posaconazolo) del CYP3A4 con dosi singole di encorafenib in volontari sani risultava in un aumento di 2 e 3 volte dell’area sotto la curva concentrazione-tempo (AUC), rispettivamente, e nell’aumento del 44,6% e del 68,3% della concentrazione massima di encorafenib (Cmax), rispettivamente.
Le previsioni basate su modello indicano che l'effetto di posaconazolo dopo somministrazioni ripetute potrebbe essere simile per AUC (aumento di 3 volte) e leggermente maggiore per Cmax (aumento di 2,7 volte).
Le previsioni basate sul modello per il ketoconazolo suggeriscono un aumento di circa 5 volte per AUC di encorafenib e da 3 a 4 volte per Cmax di encorafenib dopo somministrazione di encorafenib 450 mg e 300 mg QD, rispettivamente.
Pertanto, la somministrazione concomitante di encorafenib con forti inibitori del CYP3A4 deve essere evitata (a causa dell'aumento dell'esposizione a encorafenib e del potenziale aumento della tossicità, vedere paragrafo 5.2).
Esempi di forti inibitori del CYP3A4 comprendono, ma non sono limitati a, ritonavir, itraconazolo, claritromicina, telitromicina, posaconazolo e succo di pompelmo.
Se l'uso concomitante di un forte inibitore del CYP3A è inevitabile, i pazienti devono essere attentamente monitorati per la sicurezza.
Inibitori moderati del CYP3A4 devono essere co-somministrati con cautela.
Esempi di inibitori moderati del CYP3A4 comprendono, ma non sono limitati a, amiodarone, eritromicina, fluconazolo, diltiazem, amprenavir e imatinib.
Quando encorafenib è co-somministrato con un inibitore moderato del CYP3A, i pazienti devono essere attentamente monitorati per ragioni di sicurezza.
Induttori del CYP3A4 La co-somministrazione di encorafenib con un induttore forte del CYP3A4 non è stata valutata in uno studio clinico; tuttavia, una riduzione dell'esposizione a encorafenib è probabile e potrebbe comportare una compromissione dell’efficacia di encorafenib.
Esempi di induttori forti del CYP3A4 comprendono, ma non sono limitati a, carbamazepina, rifampicina, fenitoina e iperico (erba di San Giovanni).
Devono essere presi in considerazione agenti alternativi con nessuna o moderata induzione del CYP3A.
Effetti di encorafenib su altri medicinali Substrati del CYP Encorafenib è un induttore forte del CYP3A4.
L'uso concomitante con agenti che sono substrati del CYP3A4 (ad es.
contraccettivi ormonali) può comportare perdita di efficacia di questi agenti.
Se la cosomministrazione di substrati del CYP3A4 con un ristretto indice terapeutico non può essere evitata, bisogna aggiustare la dose di questi substrati in base ai rispettivi RCP approvati.
Encorafenib è un inibitore di UGT1A1.
L’uso concomitante con agenti che sono substrati di UGT1A1 (ad es.
raltegravir, atorvastatina, dolutegravir) può comportare una maggiore esposizione e pertanto devono essere somministrati con cautela.
Effetto di encorafenib su binimetinib Nonostante encorafenib sia un inibitore reversibile relativamente potente di UGT1A1, clinicamente non è stata osservata alcuna differenza nell’esposizione a binimetinib quando binimetinib è somministrato in associazione a encorafenib.
Substrati dei trasportatori In vivo, encorafenib è un inibitore di OATP1B1, OATP1B3 e/o BCRP.
La co-somministrazione di encorafenib con substrati di OATP1B1, OATP1B3 o BCRP (come rosuvastatina, atorvastatina, metotrexato) può determinare un aumento delle concentrazioni (vedere paragrafo 5.2).
In vitro, encorafenib inibisce potenzialmente una serie di altri trasportatori.
Anche agenti che sono substrati dei trasportatori renali OAT1, OAT3, OCT2 (come furosemide, penicillina) o agenti che sono substrati dei trasportatori epatici OCT1 (come bosentan) o substrati della P-gp (come posaconazolo) possono avere un’aumentata esposizione.
Pertanto, questi agenti, substrati dei trasportatori devono essere co-somministrati con cautela.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza La sicurezza di encorafenib (450 mg per via orale una volta al giorno) in associazione a binimetinib (45 mg per via orale due volte al giorno) è stata valutata nella integrated safety population (ISP) costituita da 372 pazienti, tra cui pazienti con melanoma inoperabile o metastatico positivo alla mutazione BRAF V600 e pazienti con NSCLC avanzato con mutazione BRAF V600E (di seguito indicata come ISP Combo 450).
Nell'ISP Combo 450, 274 pazienti hanno ricevuto la combinazione per il trattamento del melanoma non resecabile o metastatico BRAF V600 mutato (in due studi di Fase II (CMEK162X2110 e CLGX818X2109) e in uno studio di Fase III (CMEK162B2301, Parte 1)) e 98 pazienti hanno ricevuto la combinazione per il trattamento del NSCLC avanzato con mutazione BRAF V600E (in uno studio di Fase II (ARRAY-818-202)) (vedere paragrafo 5.1).
Le reazioni avverse più comuni (≥ 25%) in pazienti trattati con encorafenib in associazione a binimetinib sono state stanchezza, nausea, diarrea, vomito, dolore addominale, miopatia/patologie muscolari e artralgia.
La sicurezza di encorafenib (300 mg per via orale una volta al giorno) in associazione a binimetinib (45 mg per via orale due volte al giorno) è stata valutata in 257 pazienti con melanoma inoperabile o metastatico positivo alla mutazione BRAF V600 (di seguito indicati come popolazione trattata con Combo 300), sulla base di uno studio di Fase III (CMEK162B2301, Parte 2).
Le reazioni avverse più comuni (≥25%) in pazienti trattati con encorafenib alla dose di 300 mg in associazione a binimetinib sono state stanchezza, nausea e diarrea.
Il profilo di sicurezza di encorafenib come agente singolo (300 mg per via orale una volta al giorno) si basa sui dati provenienti da 217 pazienti con melanoma con mutazione BRAF V600 inoperabile o metastatico (di seguito indicati come popolazione trattata con encorafenib 300).
Le reazioni avverse al farmaco (ADR) più comuni (≥ 25%) riportate con encorafenib 300 sono state ipercheratosi, alopecia, PPES (palmar-plantar erythrodysaesthesia syndrome), stanchezza, eruzione cutanea, artralgia, cute secca, nausea, mialgia, cefalea, vomito e prurito.
Il profilo di sicurezza di encorafenib (300 mg per via orale una volta al giorno), in associazione a cetuximab (alla dose indicata nel relativo RCP) è stata valutata in 216 pazienti con carcinoma metastatico del colon retto positivo alla mutazione BRAF V600E, sulla base dello studio di fase III ARRAY-818-302.
Le reazioni avverse più comuni (≥25%) riportate in questi pazienti sono state: stanchezza, nausea, diarrea, dermatite acneiforme, dolore addominale, artralgia/dolore muscoloscheletrico, appetito ridotto, eruzione cutanea e vomito.
Nei pazienti trattati con encorafenib 300mg in associazione a cetuximab la percentuale di tutte le interruzioni del farmaco in studio a causa di qualsiasi reazione avversa è stata del 1,9%.
Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse sono elencate di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA e alla seguente convenzione sulla frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1 000, < 1/100), raro (≥ 1/10 000, < 1/1 000), molto raro (< 1/10 000), non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ogni categoria di frequenza, gli eventi avversi sono elencati in ordine decrescente di gravità.
Tabella 5: Reazioni avverse
Frequenza Encorafenib come agente singolo 300 mg Encorafenib 450 mg in associazione a binimetinib Encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab
(n = 217) (n = 372) (n = 216)
Tumori benigni, maligni e non specificati  
Molto comune Papilloma della cute* Nevo melanocitico  Nevo melanocitico
Comune cuSCCa Nuovo melanoma primario* cuSCCa Papilloma della cute* cuSCCa Papilloma della cute* Nuovo melanoma primario*
Non comune Carcinoma basocellulare Carcinoma basocellulare* Carcinoma basocellulare*
Patologie del sistema emolinfopoietico  
Molto comune  Anemia 
Disturbi del sistema immunitario  
Comune Ipersensibilitàb Ipersensibilitàb Ipersensibilitàb
Disturbi del metabolismo e della nutrizione  
Molto comune Appetito ridotto  Appetito ridotto
Non nota  Sindrome da lisi tumorale 
Disturbi psichiatrici  
Molto comune Insonnia  Insonnia
Patologie del sistema nervoso  
Molto comune Cefalea* Neuropatia periferica* Disgeusia* Neuropatia periferica* Capogiro* Cefalea* Neuropatia periferica* Cefalea*
Comune Paresi faccialec Disgeusia* Capogiro* Disgeusia
Non comune  Paresi faccialec 
Patologie dell’occhio  
Molto comune  Compromissione della visione* Distacco sintomatico dell'epitelio pigmentato della retina (RPED, Symptomatic retinal pigment epithelial detachments)* 
Comune  Uveite* 
Non comune Uveite*  
Patologie cardiache  
Comune Tachicardia sopraventricolared LVDh Tachicardia sopraventricolared
Patologie vascolari  
Molto comune  Emorragiai Ipertensione* Emorragiai
Comune  VTEj 
Patologie gastrointestinali 
Molto comune Nausea Vomito* Stipsi Nausea Vomito* Stipsi Dolore addominale* Diarrea* Nausea Vomito* Stipsi Dolore addominale* Diarrea*
Comune  Colitek 
Non comune Pancreatite* Pancreatite* Pancreatite*
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo 
Molto comune PPES Ipercheratosi* Eruzione cutanea* Cute secca* Prurito* Alopecia* Eritemae Iperpigmentazione cutanea* Ipercheratosi* Eruzione cutanea* Cute secca* Prurito* Alopecia* Dermatite acneiforme* Eruzione cutanea* Cute secca* Prurito*
Comune Dermatite acneiforme* Esfoliazione cutaneaf Fotosensibilità* Dermatite acneiforme* PPES Eritema* Pannicolite* Fotosensibilità* Iperpigmentazione cutanea PPES Ipercheratosi* Alopecia Eritemae
Non comune   Esfoliazione cutaneaf
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo 
Molto comune Artralgia* Mialgiag Dolore a un arto Dolore dorsale Artralgia* Miopatia/Patologie muscolaril Dolore a un arto Dolore dorsale* Artralgia/dolore muscoloscheletrico* Miopatia/dolori muscolari* Dolore a un arto Dolore dorsale
Comune Artrite*  
Non comune  Rabdomiolisi 
Patologie renali e urinarie 
Comune Insufficienza renale* Insufficienza renale* Insufficienza renale*
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione 
Molto comune Stanchezza* Piressia * Stanchezza* Piressia* Edema perifericom Stanchezza* Piressia*
Esami diagnostici 
Molto comune Gamma-glutamiltransferasi (GGT) aumentata * Creatinfosfochinasi ematica aumentata Gamma- glutamiltransferasi (GGT) aumentata * Transaminasi aumentate* 
Comune Transaminasi aumentate* Creatinina ematica aumentata* Lipasi aumentata Fosfatasi alcalina ematica aumentata Creatinina ematica aumentata* Amilasi aumentata Lipasi aumentata Creatinina ematica aumentata* Transaminasi aumentate*
Non comune Amilasi aumentata  Amilasi aumentata Lipasi aumentata
* termini compositi che includevano più di un preferred term a include: cheratoacantoma, carcinoma a cellule squamose e carcinoma a cellule squamose della pelle b include, ma non limitato a: angioedema, ipersensibilità a farmaci, ipersensibilità, vasculite da ipersensibilità e orticaria c include disturbo del nervo facciale, paralisi facciale, paresi facciale, paralisi di Bell d include, ma non limitato a: extrasistoli e tachicardia sinusale e include: eritema, eritema generalizzato, eritema plantare f include: dermatite esfoliativa, esfoliazione cutanea, eruzione esfoliativa g include: mialgia, stanchezza muscolare, traumatismo del muscolo, spasmi muscolari, debolezza muscolare h include: disfunzione del ventricolo sinistro, frazione di eiezione ridotta, insufficienza cardiaca e frazione di eiezione anormale i include emorragia in vari siti tra cui, ma non limitati a: emorragia cerebrale, emorragia intracranica, emorragia vaginale, sanguinamento mestruale abbondante, sanguinamento intermestruale, ematochezia, emottisi, emotorace, emorragia gastrointestinale ed ematuria j include, ma non limitato a: embolia polmonare, trombosi venosa profonda, embolia, tromboflebite, tromboflebite superficiale, trombosi, flebite, sindrome della vena cava superiore, trombosi della vena mesenterica e trombosi della vena cava k include: colite, colite ulcerativa, enterocolite e proctite l include mialgia, debolezza muscolare, spasmo muscolare, traumatismo del muscolo, miopatia, miosite m include, ma non limitato a: ritenzione di liquidi, edema periferico, edema localizzato, edema generalizzato e tumefazione.
Quando encorafenib era somministrato alla dose di 300 mg una volta al giorno in associazione a binimetinib 45 mg due volte al giorno (Combo 300) nello studio CMEK162B2301- Parte 2, la categoria di frequenza era più bassa rispetto alla popolazione aggregata Combo 450 per le seguenti reazioni avverse: anemia, neuropatia periferica, emorragia, ipertensione, prurito (comune) e colite, amilasi aumentata e lipasi aumentata (non comune).
Descrizione di reazioni avverse selezionate Tumori maligni cutanei Carcinoma cutaneo a cellule squamose (cuSCC) Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, cuSCC, incluso cheratoacantoma, è stato osservato nel 3,0%% (11/372) dei pazienti.
Il tempo mediano di insorgenza del primo evento di cuSCC (tutti i gradi) è stato di 6,5 mesi (intervallo da 1 a 22,8 mesi).
Nella popolazione aggregata trattata con encorafenib 300, cuSCC è stato riportato nel 7,4% dei pazienti (16/217).
Per i pazienti dello studio di Fase III (CMEK162B2301) che hanno sviluppato cuSCC, il tempo mediano di insorgenza del primo evento di cuSCC (tutti i gradi) è stato di 2,3 mesi (intervallo da 0,3 a 12,0 mesi).
Carcinoma del colon retto Nei pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab, cuSCC, incluso cheratoacantoma, è stato riportato nel 1,4% (3/216) dei pazienti.
Per questi 3 pazienti il tempo di insorgenza del primo evento di cuSCC (tutti i gradi) è stato di 0,5, 0,6 e 3,6 mesi.
Nuovo melanoma primario Melanoma Nella popolazione aggregata trattata con encorafenib 300, eventi di nuovi melanomi primari si sono verificati nel 4,1% dei pazienti (9/217) e sono stati riportati come Grado 1 nel 1,4% (3/217) dei pazienti, Grado 2 nel 2,1% (4/217) dei pazienti, Grado 3 nello 0,5% (1/217) dei pazienti e Grado 4 nello 0,5% (1/217) dei pazienti.
Carcinoma del colon retto Nei pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab, eventi di nuovi melanomi primari si sono verificati nel 1,9% dei pazienti (4/216) e sono stati riportati come Grado 2 nel 0,9% (2/216) dei pazienti e Grado 3 nel 0,9% (2/216) dei pazienti.
Eventi oculari Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, è stata riportata uveite nel 3,5% (13/372) dei pazienti ed era di Grado 1 nello 0,5% (2/372), di Grado 2 nel 2,7% (10/372) e di Grado 3 nello 0,3% (1/372).
Compromissione della visione, compresa visione offuscata e acuità visiva ridotta, si sono verificati nel 23,1% (86/372) dei pazienti.
Uveite e compromissione della visione sono state generalmente reversibili.
RPED (retinal pigment epithelial detachment) si è verificato nel 22,3% (83/372) dei pazienti, di cui la maggior parte di Grado 1-2 e l’1,6% (6/372) di Grado 3.
Nello studio CMEK162B2301-Parte 2, nel braccio Combo 300, RPED è stato osservato nel 12,5% (32/257) dei pazienti, di cui lo 0,4% (1/257) era di Grado 4.
Disfunzione ventricolare sinistra LVD è stata riportata quando encorafenib è usato in associazione a binimetinib in pazienti con melanoma e NSCLC (vedere paragrafo 4.8 del RCP di binimetinib).
Emorragia Melanoma e NSCLC Eventi emorragici sono stati osservati nel 16,7% (62/372) dei pazienti nella popolazione ISP Combo 450.
La maggior parte degli eventi erano di Grado 1 o 2: 13,2% (49/372) e il 3,5% (13/372) erano di Grado ≥ 3.
In pochi pazienti è stata necessaria l’interruzione della dose o la riduzione della dose (2,4% o 9/372).
Gli eventi emorragici hanno portato all'interruzione definitiva del trattamento nel 0,8% (3/372) dei pazienti.
Gli eventi emorragici più frequenti sono stati ematuria nel 2,7% (10/372) dei pazienti, ematochezia nel 2,7% (10/372) ed emorragia rettale nel 2,2% (8/372) dei pazienti.
In un paziente si è verificata emorragia fatale da ulcera gastrica con insufficienza multiorgano come causa di morte concorrente.
Emorragia cerebrale/emorragia intracranica è stata riportata nell'1,3% (5/372) dei pazienti con esito fatale in 4 pazienti.
Tutti gli eventi si sono verificati in un quadro di metastasi cerebrali nuove o in progressione.
Nello studio CMEK162B2301-Parte 2, nel braccio Combo 300, eventi emorragici sono stati osservati nel 6,6% (17/257) dei pazienti, ed erano di Grado 3-4 nel 1,6% (4/257) dei pazienti.
Carcinoma del colon retto Eventi emorragici sono stati osservati nel 21,3% (46/216) dei pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab; nel 1,4% (3/216) dei pazienti, gli eventi erano di Grado 3 ed è stato riportato un evento con esito fatale.
È stata necessaria l’interruzione della dose o la riduzione della dose nel 1,9% (4/216) dei pazienti.
Gli eventi emorragici hanno portato all'interruzione definitiva del trattamento in 1 paziente (0,5%).
Gli eventi emorragici più frequenti sono stati epistassi nel 6,9% (15/216) dei pazienti, ematochezia nel 2,8% (6/216), emorragia rettale nel 2,8% (6/216) dei pazienti ed ematuria nel 2,8% (6/216) dei pazienti.
Ipertensione Ipertensione è stata riportata quando encorafenib è stato usato in associazione a binimetinib in pazienti con melanoma e NSCLC (vedere paragrafo 4.8 del RCP di binimetinib).
Tromboembolia venosa VTE è stata riportata quando encorafenib è usato in associazione a binimetinib in pazienti con melanoma e NSCLC (vedere paragrafo 4.8 del RCP di binimetinib).
Pancreatite Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450 è stato riportato aumento degli enzimi pancreatici, per lo più asintomatico.
Aumenti dei livelli di amilasi e lipasi sono stati riportati rispettivamente nel 4,0% (15/372) e 7,8% (29/372) dei pazienti.
La pancreatite è stata riportata nello 0,8% (3/372) dei pazienti.
Tutti e 3 i pazienti hanno manifestato eventi di Grado 3.
La pancreatite ha portato all’interruzione temporanea della dose nello 0,3% (1/372) dei pazienti.
Carcinoma del colon retto Nella popolazione trattata con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab, è stata riportata pancreatite di grado 3 con aumento di lipasi e amilasi in 1 paziente (0,5%) ed ha portato all’interruzione temporanea della dose.
Reazioni dermatologiche Eruzioni cutanee Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, eruzione cutanea si è verificata nel 20,4% (76/372) dei pazienti.
La maggior parte degli eventi erano lievi, con eventi di Grado 3 o 4 riportati nel 1,1% (4/372) dei pazienti.
L’eruzione cutanea ha portato all'interruzione definitiva del trattamento nello 0,8% (3/372) dei pazienti e a interruzione temporanea della dose o ad adattamenti della dose nel 2,4% (9/372) dei pazienti.
Nella popolazione aggregata trattata con encorafenib 300, eruzione cutanea è stata riportata nel 43,3% (94/217) dei pazienti.
La maggior parte degli eventi erano lievi, con eventi di Grado 3 o 4 riportati nel 4,6% (10/217) dei pazienti.
L’eruzione cutanea ha portato all'interruzione definitiva del trattamento nello 0,5% (1/217) dei pazienti e all’interruzione temporanea o ad adattamenti della dose nel 7,4% (16/217) dei pazienti.
Carcinoma del colon retto Nei pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab, si è verificata eruzione cutanea nel 30,6% (66/216) dei pazienti.
La maggior parte degli eventi era di entità lieve, con eventi di Grado 3 riportati nel 0,5% (1/216) dei pazienti.
L’eruzione cutanea ha portato a interruzione temporanea della dose nel 0,5% (1/216) dei pazienti.
Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare (PPES) Melanoma e NSCLC PPES è stata riportata nel 5,1% (19/372) dei pazienti nella ISP Combo 450.
Tutte le reazioni avverse PPES erano di Grado 1 (2,7%) o Grado 2 (2,4%).
Sospensione della dose o adattamenti della dose sono stati necessari nel 1,1% (4/372) dei pazienti.
Nel braccio Combo 300 della Parte 2 dello studio pivotal, PPES è stata osservata nel 3,9% (10/257) dei pazienti con Grado 3 riportato nello 0,4% (1/257) dei pazienti.
Nella popolazione trattata con encorafenib 300, PPES è stato riportato nel 51,6% (112/217) dei pazienti.
La maggior parte degli eventi era di entità lieve-moderata: Grado 1 nel 12,4% (27/217) dei pazienti; Grado 2 nel 26,7% (58/217) e Grado 3 nel 12,4% (27/217) dei pazienti.
PPES ha portato all'interruzione definitiva del trattamento nel 4,1% (9/217) dei pazienti e all’interruzione temporanea della dose o ad adattamenti della dose nel 23,0% (50/217) dei pazienti.
Carcinoma del colon retto Nella popolazione trattata con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab, PPES è stata riportata nel 5,1% (11/216) dei pazienti.
La maggior parte degli eventi avversi di PPES sono stati di Grado 1 nel 3,7% (8/216) dei pazienti.
Sono stati riportati eventi di Grado 2 nel 0,9% (2/216) dei pazienti e di Grado 3 nel 0,5% (1/216) dei pazienti.
Non è stata necessaria l’interruzione temporanea, né l’adattamento della dose, né l’interruzione definitiva.
Dermatite acneiforme Melanoma e NSCLC Dermatite acneiforme è stata riportata quando encorafenib è usato in associazione a binimetinib (vedere paragrafo 4.8 del RCP di binimetinib).
Carcinoma del colon retto Nella popolazione trattata con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab, dermatite acneiforme è stata riportata nel 33,3% (72/216) dei pazienti ed era prevalentemente di Grado 1 (25,5% (55/216) dei pazienti, o di Grado 2 (6.9% (15/216) dei pazienti).
La riduzione della dose o l’interruzione temporanea della dose è stata riporta nel 2,3% (5/216) dei pazienti.
Non è stata riportata nessuna interruzione definitiva.
La dermatite acneiforme è stata generalmente reversibile.
Fotosensibilità Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, è stata osservata fotosensibilità nel 4,3% (16/372) dei pazienti.
La maggior parte degli eventi era di Grado 1-2, con Grado 3 riportato nello 0,3% (1/372) dei pazienti e nessun evento ha portato all’interruzione definitiva.
Interruzione temporanea della dose o adattamenti della dose sono stati riportati nello 0,3% (1/372) dei pazienti.
Nella popolazione trattata con encorafenib 300, la fotosensibilità è stata riportata nel 4,1% (9/217) dei pazienti.
Tutti gli eventi erano di Grado 1-2.
Nessun evento ha richiesto interruzione definitiva, adattamenti o interruzione temporanea della dose.
Paresi facciale Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, la paresi facciale si è verificata nello 0,8% (3/372) dei pazienti incluso il Grado 3 nello 0,3% (1/372) dei pazienti.
Gli eventi erano reversibili e nessun evento ha portato all’interruzione definitiva del trattamento.
Interruzione temporanea della dose o adattamento della dose sono stati riportati nello 0,3% (1/372) dei pazienti.
Nella popolazione aggregata trattata con encorafenib 300, la paresi facciale è stata osservata nel 7,4% (16/217) dei pazienti.
La maggior parte degli eventi era di entità lieve-moderata: Grado 1 nel 2,3% (5/217) Grado 2 nel 3,7% (8/217) e Grado 3 nell’1,4% (3/217) dei pazienti.
Il tempo mediano di comparsa del primo evento di paresi facciale è stato di 0,3 mesi (intervallo da 0,1 a 12,1 mesi).
La paresi facciale è stata generalmente reversibile e ha portato all'interruzione definitiva del trattamento nello 0,9% (2/217).
Interruzione temporanea o adattamenti della dose sono stati riportati nel 3,7% (8/217) e il trattamento sintomatico comprendente corticosteroidi è stato riportato nel 5,1% (11/217) dei pazienti.
Aumento di CPK/rabdomiolisi Aumento di CPK e rabdomiolisi si sono verificati quando encorafenib è usato in associazione a binimetinib in pazienti con melanoma e NSCLC (vedere paragrafo 4.8 del RCP di binimetinib). Disfunzione renale Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, l'aumento lieve, principalmente di Grado 1, asintomatico della creatinina ematica è stato osservato nel 9,4% (35/372) dei pazienti trattati con la Combo 450.
L’incidenza dell’aumento al Grado 3 o 4 è stata dello 0,8% (3/372).
Eventi di insufficienza renale, inclusi lesione renale acuta, insufficienza renale e compromissione renale, sono stati riportati nel 3,5% (13/372) dei pazienti trattati con encorafenib e binimetinib con eventi di Grado 3 o 4 nel 1,9% (7/372) dei pazienti.
L'insufficienza renale è stata generalmente reversibile con interruzione della dose, la reidratazione e altre misure di supporto generali.
Carcinoma del colon retto L’aumento della creatinina ematica è stato riportato nel 2,8% (6/216) dei pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab.
Tutti gli eventi sono stati lievi, eccetto un evento di Grado 4.
Eventi di insufficienza renale sono stati di Grado 3 o 4 e sono stati riportati come lesione renale acuta nel 1,9% (4/216) dei pazienti e come insufficienza renale nel 0,5% (1/216) dei pazienti.
Alterazioni degli esami di laboratorio epatici Melanoma e NSCLC Le incidenze delle alterazioni degli esami di laboratorio epatici riportate nella ISP Combo 450 sono elencate di seguito: • transaminasi aumentate: 16,4% (61/372) totale - 6,5% (24/372) Grado 3 • GGT aumentata: 11,3% (42/372) totale - 6,7% (25/372) Grado 3-4 Nello studio CMEK162B2301-Parte 2, nel braccio Combo 300, l’incidenza delle alterazioni degli esami di laboratorio epatici era: • transaminasi aumentate: 13,2% (34/257) totale - 5,4% (14/257) Grado 3-4 • GGT aumentata: 14,0% (36/257) totale - 4,7% (12/257) Grado 3-4 Carcinoma del colon retto L’incidenza di aumento delle transaminasi in pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab era del 8,8% (19/216) dei pazienti, con Grado 3 nel 1,4% (3/216) dei pazienti.
Disturbi gastrointestinali Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, è stata osservata diarrea nel 41,7% (155/372) dei pazienti ed era di Grado 3-4 nel 3,8% (14/372) dei pazienti.
La diarrea ha portato all’interruzione definitiva del trattamento nello 0,8% dei pazienti e all’interruzione della dose o ad adattamenti della dose nel 8,1% dei pazienti.
La stipsi si è verificata nel 24,7% (92/372) dei pazienti ed è stata di Grado 1 o 2.
Il dolore addominale è stato riportato nel 28,5% (106/372) dei pazienti ed è stato di Grado 3 nel 2,2% (8/372) dei pazienti.
La nausea si è verificata nel 46,0% (171/372) con Grado 3 osservata nel 3,0% (11/372) dei pazienti.
Il vomito si è verificato nel 31,2% (116/372) dei pazienti con Grado 3 riportato nel 1,9% (7/372) dei pazienti.
Nello studio CMEK162B2301-Parte 2, nel braccio Combo 300, la nausea è stata osservata nel 27,2% (70/257) dei pazienti ed era di Grado 3 nel 1,6% (4/257) dei pazienti.
Il vomito si è verificato nel 15,2% (39/257) dei pazienti con Grado 3 riportato nel 0,4% (1/257) dei pazienti.
La diarrea si è verificata nel 28,4% (73/257) dei pazienti con Grado 3 riportato nel 1,6% (4/257) dei pazienti.
Carcinoma del colon retto Nei pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab, è stata osservata diarrea nel 38,4% (83/216) dei pazienti ed era di Grado 3 nel 2,8% (6/216) dei pazienti.
La diarrea ha portato all’interruzione definitiva del trattamento nello 0,5% (1/216) dei pazienti e all’interruzione della dose o ad adattamenti della dose nel 3,7% (8/216) dei pazienti.
Dolore addominale è stato riportato nel 36,6% (79/216) dei pazienti ed era di Grado 3 nel 5,1% (11/216) dei pazienti.
Nausea si è verificata nel 38,0% (82/216), con Grado 3 osservato nel 0,5% (1/216) dei pazienti.
Vomito si è verificato nel 27,3% (59/216) dei pazienti con Grado 3 riportato nel 1,4% (3/216) dei pazienti.
Stipsi si è verificata nel 18,1% (39/216) dei pazienti ed era di Grado 1 o 2.
I disturbi gastrointestinali sono stati in genere gestiti con terapia standard.
Anemia Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, è stata osservata anemia nel 23.1% (86/372) dei pazienti; nel 7,0% (26/372) pazienti era di Grado 3 o 4.
Nessun paziente ha interrotto definitivamente il trattamento a causa dell'anemia, il 3,2% (12/372) ha richiesto l’interruzione della dose o adattamenti della dose.
Nello studio CMEK162B2301-Parte 2, nel braccio Combo 300, l’anemia è stata osservata nel 9,7% (25/257) dei pazienti con Grado 3-4 riportato nel 2,7% (7/257) dei pazienti.
Cefalea Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, è stata osservata cefalea nel 18,8% (70/372) dei pazienti, compreso Grado 3 nel 1,1% (4/372) dei pazienti.
Nello studio CMEK162B2301-Parte 2, nel braccio Combo 300, la cefalea è stata riportata nel 12,1% (31/257) dei pazienti ed era di Grado 3 nello 0,4% (1/257) dei pazienti.
Carcinoma del colon retto Nei pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab, è stata osservata cefalea nel 20,4% (44/216) dei pazienti ed era di Grado 1 o 2.
Stanchezza Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450, è stata osservata stanchezza nel 48,1% (179/372) dei pazienti, compreso Grado 3 o 4 nel 4,3% (16/372) dei pazienti.
Nello studio CMEK162B2301-Parte 2, nel braccio Combo 300, la stanchezza è stata osservata nel 33,5% (86/257) dei pazienti, con eventi di Grado 3-4 nel 1,6% (4/257) dei casi.
Carcinoma del colon retto Nei pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab, è stata segnalata stanchezza nel 56,9% (123/216) dei pazienti, compreso Grado 3 nel 7,9% (17/216) dei pazienti.Popolazioni speciali Anziani Melanoma e NSCLC Nella ISP Combo 450 (n = 372), 230 pazienti (61,8%) avevano < 65 anni, 107 pazienti (28,8%) avevano 65-74 anni e 35 pazienti (9,4%) avevano un'età > 75 anni.
Complessivamente non sono state osservate differenze di sicurezza o efficacia tra i pazienti anziani (≥ 65) e i pazienti più giovani, tranne la diarrea e il prurito, che sono stati segnalati più frequentemente nei pazienti anziani.
Nel sottogruppo di pazienti di età ≥ 75 anni, le reazioni avverse di Grado ≥ 3 (62,9% vs 47,5%), le reazioni avverse (di tutti i gradi) che hanno richiesto la modifica della dose di qualsiasi farmaco in studio (60,0% vs 48,1%) o che hanno portato all'interruzione del trattamento (25,7% vs 7,4%) sono state riportate più frequentemente rispetto ai pazienti di età < 75 anni.
Le reazioni avverse più comuni riportate con un'incidenza maggiore nei pazienti di età ≥ 75 anni rispetto ai pazienti di età < 75 anni comprendevano stanchezza, nausea, diarrea, vomito e anemia.
Carcinoma del colon retto Nei pazienti trattati con encorafenib 300 mg in associazione a cetuximab (n=216), 134 pazienti (62%) avevano < 65 anni, 62 pazienti (28,7%) avevano 65-74 anni e 20 pazienti (9,3%) avevano un'età ≥ 75 anni.
Gli eventi avversi con maggiore frequenza segnalati con un'incidenza maggiore nei pazienti di età ≥ 65 anni rispetto ai pazienti di età inferiore ai 65 anni comprendono vomito, dolore alle estremità e capogiro.
Nella popolazione con carcinoma del colon retto, a causa del numero ridotto di pazienti di età ≥ 75 anni, le differenze nell’incidenza delle reazioni avverse rispetto ai pazienti di età < 75 anni non possono essere valutate.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

Gravidanza e allattamento

Donne in età fertile/Contraccezione nelle donne Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con encorafenib e per almeno 1 mese dopo l'ultima dose.
Encorafenib può ridurre l'efficacia dei contraccettivi ormonali (vedere paragrafo 4.5).
Pertanto, alle pazienti di sesso femminile che usano contraccettivi ormonali si consiglia di utilizzare un metodo aggiuntivo o alternativo come un metodo di barriera (ad es.
preservativo) durante il trattamento con encorafenib e per almeno 1 mese dopo l'ultima dose.
Gravidanza I dati relativi all’uso di encorafenib in donne in gravidanza non esistono.
Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Encorafenib non è raccomandato durante la gravidanza e nelle donne in età fertile che non usano misure contraccettive.
Se encorafenib è usato durante la gravidanza, o se la paziente inizia una gravidanza mentre sta assumendo encorafenib, la paziente deve essere informata del rischio potenziale per il feto.
Allattamento Non è noto se encorafenib/ metaboliti siano escreti nel latte materno.
Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
Si deve decidere se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con encorafenib, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la madre.Fertilità Non sono disponibili dati sull'uomo dell'effetto di encorafenib sulla fertilità.
Sulla base dei risultati ottenuti negli animali, l'uso di encorafenib può avere un impatto sulla fertilità nei maschi in termini di potenziale riproduttivo (vedere paragrafo 5.3).
Poiché la rilevanza clinica di questo è sconosciuta, i pazienti di sesso maschile dovrebbero essere informati del potenziale rischio di alterazione della spermatogenesi.

Conservazione

Conservare a temperatura inferiore a 30 °C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.