BENLYSTA EV 1FL 120MG
217,79 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/07/2021
Benlysta è indicato come terapia aggiuntiva nei pazienti di età pari o superiore ai 5 anni con lupus eritematoso sistemico (LES) attivo, autoanticorpi-positivo, con un alto grado di attività della malattia (ad esempio anti-dsDNA positivi e basso complemento) nonostante la terapia standard (vedere paragrafo 5.1). Benlysta è indicato in combinazione con terapie immunosoppressive di fondo per il trattamento di pazienti adulti con nefrite lupica attiva (vedere paragrafo 4.2 e 5.1).
Benlysta 120 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione Ogni flaconcino contiene 120 mg di belimumab. Dopo ricostituzione, la soluzione contiene 80 mg di belimumab per mL. Benlysta 400 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione Ogni flaconcino contiene 400 mg di belimumab. Dopo ricostituzione, la soluzione contiene 80 mg di belimumab per mL. Belimumab è un anticorpo monoclonale IgG1λ, umano, prodotto in una linea cellulare di mammifero (NS0) mediante tecnologia del DNA ricombinante. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
- Il trattamento con Benlysta deve essere iniziato e supervisionato da un medico qualificato esperto nella diagnosi e nel trattamento del LES.
Le infusioni di Benlysta devono essere somministrate da un operatore sanitario qualificato addestrato alla somministrazione della terapia infusionale.
La somministrazione di Benlysta può causare reazioni di ipersensibilità e reazioni da infusione severe o pericolose per la vita.
È stata riportata la comparsa di sintomi di ipersensibilità acuta nei pazienti varie ore dopo la somministrazione per infusione.
È stata anche osservata la ricomparsa di reazioni clinicamente significative dopo l’inizio del trattamento appropriato dei sintomi (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Pertanto, Benlysta deve essere somministrato in un ambiente dove siano immediatamente disponibili risorse per il trattamento di tali reazioni.
I pazienti devono rimanere sotto controllo clinico per un periodo prolungato di tempo (per varie ore), a seguito almeno delle 2 prime infusioni, tenendo conto della possibilità di una reazione ad inizio ritardato.
I pazienti trattati con Benlysta devono essere informati del potenziale rischio di ipersensibilità severa o pericolosa per la vita e del potenziale ritardo nell’inizio delle reazioni o della ricomparsa dei sintomi.
Il foglio illustrativo deve essere fornito al paziente ogni volta che viene somministrato Benlysta (vedere paragrafo 4.4).
Posologia Prima dell’infusione di Benlysta, può essere somministrato un pre-trattamento che include un antistaminico, con o senza un antipiretico (vedere paragrafo 4.4).
Nei pazienti con LES o con nefrite lupica attiva, la dose raccomandata è di 10 mg/kg di Benlysta ai Giorni 0, 14 e 28, ed in seguito ad intervalli di 4 settimane.
Le condizioni del paziente devono essere valutate in modo continuo.
Nei pazienti con LES si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento con Benlysta in caso di assenza di miglioramento nel controllo della malattia dopo 6 mesi di trattamento.
Nei pazienti con nefrite lupica attiva, Benlysta deve essere usato in associazione con corticosteroidi e micofenolato o ciclofosfamide per l'induzione, o micofenolato o azatioprina per il mantenimento.
Transizione della somministrazione da endovenosa a sottocutanea LES Se un paziente con LES passa dalla somministrazione endovenosa di Benlysta alla somministrazione sottocutanea, la prima iniezione sottocutanea deve essere somministrata 1 o 4 settimane dopo l’ultima dose endovenosa (vedere paragrafo 5.2).
Nefrite lupica Se un paziente con nefrite lupica passa dalla somministrazione endovenosa di Benlysta alla somministrazione sottocutanea, la prima dose da 200 mg per iniezione sottocutanea deve essere somministrata da 1 a 2 settimane dopo l’ultima dose endovenosa.
Questo passaggio può avvenire in qualsiasi momento dopo che il paziente ha completato le prime 2 dosi endovenose (vedere paragrafo 5.2).
Popolazioni speciali Anziani I dati relativi ai pazienti con età ≥ 65 anni sono limitati (vedere paragrafo 5.1).
Benlysta deve essere impiegato con attenzione nei pazienti anziani.
Non è richiesto un aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione renale Belimumab è stato studiato in un numero limitato di pazienti affetti da LES con compromissione renale.
Sulla base delle informazioni disponibili, non è richiesto un aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale lieve, moderata o severa.
Tuttavia, a causa della mancanza di dati, si raccomanda cautela nei pazienti con compromissione renale severa (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione epatica Non sono stati condotti studi specifici con Benlysta in pazienti con compromissione epatica.
È improbabile che i pazienti con compromissione epatica richiedano un aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica LES La dose raccomandata per i bambini di età pari o superiore ai 5 anni è di 10 mg/kg di Benlysta ai giorni 0, 14 e 28 e in seguito ad intervalli di 4 settimane.
La sicurezza e l'efficacia di Benlysta nei bambini di età inferiore ai 5 anni non sono state stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
Nefrite lupica La sicurezza e l'efficacia di Benlysta nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni con nefrite lupica attiva severa non sono state stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
Modo di somministrazione Benlysta è somministrato per infusione endovenosa, e deve essere ricostituito e diluito prima della somministrazione.
Per le istruzioni su ricostituzione, diluizione e conservazione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Benlysta deve essere somministrato per infusione endovenosa della durata di 1 ora.
Benlysta non deve essere somministrato come bolo endovenoso.
La velocità di infusione può essere rallentata o interrotta se il paziente sviluppa una reazione da infusione.
L’infusione deve essere interrotta immediatamente se il paziente manifesta una reazione avversa potenzialmente pericolosa per la vita (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Avvertenze e precauzioni
- Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Benlysta non è stato studiato nei seguenti gruppi di pazienti adulti e pediatrici, nei quali non è raccomandato: • lupus attivo severo a carico del sistema nervoso centrale (vedere paragrafo 5.1); • HIV; • anamnesi positiva, o malattia in corso, per epatite B o C; • ipogammaglobulinemia (IgG < 400 mg/dL) o deficit di IgA (IgA< 10 mg/dL); • anamnesi positiva per trapianto di organo maggiore o trapianto di cellule staminali ematopoietiche / trapianto di midollo o trapianto renale.
Uso concomitante di terapia che ha come target le cellule B I dati disponibili non supportano la co-somministrazione di rituximab con Benlysta nei pazienti con LES (vedere paragrafo 5.1).
Si deve esercitare cautela se Benlysta è co-somministrato con un’altra terapia che abbia come target le cellule B.
Reazioni da infusione e ipersensibilità La somministrazione di Benlysta può causare reazioni di ipersensibilità e reazioni da infusione che possono essere severe e fatali.
Nel caso di una reazione severa, la somministrazione di Benlysta deve essere interrotta e deve essere somministrata una terapia medica appropriata (vedere paragrafo 4.2).
Il rischio di reazioni di ipersensibilità è maggiore con le prime due infusioni; tuttavia, si deve considerare tale rischio per ogni somministrazione per infusione.
I pazienti con anamnesi positiva per allergie multiple a farmaci o ipersensibilità significativa possono essere soggetti ad un aumento del rischio.
Prima dell’infusione di Benlysta, può essere somministrato un pre-trattamento che include un antistaminico, con o senza un antipiretico.
Non vi è sufficiente evidenza per determinare se la pre-medicazione riduce la frequenza o la severità delle reazioni da infusione.
Negli studi clinici reazioni gravi da infusione e di ipersensibilità hanno interessato lo 0,9% circa dei pazienti adulti, ed hanno incluso reazioni anafilattiche, bradicardia, ipotensione, angioedema e dispnea.
Le reazioni da infusione si sono presentate più frequentemente durante le prime due infusioni e tendevano a ridursi con le infusioni successive (vedere paragrafo 4.8).
È stata riportata la comparsa di sintomi di ipersensibilità acuta nei pazienti varie ore dopo la somministrazione per infusione.
È stata anche osservata la ricomparsa di reazioni clinicamente significative dopo l’inizio del trattamento appropriato dei sintomi (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
Pertanto, Benlysta deve essere somministrato in un ambiente dove siano immediatamente disponibili risorse per il trattamento di tali reazioni.
I pazienti devono rimanere sotto controllo clinico per un periodo prolungato di tempo (per varie ore), a seguito almeno delle 2 prime infusioni, tenendo conto della possibilità di una reazione ad inizio ritardato.
I pazienti devono essere informati che le reazioni di ipersensibilità sono possibili il giorno dell’infusione, o vari giorni dopo, e devono essere informati dei potenziali segni e sintomi e della possibilità della loro ricomparsa.
I pazienti devono essere istruiti di rivolgersi immediatamente al medico se presentano uno qualsiasi di questi sintomi.
Il foglio illustrativo deve essere fornito al paziente ogni volta che viene somministrato Benlysta (vedere paragrafo 4.2).
Sono state anche osservate reazioni di ipersensibilità non acuta, di tipo ritardato, che hanno incluso sintomi quali eruzione cutanea, nausea, affaticamento, mialgia, cefalea e edema facciale.
Infezioni Il meccanismo d’azione di belimumab potrebbe aumentare il rischio di sviluppare infezioni in adulti e bambini con lupus, incluse le infezioni opportunistiche, ed i bambini più piccoli possono essere a maggior rischio.
Negli studi clinici controllati, l'incidenza di infezioni gravi è stata simile nei gruppi di Benlysta e placebo; tuttavia, le infezioni ad esito fatale (ad esempio polmonite e sepsi) si sono verificate più frequentemente nei pazienti trattati con Benlysta rispetto al placebo (vedere paragrafo 4.8).
Si deve considerare la vaccinazione contro lo pneumococco prima di iniziare il trattamento con Benlysta.
Benlysta non deve essere iniziato nei pazienti con infezioni gravi attive (comprese le infezioni croniche gravi).
I medici devono esercitare cautela e valutare attentamente se i benefici che ci si aspetta superino i rischi quando prendono in considerazione l’uso di Benlysta nei pazienti con anamnesi positiva per infezioni ricorrenti.
I medici devono avvisare i pazienti di contattare il proprio medico in caso sviluppino sintomi di un'infezione.
I pazienti che sviluppano un'infezione mentre sono in trattamento con Benlysta devono essere attentamente monitorati e si deve considerare l'interruzione della terapia con medicinali immunosoppressori, incluso Benlysta, fino alla risoluzione dell'infezione.
Non è noto il rischio relativo all’uso di Benlysta nei pazienti con tubercolosi attiva o latente.Depressione e suicidio Nel corso di studi clinici controllati, con somministrazione endovenosa e con somministrazione sottocutanea, sono stati segnalati disturbi psichiatrici (depressione, ideazione e comportamento suicidari, inclusi suicidi) con frequenza maggiore in pazienti che ricevevano Benlysta (vedere paragrafo 4.8).
Prima dell’inizio del trattamento con Benlysta i medici devono valutare il rischio di depressione e suicidio tenendo conto della storia clinica del paziente e del suo stato psichiatrico corrente e continuare a monitorare i pazienti durante il trattamento.
I medici devono avvertire i pazienti (e chi li assiste, ove appropriato) di rivolgersi al medico in caso di comparsa o di peggioramento dei sintomi psichiatrici.
Nei pazienti che manifestano tali sintomi, deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento.
Leucoencefalopatia multifocale progressiva Leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML - Progressive multifocal leukoencephalopathy) è stata riportata con Benlysta nel trattamento del LES.
I medici devono essere particolarmente attenti ai sintomi indicativi di PML che i pazienti possono non notare (ad esempio sintomi o segni cognitivi, neurologici o psichiatrici).
I pazienti devono essere monitorati per l’insorgenza o il peggioramento di questi sintomi o segni, e se tali sintomi/segni si presentano si devono inviare i pazienti ad un neurologo e considerare le misure diagnostiche appropriate per la PML come clinicamente indicato.
Se si sospetta la PML, si deve sospendere la terapia immunosoppressiva, incluso Benlysta, fino a quando non sia stata esclusa la PML.
Se la PML è confermata, la terapia immunosoppressiva, compreso Benlysta, deve essere interrotta.
Immunizzazione I vaccini vivi non devono essere somministrati nei 30 giorni precedenti o in concomitanza con Benlysta, in quanto non è stata stabilita la sicurezza clinica.
Non sono disponibili dati relativi alla trasmissione secondaria di infezioni da persone che ricevevano vaccini vivi a pazienti che ricevevano Benlysta.
A causa del suo meccanismo d’azione, belimumab può interferire con la risposta all’immunizzazione.
Tuttavia, in uno studio in un piccolo gruppo di pazienti, che ha valutato la risposta ad un vaccino pneumococcico 23-valente, le risposte immunitarie complessive ai differenti sierotipi nei pazienti con LES in trattamento al momento della vaccinazione con Benlysta confrontati con quelli in trattamento immunosoppressivo standard sono state simili.
Non vi sono dati sufficienti per trarre conclusioni relative alla risposta ad altri vaccini.
Dati limitati suggeriscono che Benlysta non influisce in modo significativo sulla capacità di mantenere una risposta immunitaria protettiva alle immunizzazioni ricevute prima della somministrazione di Benlysta.
In un sotto-studio, in un piccolo gruppo di pazienti che aveva ricevuto in precedenza vaccinazioni per il tetano, per lo pneumococco o per l’influenza è stato rilevato il mantenimento dei titoli protettivi dopo il trattamento con Benlysta.
Patologie maligne e linfoproliferative I medicinali immunomodulatori, incluso il Benlysta, possono aumentare il rischio di patologie maligne.
Si deve esercitare cautela quando si prende in considerazione la terapia con Benlysta per i pazienti con anamnesi positiva per patologie maligne o quando si prende in considerazione la prosecuzione del trattamento nei pazienti che sviluppano patologie maligne.
Non sono stati studiati pazienti affetti da neoplasie maligne negli ultimi 5 anni, ad eccezione dei pazienti con carcinoma della cute basale o a cellule squamose o con carcinoma della cervice uterina, che sono stati escissi in modo completo o trattati in modo adeguato.
Contenuto di sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè è praticamente “senza sodio”. Interazioni
- Non sono stati condotti studi in vivo di interazione.
La formazione di alcuni enzimi CYP450 è soppressa da un incremento nei livelli di alcune citochine nel corso di infiammazioni croniche.
Non è noto se belimumab possa essere un modulatore indiretto di tali citochine.
Non può essere escluso un rischio di riduzione indiretta dell’attività CYP da parte di belimumab.
Quando viene iniziato o interrotto il trattamento con belimumab, deve essere preso in considerazione il monitoraggio della terapia per i pazienti che sono trattati con substrati CYP aventi un ristretto indice terapeutico, per i quali la dose è aggiustata su base individuale (es.
warfarin). Effetti indesiderati
- Riassunto del profilo di sicurezza negli adulti La sicurezza di belimumab nei pazienti affetti da LES è stata valutata in tre studi pre-registrativi, controllati con placebo con somministrazione endovenosa, uno studio successivo regionale controllato con placebo con somministrazione endovenosa, uno studio controllato con placebo con somministrazione sottocutanea e due studi post-marketing controllati con placebo con somministrazione endovenosa; la sicurezza nei pazienti con nefrite lupica attiva è stata valutata in uno studio controllato con placebo mediante somministrazione endovenosa.
I dati riportati nella tabella di seguito riflettono l’esposizione in 674 pazienti con LES provenienti dai tre studi clinici pre registrativi e in 470 pazienti nel successivo studio controllato con placebo, trattati con Benlysta per via endovenosa (10 mg/kg per la durata di 1 ora, ai Giorni 0, 14, 28, e poi ogni 28 giorni fino a 52 settimane) e 556 pazienti con LES esposti a Benlysta per via sottocutanea (200 mg una volta a settimana fino a 52 settimane).
I dati di sicurezza presentati includono, per alcuni pazienti con LES, quelli rilevati oltre la Settimana 52.
I dati riflettono l’ulteriore esposizione in 224 pazienti con nefrite lupica attiva trattati con Benlysta per via endovenosa (10 mg/kg fino a 104 settimane).
Sono inclusi anche i dati delle segnalazioni post-marketing.
La maggioranza dei pazienti aveva ricevuto in concomitanza anche uno o più dei seguenti trattamenti per il LES: corticosteroidi, medicinali immunomodulatori, anti-malarici, medicinali anti-infiammatori non steroidei.
Le reazioni avverse sono state riportate nel 84% dei pazienti trattati con Benlysta e nel 87% dei pazienti trattati con placebo.
La reazione avverse più frequentemente riportata (≥5% dei pazienti affetti da LES trattati con Benlysta più standard of care e ad una frequenza ≥1% maggiore rispetto a placebo) è stata nasofaringite.
La percentuale dei pazienti che hanno interrotto il trattamento a causa delle reazioni avverse è stata del 7% per i pazienti trattati con Benlysta e del 8% per i pazienti trattati con placebo.
Le reazioni avverse più frequentemente riportate (> 5% dei pazienti con nefrite lupica attiva trattati con Benlysta più lo standard of care) sono state infezione del tratto respiratorio superiore, infezione del tratto urinario e herpes zoster.
La percentuale di pazienti che hanno interrotto il trattamento a causa di reazioni avverse è stata del 12,9% per i pazienti trattati con Benlysta e del 12,9% per i pazienti trattati con placebo.
Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse sono elencate di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA ed in base alla frequenza.
Le categorie di frequenza usate sono: Molto comune (≥ 1/10); Comune (≥ 1/100, < 1/10); Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000).
All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
La frequenza assegnata è la più alta osservata con entrambe le formulazioni.
¹ Vedere ‘Descrizione delle reazioni avverse selezionate’ e paragrafo 4.4 ‘Infezioni’ per ulteriori informazioni.Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazione(i) avversa(e) Infezioni ed infestazioni¹ Molto comune Infezioni batteriche, ad esempio bronchite, infezioni del tratto urinario Comune Gastroenterite virale, faringite, nasofaringite, infezioni virali del tratto respiratorio superiore Patologie del sistema emolinfopoietico Comune Leucopenia Disturbi del sistema immunitario Comune Reazioni di ipersensitivitಠNon comune Reazione anafilattica Raro Reazioni di ipersensibilità non acuta, di tipo ritardato Disturbi psichiatrici Comune Depressione Non comune Comportamento suicidario, ideazione suicidaria Patologie del sistema nervoso Comune Emicrania Patologie gastrointestinali Comune Diarrea, nausea Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune Reazioni in sede di iniezione³, orticaria, eruzione cutanea Non comune Angioedema, Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune Dolore alle estremità Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Reazioni sistemiche²correlate all’infusione o all’iniezione, piressia
² Le ‘Reazioni da ipersensibilità’ comprendono un gruppo di reazioni, inclusa l’anafilassi, e si possono manifestare con una gamma di sintomi che includono ipotensione, angioedema, orticaria o altre eruzioni cutanee, prurito, e dispnea.
Le ‘Reazioni sistemiche correlate all’infusione o all’iniezione’ comprendono un gruppo di reazioni e si possono manifestare con una gamma di sintomi che includono bradicardia, mialgia, cefalea, eruzione cutanea, orticaria, piressia, ipotensione, ipertensione, capogiri, e artralgia.
A causa della sovrapposizione dei segni e dei sintomi non è possibile distinguere in tutti i casi tra reazioni da ipersensibilità e reazioni sistemiche correlate all'infusione o all'iniezione.
³ Pertinente solo alla formulazione sottocutanea.
Descrizione delle reazioni avverse selezionate I dati presentati di seguito sono ottenuti dai tre studi clinici pre-registrativi per via endovenosa (solo dose endovenosa da 10 mg/kg) e dallo studio clinico per via sottocutanea.
‘Infezioni e Disturbi psichiatrici’ include anche dati da uno studio post-marketing.
Reazioni sistemiche da infusione o da iniezione e ipersensibilità: reazioni sistemiche da infusione o da iniezione e ipersensibilità sono state generalmente osservate il giorno della somministrazione, ma reazioni acute di ipersensibilità possono verificarsi anche vari giorni dopo la somministrazione stessa.
I pazienti con anamnesi positiva per allergie multiple a farmaci o reazioni di ipersensibilità significative possono essere soggetti ad un aumento del rischio.
L’incidenza delle reazioni da infusione e delle reazioni da ipersensibilità dopo somministrazione endovenosa con comparsa entro 3 giorni dall’infusione è stata del 12% nel gruppo in trattamento con Benlysta e del 10% nel gruppo in trattamento con placebo, con l’1,2% e lo 0,3%, rispettivamente, che ha richiesto l’interruzione permanente del trattamento.
Infezioni: l’incidenza complessiva delle infezioni negli studi LES pre registrativi per via endovenosa e per via sottocutanea è stata del 63% in entrambi i gruppi che hanno ricevuto Benlysta o placebo.
Le infezioni che si sono verificate in almeno il 3% dei pazienti trattati con Benlysta e almeno l’1% più di frequente rispetto ai pazienti che ricevevano placebo sono state infezioni virali del tratto respiratorio superiore, bronchiti e infezioni batteriche delle vie urinarie.
Infezioni gravi si sono verificate nel 5% dei pazienti che ricevevano Benlysta o placebo; di queste le infezioni opportunistiche gravi sono state rispettivamente lo 0,4% e lo 0%.
Infezioni che hanno portato all’interruzione del trattamento si sono verificate nello 0,7% dei pazienti che ricevevano Benlysta e nell’1,5% dei pazienti che ricevevano placebo.
Alcune infezioni sono state severe o fatali.
Per informazioni sulle infezioni osservate nei pazienti pediatrici con LES vedere il paragrafo Popolazione pediatrica di seguito.
Nello studio sulla nefrite lupica, i pazienti venivano trattati con terapia standard di fondo (vedere paragrafo 5.1) e l'incidenza complessiva delle infezioni era dell'82% nei pazienti trattati con Benlysta rispetto al 76% nei pazienti che ricevevano placebo.
Infezioni serie si sono verificate nel 13,8% dei pazienti che ricevevano Benlysta e nel 17,0% dei pazienti che ricevevano placebo.
Infezioni ad esito fatale si sono verificate nello 0,9% (2/224) dei pazienti trattati con Benlysta e nello 0,9% (2/224) dei pazienti che ricevevano placebo.
In uno studio LES post-marketing di sicurezza, randomizzato, in doppio cieco, di 52 settimane (BEL115467) che ha valutato la mortalità e gli eventi avversi specifici negli adulti, si sono verificate infezioni gravi nel 3,7% dei pazienti che avevano ricevuto Benlysta (10 mg/kg per via endovenosa) rispetto al 4,1% dei pazienti che avevano ricevuto placebo.
Tuttavia, infezioni ad esito fatale (ad esempio polmonite e sepsi) si sono verificate nello 0,45% (9/2002) dei pazienti trattati con Benlysta rispetto allo 0,15% (3/2001) dei pazienti che hanno ricevuto placebo, mentre l'incidenza di mortalità per tutte le cause è stata dello 0,50% (10/2002) rispetto allo 0,40% (8/2001), rispettivamente.
La maggior parte delle infezioni fatali è stata osservata durante le prime 20 settimane di trattamento con Benlysta.
Disturbi psichiatrici: negli studi clinici LES pre-registrativi con somministrazione endovenosa, sono stati segnalati eventi psichiatrici gravi nell’1,2% (8/674) dei pazienti che ricevevano Benlysta 10 mg/kg e nello 0,4% (3/675) dei pazienti che ricevevano placebo.
È stata riportata depressione grave nello 0,6% (4/674) dei pazienti che ricevevano Benlysta 10 mg/kg e nello 0,3% (2/675) dei pazienti che ricevevano placebo.
Si sono verificati due suicidi in pazienti trattati con Benlysta (incluso un paziente che riceveva 1 mg/kg di Benlysta).
In uno studio LES post-marketing, sono stati segnalati eventi psichiatrici gravi nell’1,0% (20/2002) dei pazienti che ricevevano Benlysta e nello 0,3% (6/2001) dei pazienti che ricevevano placebo.
È stata riportata depressione grave nello 0,3% (7/2002) dei pazienti che ricevevano Benlysta e per <0,1% (1/2001) dei pazienti che ricevevano placebo.
L’incidenza complessiva di ideazione o comportamento suicidari gravi o di autolesionismo senza intento suicidario è stata lo 0,7% (15/2002) nei pazienti che ricevevano Benlysta e lo 0,2% (5/2001) nel gruppo placebo.
Non è stato segnalato suicidio in nessun gruppo.
Gli studi LES con somministrazione endovenosa sopra citati non hanno escluso i pazienti con storia clinica di disturbi psichiatrici.
Nello studio clinico LES con somministrazione sottocutanea, che ha escluso i pazienti con storia clinica di disturbi psichiatrici, gli eventi psichiatrici gravi sono stati segnalati nello 0,2% (1/556) dei pazienti che ricevevano Benlysta e in nessun paziente che riceveva placebo.
Non ci sono stati eventi gravi correlati alla depressione o suicidi in nessun gruppo.
Leucopenia: l’incidenza della leucopenia segnalata nei pazienti con LES come reazione avversa è stata del 3% nel gruppo che ha ricevuto Benlysta e del 2 % nel gruppo che ha ricevuto placebo.
Patologie gastrointestinali: i pazienti obesi [Indice di massa corporea (IMC) > 30 kg/m²] con LES trattati per via endovenosa con Benlysta hanno segnalato percentuali più elevate di nausea, vomito e diarrea rispetto al placebo, ed in confronto ai pazienti con peso normale (IMC da ≥ 18,5 a ≤ 30 kg/m²).
Nessuno di questi eventi gastrointestinali nei pazienti obesi è stato grave.
Popolazione pediatrica Il profilo delle reazioni avverse nei pazienti pediatrici è basato sui dati di sicurezza a 52 settimane di uno studio controllato verso placebo in cui 53 pazienti (di età compresa tra 6 e 17 anni) con LES hanno ricevuto Benlysta (10 mg/kg per via endovenosa ai giorni 0, 14, 28 e successivamente ogni 28 giorni, in concomitanza ai trattamenti di fondo).
Non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza nella popolazione pediatrica di età pari o superiore a 12 anni (n = 43).
I dati di sicurezza nei bambini di età inferiore a 12 anni (n = 10) sono limitati.
Infezioni Gruppo di età 5-11 anni: sono state segnalate infezioni in 8/10 pazienti che ricevevano Benlysta e in 3/3 pazienti che ricevevano placebo e sono state segnalate infezioni gravi in 1/10 pazienti che ricevevano Benlysta e in 2/3 pazienti che ricevevano placebo (vedere paragrafo 4.4).
Gruppo di età 12-17 anni: sono state segnalate infezioni in 22/43 pazienti che ricevevano Benlysta e in 25/37 pazienti che ricevevano placebo e sono state segnalate infezioni gravi in 3/43 pazienti che ricevevano Benlysta e in 3/37 pazienti che ricevevano placebo.
Nella fase di estensione in aperto si è verificata una infezione fatale in un paziente che riceveva Benlysta.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sito web dell’Agenzia Italiana del Farmaco: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Donne potenzialmente fertili/Contraccezione nei maschi e nelle femmine Le donne potenzialmente fertili devono usare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento con Benlysta e per almeno 4 mesi dopo l’ultimo trattamento.
Gravidanza Vi è un numero limitato di dati sull’uso di Benlysta nelle donne in gravidanza.
Oltre all’atteso effetto farmacologico, ovvero alla riduzione delle cellule B, studi nell’animale condotti sulle scimmie non indicano effetti dannosi diretti o indiretti relativi alla tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Benlysta non deve essere usato in gravidanza a meno che il potenziale beneficio non giustifichi il potenziale rischio per il feto.
Allattamento Non è noto se Benlysta sia escreto nel latte umano o se sia assorbito per via sistemica dopo l’ingestione.
Tuttavia, belimumab è stato rilevato nel latte di scimmie femmine alle quali erano stati somministrati 150 mg/kg ogni 2 settimane.
Poiché gli anticorpi materni (IgG) sono escreti nel latte materno, si raccomanda di interrompere l’allattamento con latte materno o di interrompere la terapia con Benlysta, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità Non vi sono dati sugli effetti di belimumab sulla fertilità umana.
Gli effetti sulla fertilità maschile e femminile non sono stati formalmente valutati negli studi sull’animale (vedere paragrafo 5.3). Conservazione
- Conservare in frigorifero (da 2°C a 8°C).
Non congelare.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni per la conservazione dopo ricostituzione e diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.