BELARA 21CPR RIV 2MG+0,03MG

16,00 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: CLORMADINONE ACETATO/ETINILESTRADIOLO
  • ATC: G03AA15
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine: No Il farmaco non contiene glutine
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 05/01/2023

Contraccezione ormonale. La decisione di prescrivere Belara deve prendere in considerazione i fattori di rischio attuali della singola donna, in particolare quelli relativi alle tromboembolie venose (TEV) e il confronto tra il rischio di TEV associato a Belara e quello associato ad altri Contraccettivi Ormonali Combinati (COC) (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Una compressa rivestita con film contiene clormadinone acetato 2 mg e etinilestradiolo 0,030 mg. Eccipienti con effetti noti: lattosio monoidrato 69,5 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

I contraccettivi ormonali combinati (COC) non devono essere usati nelle seguenti condizioni.
Inoltre, l’uso di Belara deve essere interrotto immediatamente in caso sopraggiunga una di queste situazioni: - diabete mellito non controllato, - ipertensione non controllata o aumento significativo della pressione arteriosa (valori costantemente superiori a 140/90 mm Hg).
- Presenza o rischio di tromboembolia venosa (TEV): o Tromboembolia venosa - TEV in corso (con assunzione di anticoagulanti) o pregressa (ad es.
trombosi venosa profonda [TVP] o embolia polmonare [EP]).
o Predisposizione ereditaria o acquisita nota alla tromboembolia venosa, come resistenza alla proteina C attivata (incluso fattore V di Leiden), carenza di antitrombina III, carenza di proteina C, carenza di proteina S.
o Intervento chirurgico maggiore con immobilizzazione prolungata (vedere paragrafo 4.4).
o Rischio elevato di tromboembolia venosa dovuto alla presenza di più fattori di rischio (vedere paragrafo 4.4) - Presenza o rischio di tromboembolia arteriosa (TEA): o Tromboembolia arteriosa - tromboembolia arteriosa in corso o pregressa (ad es.
infarto miocardico) o condizioni prodromiche (ad es.
angina pectoris).
o Malattia cerebrovascolare - ictus in corso o pregresso o condizioni prodromiche (ad es.
attacco ischemico transitorio (transient ischaemic attack, TIA)).
o Predisposizione ereditaria o acquisita nota alla tromboembolia arteriosa, come iperomocisteinemia e anticorpi antifosfolipidi (anticorpi anticardiolipina, lupus anticoagulante).
o Precedenti di emicrania con sintomi neurologici focali.
o Rischio elevato di tromboembolia arteriosa dovuto alla presenza di più fattori di rischio (vedere paragrafo 4.4) o alla presenza di un fattore di rischio grave come: • diabete mellito con sintomi vascolari, • ipertensione grave, • dislipoproteinemia grave.
- Epatite, ittero, alterata funzionalità epatica fino a quando i valori di funzionalità epatica sono tornati normali.
- Prurito generalizzato, colestasi, specialmente durante una precedente gravidanza o terapia estrogenica.
- Sindrome di Dubin-Johnson, sindrome di Rotor, disturbi del flusso biliare.
- Meningioma o anamnesi di meningioma.
- Anamnesi di tumore epatico pregresso o in atto.
- Dolore epigastrico grave, ingrossamento del fegato o sintomi di emorragia intraddominale (vedere paragrafo 4.8).
- Inizio o ricaduta di porfiria (tutte e 3 le forme, in particolare la porfiria acquisita).
- Presenza o anamnesi di tumori maligni ormono-sensibili per es.
della mammella o dell’utero.
- Gravi alterazioni del metabolismo lipidico.
- Pancreatite o anamnesi di pancreatite se associata con ipertrigliceridemia grave.
- Comparsa di emicrania o di attacchi più frequenti di cefalea di inusuale intensità.
- Disturbi sensoriali ad insorgenza acuta, es.
disturbi della vista o dell’udito.
- Disturbi motori (in particolare paresi).
- Aumento di frequenza di crisi epilettiche.
- Depressione di grado severo.
- Otosclerosi aggravatasi durante precedenti gravidanze.
- Amenorrea da causa non accertata.
- Iperplasia endometriale.
- Sanguinamento genitale da causa non accertata.
- Ipersensibilità al/ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
La presenza di un fattore di rischio grave o di fattori di rischio multipli per trombosi venosa o arteriosa possono costituire controindicazione (vedere paragrafo 4.4).
L’uso concomitante di Belara e medicinali contenenti ombitasvir/paritaprevir/ritonavir e dasabuvir, medicinali contenenti glecaprevir/pibrentasvir o sofosbuvir/velpatasvir/voxilaprevir è controindicato (vedere paragrafo 4.5).

Posologia

Posologia Ciascuna compressa deve essere assunta ogni giorno alla stessa ora (preferibilmente alla sera) per 21 giorni consecutivi.
La somministrazione deve essere sospesa per i successivi 7 giorni; una emorragia simil mestruale dovrebbe iniziare da due a quattro giorni dopo l’assunzione dell’ultima compressa.
La somministrazione deve riprendere dopo i 7 giorni di sospensione, utilizzando un nuovo blister di Belara, sia che l’emorragia sia terminata o continui ancora.
Modo di somministrazione Le compresse devono essere tolte dal blister e deglutite intere, se necessario con poca acqua, scegliendo quella contrassegnata dal corrispondente giorno della settimana.
Le compresse vanno assunte giornalmente secondo la direzione della freccia.
Inizio della terapia Quando non sia stato assunto un altro contraccettivo ormonale (durante l’ultimo ciclo mestruale).
La prima compressa deve essere assunta il primo giorno del ciclo naturale della donna, ovvero il primo giorno di sanguinamento della mestruazione successiva.
Se la prima compressa è assunta il primo giorno della mestruazione, l’efficacia della contraccezione inizia a partire dal primo giorno di terapia e continua anche durante i 7 giorni di sospensione.
La prima compressa può anche essere assunta dal 2° al 5° giorno del periodo mestruale sia che l’emorragia sia terminata o no.
In questo caso occorrerà prendere ulteriori misure contraccettive per i primi 7 giorni di somministrazione.
Se le mestruazioni sono iniziate da più di 5 giorni, occorre attendere il successivo periodo mestruale per iniziare la terapia con Belara.
Passaggio a Belara da un altro contraccettivo ormonale.
Passaggio da un altro contraccettivo ormonale combinato La compressa di Belara deve essere assunta il giorno successivo all’intervallo dovuto alla sospensione o all’assunzione del placebo del precedente contraccettivo ormonale combinato.
Passaggio da un contraccettivo solo progestinico (mini pillola): la prima compressa di Belara deve essere assunta il giorno dopo la sospensione del contraccettivo progestinico.
Nei primi sette giorni devono essere utilizzate altre misure contraccettive.
Passaggio da un contraccettivo ormonale iniettabile o ad impianto: si può iniziare con Belara il giorno della rimozione dell’impianto od il giorno in cui era prevista l’iniezione successiva.
Devono essere prese ulteriori misure contraccettive per i primi 7 giorni.
Dopo un raschiamento o un aborto nel primo trimestre Dopo raschiamento o aborto nel primo trimestre la somministrazione di Belara può essere iniziata subito.
In questo caso non è necessaria alcuna altra misura contraccettiva.
Dopo il parto o dopo raschiamento o aborto nel secondo trimestre Dopo il parto, la somministrazione a madri che non allattano può essere iniziata dopo 21-28 giorni dal parto; in questo caso non è necessaria alcuna altra misura contraccettiva.
Se la somministrazione inizia dopo oltre 28 giorni dal parto, sono necessarie ulteriori misure contraccettive per i primi 7 giorni di trattamento con Belara.
Se la paziente ha avuto nel frattempo un rapporto, occorre escludere una possibile gravidanza prima di iniziare la terapia o attendere il successivo periodo mestruale.
Allattamento (vedere paragrafo 4.6) Belara non deve essere assunto dalle donne che allattano.
Dopo l’interruzione di Belara Dopo aver interrotto la terapia con Belara, il primo ciclo mestruale potrebbe ritardare di circa 1 settimana.
Assunzione non corretta Se si è dimenticato di assumere una compressa, ma la si assume comunque entro 12 ore, non sono necessarie ulteriori misure contraccettive.
Le successive compresse vanno assunte come di norma.
Se sono passate più di 12 ore dalla dimenticanza, l’effetto contraccettivo può essere ridotto.
La gestione delle compresse dimenticate deve essere guidata dalla due seguenti regole di base: 1.
L’assunzione delle compresse non deve essere interrotta per più di 7 giorni 2.Occorrono 7 giorni di assunzione ininterrotta per ottenere l’adeguata soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio.
L’ultima compressa dimenticata deve essere assunta immediatamente, anche se ciò significa prendere due compresse contemporaneamente.
Le compresse successive devono essere assunte all’ora usuale.
Inoltre, devono essere prese ulteriori misure contraccettive meccaniche, ad esempio i preservativi, per i successivi 7 giorni.
Se le compresse sono state dimenticate durante la prima settimana del ciclo e la paziente ha avuto un rapporto nei 7 giorni precedenti la dimenticanza delle compresse (inclusa la sospensione) deve essere presa in considerazione la possibilità di una gravidanza.
Più sono le compresse dimenticate e più vicine sono alla sospensione, più elevato è il rischio di una gravidanza.
Se la confezione in uso contiene meno di 7 compresse, la confezione successiva di Belara deve essere iniziata subito dopo aver terminato la precedente, cioè senza interruzione alcuna tra le confezioni.
Il normale flusso mestruale probabilmente non si verificherà se non al termine della seconda confezione.
Comunque, una emorragia intermestruale o uno “spotting” potrebbe verificarsi durante l’assunzione delle compresse.
Se il flusso manca al termine dell’assunzione della seconda confezione deve essere eseguito un test di gravidanza.
Istruzioni in caso di vomito o diarrea Se il vomito si verifica entro 4 ore dopo l’assunzione della compressa o se compare grave diarrea, l’assorbimento può essere incompleto e non è assicurata un’adeguata contraccezione.
In tal caso devono essere seguite le istruzioni sopra indicate nel paragrafo “Assunzione non corretta”.
L’assunzione di Belara deve essere continuata.
Come ritardare un flusso mestruale Per ritardare un ciclo mestruale la donna deve continuare con un’altra confezione di Belara senza sospensione.
Si può prolungare l’assunzione per il tempo desiderato fino al termine della seconda confezione.
Durante questo prolungamento può verificarsi sanguinamento intermestruale o spotting.
L’assunzione regolare di Belara deve essere ripresa dopo la consueta sospensione di 7 giorni.
Per spostare il ciclo mestruale ad un altro giorno della settimana rispetto a quello abituale, si può consigliare alla paziente di abbreviare la sospensione per il numero di giorni desiderato.
Più breve è la sospensione, più elevato è il rischio che non si verifichi il flusso mestruale e che si manifesti sanguinamento intermestruale o spotting durante l’assunzione della confezione successiva (come quando si ritarda il ciclo).
Popolazione pediatrica Belara è indicato solo dopo il menarca.
La sicurezza e l’efficacia del clormadinone acetato ed etinilestradiolo negli adolescenti al di sotto dei 16 anni non sono state stabilite.
Nessun dato disponibile.
Anziani Belara non è indicato dopo la menopausa.

Avvertenze e precauzioni

Avvertenze Il fumo aumenta il rischio di gravi effetti collaterali cardiovascolari se associato all’impiego dei contraccettivi ormonali combinati (COC).
Il rischio aumenta con l’età e con il numero di sigarette ed è molto pronunciato nelle donne oltre i 35 anni di età.
Le pazienti fumatrici oltre i 35 anni di età devono adottare altri metodi contraccettivi.
La somministrazione di COC comporta un rischio aumentato di varie malattie gravi, quali infarto miocardico, tromboembolia, ictus o tumori epatici.
Altri fattori di rischio come l’ipertensione, l’iperlipidemia, l’obesità e il diabete aumentano distintamente il rischio di morbilità e di mortalità.
Nel caso in cui fosse presente una delle condizioni o uno dei fattori di rischio menzionati sotto, l’idoneità di Belara deve essere discussa con la donna.
In caso di peggioramento o di prima comparsa di uno qualsiasi di questi fattori di rischio o di queste condizioni, la donna deve rivolgersi al proprio medico per determinare se l’uso di Belara debba essere interrotto.
Tromboembolia e altri disturbi vascolari I risultati di studi epidemiologici indicano una correlazione fra l’uso dei contraccettivi ormonali e l’aumento del rischio di trombosi e tromboembolia venosa e arteriosa come infarto del miocardio, ictus cerebrale, trombosi venosa profonda ed embolia polmonare.
Questi eventi sono rari.
Molto raramente in donne che usano COC sono stati riportati casi di trombosi in altri vasi sanguigni, ad esempio vene e arterie epatiche, mesenteriche, renali o retiniche.
Rischio di tromboembolia venosa (TEV) L’uso di qualsiasi contraccettivo ormonale combinato (COC) determina un aumento del rischio di tromboembolia venosa (TEV) rispetto al non uso.
I prodotti che contengono levonorgestrel, norgestimato o noretisterone sono associati a un rischio inferiore di TEV.
Non è ancora noto in che modo il rischio associato a Belara si confronti con questi prodotti a minor rischio.
La decisione di usare un prodotto diverso da quelli associati a un rischio di TEV più basso deve essere presa solo dopo aver discusso con la donna per assicurarsi che essa comprenda il rischio di TEV associato ai COC, il modo in cui i suoi attuali fattori di rischio influenzano tale rischio e il fatto che il rischio che sviluppi una TEV è massimo nel primo anno di utilizzo.
Vi sono anche alcune evidenze che il rischio aumenti quando l’assunzione di un COC viene ripresa dopo una pausa di 4 o più settimane.
Circa 2 donne su 10.000 che non usano un COC e che non sono in gravidanza svilupperanno una TEV in un periodo di un anno.
In una singola donna, però, il rischio può essere molto superiore, a seconda dei suoi fattori di rischio sottostanti (vedere oltre).
Gli studi epidemiologici su donne che usano contraccettivi ormonali combinati a basse dosi (<50 mcg di etinilestradiolo) hanno riscontrato che su 10.000 donne, tra 6 e 12 svilupperanno una TEV in un anno.
Su 10.000 donne che usano un COC contenente levonorgestrel, circa 6[1] svilupperanno una TEV in un anno.
Non è ancora noto come il rischio associato a COC contenenti clormadinone si confronti con il rischio associato a COC contenenti levonorgestrel.
Il numero di TEV all’anno con i COC a basse dosi è inferiore al numero previsto nelle donne in gravidanza o nel periodo post-parto.
La TEV può essere fatale nell’1- 2% dei casi.
Fattori di rischio di TEV Il rischio di complicanze tromboemboliche venose nelle donne che usano COC può aumentare sostanzialmente se sono presenti fattori di rischio aggiuntivi, specialmente se tali fattori di rischio sono più di uno (vedere la tabella).
Belara è controindicato se una donna presenta diversi fattori di rischio che aumentano il suo rischio di trombosi venosa (vedere paragrafo 4.3).
Se una donna presenta più di un fattore di rischio, è possibile che l’aumento del rischio sia maggiore della somma dei singoli fattori; in questo caso deve essere considerato il suo rischio totale di TEV.
Se si ritiene che il rapporto rischi-benefici sia negativo, non si deve prescrivere un COC (vedere paragrafo 4.3).
Tabella: Fattori di rischio di TEV
Fattore di rischio Commento
Obesità (indice di massa corporea (IMC) superiore a 30 kg/m²) Il rischio aumenta considerevolmente all’aumentare dell’IMC.
Particolarmente importante da considerare se sono presenti anche altri fattori di rischio.
Immobilizzazione prolungata, interventi chirurgici maggiori, interventi chirurgici di qualsiasi tipo a gambe e pelvi, interventi neurochirurgici o trauma maggiore. In queste situazioni è consigliabile interrompere l’uso del cerotto/della pillola/dell’anello (in caso di interventi elettivi almeno quattro settimane prima) e non riavviarlo fino a due settimane dopo la ripresa completa della mobilità.
Per evitare gravidanze indesiderate si deve utilizzare un altro metodo contraccettivo.
Se Belara non è stato interrotto prima, deve essere preso in considerazione un trattamento antitrombotico.
Nota: l’immobilizzazione temporanea, inclusi i viaggi in aereo di durata >4 ore, può anche essere un fattore di rischio di TEV, specialmente in donne con altri fattori di rischio.
Anamnesi familiare positiva (tromboembolia venosa in un fratello o un genitore, specialmente in età relativamente giovane, cioè prima dei 50 anni). Se si sospetta una predisposizione ereditaria, la donna deve essere inviata a uno specialista per un parere prima di decidere l’assunzione di qualsiasi COC.
Altre condizioni mediche associate a TEV Cancro, lupus eritematoso sistemico, sindrome emolitica uremica, malattie intestinali infiammatorie croniche (malattia di Crohn o colite ulcerosa) e anemia falciforme.
Età avanzata In particolare al di sopra dei 35 anni.
Non vi è accordo sul possibile ruolo delle vene varicose e della tromboflebite superficiale nell’esordio e nella progressione della trombosi venosa.
Il maggior rischio di tromboembolia in gravidanza, in particolare nel periodo di 6 settimane del puerperio, deve essere preso in considerazione (per informazioni su “Gravidanza e allattamento” vedere paragrafo 4.6).
Sintomi di TEV (trombosi venosa profonda ed embolia polmonare) Nel caso si presentassero sintomi di questo tipo, le donne devono rivolgersi immediatamente a un medico e informarlo che stanno assumendo un COC.
I sintomi di trombosi venosa profonda (TVP) possono includere: - gonfiore unilaterale della gamba e/o del piede o lungo una vena della gamba; - dolore o sensibilità alla gamba che può essere avvertito solo in piedi o camminando; - maggiore sensazione di calore nella gamba colpita; pelle della gamba arrossata o con colorazione anomala.
I sintomi di embolia polmonare (EP) possono includere: - comparsa improvvisa e inspiegata di mancanza di respiro e di respirazione accelerata; - tosse improvvisa che può essere associata a emottisi; - dolore acuto al torace; - stordimento grave o capogiri; - battito cardiaco accelerato o irregolare.
Alcuni di questi sintomi (come “mancanza di respiro” e “tosse”) sono aspecifici e possono essere interpretati erroneamente come eventi più comuni o meno gravi (ad es.
infezioni delle vie respiratorie).
Altri segni di occlusione vascolare possono includere: dolore improvviso, gonfiore o colorazione blu pallida di un’estremità.
Se l’occlusione ha luogo nell’occhio i sintomi possono variare da offuscamento indolore della vista fino a perdita della vista.
Talvolta la perdita della vista avviene quasi immediatamente.
Rischio di tromboembolia arteriosa (TEA) Studi epidemiologici hanno associato l’uso dei COC a un aumento del rischio di tromboembolie arteriose (infarto miocardico) o di incidenti cerebrovascolari (ad es.
attacco ischemico transitorio, ictus).
Gli eventi tromboembolici arteriosi possono essere fatali.
Fattori di rischio di TEA Il rischio di complicanze tromboemboliche arteriose o di un incidente cerebrovascolare nelle donne che utilizzano COC aumenta in presenza di fattori di rischio (vedere la tabella).
Belara è controindicato se una donna presenta un fattore di rischio grave o più fattori di rischio di TEA che aumentano il suo rischio di trombosi arteriosa (vedere paragrafo 4.3).
Se una donna presenta più di un fattore di rischio, è possibile che l’aumento del rischio sia maggiore della somma dei singoli fattori; in questo caso deve essere considerato il suo rischio totale.
Se si ritiene che il rapporto rischi-benefici sia negativo, non si deve prescrivere un COC (vedere paragrafo 4.3).
Tabella: Fattori di rischio di TEA
Fattore di rischio Commento
Età avanzata In particolare al di sopra dei 35 anni
Fumo Alle donne deve essere consigliato di non fumare se desiderano usare un COC.
Alle donne di età superiore a 35 anni che continuano a fumare deve essere vivamente consigliato l’uso di un metodo contraccettivo diverso.
Ipertensione 
Obesità (indice di massa corporea (IMC) superiore a 30 kg/m²) Il rischio aumenta considerevolmente all’aumentare dell’IMC.
Particolarmente importante nelle donne con altri fattori di rischio.
Anamnesi familiare positiva (tromboembolia arteriosa in un fratello o un genitore, specialmente in età relativamente giovane, cioè prima dei 50 anni). Se si sospetta una predisposizione ereditaria, la donna deve essere inviata a uno specialista per un parere prima di decidere l’assunzione di qualsiasi COC.
Emicrania Un aumento della frequenza o della gravità dell’emicrania durante l’uso di COC (che può essere prodromico di un evento cerebrovascolare) può rappresentare un motivo di interruzione immediata.
Altre condizioni mediche associate ad eventi vascolari avversi Diabete mellito, iperomocisteinemia, valvulopatia e fibrillazione atriale, dislipoproteinemia e lupus eritematoso sistemico.
Sintomi di TEA Nel caso si presentassero sintomi di questo tipo, le donne devono rivolgersi immediatamente a un operatore sanitario e informarlo che stanno assumendo un COC.
I sintomi di incidente cerebrovascolare possono includere: - intorpidimento o debolezza improvvisa del viso, di un braccio o di una gamba, soprattutto su un lato del corpo; - improvvisa difficoltà a camminare, capogiri, perdita dell’equilibrio o della coordinazione; - improvvisa confusione, difficoltà di elocuzione o di comprensione; - improvvisa difficoltà a vedere con uno o con entrambi gli occhi; - improvvisa emicrania, grave o prolungata, senza causa nota; - perdita di conoscenza o svenimento con o senza convulsioni.
Sintomi temporanei suggeriscono che si tratti di un attacco ischemico transitorio (TIA).
I sintomi di infarto miocardico (IM) possono includere: - dolore, fastidio, pressione, pesantezza, sensazione di schiacciamento o di pienezza al torace, a un braccio o sotto lo sterno;- fastidio che si irradia a schiena, mascella, gola, braccia, stomaco; - sensazione di pienezza, indigestione o soffocamento; - sudorazione, nausea, vomito o capogiri; - estrema debolezza, ansia o mancanza di respiro; - battiti cardiaci accelerati o irregolari.
Le donne che assumono COC devono essere informate che devono consultare il loro medico nell’evenienza di possibili sintomi di trombosi.
Belara deve essere sospeso in caso di sospetto o di conferma di trombosi.
Tumori Studi epidemiologici hanno evidenziato un aumento del rischio di tumore della cervice in relazione all’uso prolungato di contraccettivi ormonali in pazienti con infezioni da papilloma virus umano, ma è discusso il ruolo di altri fattori in tale evenienza, (ad es.
differenze nel numero di partners o l’uso di contraccettivi meccanici) (vedere anche “Controlli medici”).
Una metanalisi di 54 studi epidemiologici ha evidenziato che, con l’uso di contraccettivi ormonali, esiste un lieve incremento del rischio di tumore mammario (RR= 1.24).
Questo rischio torna gradualmente ai livelli di rischio correlato all’età entro 10 anni dopo la sospensione del trattamento.
Poiché il rischio di tumore mammario è raro nelle donne al di sotto dei 40 anni, il numero in eccesso di diagnosi di tumore mammario nelle donne che hanno utilizzato recentemente o che utilizzano COC è piccolo rispetto al rischio generale di tumore mammario.
In rari casi, nelle pazienti che assumono contraccettivi ormonali, sono stati riscontrati tumori epatici benigni, in casi ancora più rari, tumori maligni.
In casi isolati questi tumori hanno causato gravi emorragie intra-addominali.
In caso di intenso dolore addominale che non regredisce spontaneamente, di epatomegalia o di segni di emorragia intra-addominale la possibilità di tumore epatico deve essere presa in considerazione e Belara deve essere sospeso.
Meningioma È stata segnalata l’insorgenza di meningioma (singoli e multipli) è stato segnalato in associazione con l’uso di clormadinone acetato, soprattutto a dosi elevate e in caso di uso per un tempo prolungato (diversi anni).
I pazienti devono essere monitorati per i segni e i sintomi di meningiomi in conformità con la pratica clinica.
Se ad un paziente viene diagnosticato un meningioma, qualsiasi trattamento contenente clormadinone acetato, deve essere interrotto come misura precauzionale.
Vi sono alcune evidenze che il rischio di meningioma possa diminuire dopo l’interruzione del trattamento di clormadinone acetato.
Altre condizioni L’umore depresso e la depressione sono effetti indesiderati ben noti dell’uso di contraccettivi ormonali (vedere paragrafo 4.8).
La depressione può essere grave ed è un fattore di rischio ben noto per il comportamento suicidario e il suicidio.
Alle donne va consigliato di contattare il medico in caso di cambiamenti d’umore e sintomi depressivi, anche se insorti poco dopo l’inizio del trattamento.
Sono stati osservati modesti aumenti della pressione arteriosa in molte pazienti che assumono contraccettivi ormonali ma gli incrementi clinicamente significativi sono rari.
La correlazione fra uso di contraccettivi ormonali ed ipertensione clinicamente manifesta non è stata finora confermata.
Se in corso di trattamento con Belara l’incremento della pressione arteriosa fosse clinicamente rilevante, il medico dovrà sospendere Belara ed instaurare una terapia anti-ipertensiva.
La terapia con Belara potrà essere ripresa dopo che la terapia anti-ipertensiva ha riportato i valori pressori nella norma.
Gli estrogeni esogeni possono indurre o esacerbare i sintomi dell’angioedema ereditario e acquisito.
Nelle pazienti con anamnesi di herpes gestazionale può esservi recidiva durante assunzione di COC.
Nelle pazienti con ipertrigliceridemia o con anamnesi familiare di ipertrigliceridemia aumenta il rischio di pancreatite in trattamento con COC.
Disturbi epatici acuti o cronici possono richiedere l’interruzione del trattamento con COC fino a quando i valori di funzionalità epatica non si siano normalizzati.
Recidive di ittero colestatico che si sia manifestato precedentemente in gravidanza o con uso di ormoni sessuali, richiedono l’interruzione del trattamento con COC.
I contraccettivi ormonali possono modificare la resistenza periferica all’insulina o la tolleranza al glucosio.
Pertanto, le pazienti diabetiche che utilizzano contraccettivi ormonali devono essere monitorate attentamente.
In rari casi può comparire cloasma, in particolare nelle donne con storia di cloasma gravidico.
Le pazienti con tendenza al cloasma devono evitare l’esposizione al sole ed ai raggi ultravioletti durante l’uso di contraccettivi ormonali.
Precauzioni La somministrazione di estrogeni o combinazioni di estrogeno/progesterone può avere effetti negativi su alcune patologie e/o condizioni.
Un’attenta osservazione medica è necessaria in questi casi: - epilessia, - sclerosi multipla, - tetania, - emicrania (vedere paragrafo 4.3), - asma, - insufficienza cardiaca o renale, - chorea minor, - diabete mellito (vedere paragrafo 4.3), - malattie del fegato (vedere paragrafo 4.3), - dislipoproteinemia (vedere paragrafo 4.3), - malattie autoimmuni (incluso il lupus eritematoso sistemico), - obesità, - ipertensione (vedere paragrafo 4.3), - endometriosi, - varici, - flebiti (vedere paragrafo 4.3), - disturbi dell’emocoagulazione (vedere paragrafo 4.3), - mastopatia, - miomi uterini, - herpes gestazionale, - depressione, - malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa, vedere paragrafo 4.8).
Esami/visite mediche Prima di iniziare o riprendere l’uso di Belara si deve raccogliere un’anamnesi completa (inclusa l’anamnesi familiare) e si deve escludere una gravidanza.
Si deve misurare la pressione arteriosa ed eseguire un esame clinico, guidato dalle controindicazioni (vedere paragrafo 4.3) e dalle avvertenze (vedere paragrafo 4.4).
È importante attirare l’attenzione della donna sulle informazioni relative alla trombosi venosa o arteriosa, incluso il rischio associato a Belara rispetto ad altri COC, i sintomi di TEV e TEA, i fattori di rischio noti e cosa fare in caso di sospetta trombosi.
La donna deve anche essere informata della necessità di leggere attentamente il foglio illustrativo e di seguirne i consigli.
La frequenza e il tipo di esami devono basarsi sulle linee guida stabilite e devono adattarsi alla singola donna.
Le donne devono essere informate che i contraccettivi ormonali non proteggono dalle infezioni da HIV (AIDS) e da altre malattie sessualmente trasmesse.
Riduzione dell’efficacia La dimenticanza di una compressa (vedere “Assunzione non corretta”), il vomito o malattie intestinali che comportano diarrea, la somministrazione prolungata di alcuni farmaci (vedere paragrafo 4.5) o, raramente, disturbi metabolici possono ridurre l’efficacia contraccettiva.
Alterazioni del ciclo Spotting o emorragie intermestruali Tutti i contraccettivi ormonali possono causare perdite ematiche irregolari (spotting o emorragie intermestruali), in particolare durante i primi mesi d’uso.
Pertanto, una valutazione medica dell’irregolarità del ciclo deve essere fatta dopo un periodo di assestamento di circa tre cicli.
Se durante la somministrazione di Belara le emorragie intermestruali persistono o si verificano dopo precedenti cicli regolari, deve essere effettuato un controllo medico per escludere una gravidanza o una malattia organica.
Dopo l’esclusione di gravidanza o di malattia organica la somministrazione di Belara può essere continuata o si può passare all’impiego di altro prodotto.
L’emorragia intermestruale può essere indice di una compromessa efficacia contraccettiva (vedere “Assunzione non corretta”, “Istruzioni in caso di vomito” e paragrafo 4.5).
Assenza di flusso mestruale Dopo 21 giorni di assunzione, normalmente si ha un’emorragia da sospensione.
Occasionalmente, particolarmente nei primi mesi di terapia, il flusso può non verificarsi; questo fenomeno non deve essere interpretato come ridotta efficacia contraccettiva.
Se il flusso non si verifica dopo un ciclo in cui non è stata dimenticata alcuna compressa, non è stato prolungato l’intervallo di 7 giorni, non sono stati assunti altri farmaci e non si sono verificati episodi di vomito o diarrea, non è probabile un concepimento e Belara può essere continuato.
Se Belara non è stato assunto secondo le istruzioni prima della mancata emorragia da sospensione o se l’emorragia da sospensione non si verifica per due cicli consecutivi si deve escludere una gravidanza prima di continuare la somministrazione.
Prodotti fitoterapici contenenti Iperico (Hypericum perforatum) non devono essere usati in concomitanza della terapia con Belara (vedere paragrafo 4.5).
Eccipiente Questo medicinale contiene lattosio (come lattosio monoidrato).
Le pazienti affette da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

Nota: al fine di identificare potenziali interazioni si devono consultare le informazioni sulla prescrizione di medicinali assunti in concomitanza. Interazioni farmacodinamiche Durante gli studi clinici con pazienti trattati per le infezioni di epatite C (HCV) con medicinali contenenti ombitasvir/paritaprevir/ritonavir e dasabuvir con o senza ribavirina, si sono verificati in maniera significativa aumenti delle transaminasi (ALT) superiori a 5 volte il limite superiore della norma (ULN) più frequentemente nelle donne che utilizzavano medicinali contenenti etinilestradiolo come i contraccettivi ormonali combinati (COC).
Inoltre, anche nei pazienti trattati con glecaprevir/pibrentasvir o sofosbuvir/velpatasvir/voxilaprevir, sono stati osservati aumenti di ALT in donne che usavano farmaci contenenti etinilestradiolo come i COC (vedere paragrafo 4.3).
Pertanto, le utilizzatrici di Belara devono passare a un metodo di contraccezione alternativo (ad es.
contraccezione a base di solo progestinico o metodi non ormonali) prima di iniziare la terapia con questi regimi di associazione.
Belara può essere ripreso 2 settimane dopo la conclusione del trattamento con questi regimi di associazione.
Interazioni farmacocinetiche Effetti di altri medicinali su Belara.
Possono verificarsi interazioni con farmaci che inducono gli enzimi microsomiali che possono causare un aumento della clearance degli ormoni sessuali e che possono portare a emorragia intermestruale e/o a fallimento del contraccettivo orale.
Gestione L’induzione enzimatica può essere osservata già dopo pochi giorni di trattamento.
L’induzione enzimatica massima si osserva generalmente entro poche settimane.
Dopo l’interruzione della terapia farmacologica, l’induzione enzimatica può proseguire per circa 4 settimane.
Trattamento a breve termine Le donne in trattamento con farmaci che causano induzione enzimatica devono utilizzare temporaneamente un metodo barriera o un altro metodo contraccettivo in aggiunta al COC.
Il metodo barriera deve essere usato per l’intera durata della somministrazione concomitante del medicinale e per 28 giorni dopo la sua interruzione.
Se la terapia farmacologica prosegue anche dopo la fine delle compresse nella confezione del COC, la successiva confezione del COC deve essere iniziata subito senza il consueto intervallo libero da compressa.
Trattamento a lungo termine Nelle donne in trattamento a lungo termine con principi attivi ad induzione enzimatica, si raccomanda un altro metodo contraccettivo affidabile non ormonale.
In letteratura sono state segnalate le seguenti interazioni.
Sostanze che aumentano la clearance dei COC (riduzione dell’efficacia dei COC per induzione enzimatica), ad es.: barbiturici, bosentan, carbamazepina, barbexaclone, fenitoina, primidone, modafinil, rifampicina, rifabutina e i medicinali per l’HIV ritonavir, nevirapina ed efavirenz e possibilmente anche felbamato, griseofulvina, oxcarbazepina, topiramato e prodotti che contengono il rimedio erboristico Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum).
I seguenti medicinali/principi attivi possono ridurre le concentrazioni sieriche di etinilestradiolo aumentando la motilità gastrointestinale o compromettendo l’assorbimento: Metoclopramide, carbone attivo.
Sostanze con effetti variabili sulla clearance dei COC Quando somministrati in concomitanza con i COC, molte associazioni di inibitori della proteasi dell’HIV e inibitori non nucleosidici della transcriptasi inversa incluse associazioni con inibitori del HCV possono aumentare o ridurre le concentrazioni plasmatiche di estrogeni o progestinici.
In alcuni casi l’effetto netto di questi cambiamenti può essere clinicamente rilevante.
Pertanto, per identificare potenziali interazioni e qualsiasi raccomandazione correlata devono essere consultate le informazioni sulla prescrizione di medicinali assunti in concomitanza per l’HIV/HCV.
In caso di qualsiasi dubbio, le donne in terapia con un inibitore della proteasi o un inibitore non nucleosidico della transcriptasi inversa devono utilizzare un metodo contraccettivo di barriera aggiuntivo.
I seguenti prodotti medicinali o sostanze attive possono aumentare la concentrazione plasmatica di etinilestradiolo: - sostanze attive che inibiscono la solfatazione di etinilestradiolo nella parete intestinale (ad es.
l’acido ascorbico o il paracetamolo), - atorvastatina (aumenta la AUC dell’etinilestradiolo del 20%), - sostanze attive che inibiscono gli enzimi microsomiali epatici, come imidazolo, antimicotici (ad es.
fluconazolo), indinavir o troleandomicina.
Effetti di Belara su altri medicinali I contraccettivi orali possono avere effetti sul metabolismo di altri principi attivi.
Di conseguenza, le concentrazioni plasmatiche e tissutali possono aumentare o diminuire.
- Inibendo gli enzimi microsomiali epatici ed elevando di conseguenza la concentrazione plasmatica di sostanze attive come il diazepam (ed altre benzodiazepine metabolizzate per idrossilazione), la ciclosporina, la teofillina ed il prednisolone.
- Inducendo la glicuroconiugazione epatica e riducendo di conseguenza la concentrazione plasmatica di lamotrigina clofibrato, paracetamolo, morfina e lorazepam.
Il fabbisogno di insulina o di antidiabetici orali può modificarsi in conseguenza dell’effetto sulla tolleranza al glucosio (vedere paragrafo 4.4).
Questo può verificarsi anche per medicinali assunti di recente.
Il RCP del medicinale prescritto deve essere letto attentamente per una possibile interazione con Belara.
Test di laboratorio L’uso di steroidi contraccettivi può influenzare i risultati di alcuni esami di laboratorio, inclusi i parametri biochimici di fegato, tiroide, surrene e funzione renale, i livelli plasmatici di proteine (di trasporto), ad es.
globulina legante i corticosteroidi e le frazioni di lipidi/lipoproteine, i parametri del metabolismo dei carboidrati e i parametri di coagulazione e fibrinolisi.
Tali alterazioni generalmente rimangono entro i valori normali di riferimento.

Effetti indesiderati

a) Studi clinici con Belara hanno dimostrato che i più frequenti effetti collaterali (> 20%) sono emorragia intermestruale e spotting, cefalea e tensione mammaria.
Le perdite irregolari di sangue di solito si riducono proseguendo l’assunzione di Belara.
b) I seguenti effetti indesiderati sono stati riportati dopo somministrazione di Belara in uno studio clinico comprendente 1629 donne.
Frequenza delle ADR/classificazione per sistemi e organi (MedDRA 17.1) Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) Molto raro (< 1/10.000) Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Infezioni e infestazioni   candidosi vaginale vulvovaginite  
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)   fibroadenoma della mammella   
Disturbi del sistema immunitario   ipersensibilità al farmaco incluse reazioni allergiche della pelle   esacerbazione dei sintomi di angioedema ereditario e acquisito
Disturbi del metabolismo e della nutrizione   alterazioni dei lipidi ematici inclusa ipertrigliceridemia appetito aumentato  
Disturbi psichiatrici  umore depresso, nervosismo, irritabilità libido diminuita   
Patologie del sistema nervoso  capogiri, emicrania (e/o peggioramento dell’emicrania)    
Patologie dell’occhio  disturbi visivi  congiuntivite, intolleranza alle lenti a contatto  
Patologie dell’orecchio e del labirinto    improvvisa perdita dell’udito, tinnito  
Patologie vascolari    ipertensione, ipotensione, collasso cardiocircolatorio, vene varicose, trombosi, tromboembolie venose (TEV), tromboembolie arteriose² (TEA)  
Patologie gastrointestinali nausea vomito dolore addominale, gonfiore addominale, diarrea   
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo  acne anomalie della pigmentazione, cloasma, alopecia, secchezza della cute, iperidrosi orticaria, eczema, eritema, prurito, peggioramento della psoriasi, irsutismo eritema nodoso 
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo  sensazione di pesantezza lombalgia, disturbi muscolari   
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella perdite vaginali, dismenorrea, amenorrea dolore pelvico galattorrea ingrossamento del seno, menorragia, sindrome premestruale  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione  affaticamento, edema, peso aumentato    
Esami diagnostici  pressione sanguigna aumentata    
² Vedere il paragrafo “Descrizione di alcune reazioni avverse” In aggiunta, nell’uso post-marketing sono state segnalate le seguenti reazioni avverse associate ai principi attivi, etinilestradiolo e clormadinone acetato: astenia e reazioni allergiche incluso angioedema.
Descrizione di alcune reazioni avverse I seguenti effetti collaterali sono inoltre stati osservati durante la somministrazione di contraccettivi ormonali combinati incluso 0,030 mg di etinilestradiolo e 2 mg di clormadinone acetato: • Nelle donne che usano COC è stato osservato un maggior rischio di eventi trombotici e tromboembolici arteriosi e venosi, tra cui infarto miocardico, ictus, attacchi ischemici transitori, trombosi venosa ed embolia polmonare, e tale rischio è discusso più dettagliatamente nel paragrafo 4.4.
• Un aumentato rischio di patologia delle vie biliari è stato riportato in alcuni studi sulla somministrazione a lungo termine di COC.
• In rari casi sono stati osservati tumori epatici benigni, e più raramente maligni, dopo somministrazione di contraccettivi ormonali, in casi isolati tali tumori hanno causato una grave emorragia intra-addominale potenzialmente fatale (vedere paragrafo 4.4).
• Peggioramento di malattia infiammatoria cronica intestinale (morbo di Crohn, colite ulcerosa, vedere anche paragrafo 4.4).
Per altri effetti collaterali gravi, quali il carcinoma della cervice o della mammella, vedere paragrafo 4.4.
Interazioni Le interazioni di altri medicinali (induttori enzimatici) con i contraccettivi orali possono dar luogo a emorragia intermestruale e/o a fallimento del contraccettivo (vedere paragrafo 4.5).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Belara non è indicato durante la gravidanza.
La gravidanza deve essere esclusa prima di iniziare la somministrazione del medicinale.
Se durante la terapia con Belara dovesse verificarsi l’inizio di una gravidanza, il farmaco va interrotto immediatamente.
La maggior parte degli studi epidemiologici condotti fino ad oggi non hanno mostrato evidenze cliniche di effetti teratogeni o fetotossici quando gli estrogeni, in combinazione con altri progestinici sono stati accidentalmente assunti in gravidanza in dosaggi simili a quelli contenuti in Belara.
Anche se gli studi sugli animali hanno mostrato evidenze di tossicità sulla riproduzione (vedere paragrafo 5.3), i dati clinici su oltre 330 gravidanze umane esposte al clormadinone acetato, non hanno evidenziato effetti embriotossici.
Il maggior rischio di tromboembolia nel periodo dopo il parto, deve essere preso in considerazione quando viene ripresa l’assunzione di Belara (vedere paragrafo 4.2.
e 4.4).
Allattamento L’allattamento può essere influenzato dagli estrogeni in quanto questi possono modificare la quantità e la composizione del latte materno.
Piccole quantità di steroidi contraccettivi e/o i loro metaboliti possono essere escreti nel latte materno ed influire sul bambino.
Pertanto Belara non deve essere assunto durante l’allattamento.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.

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