ATENOL 50CPR 100MG
6,02 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 06/11/2012
- Ipertensione arteriosa, compresa quella di origine renale; - Angina pectoris.
1 compressa contiene: Principio attivo: Atenololo: 100 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1
Controindicazioni
- Come gli altri beta-bloccanti, il trattamento con Atenol è controindicato nei casi di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, bradicardia (< 50 bpm prima dell’inizio del trattamento); blocco atrioventricolare di 2° e 3° grado; insufficienza cardiaca non controllata da una terapia adeguata; shock cardiogeno, ipotensione; acidosi metabolica; forme severe di Sindrome di Raynaud e gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica; malattie del nodo del seno (compreso blocco seno atriale); feocromocitoma non trattato; asma grave e gravi patologie polmonari croniche ostruttive.
Atenol non deve essere associato a terapia endovenosa con verapamil o diltiazem.
Atenol non deve essere somministrato durante l'allattamento (vedere par.
4.6.). Posologia
- Posologia Il dosaggio deve essere stabilito individualmente.
Si raccomanda di iniziare con il dosaggio più basso possibile, in modo da riconoscere tempestivamente l’insorgenza di sintomi di insufficienza cardiaca, bradicardia e sintomi bronchiali.
Questo è particolarmente importante negli anziani.
Ulteriori adattamenti devono essere effettuati gradualmente in condizioni controllate o in base agli effetti clinici.
Adulti • Ipertensione arteriosa compresa quella di origine renale. Iniziare la terapia con 50 mg di atenololo al giorno utilizzando un altro medicinale a base di atenololo per cui è disponibile/ottenibile tale dosaggio.
Di solito il pieno effetto antipertensivo si raggiunge dopo una o due settimane di terapia.
Se non si ottiene un effetto soddisfacente, aumentare la dose ad una compressa (100 mg) al giorno durante la seconda settimana.
Se necessario, è possibile ottenere un'ulteriore riduzione dei valori pressori associando Atenol con altri farmaci antipertensivi.
In particolare, la somministrazione contemporanea di Atenol con un diuretico determina un effetto antipertensivo superiore a quello prodotto dai singoli farmaci.
• Angina pectoris. La maggior parte dei pazienti risponde alla somministrazione di una compressa (100 mg) al giorno.
Aumentando la posologia non si ottiene generalmente un ulteriore beneficio.
Anziani Può rendersi necessario ridurre la posologia, particolarmente nei pazienti con compromissione della funzionalità renale.
Insufficienza renale Poiché Atenol è escreto per via renale è necessario ridurre il dosaggio nei pazienti con grave compromissione della funzionalità renale.
Non si verifica accumulo significativo di Atenol nei pazienti che hanno una clearance della creatinina superiore a 35 ml/min/1,73 m² (il limite normale è di 100-150 ml/min/1,73 m²).
Nei pazienti con clearance creatininica di 15-35 ml/min/1,73 m² (equivalente a 3,4-6,8 mg% di creatininemia) la posologia deve essere di 50 mg al giorno o 100 mg a giorni alterni.
Per i pazienti con clearance creatininica <15 ml/min/1,73 m² (equivalente a 6,8 mg% di creatininemia) la posologia deve essere di 50 mg a giorni alterni o 100 mg ogni 4 giorni.
Ai pazienti in emodialisi l’atenololo deve essere somministrato per via orale alla dose di 50 mg dopo ogni seduta; la somministrazione deve essere effettuata in ambiente ospedaliero, in quanto possono verificarsi marcate riduzioni della pressione arteriosa.
Popolazione pediatrica Non esistono dati clinici nell'impiego pediatrico di Atenol.
Pertanto se ne sconsiglia la somministrazione ai bambini.
Modalità di somministrazione Le compresse non devono essere masticate e devono essere prese con una quantità di liquido sufficiente per favorirne la deglutizione. Avvertenze e precauzioni
- Sospensione.
La sospensione del trattamento con atenololo deve essere graduata specialmente nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica.
Nel caso la terapia con Atenol debba essere interrotta o sospesa dopo uso prolungato, la riduzione deve essere fatta sempre gradualmente con diminuzione scalare, in quanto una sospensione improvvisa può dare origine ad ischemia miocardica con esacerbazione dell’angina pectoris, oppure a infarto miocardico, oppure può provocare un’esacerbazione dell’ipertensione.
Insufficienza cardiaca.
Atenol può essere somministrato, con la dovuta cautela, ai pazienti con una riserva cardiaca scarsa, mentre il suo impiego deve essere evitato nei pazienti affetti da scompenso cardiaco conclamato; il farmaco può tuttavia essere usato nei pazienti con insufficienza cardiaca controllata da una terapia adeguata.
Nei pazienti affetti da angina di Prinzmetal, Atenol può aumentare il numero e la durata delle crisi anginose tramite vasocostrizione arteriosa coronarica mediata dagli alfa recettori.
Tuttavia, seppur con la massima cautela, può essere considerato il suo impiego in questi pazienti, in quanto Atenol è un betabloccante beta-1 selettivo.
Disordini vascolari.
Come già indicato nel paragrafo 4.3, Atenol non deve essere somministrato a pazienti affetti da gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica.
Durante il suo impiego, in pazienti affetti da disordini vascolari periferici di modesta entità, si può anche verificare un aggravamento di tali disturbi.
Particolare cautela nella somministrazione di Atenol va rivolta ai pazienti con blocco atrioventricolare di 1° grado, a causa del suo effetto negativo sul tempo di conduzione.
Bradicardia.
La riduzione della frequenza cardiaca è una delle azioni farmacologiche indotte dall'atenololo; qualora compaiano sintomi attribuibili all'eccessiva riduzione della frequenza cardiaca, il dosaggio di Atenol deve essere ridotto.
Broncopatie.
Nei pazienti asmatici Atenol può indurre un aumento della resistenza delle vie respiratorie: tuttavia, seppur con la massima cautela, può essere considerato il suo impiego in questi pazienti, in quanto Atenol è un beta-bloccante beta-1 selettivo.
In caso di aumento della resistenza delle vie respiratorie, la somministrazione di Atenol deve essere interrotta e, se necessario, deve essere instaurata una terapia con preparati broncodilatatori (come il salbutamolo).
Diabetici e pazienti soggetti all'ipoglicemia.
Nei pazienti diabetici, in particolare in quelli affetti da diabete labile, e in pazienti soggetti a ipoglicemia, Atenol, a causa della propria attività bloccante beta-adrenergica, può mascherare i segni e sintomi premonitori dell'ipoglicemia acuta quali le modificazioni della frequenza cardiaca (tachicardia) pertanto i pazienti diabetici devono essere informati sul fatto che tali sintomi potrebbero non manifestarsi.
Atenol può mascherare i segni di tireotossicosi.
Reazioni anafilattiche.
Nei pazienti con terapia beta-bloccante e con una storia di reazioni anafilattiche a diversi allergeni, si può verificare un aggravamento delle reazioni allergiche in occasione di ripetuti stimoli da parte dell'allergene.
Questi pazienti possono non rispondere adeguatamente alle dosi di adrenalina comunemente impiegate nel trattamento delle reazioni allergiche.
Insufficienza renale. In pazienti con grave compromissione della funzionalità renale è necessario un aggiustamento della dose poiché Atenol è escreto per via renale (vedere paragrafo 4.2).
Anestesia.
È necessario prestare particolare cautela nell’uso degli agenti anestetici in pazienti trattati con atenololo (vedere paragrafo 4.5).
Quando un paziente è programmato per un intervento chirurgico e viene presa la decisione di interrompere la terapia con beta-bloccanti, questo dovrebbe essere fatto almeno 24 ore prima della procedura.
La continuazione del beta-blocco riduce il rischio di aritmie durante l'induzione e l'intubazione, tuttavia anche il rischio di ipotensione può essere aumentato.
La valutazione rischio-beneficio dell'arresto del beta-blocco deve essere effettuata per ciascun paziente.
Se il trattamento viene continuato, è necessario selezionare un anestetico con scarsa attività inotropa negativa per ridurre al minimo il rischio di depressione miocardica.
Il paziente può essere protetto dalle reazioni vagali mediante somministrazione endovenosa di atropina. Interazioni
- L’uso concomitante di Atenol con calcio-antagonisti con effetto inotropo negativo (es.
verapamil, diltiazem) può portare ad un peggioramento di questo effetto, in particolare nei pazienti con funzione ventricolare compromessa e/o anomalie di conduzione seno-atriale o atrio-ventricolare.
Ciò può causare ipotensione grave, bradicardia e insufficienza cardiaca.
È necessario che siano trascorse almeno 48 ore dalla sospensione di uno qualsiasi di questi farmaci somministrato per via endovenosa prima di iniziare l'altra terapia.
L'uso concomitante con diidropiridine (es.
nifedipina) può aumentare il rischio di ipotensione e possono verificarsi casi di insufficienza cardiaca in pazienti con insufficienza cardiaca latente.
I farmaci glicosidi-digitalici, associati ai beta-bloccanti, possono provocare un aumento del tempo di conduzione atrioventricolare.
I beta-bloccanti possono aggravare il brusco rialzo dei valori pressori che può verificarsi dopo sospensione della clonidina.
Se i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente, il beta-bloccante deve essere sospeso parecchi giorni prima di interrompere la terapia con clonidina.
Se la terapia con beta-bloccante deve sostituire quella con clonidina, è necessario che l'inizio del trattamento con beta-bloccante avvenga parecchi giorni dopo l'interruzione della terapia con clonidina.
I farmaci antiaritmici appartenenti alla classe I (es.
disopiramide) e l’amiodarone possono potenziare l’effetto sul tempo di conduzione atriale e indurre un effetto inotropico negativo.
I farmaci simpaticomimetici, come l'adrenalina, possono contrapporsi all'effetto dei beta-bloccanti se usati contemporaneamente.L'uso concomitante di farmaci inibitori la sintetasi prostaglandinica (ibuprofene, indometacina) può ridurre gli effetti ipotensivi dei beta-bloccanti.
È necessario porre particolare cautela nell'uso degli agenti anestetici in pazienti trattati con Atenol.
Occorre che l'anestesista sia informato di tale terapia e, in questo caso, deve essere impiegato un agente anestetico con una minima attività inotropa negativa.
L'uso dei beta-bloccanti con agenti anestetici può provocare un'attenuazione della tachicardia riflessa e aumentare il rischio di ipotensione.
È da evitare l'uso di agenti anestetici che causano depressione miocardica.
I beta-bloccanti, se assunti contemporaneamente all’insulina o a farmaci ipoglicemizzanti, possono aumentare l’effetto ipoglicemico e mascherare i segni di ipoglicemia quali il tremore e la tachicardia.
Nei pazienti diabetici in trattamento con beta bloccanti la glicemia dovrebbe essere attentamente monitorata. Effetti indesiderati
- Negli studi clinici, gli eventi indesiderati segnalati sono generalmente attribuibili alle azioni farmacologiche di atenololo.
Sono stati segnalati i seguenti eventi indesiderati, elencati per sistema corporeo, con le seguenti frequenze: molto comune (≥1 / 10), comune (≥1 / 100, <1/10), non comune (≥1 / 1.000, <1 / 100), raro (da ≥1 / 10.000 a <1 / 1.000), molto raro (<1 / 10.000) inclusi rapporti isolati, non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie cardiache Comuni: bradicardia; Rari: deterioramento della funzionalità cardiaca, insorgenza di blocco cardiaco, insufficienza cardiaca, rallentamento della conduzione atrio ventricolare o intensificazione di un blocco atrio ventricolare.
Patologie vascolari Comuni: freddo alle estremità; Rari: ipotensione posturale che può essere associata a sincope, aggravamento della claudicazione intermittente, nei pazienti sensibili fenomeno di Raynaud; Frequenza non nota: ipotensione.
Patologie del sistema nervoso Rari: capogiri, cefalea, parestesia.
Disturbi psichiatrici Non comuni: disturbi del sonno; Rari: cambiamenti dell'umore, incubi; psicosi o allucinazioni, aggravamento di sindromi nervose con depressione mentale, catatonia, confusione e turbe della memoria.
Patologie gastrointestinali Comuni: disturbi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea, dolori addominali; Rari: secchezza delle fauci.
Esami diagnostici Comuni: aumenti dei livelli di transaminasi.
Patologie epatobiliari Rari: epatotossicità, colestasi intraepatica.
Patologie del sistema emolinfopoietico Rari: porpora, trombocitopenia.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rari: alopecia, reazioni cutanee di tipo psoriasico, esacerbazione della psoriasi, rash cutaneo.
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo Non nota: sindrome simil-lupoide.
Patologie oculari Rari: secchezza agli occhi, disturbi della vista.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Rari: impotenza.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Rari: broncospasmo; Frequenza non nota: dispnea.
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: affaticamento.
Atenol può mascherare i segni e i sintomi di ipoglicemia e di tireotossicosi (vedere paragrafo 4.4).
Atenol può comportare un peggioramento di un blocco cardiaco e deterioramento dell'insufficienza cardiaca.
È stato osservato un incremento di anticorpi antinucleo, tuttavia non è chiara la rilevanza clinica.
L’atenololo può esacerbare la depigmentazione nei soggetti affetti da vitiligine.
In pazienti con asma bronchiale o con una storia di problemi asmatici può verificarsi broncospasmo o dispnea.
Qualora, secondo il giudizio clinico, la qualità di vita del paziente venisse negativamente interessata dalla presenza di un qualsiasi effetto indesiderato sopraelencato, deve essere considerata la sospensione del trattamento.
Segnalazione degli effetti indesiderati La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.aifa.gov.it/content/segnalazionireazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza I beta-bloccanti riducono la perfusione placentare.
Tale fenomeno può causare morte fetale intrauterina, nascite premature e/o immature.
I beta-bloccanti possono indurre bradicardia fetale L'atenololo attraversa la barriera placentare e si sono riscontrati livelli ematici nel cordone ombelicale.
Non sono stati effettuati studi sull'impiego di atenololo nel 1° trimestre di gravidanza e pertanto non può essere esclusa la possibilità di un danno fetale.
Atenolo è stato impiegato, sotto stretto controllo medico, per il trattamento dell'ipertensione nel 3° trimestre.
L'uso di atenololo in donne gravide, per il trattamento dell'ipertensione lieve-moderata, è stato associato ad un ritardo della crescita intra-uterina.
Qualora il trattamento con Atenol non sia evitabile in donne che sono in gravidanza o che possono iniziarla, il suo utilizzo richiede un'attenta valutazione dei benefici indotti dalla terapia rispetto ai possibili rischi, particolarmente nel 1° e 2° trimestre di gestazione.
Allattamento L'atenololo si accumula nel latte materno (vedi sezione 5.2).
neonati di madri trattate con atenololo durante l'allattamento al seno possono essere a rischio di ipoglicemia e bradicardia.
Di conseguenza, l'atenololo è controindicato nelle donne che allattano. Conservazione
- Nessuna.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.