AMICASIL IM EV 10F 500MG/2ML
30,21 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/10/2006
Amicasil è indicato nel trattamento a breve termine per infezioni gravi da ceppi sensibili di germi gram-negativi, comprese le specie di Pseudomonas, E. Coli, Proteus indolo + e indolo -, di Providencia, del gruppo Klebsiella-enterobacter -Serratia, e di Acinetobacter. Questo antibiotico si dimostra efficace: - nella terapia delle batteriemie, delle setticemie e delle sepsi neonatali; - nella terapia delle infezioni gravi delle vie respiratorie, delle ossa e delle articolazioni, del SNC (inclusa la meningite), delle infezioni intra addominali (inclusa la peritonite), delle ustioni e delle infezioni post-operatorie (incluse quelle della chirurgia vascolare); - nella terapia delle infezioni gravi, complicate e ricorrenti, delle vie urinarie, causate da germi Gram-negativi. Per contro, come gli altri aminoglicosidi, l'amikacina non è indicata negli episodi infettivi iniziali non complicati del tratto urinario, quando l'agente eziologico è sensibile ad antibiotici potenzialmente meno tossici; - nella terapia delle infezioni da stafilococco; perciò si può adottare come terapia d'attacco in caso di infezioni stafilococciche accertate o presunte, quando il paziente è allergico ad altri antibiotici o è presente un'infezione mista da stafilococchi e Gram-negativi; - nella terapia delle sepsi neonatali, quando il test di sensibilità indica che altri aminoglicosidi non si possono impiegare. In tali casi può essere indicata anche una terapia concomitante con un antibiotico di tipo penicillinico, a causa della possibilità di sovrinfezione da Gram-positivi (streptococchi o pneumococchi). Amicasil è in grado di combattere le infezioni da germi Gram-negativi resistenti alla gentamicina ed alla tobramicina, particolarmente da Proteus rettgeri, Providencia stuartii, Serratia mercescens e Pseudomonas aeruginosa.
AMICASIL 500 mg/2 ml soluzione iniettabile Una fiala contiene: Amikacina solfato mg 667,5 (pari ad amikacina mg 500) Eccipienti con effetti noti: sodio metabisolfito Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Un’anamnesi di ipersensibilità o di reazioni tossiche serie agli aminoglicosidi possono controindicare l'uso di qualsiasi aminoglicoside a causa della nota sensibilità trasversale dei pazienti ai farmaci di questa classe. Posologia
- Somministrazione intramuscolare ed endovenosa Alle dosi consigliate, le infezioni meno gravi causate da microrganismi sensibili, rispondono alla terapia entro 24-48 ore.
La durata del trattamento è in genere di 3-7 giorni per la somministrazione endovenosa e di 7-10 giorni per la via intramuscolare.
Adulti e bambini: 15 mg/Kg/die in due somministrazioni.
Neonati e/o prematuri: dose iniziale di 10 mg/Kg, proseguire con 7,5 mg/kg ogni 12 ore.
Infezioni ad alto rischio e/o sostenute da pseudomonas: la dose iniziale nell’adulto può essere aumentata a 500mg ogni 8 ore ma non si deve mai superare la dose di 1,5 g/die, né protrarre la terapia per più di 10 giorni.
Non si deve comunque superare la dose totale di 15 g.
Infezioni del tratto urinario non complicate (escluse le infezioni da pseudomonas): 7,5mg/Kg/die in un’unica somministrazione giornaliera.
Alterata funzionalità renale: Nei pazienti affetti da disfunzione renale, la dose giornaliera dovrebbe essere ridotta e/o aumentati gli intervalli tra una somministrazione e l'altra onde evitare un accumulo del farmaco.
Un metodo consigliato per stabilire le dosi da somministrare a pazienti con una diminuita funzionalità renale, sospetta o accertata, è quello di moltiplicare per 9 le concentrazioni sieriche di creatinina: il risultato ottenuto rappresenta l'intervallo, espresso in ore, tra una dose e l'altra.
Esempio: se il tasso sierico della creatinina è di 2 mg, la dose consigliata dovrà essere somministrata ogni 18 ore.
La somministrazione i.m.
è preferenziale ma in caso di necessità può essere utilizzata, con identico schema posologico, la somministrazione endovenosa.
Somministrazione per infusione endovenosa Nell’adulto l’introduzione del preparato per infusione venosa lenta deve essere effettuata utilizzando una quantità di liquido (100-200 per fiala da 500mg), tale da consentire ciascuna somministrazione in un tempo variabile da 30 a 60 minuti.
È pertanto necessario diluire la fiala in opportuni solventi, quali la soluzione fisiologica, soluzione glucosata 5% e soluzione Ringer lattato.
Nei bambini la quantità di liquido da usare sarà in stretta relazione con quantità di antibiotico che il bambino deve assumere.
Il liquido di infusione deve essere somministrato in un periodo di 30-60 minuti; nei bambini più piccoli l’infusione dovrebbe durare da 1 a 2 ore.
I diluenti compatibili per l’infusione sono i seguenti: soluzione fisiologica, destrosio 5%, ringer lattato.
L’amikacina non deve essere unita ad altre sostanze da infondere, ma somministrata da sola, secondo lo schema posologico stabilito. Avvertenze e precauzioni
- E' consigliabile effettuare un antibiogramma prima di iniziare la terapia.
L'Amikacina può essere adottata come terapia iniziale, quando in una infezione si sospetti l'eziologia da gram-negativi e non siano ancora a disposizione i risultati dell'antibiogramma.
Tuttavia la decisione di continuare la terapia con questo antibiotico potrebbe basarsi sui risultati dei tests di sensibilità, sulla gravità dell'infezione, sulla risposta del paziente e tenendo presente le avvertenze riportate più avanti.
Si deve prestare cautela in quei pazienti con insufficienza renale pre-esistente, o con danno dell’udito o vestibolare pre-esistente.
I pazienti trattati con aminoglicosidi per via parenterale devono essere posti in stretta osservazione clinica a causa della potenziale ototossicità e nefrotossicità associate al loro uso.
La sicurezza del prodotto medicinale non è stata stabilita per periodi di trattamento più lunghi di 14 giorni.
Neuro/Ototossicità La neurotossicità, che si manifesta come ototossicità vestibolare e/o ototossicità uditiva bilaterale, può verificarsi nei pazienti trattati con aminoglicosidi.
Il rischio di ototossicità indotta da aminoglicoside è maggiore nei pazienti con funzionalità renale compromessa, o in quelli la cui terapia è prolungata oltre i 5-7 giorni di trattamento, persino in pazienti sani.
La sordità ad alta frequenza di solito si verifica prima e può essere rilevata solo da test audiometrici.
Le vertigini possono verificarsi e possono essere sintomo di danno vestibolare.
Altre manifestazioni di neurotossicità possono includere intorpidimento, formicolio della pelle, spasmi muscolari e convulsioni.
I pazienti che sviluppano danno cocleare o vestibolare possono non avere sintomi durante la terapia che indichino sviluppo di tossicità dell’ottavo nervo, e la totale o parziale sordità bilaterale irreversibile o le vertigini disabilitanti possono verificarsi dopo anche che il farmaco è stato interrotto.
L’ototossicità indotta da aminoglicosidi è di solito irreversibile.
Sussiste un aumento del rischio di ototossicità nei pazienti con mutazioni del DNA mitocondriale (in particolare a livello del nucleotide 1555 con la sostituzione di A con G nel gene 12S rRNA), anche se i livelli sierici di aminoglicosidi rientrano nel range raccomandato durante il trattamento.
In questi pazienti devono essere prese in considerazione opzioni terapeutiche alternative.
Nei pazienti con anamnesi familiare di mutazioni rilevanti o sordità indotta da aminoglicosidi devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi o test genetici prima della somministrazione.
Tossicità neuromuscolare Sono stati riportati fenomeni di blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria a seguito di iniezione parenterale, dell’uso topico (come in ortopedia e irrigazione addominale o nel trattamento locale di empiema), e dopo l'uso orale di aminoglicosidi.
La possibilità di paralisi respiratoria deve essere presa in considerazione per tutte le vie di somministrazione degli aminoglicosidi, specialmente in pazienti trattati con anestetici, e miorilassanti (vedere paragrafo 4.5).
Se si verifica il blocco neuromuscolare, i sali di calcio possono invertire la paralisi respiratoria, ma può essere necessaria un’assistenza meccanica della respirazione.
Il blocco neuromuscolare e la paralisi muscolare sono stati dimostrati in animali da laboratorio trattati con alte dosi di amikacina.
Aminoglicosidi devono essere usati con cautela nei pazienti con malattie muscolari come la miastenia gravis o parkinsonismo poiché questi farmaci possono peggiorare la debolezza muscolare a causa del loro potenziale effetto curaro-simile sulle giunzioni neuromuscolari.
Tossicità renale Gli aminoglicosidi sono potenzialmente nefrotossici.
La tossicità renale è indipendente dalla concentrazione plasmatica di picco (Cmax).
Il rischio di nefrotossicità è maggiore nei pazienti con funzionalità renale compromessa, e in quelli che ricevono dosi elevate di farmaco, o in quelli la cui terapia è prolungata.
I pazienti devono essere ben idratati durante il trattamento e la funzione renale deve essere valutata con i metodi standard prima di iniziare la terapia e tutti i giorni durante il corso del trattamento.
Precisiamo che quando il paziente è ben idratato e la funzionalità renale normale, il rischio di reazioni nefrotossiche con amikacina è ridotto, se ci si mantiene entro le dosi consigliate.
È necessaria una riduzione del dosaggio, se si verificano fenomeni di disfunzione renale, come ad esempio la presenza di cilindri urinari, globuli bianchi o rossi, albuminuria, diminuzione della clearance della creatinina, diminuzione del peso specifico delle urine, aumento della BUN, della creatinina sierica, e oliguria.
Se aumenta l’azotemia, o se si verifica una progressiva diminuzione della diuresi, il trattamento deve essere interrotto.
I pazienti anziani possono avere una ridotta funzione renale che può non essere evidente nei test di screening di routine come BUN o la misurazione della creatinina sierica.
Una determinazione della clearance della creatinina può essere più utile.
Il monitoraggio della funzione renale nei pazienti anziani durante il trattamento con aminoglicosidi è particolarmente importante.
La funzione renale e dell’ottavo nervo craniale deve essere attentamente monitorata in particolare nei pazienti con insufficienza renale nota o sospetta al momento dell’inizio della terapia, e anche in quelli la cui funzione renale è inizialmente normale, ma che sviluppano segni di disfunzione renale durante la terapia.
Le concentrazioni sieriche di amikacina devono essere monitorate quando possibile per assicurare livelli adeguati ed evitare livelli potenzialmente tossici (superiori a 35 gamma/ml per lunghi periodi).
L'urina deve essere esaminata per la diminuzione del peso specifico, aumento dell'escrezione di proteine, e la presenza di cellule o depositi.
Devono essere periodicamente misurati l’azoto urico nel sangue, la creatinina sierica o la clearance della creatinina.
Se possibile devono essere eseguiti audiogrammi seriali in pazienti abbastanza vecchi per essere testati, particolarmente in pazienti ad alto rischio.
Eventuali sintomi di ototossicità (capogiri, vertigini, tinnitus, frastuoni nelle orecchie, e la perdita dell'udito) o di nefrotossicità richiedono l'interruzione o l’aggiustamento del dosaggio del farmaco.
L’assunzione sistemica, orale o topica concomitante e/o sequenziale di altri prodotti neurotossici o nefrotossici deve essere evitati.
Altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicità sono l'età avanzata e la disidratazione.
L’inattivazione degli aminoglicosidi è clinicamente significativa solo in pazienti con grave compromissione della funzionalità renale.
L’inattivazione può continuare in campioni di liquidi biologici raccolti per analisi, provocando risultati aminoglicosidici imprecisi.
Tali campioni devono essere trattati in maniera adeguata (subito congelati o trattati con beta-lattamasi).
Reazioni allergiche Amikacina solfato in fiale iniettabili contiene sodio metabisolfito, un solfito che può causare reazioni di tipo allergico compresi sintomi anafilattici ed episodi asmatici che possono mettere in pericolo di vita alcuni soggetti predisposti o dare origine a episodi di gravità minore.
La prevalenza complessiva della sensibilità al solfito nella popolazione generale è non comune e probabilmente bassa.
La sensibilità al solfito è vista più frequentemente in soggetti asmatici che in soggetti non asmatici.
È possibile allergia crociata con gli altri aminoglicosidi.
Altro Gli aminoglicosidi sono rapidamente e quasi completamente assorbiti quando vengono applicati localmente, eccetto per la vescica urinaria, in associazione con le procedure chirurgiche.
Sono stati segnalati dopo l'irrigazione sia di piccoli che di grandi campi chirurgici con una preparazione aminoglicosida sordità irreversibile, insufficienza renale e morte a causa di blocco neuromuscolare.
Nei casi in cui l’amikacina è indicata in associazione ad altri antibiotici si deve evitare di miscelare tali agenti sia nelle siringhe sia nei flaconi per infusione.
Come con altri antibiotici, l'uso di amikacina può portare alla proliferazione di organismi non sensibili.
Se si verifica ciò, deve essere iniziata un‘appropriata terapia.
Gli aminoglicosidi devono essere usati con cautela in neonati e bambini prematuri a causa dell’immaturo sviluppo dell’apparato renale di questi pazienti e il conseguente prolungamento della emivita plasmatica di questi farmaci.
Non è nota la potenziale ototossicità dell’amikacina nei bambini.
Finchè non saranno a disposizione una maggiore quantità di dati, questo antibiotico si dovrebbe usare, in pediatria, solo quando i tests di sensibilità indicano che altri aminoglicosidi non si possono impiegare e quando il bambino può essere controllato strettamente circa l'insorgere della tossicità a quel livello.
Dopo somministrazione intra-vitreale (iniezione nell'occhio) di amikacina si sono verificati a volte casi di infarto maculare con conseguente perdita della vista.
Informazioni sugli eccipienti Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè essenzialmente ‘senza sodio’ Questo medicinale contiene sodio metabisolfito che raramente può causare gravi reazioni di ipersensibilità e broncospasmo. Interazioni
- L'uso contemporaneo o seriale di altri agenti neurotossici, ototossici o nefrotossici e in particolare kanamicina, gentamicina, tobramicina, neomicina, streptomicina, bacitracina, cisplatino, amfotericina B, ciclosporina, tacrolimus, cefaloridina, paromomicina, viomicina, polimixina B, colistina, vancomicina, o altri aminoglicosidi, deve essere evitato sia per via sistemica sia per via topica a causa della possibilità di effetti additivi.
Un aumento della nefrotossicità è stato riportato dopo somministrazione parenterale in concomitanza all’uso di antibiotici aminoglicosidi e cefalosporine.
Uso concomitante di cefalosporina può elevare le misurazioni del livello di creatinina sierica in maniera falsa.
L'uso concomitante di amikacina solfato iniettabile con potenti diuretici (acido etacrinico o furosemide) deve essere evitato in quanto i diuretici da soli possono causare ototossicità.
Inoltre, quando somministrati per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicità degli aminoglicosidi alterando le concentrazioni dell'antibiotico nel siero e nei tessuti.
Una riduzione nell'attività sierica può verificarsi anche quando un farmaco aminoglicosidico o di tipo penicillinico è somministrato in vivo mediante diverse vie.
C’è un aumento del rischio di ipocalcemia quando gli aminoglicosidi sono somministrati con bifosfonati.
C’è un aumento del rischio di nefrotossicità e probabilmente di ototossicità quando gli aminoglicosidi sono somministrati con composti a base di platino.
La tiamina (vitamina B1) somministrata in concomitanza può essere inattivata dal bisolfito di sodio il componente reattivo dell’amikacina solfato.
L’ indometacina può aumentare la concentrazione plasmatica di amikacina nei neonati.
Nei pazienti trattati con anestetici, bloccanti neuromuscolari, come la succinilcolina, decametonio, atracurium, rocuronio, vecuronio o in pazienti trattati con massicce trasfusioni di sangue trattato con citrato anticoagulante c'è il rischio di paralisi respiratoria. Effetti indesiderati
- Tutti gli aminoglicosidi sono potenzialmente in grado di indurre ototossicità, tossicità renale e blocco neuromuscolare.
Queste tossicità si verificano più frequentemente nei pazienti con compromissione della funzionalità renale, nei pazienti trattati con altri farmaci ototossici o nefrotossici, e nei pazienti trattati per periodi più lunghi e/o con dosi superiori a quelle raccomandate (vedere paragrafo 4.4).
La lista è presentata secondo la classificazione sistemica organica MedDRA e la frequenza utilizzando le seguenti categorie di frequenza: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, < 1/10), non comune (≥1/1 000, < 1/100), raro (≥1/10 000, < 1/1 000), molto raro (<1/10 000), e non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
a Vedere paragrafo 4.4.Classificazione sistemica organica Frequenza Effetto indesiderato Infezioni e infestazioni Non comune Superinfezioni o colonizzazione con batteri o lieviti resistenti Patologie del sistema emolinfopoietico Raro Anemia, eosinofilia Disturbi del sistema immunitario Non nota Risposta anafilattica (reazione anafilattica, shock anafilattico e reazione anafilattoide), ipersensibilità Disturbi del metabolismo e della nutrizione Raro Ipomagnesemia Patologie del sistema nervoso Non nota Paralisia Raro Tremorea, parestesiaa, cefalea, disturbi dell'equilibrioa Patologie dell’occhio Raro Cecitàb, infarto retinicob Patologie dell’orecchio e del labirinto Raro Tinnitoa, ipoacusiaa Non nota Sorditàa, sordità neurosensorialea Patologie vascolari Raro Ipotensione Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non nota Apnea, broncospasmo Patologie gastrointestinali Non comune Nausea, vomito Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune Eruzione cutanea Raro Prurito, orticaria Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Raro Artralgia, spasmi muscolaria Patologie renali e urinarie Non nota Insufficienza renale acuta, nefropatia tossica, cellule nelle urine Raro Oliguriaa, aumento della creatinina nel sanguea, albuminuriaa, azotemiaa, globuli rossi nelle urinea, globuli bianchi nelle urinea, presenza di cilindri nel sedimento urinario Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Raro Piressia o febbre iatrogena
b L’amikacina non è formulata per uso intravitreale.
Cecità e infarto retinico sono stati riportati a seguito di somministrazioni intravitreali (iniezione nell'occhio) di amikacina.
Modifiche di funzionalità renale sono generalmente reversibili quando il farmaco viene interrotto.
Effetti tossici sull’ ottavo nervo cranico possono provocare la perdita dell’udito, perdita di equilibrio, o di entrambi.
Amikacina colpisce principalmente la funzione uditiva.
Danno cocleare comprende sordità ad alta frequenza e di solito si verifica prima che la perdita clinica dell'udito possa essere rilevata dai test audiometrici (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza L’amikacina deve essere somministrata alle donne in gravidanza e ai neonati solo quando strettamente necessario e sotto controllo medico (vedere paragrafo 4.4).
Ci sono dati limitati sull'uso di aminoglicosidi in gravidanza.
Gli aminoglicosidi possono causare danni al feto.
Gli aminoglicosidi attraversano la placenta e ci sono state segnalazioni di totale, irreversibile, sordità congenita bilaterale nei bambini le cui madri hanno assunto streptomicina durante la gravidanza.
Anche se gli effetti negativi sul feto o sui neonati non sono stati riportati in donne in gravidanza trattate con altri aminoglicosidi, il potenziale effetto dannoso esiste.
Se l’amikacina viene utilizzata durante la gravidanza o se la paziente rimane incinta durante l'assunzione di questo farmaco, la paziente deve essere informata del potenziale rischio per il feto.
Allattamento Non è noto se l'amikacina venga escreta nel latte materno.
Si deve decidere se interrompere l'allattamento al seno o se interrompere la terapia.
Fertilità In studi di tossicità riproduttiva nei topi e nei ratti, non sono stati segnalati effetti sulla fertilità o sulla tossicità fetale. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.