ALFUZOSINA ZEN 30CPR 10MG RP
8,78 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 15/09/2011
Trattamento della sintomatologia funzionale dell’ipertrofia prostatica benigna. Terapia aggiuntiva a cateterizzazione uretrale per ritenzione urinaria acuta correlata a ipertrofia prostatica benigna.
Una compressa contiene 10 mg di alfuzosina cloridrato. Eccipienti con effetti noti: olio di ricino idrogenato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Precedenti di ipotensione ortostatica.
Associazione concomitante con altri a–1–antagonisti.Insufficienza epatica. Posologia
- Ipertrofia prostatica benigna: la dose raccomandata è una compressa da 10 mg una volta al giorno, da assumersi dopo il pasto.
Ritenzione urinaria acuta: una compressa da 10 mg al giorno dopo il pasto, da assumere dal primo giorno di cateterizzazione.
Le compresse devono essere ingerite intere.
Popolazione pediatrica L’efficacia di alfuzosina non è stata dimostrata nei bambini di età tra 2 e 16 anni (vedere paragrafo 5.1).
Pertanto l’alfuzosina non è indicata per l’utilizzo nella popolazione pediatrica. Avvertenze e precauzioni
- L’alfuzosina deve essere somministrata con cautela ai pazienti in terapia con antipertensivi o nitrati.
In alcuni pazienti può manifestarsi ipotensione ortostatica, con o senza sintomi (capogiri, affaticamento, sudorazione) nelle prime ore successive all’assunzione della alfuzosina.
In questi casi il paziente dovrà essere posto in posizione supina sino alla completa risoluzione dei sintomi.
Questi fenomeni sono generalmente transitori, compaiono all’inizio della terapia e, di norma, non pregiudicano la prosecuzione del trattamento.
Nella sorveglianza post–marketing è stato riportato, un pronunciato calo della pressione sanguigna (collasso circolatorio), in pazienti con fattori di rischio preesistenti (come sottostanti malattie cardiache e/o il trattamento concomitante con farmaci antiipertensivi, età avanzata) (vedere paragrafo 4.8).
Il rischio di sviluppare ipotensione e reazioni avverse correlate può essere maggiore nei pazienti anziani.
Pertanto, l’alfuzosina deve essere somministrata con cautela in questo gruppo di pazienti.
Il paziente deve essere informato sulla possibilità che si verifichino questi eventi.
Si deve prestare attenzione quando si somministra alfuzosina a pazienti nei quali altri α1–bloccanti hanno determinato un effetto ipotensivo pronunciato o in pazienti in cura con farmaci antiipertensivi o nitrati.
Nei pazienti affetti da patologia coronarica, il trattamento specifico per l’insufficienza coronarica deve essere continuato.
Se gli episodi anginosi riappaiono o peggiorano, il trattamento con alfuzosina deve essere interrotto.
Come tutti gli α1–bloccanti, alfuzosina deve essere usata con cautela nei soggetti con insufficienza cardiaca acuta.
I pazienti con un prolungamento congenito dell’intervallo QTc, con precedenti noti di prolungamento QTc acquisito o in terapia con farmaci che sono noti causare allungamento dell’intervallo QTc devono essere valutati prima e durante la terapia con alfuzosina.
L’alfuzosina, come altri α1–bloccanti, è stata associata a priapismo (erezione del pene persistente e dolorosa non correlata all’attività sessuale).
I pazienti devono essere avvertiti della gravità della condizione che, se non propriamente trattata, può portare a impotenza permanente (vedere paragrafo 4.8 "Effetti indesiderati").
Durante interventi di chirurgia della cataratta alcuni pazienti, precedentemente trattati o in trattamento con α1–bloccanti, hanno manifestato la sindrome dell’iride a bandiera (IFIS – Intraoperative Floppy Iris Syndrome, una variante della sindrome della piccola pupilla).
Anche se con alfuzosina il rischio di questo evento appare molto ridotto, il chirurgo oculista prima di procedere con l’intervento deve essere al corrente del trattamento in corso o precedente con α1–bloccanti poiché la comparsa di IFIS può aumentare le complicanze chirurgiche durante l’intervento.
Poiché non vi sono dati clinici sulla sicurezza nei pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min), le compresse da 10 mg a rilascio prolungato non devono essere somministrate a questi pazienti.
I pazienti devono essere avvertiti che le compresse devono essere ingerite intere.
Ogni altro modo di somministrazione, come frantumare, masticare, macinare o ridurle in polvere deve essere proibito.
Queste azioni possono determinare un rilascio e un assorbimento impropri del principio attivo e quindi la possibile insorgenza di reazioni avverse.
Alfuzosina Zentiva 10 mg contiene olio di ricino idrogenato Può causare disturbi gastrici e diarrea. Interazioni
- Associazioni controindicate Altri α1–antagonisti (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni), a causa del rischio di potenziamento dell’effetto ipotensivo.
Associazioni che richiedono particolare attenzione – Farmaci anti–ipertensivi (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni di impiego").
– Nitrati (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
– Inibitori potenti del CYP3A4 (come ketoconazolo, itraconazolo e ritonavir) poiché aumentano la concentrazione dell’alfuzosina nel sangue.
La somministrazione di anestetici generali in pazienti trattati con alfuzosina può indurre instabilità della pressione arteriosa. Effetti indesiderati
- Classificazione delle frequenze attese: Molto comune (≥1/10), comune (≥1/100 e <1/10), non comune (≥1/1000 e <1/100), raro (≥1/10000 e <1/1000), molto raro (<1/10000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie cardiache Non comuni: tachicardia.
Molto rari: episodi anginosi in pazienti con preesistenti patologie delle arterie coronarie.
Non nota: fibrillazione atriale.
Patologie dell’occhio Non nota: sindrome dell’iride a bandiera (IFIS).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comuni: astenia.
Non comuni: edemi, dolore toracico.
Patologie gastrointestinali Comuni: nausea, dolore addominale.
Non comuni: diarrea.
Non nota: vomito.
Patologie epatobiliari Non nota: lesioni epatocellulari, epatopatia colestatica.
Patologie del sistema nervoso Comuni: svenimento/capogiri, cefalea.
Non comuni: vertigini, sincope.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Non nota: priapismo.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non comuni: rinite.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comuni: rash, prurito.
Molto rari: orticaria, angioedema.
Patologie vascolari Non comuni: ipotensione (ortostatica), flushing (rossore).
Non nota: collasso circolatorio in pazienti con fattori di rischio preesistenti (vedere paragrafo 4.4).
Patologie del sistema emolinfopoietico Non nota: neutropenia, trombocitopenia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni–reazioni–avverse. Gravidanza e allattamento
- Date le indicazioni terapeutiche questa sezione non si applica.
Conservazione
- Nessuna speciale precauzione.
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