ALENDRONATO EG 4CPR 70MG

13,48 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: ACIDO ALENDRONICO SALE SODICO TRIIDRATO
  • ATC: M05BA04
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 15/10/2015

Trattamento dell’osteoporosi in età postmenopausale. L’alendronato riduce il rischio di fratture vertebrali e all’anca.
Ogni compressa contiene 70 mg di acido alendronico (in forma di sodio alendronato triidrato) Eccipiente con effetto noto Ogni compressa contiene 142,64 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

- Anormalità dell’esofago e altri fattori che ritardano lo svuotamento dell’esofago, come stenosi o acalasia.- Incapacità di stare in piedi o stare seduti dritti per almeno 30 minuti.
- Ipersensibilità al principio attivo, ad altri bifosfonati o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.- Ipocalcemia.
Vedere anche paragrafo 4.4.

Posologia

Posologia La dose raccomandata è di una compressa da 70 mg una volta a settimana.
Durata del trattamento Non è stata stabilita la durata ottimale del trattamento con bisfosfonati per l’osteoporosi.
La necessità di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente in funzione dei benefici e rischi potenziali, in particolare dopo 5 o più anni d’uso.
I pazienti devono assumere supplementi di calcio e vitamina D se il loro apporto con la dieta è inadeguato (vedere paragrafo 4.4).
Popolazioni speciali Popolazione anziana Negli studi clinici non si sono rilevate differenze correlate all’età circa il profilo di efficacia o sicurezza dell’alendronato.
Pertanto non si rendono necessari aggiustamenti posologici nei pazienti anziani.
Compromissione renale Non è necessario alcun aggiustamento posologico nei pazienti con velocità di filtrazione glomerulare (VFG) maggiore di 35 ml/min.
L’alendronato non è raccomandato nei pazienti con ridotta funzionalità renale, se la VFG è inferiore a 35 ml/min., in quanto non ci sono informazioni in proposito.
Compromissione epatica Non è necessaria alcuna modifica del dosaggio.
Popolazione pediatrica A causa di dati insufficienti sulla sicurezza e l’efficacia il sodio alendronato non è raccomandato in bambini al di sotto di 18 anni d’età in condizioni associate all’osteoporosi pediatrica (vedere anche paragrafo 5.1).
Le compresse di acido alendronico 70 mg non sono state studiate nel trattamento della osteoporosi indotta da glucocorticoidi.
Modo di somministrazione Solo per uso orale.
Per ottenere un assorbimento soddisfacente dell’alendronato Le compresse di acido alendronico devono essere assunte solo con acqua di rubinetto e almeno 30 minuti prima dell’assunzione di cibo, bevande o altri farmaci del giorno.
Altre bevande (compresa l’acqua minerale), cibo e alcuni farmaci possono ridurre l’assorbimento dell’alendronato (vedere paragrafo 4.5).
Per favorire il rilascio a livello gastrico e ridurre così il rischio di irritazione/eventi collaterali a livello locale e all’esofago (vedere paragrafo 4.4). - Le compresse di acido alendronico devono essere deglutite al mattino, solo dopo essersi alzati dal letto con un intero bicchiere d’acqua (non meno di 200 ml).
- Le compresse di acido alendronico devono essere ingerite intere.
I pazienti non devono rompere, masticare o sciogliere la compressa in bocca a causa del rischio di ulcerazioni orofaringee.
- I pazienti non devono distendersi prima di aver mangiato qualcosa, il che deve avvenire almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa.
- I pazienti non devono distendersi prima di 30 minuti dall’assunzione delle compresse di acido alendronico.
- Le compresse di acido alendronico non devono essere assunte prima di coricarsi o prima di alzarsi dal letto al mattino.

Avvertenze e precauzioni

L’alendronato può provocare irritazione locale a livello della mucosa gastrointestinale superiore.
Siccome sussiste il rischio di peggioramento della patologia preesistente, si deve agire con cautela, se l’alendronato viene somministrato a pazienti con problemi del tratto gastrointestinale superiore in fase attiva, come disfagia, malattia dell’esofago, gastrite, duodenite, ulcera, oppure con una recente anamnesi (nel corso dell’ultimo anno) di grave malattia gastrointestinale come ulcera peptica, sanguinamento gastrointestinale in corso o intervento chirurgico al tratto gastrointestinale superiore diverso dalla piloroplastica (vedere paragrafo 4.3).
In pazienti con accertato esofago di Barrett i medici devono valutare i benefici e i rischi potenziali di alendronato nei singoli pazienti.
In pazienti trattati con alendronato sono state riportate reazioni all’esofago (in alcuni casi gravi e tali da richiedere l’ospedalizzazione) come esofagite, ulcere all’esofago oppure erosioni all’esofago, in rari casi seguite da stenosi esofagea.
Il medico dovrà quindi stare attento a qualsiasi segno o sintomo segnale di una possibile reazione esofagea.
I pazienti devono essere avvertiti di interrompere l’assunzione di alendronato e consultare il medico nel caso sviluppino sintomi di irritazione all’esofago tipo disfagia, dolore alla deglutizione, dolorazione retrosternale oppure nuovo/peggiorato bruciore gastrico.
Si ritiene che il rischio di gravi effetti indesiderati all’esofago sia maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato correttamente e/o continuano ad assumerlo dopo avere sviluppato sintomi indicativi di irritazione esofagea.
È molto importante che il paziente riceva e comprenda chiare istruzioni per la somministrazione (vedere paragrafo 4.2).
I pazienti devono essere informati che il rischio di problemi all’esofago può aumentare se non seguono queste istruzioni.
Nonostante non si sia osservato un aumento del rischio in studi clinici di ampie dimensioni, ci sono state rare segnalazioni (post-marketing) di ulcera gastrica e duodenale, alcune delle quali gravi e con complicanze.
Non può essere esclusa una relazione causale (vedere paragrafo 4.8).
L’osteonecrosi della mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (compresa l’osteomielite), è stata riportata in pazienti affetti da cancro in trattamento con regimi comprendenti i bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa.
Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi.
L’osteonecrosi della mascella è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con bifosfonati orali.
I seguenti fattori di rischio dovrebbero essere considerati quando si valuta il rischio individuale di sviluppare osteonecrosi della mandibola: • potenza dei bisfosfonati (maggiore per l'acido zoledronico), via di somministrazione (vedere sopra) e dose cumulativa • cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, fumo • anamnesi di problemi dentali (scarsa igiene orale, malattia periodontale), procedure odontoiatriche invasive e protesi erroneamente applicate.
Prima di iniziare il trattamento con bifosfonati orali in pazienti con cattivo stato dentale deve essere presa in considerazione la necessità di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive.
Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive.
Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi della mascella durante la terapia con i bifosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione.
Per i pazienti che necessitano di procedure dentali, non ci sono dati disponibili che suggeriscono se l’interruzione del trattamento con bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mascella.
Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.
Durante il trattamento con bifosfonati, tutti i pazienti devono essere sollecitati a mantenere una buona igiene orale, ricevere check-up dentali di routine, e segnalare eventuali sintomi orali, quali la mobilità dentale, dolore o gonfiore.
È stata riferita osteonecrosi del canale uditivo esterno in concomitanza con l'uso di bisfosfonati, prevalentemente in associazione a terapie di lungo termine.
Tra i possibili fattori di rischio dell'osteonecrosi del canale uditivo esterno sono inclusi l'uso di steroidi e la chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezione o trauma.
L'eventualità di osteonecrosi del canale uditivo esterno deve essere valutata in pazienti trattati con bisfosfonati che presentano sintomi a carico dell'orecchio, tra cui infezioni croniche dell'orecchio.
Sono stati riportati dolori alle ossa, alle giunture e/o ai muscoli in pazienti che assumono bifosfonati.
Nell’esperienza post-marketing, questi sintomi sono risultati raramente gravi e/o invalidanti (vedere paragrafo 4.8).
Il tempo di esordio dei sintomi variava da un giorno a diversi mesi dopo l’inizio del trattamento.
Nella maggior parte dei pazienti i sintomi sono migliorati dopo l’interruzione del trattamento.
Un sottogruppo ha avuto una recidiva dei sintomi quando è stato somministrato nuovamente lo stesso farmaco o un altro bifosfonato.
Fratture atipiche del femore Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi.
Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea.
Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa.
Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale.
È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture.
Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale.
Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore.
Nell'esperienza post-marketing, sono stati segnalati rari casi di reazioni cutanee gravi inclusa sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi tossica epidermica.
I pazienti devono essere informati che in caso di mancata assunzione della dose di acido alendronico, devono assumere una compressa al mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti.
Essi non devono assumere due compresse nello stesso giorno, ma devono tornare a prendere una compressa alla settimana, come originariamente previsto nel giorno prescelto.
L’alendronato non è raccomandato in pazienti con disfunzioni renali se la VFG è minore di 35 ml/min (vedere paragrafo 4.2).
Devono essere considerate cause di osteoporosi diverse dalla carenza di estrogeni e l'invecchiamento.
Prima di iniziare il trattamento con alendronato bisogna correggere l’ipocalcemia (vedere paragrafo 4.3).
Anche altri disordini del metabolismo minerale (come una carenza di vitamina D e ipoparatiroidismo) devono essere trattati efficacemente prima di iniziare il trattamento con alendronato.
Nei pazienti in queste condizioni, bisogna monitorare i livelli del calcio sierico e i sintomi dell’ipocalcemia durante il trattamento con alendronato.
A causa degli effetti positivi dell'alendronato sull'aumento della mineralizzazione ossea, riduzione dei livelli sierici di calcio e fosfato sierico possono verificarsi soprattutto nei pazienti che assumono glucocorticoidi nei quali l'assorbimento del calcio può essere ridotto.
In genere questi effetti sono lievi e asintomatici.
Tuttavia, in rari casi, è stata riportata ipocalcemia sintomatica, che a volte si è rivelata grave e spesso si è verificata in pazienti con condizioni predisponenti (es.: ipoparatiroidismo, deficit di vitamina D e in caso di malassorbimento del calcio).
È quindi particolarmente importante garantire un adeguato apporto di calcio e vitamina D ai pazienti che assumono glucocorticoidi.
Eccipienti Questo medicinale contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp-lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

Se assunti contemporaneamente, è probabile che il cibo e le bevande (compresa l’acqua minerale), gli integratori di calcio, gli antiacidi e alcuni medicinali per via orale influenzino l’assorbimento dell’alendronato.
I pazienti devono pertanto attendere almeno 30 minuti dall’assunzione di alendronato prima di assumere qualsiasi altro farmaco per via orale (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Poiché l'uso di FANS è associato a irritazione gastrointestinale, deve essere usata cautela durante l'uso concomitante con alendronato.
Non si prevedono altre interazioni farmacologiche clinicamente significative.
Negli studi clinici, un certo numero di pazienti ha ricevuto estrogeni (per via vaginale, transdermica e orale) contemporaneamente all’alendronato.
Non si sono rilevati effetti indesiderati correlati al trattamento combinato.
Non sono stati condotti studi specifici sulle interazioni, ma l’alendronato è stato usato in studi clinici insieme a numerosi altri farmaci comunemente prescritti senza evidenze di interazioni clinicamente sfavorevoli.

Effetti indesiderati

Sulla base di uno studio della durata di un anno su donne in post-menopausa con osteoporosi, i profili di sicurezza complessivi dell’alendronato 70 mg (n=519) somministrato una volta alla settimana e dell’alendronato 10 mg/die (n=370) sono risultati simili.
In due studi triennali con disegno simile su donne in post-menopausa (alendronato 10 mg: n=196; placebo: n= 397) i profili di sicurezza complessivi dell’alendronato 10 mg/die e del placebo sono risultati simili.
Gli effetti indesiderati riportati dalle indagini come possibili, probabili o certamente correlati al farmaco, sono riportati di seguito se si erano manifestati nel ≥ 1% dei pazienti di qualunque dei gruppi di trattamento dello studio della durata di un anno oppure nel ≥ 1% dei pazienti trattati con alendronato 10 mg al giorno e con un’incidenza maggiore che in pazienti trattati con placebo negli studi triennali.
  Studio di un anno Studi triennali
Alendronato 70 mg una volta la settimana (n=519)% Alendronato 10 mg al giorno (n=370)% Alendronato 10 mg al giorno (n=196)% Placebo (n=397))%
Apparato gastrointestinale    
Dolore addominale 3,7 3,0 6,6 4,8
Dispepsia 2,7 2,2 3,6 3,5
Reflusso acido 1,9 2,4 2,0 4,3
Nausea 1,9 2,4 3,6 4,0
Rigonfiamento addominale 1,0 1,4 1,0 0,8
Costipazione 0,8 1,6 3,1 1,8
Diarrea 0,6 0,5 3,1 1,8
Disfagia 0,4 0,5 1,0 0,0
Flatulenza 0,4 1,6 2,6 0,5
Gastrite 0,2 1,1 0,5 1,3
Ulcera gastrica 0,0 1,1 0,0 0,0
Ulcera all’esofago 0,0 0,0 1,5 0,0
Apparato muscoloscheletrico    
Dolore muscoloscheletrico (ossa, muscoli o articolazioni) 2,9 3,2 4,1 2,5
Crampi muscolari 0,2 1,1 0,0 1,0
Neurologico    
Cefalea 0,4 0,3 2,6 1,5
Durante gli studi clinici e/o dopo la commercializzazione sono stati segnalati anche i seguenti effetti indesiderati: In questo paragrafo le frequenze degli effetti indesiderati sono definite come segue: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (non può essere stimata dai dati disponibili).
Disturbi del sistema immunitario: Raro: reazioni di ipersensibilità incluse orticaria e angioedema.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione: Raro: ipocalcemia sintomatica spesso in associazione a condizioni predisponenti § Patologie del sistema nervoso: Comuni: cefalea, capogiri.
Non comune: disgeusia.
Patologie oculari: Non comune: infiammazione dell’occhio (uveite, sclerite, episclerite) Patologie dell’orecchio e del labirinto: Comune: vertigini.
Molto raro: osteonecrosi del canale uditivo esterno (reazione avversa per la classe dei bisfosfonati) Patologie gastrointestinali: Comune: dolore addominale, dispepsia, costipazione, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, disfagia*, rigonfiamento addominale, reflusso acido Non comune: nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni all’esofago*, melena.
Raro: stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*, perforazione/ulcera/sanguinamento § del tratto gastrointestinale superiore (PUBs).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Comune: alopecia, prurito . Non comune: eruzione cutanea, eritema Raro: eruzione cutanea con fotosensibilità, gravi reazioni cutanee comprese la sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi epidermica tossica.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: Molto comune: dolore muscoloscheletrico (ossa, muscoli o articolazioni), a volte grave†§.
Comune: gonfiore delle articolazioni Raro: osteonecrosi della mascella‡§ , fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bisfosfonati) .
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Comune: astenia, edema periferico. Non comune: sintomi transitori come in una reazione di fase acuta (mialgia, malessere e raramente febbre) tipicamente correlati all’inizio del trattamento.
§ Vedere paragrafo 4.4 La frequenza negli studi clinici è risultata simile nel gruppo farmaci e placebo * Vedere paragrafi 4.2 e 4.4 Questa reazione avversa è stata identificata tramite sorveglianza post-marketing.
La frequenza rara è stata stimata sulla base di rilevanti studi clinici Identificata nell’esperienza post marketing Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Alendronato non deve essere usato durante la gravidanza.
Non ci sono dati sufficienti, inerenti l’uso di alendronato in donne in gravidanza.
Studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale o lo sviluppo postnatale.
Alendronato somministrato durante la gravidanza nei ratti ha causato distocia relativa alla ipocalcemia (vedere paragrafo 5.3).
Allattamento Non è noto se l’alendronato viene escreto nel latte materno umano.
L’alendronato non deve essere utilizzato dalle donne che allattano al seno.

Conservazione

Non conservare a temperature superiori ai 25°C.
Conservare nella confezione originale per proteggere dall’umidità

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.