ALDURAZYME INFUS 1FL 5ML 500U
1.042,64 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/11/2024
Aldurazyme è indicato per la terapia enzimatica sostitutiva a lungo termine in pazienti con diagnosi confermata di Mucopolisaccaridosi I (MPS I; deficit di α-L-iduronidasi), per il trattamento delle manifestazioni non neurologiche della patologia (vedere paragrafo 5.1).
1 mL contiene 100 U (circa 0,58 mg) di laronidasi. Ciascun flaconcino da 5 mL contiene 500 U di laronidasi. L’unità di attività (U) è definita come l’idrolisi di una micromole di substrato (4-MUI) al minuto. La laronidasi è una forma ricombinante della α-L-iduronidasi umana ed è prodotta con la tecnologia del DNA ricombinante, attraverso l’uso di colture cellulari di ovaio di criceto cinese (Chinese Hamster Ovary - CHO). Eccipiente(i) con effetti noti: Ciascun flaconcino da 5 mL contiene 1,29 mmol di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità severa (ad es.
reazione anafilattica) al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 (vedere paragrafo 4.4 e 4.8). Posologia
- Il trattamento con Aldurazyme deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico con esperienza nella gestione dei pazienti affetti da MPS I o da altre patologie metaboliche ereditarie.
La somministrazione di Aldurazyme deve essere effettuata in ambiente clinico idoneo in cui siano immediatamente disponibili attrezzature di rianimazione per la gestione di emergenze mediche.
Posologia Il regime posologico raccomandato di Aldurazyme è 100 U/kg di peso corporeo, somministrato una volta la settimana.
Popolazione pediatrica Non è necessario alcun aggiustamento della dose per la popolazione pediatrica.
Anziani La sicurezza e l’efficacia di Aldurazyme nei pazienti di oltre 65 anni di età non sono state stabilite.
Pertanto, per tali pazienti non è possibile avanzare alcuna raccomandazione posologica.
Insufficienza renale ed epatica La sicurezza e l'efficacia di Aldurazyme non sono state valutate in pazienti con insufficienza renale o epatica.
Pertanto, per tali pazienti non è possibile avanzare alcuna raccomandazione posologica.
Modo di somministrazione Aldurazyme deve essere somministrato per infusione endovenosa.
L’iniziale velocità di infusione di 2 U/kg/ora può essere aumentata gradualmente ogni quindici minuti, se tollerato, fino a un massimo di 43 U/kg/ora.
Il volume totale dell’infusione deve essere somministrato in 3-4 ore circa.
Per informazioni sul pretrattamento vedere paragrafo 4.4.
Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Infusione domiciliare Per i pazienti che tollerano bene le infusioni e non presentano anamnesi di reazioni associate all’infusione (Infusion-associated reactions - IAR) moderate o severe per alcuni mesi, può essere presa in considerazione la possibilità di eseguire l'infusione di Aldurazyme a domicilio.
La decisione di passare all'infusione domiciliare per il paziente deve essere presa dopo la valutazione e in base alla raccomandazione da parte del medico curante.
L’infrastruttura, le risorse e le procedure di infusione domiciliare, compresa la formazione, devono essere stabilite e disponibili per l’operatore sanitario.
L’infusione domiciliare deve essere supervisionata da un operatore sanitario che deve essere sempre disponibile durante l’infusione domiciliare e per un periodo di tempo predefinito dopo l’infusione.
Prima dell’inizio dell’infusione domiciliare, il medico curante e/o l’infermiere devono fornire informazioni appropriate al paziente e/o alla persona che si prende cura del paziente (caregiver).
La dose e la velocità di infusione devono rimanere costanti mentre si è a casa e non devono essere modificate senza la supervisione di un operatore sanitario.
Se il paziente manifesta reazioni avverse durante l’infusione domiciliare, il processo di infusione deve essere interrotto immediatamente e deve essere avviato un trattamento medico appropriato (vedere paragrafo 4.4).
Potrebbe essere necessario che le infusioni successive vengano eseguite in ospedale o in un contesto appropriato di assistenza ambulatoriale fino a quando non si manifesti più alcuna reazione avversa. Avvertenze e precauzioni
- Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere chiaramente registrati.
Reazioni di ipersensibilità (inclusa anafilassi) Reazioni di ipersensibilità, inclusa l’anafilassi sono state riportate in pazienti trattati con Aldurazyme (vedere paragrafo 4.8).
Alcune di queste reazioni erano pericolose per la vita e includevano insufficienza/difficoltà respiratoria, stridore, malattia ostruttiva delle vie aeree, ipossia, ipotensione, bradicardia e orticaria.
Quando viene soministrato Aldurazyme, è necessario poter disporre tempestivamente di idonee misure di supporto medico, incluse apparecchiature di rianimazione cardiopolmonare.
Se si verificano anafilassi o altre reazioni severe di ipersensibilità, l'infusione di Aldurazyme deve essere interrotta immediatamente.
Si deve usare cautela se si sta prendendo in considerazione l'uso di adrenalina in pazienti con MPS I a causa dell'aumentata prevalenza della malattia coronarica in questi pazienti.
Nei pazienti con ipersensibilità severa, può essere presa in considerazione la procedura di desensibilizzazione ad Aldurazyme.
Se si decide di somministrare nuovamente il prodotto, è necessario prestare estrema attenzione, con adeguate misure di rianimazione disponibili.
Se si verificano reazioni di ipersensibilità lievi o moderate, la velocità di infusione può essere rallentata o l'infusione può essere temporaneamente interrotta.
Se il paziente tollera l’infusione, è possibile aumentare la dose, fino a giungere alla dose approvata.
Reazioni associate all’infusione (IAR) Reazioni associate all’infusione (IAR), definite come qualsiasi evento avverso connesso che si verifica nel corso dell’infusione oppure durante il giorno di infusione, sono state riportate in pazienti trattati con Aldurazyme (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti con una sottostante patologia acuta al momento dell'infusione di Aldurazyme sembrano soggetti a un rischio maggiore di IAR.
È necessario valutare attentamente lo stato clinico del paziente prima di somministrare Aldurazyme.
Nella prima somministrazione di Aldurazyme o al momento della ripresa del trattamento in seguito ad interruzione, si consiglia il pretrattamento dei pazienti (con antistaminici e/o antipiretici) circa 60 minuti prima dell’inizio dell’infusione, per minimizzare la potenziale insorgenza di IAR.
Se indicato clinicamente, considerare la somministrazione di medicinali di pretrattamento anche nelle successive infusioni di Aldurazyme.
Poiché esistono pochi dati sulla ripresa del trattamento in seguito ad interruzione prolungata, dopo l'interruzione adottare le dovute precauzioni a causa dell'aumentato rischio teorico di reazione di ipersensibilità.
Sono state segnalate severe IAR in pazienti con preesistente compromissione severa delle vie aeree superiori, pertanto questa tipologia di pazienti deve continuare ad essere attentamente controllata.
Inoltre, questi pazienti devono ricevere l’infusione di Aldurazyme solo in un ambiente ospedaliero adeguato, dove è prontamente disponibile l’attrezzatura per la rianimazione e la gestione di emergenze mediche.
In caso di una singola reazione severa associata all'infusione, interrompere l'infusione fino alla scomparsa dei sintomi e prendere in considerazione un trattamento sintomatico (per esempio con antistaminici e antipiretici/antinfiammatori).
Dopo una reazione severa connessa all’infusione devono essere valutati rischi e benefici di una nuova somministrazione.
L'infusione potrà essere ripresa con una riduzione della velocità d'infusione a 1/2 - 1/4 della velocità a cui si è verificata la reazione.
In caso di IAR moderata ricorrente o di ripresa del trattamento dopo una IAR severa singola, instaurare un pretrattamento (antistaminici e antipiretici/antinfiammatori e/o corticosteroidi) ed una riduzione della velocità d'infusione a 1/2 - 1/4 della velocità a cui si è verificata la reazione precedente.
In caso di IAR da lieve a moderata, prendere in considerazione un trattamento sintomatico (per esempio con antistaminici e antipiretici/antinfiammatori) e/o una riduzione della velocità d'infusione ad un valore pari alla metà della velocità a cui si è verificata la reazione.
Se il paziente tollera l’infusione è possibile aumentare la dose, fino a giungere alla dose approvata.
Immunogenicità Sulla base dello studio clinico di Fase III randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, ci si aspetta che quasi tutti i pazienti sviluppino anticorpi IgG anti-laronidasi, generalmente entro 3 mesi dall'inizio del trattamento.
Come per qualsiasi medicinale proteico endovenoso, sono possibili severe reazioni di ipersensibilità di tipo allergico.
IAR e le reazioni di ipersensibilità possono verificarsi indipendentemente dallo sviluppo di anticorpi anti-farmaco (ADA).
I pazienti che hanno sviluppato anticorpi o sintomi di IAR devono essere trattati con cautela durante la somministrazione di Aldurazyme (vedere paragrafo 4.3 e 4.8).
I pazienti trattati con Aldurazyme vanno tenuti strettamente sotto controllo e tutte le reazioni associate all'infusione, le reazioni ritardate ed eventuali reazioni immunologiche vanno segnalate.
Lo stato anticorpale, tra cui IgG, IgE, anticorpi neutralizzanti per l'attività enzimatica o la ricaptazione enzimatica, deve essere regolarmente monitorato e segnalato.
Negli studi clinici, le reazioni associate all’infusione sono state solitamente controllate rallentando la velocità d’infusione e (pre)trattando il paziente con antistaminici e/o con antipiretici (paracetamolo oppure ibuprofene), consentendo in tal modo al paziente di proseguire il trattamento.
Eccipienti Questo medicinale contiene 30 mg di sodio per flaconcino, equivalente a 1,5% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto, ed è somministrato mediante soluzione endovenosa di cloruro di sodio 0,9 % (vedere paragrafo 6.6). Interazioni
- Non sono stati effettuati studi di interazione.
Da un punto di vista metabolico, è improbabile che la laronidasi possa andare soggetta ad interazioni mediate dal Citocromo P450.
Non somministrare Aldurazyme simultaneamente alla clorochina o alla procaina, per via del potenziale rischio d’interferenza con la captazione intracellulare della laronidasi. Effetti indesiderati
- Riepilogo del profilo di sicurezza Negli studi clinici, la maggioranza degli eventi avversi correlati è stata classificata come reazioni associate all'infusione (IAR), evidenziatesi nel 53% dei pazienti nello studio di Fase 3 (trattati per un massimo di 4 anni) e nel 35% dei pazienti nello studio nei minori di 5 anni (fino a 1 anno di trattamento).
Alcune delle IAR erano severe.
Nel tempo, il numero di tali reazioni è diminuito.
Le reazioni avverse (ADR) più frequenti sono state: cefalea, nausea, dolore addominale, eruzione cutanea, artralgia, mal di schiena, dolore agli arti, vampate, piressia, reazioni nella sede di somministrazione, aumento della pressione arteriosa, calo della saturazione di ossigeno, tachicardia e brividi.
L’esperienza post marketing ha rilevato le seguenti reazioni associate all’infusione: cianosi, ipossia, tachipnea, piressia, vomito, brividi ed eritema; in alcuni casi le reazioni erano severe.
Tabella delle reazioni avverse Le ADR ad Aldurazyme riferite durante lo studio di Fase 3 e la sua estensione in un totale di 45 pazienti di età pari o superiore a 5 anni, trattati per un massimo di 4 anni, sono elencate nella tabella usando le seguenti categorie di frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (≥1/1 000, <1/100), raro (≥1/10 000, <1/1 000), molto raro (<1/10 000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
A causa della popolazione ridotta di pazienti, una ADR riportata in un unico paziente è stata classificata come comune.
*Durante gli studi clinici e l'esperienza post-marketing, le reazioni in sede di infusione/iniezione includevano in particolare: gonfiore, eritema, edema, fastidio, orticaria, pallore, macule e calore.Classificazione sistemica organica MedDRA Molto comune Comune Non nota Disturbi del sistema immunitario reazione anafilattica ipersensibilità Disturbi psichiatrici irrequietezza Patologie del sistema nervoso cefalea parestesia, capogiro Patologie cardiache tachicardia bradicardia Patologie vascolari rossore ipotensione, pallore, sensazione di freddo alle estremità ipertensione Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Sofferenza respiratoria, dispnea, tosse cianosi, ipossia, tachipnea, broncospasmo, arresto respiratorio, edema della laringe, insufficienza respiratoria, gonfiore faringeo, stridore, patologia ostruttiva delle vie aeree Patologie gastrointestinali nausea, dolore addominale vomito, diarrea Gonfiore delle labbra, gonfiore della lingua Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea angioedema, gonfiore in viso, orticaria, prurito, sudori freddi, alopecia, iperidrosi eritema, edema facciale, Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo artropatia, artralgia, dolore dorsale, dolore a un arto dolore muscoloscheletrico Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione piressia, reazione in sede di infusione* brividi, sensazione di calore, sensazione di freddo, stanchezza, malattia simile all'influenza, dolore in sede di iniezione Stravaso, edema periferico Esami diagnostici aumento della temperatura corporea, calo della saturazione di ossigeno anticorpi farmaco- specifici, anticorpi neutralizzanti, aumento della pressione arteriosa
Un unico paziente con pregressa compromissione delle vie aeree ha sviluppato una severa reazione a tre ore dall'inizio dell'infusione (alla settimana 62 del trattamento) con orticaria e ostruzioni delle vie aeree, ed è stato sottoposto a tracheotomia.
Questo paziente ha dato esito positivo per la presenza di IgE.
Inoltre, in un numero limitato di pazienti con precedente anamnesi di severa compromissione delle vie aeree superiori e dei polmoni correlata alla MPS I si sono verificate reazioni severe, incluso broncospasmo, arresto respiratorio ed edema facciale (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica Nella tabella sono riportate le ADR ad Aldurazyme riferite durante uno studio di Fase 2 in un totale di 20 pazienti, sotto i 5 anni di età e in gran parte del fenotipo severo, trattati fino a 12 mesi.
Tutte le ADR erano di intensità da lieve a moderata.
In uno studio di fase 4, 33 pazienti con MPS I hanno ricevuto uno dei 4 regimi didose: 100 U/kg e.v.Classificazione sistemica organica MedDRA Termine preferenziale MedDRA Frequenza Patologie cardiache tachicardia Molto comune Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione piressia Molto comune brividi Molto comune Esami diagnostici aumento della pressione arteriosa Molto comune calo della saturazione di ossigeno Molto comune
ogni settimana (dose raccomandata), 200 U/kg e.v.
ogni settimana, 200 U/kg e.v.
ogni 2 settimane o 300 U/kg e.v.
ogni 2 settimane.
Il gruppo con dose raccomandata ha presentato il minor numero di pazienti con ADR e IAR.
Il tipo di IAR è risultato simile ai tipi riscontrati in altri studi clinici.
Descrizione delle reazioni avverse selezionate Immunogenicità La quasi totalità dei pazienti ha sviluppato anticorpi IgG alla laronidasi.
La maggior parte dei pazienti ha registrato una sieroconversione entro 3 mesi dall’avvio del trattamento, malgrado nel caso dei pazienti di età inferiore a 5 anni e con fenotipo più severo essa sia avvenuta essenzialmente nel giro di 1 mese (media: 26 giorni contro 45 giorni in pazienti di età uguale o maggiore di 5 anni).
Al termine dello studio di Fase 3 (o al momento del ritiro anticipato dallo studio), 13/45 pazienti non presentavano anticorpi rilevabili mediante radioimmunoprecipitazione (RIPA), inclusi 3 pazienti mai sieroconvertiti.
I pazienti con livelli di anticorpi da assenti a bassi hanno mostrato un calo consistente del livello di GAG urinari, mentre i pazienti con titoli elevati di anticorpi hanno mostrato un calo variabile dei GAG urinari.
La significatività clinica di questa conclusione non è chiara, dato che non ci sono stati rapporti coerenti tra il livello degli anticorpi IgG e gli endpoint di efficacia clinica.
Inoltre, negli studi di Fase 2 e 3, 60 pazienti sono stati sottoposti a test per valutare gli effetti di neutralizzazione in vitro.
Quattro pazienti (tre pazienti nello studio di Fase 3 e uno nello studio di Fase 2) presentavano livelli da marginali a bassi nell'inibizione in vitro dell'attività enzimatica della laronidasi, che non è parsa avere effetti sull'efficacia clinica e/o sulla riduzione dei GAG urinari.
La presenza di anticorpi non è sembrata correlata all'incidenza delle IAR, nonostante l'inizio delle IAR coincidesse generalmente con la formazione di anticorpi IgG.
L'insorgenza degli anticorpi IgE non è stata studiata approfonditamente.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso di Aldurazyme in donne in gravidanza.
Gli studi su animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto o sviluppo post-natale (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
Pertanto, Aldurazyme non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità.
Allattamento È possibile che la laronidasi venga secreta nel latte materno.
A causa dell’assenza di dati circa i neonati esposti alla laronidasi attraverso il latte materno, si consiglia di interrompere l’allattamento durante il trattamento con Aldurazyme.
Fertilità Non vi sono dati clinici sugli effetti di laronidasi sulla fertilità.
I dati preclinici non mostrano alcun effetto avverso significativo (vedere paragrafo 5.3). Conservazione
- Conservare in frigorifero (2 °C - 8 °C).
Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione, vedere paragrafo 6.3.
Cerca farmaci per nome:
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.