ACIDO ZOLEDR GS EV 4MG 100ML
115,49 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 11/12/2024
- Prevenzione di eventi correlati all’apparato scheletrico (fratture patologiche, schiacciamenti vertebrali, radioterapia o interventi chirurgici all’osso, ipercalcemia neoplastica) in pazienti adulti affetti da tumori maligni allo stadio avanzato che interessano l’osso. - Trattamento di pazienti adulti con ipercalcemia neoplastica (TIH).
Ogni sacca contiene 4 mg di acido zoledronico equivalenti a 4,26 mg di acido zoledronico monoidrato. Eccipiente(i) con effetti noti: Ogni sacca contiene 342,9 mg di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Ipersensibilità al principio attivo, ad altri bifosfonati o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
- Allattamento (vedere paragrafo 4.6) Posologia
- Acido zoledronico Galenica Senese deve essere prescritto e somministrato ai pazienti solo da personale sanitario qualificato con esperienza nella somministrazione di bifosfonati per via endovenosa.
Ai pazienti trattati con acido zoledronico deve essere fornito il foglio illustrativo e la carta di promemoria per il paziente.
Posologia: Prevenzione di eventi correlati all'apparato scheletrico in pazienti affetti da tumori maligni allo stadio avanzato che interessano l’osso.
Adulti e persone anziane La dose raccomandata nella prevenzione di eventi correlati all'apparato scheletrico in pazienti affetti da tumori maligni allo stadio avanzato che interessano l’osso è di 4 mg di acido zoledronico ogni 3 o 4 settimane.
Ai pazienti deve essere somministrato anche un supplemento di 500 mg/die di calcio per via orale e 400 UI/die di vitamina D.
La decisione di trattare i pazienti con metastasi ossee per la prevenzione di eventi scheletrici correlati deve considerare che l’effetto del trattamento si manifesta in 2-3 mesi.
Trattamento della TIH Adulti e persone anziane La dose raccomandata nell'ipercalcemia (calcemia corretta con albumina ≥ 12,0 mg/dl o 3,0 mmol/l) è di una dose singola di 4 mg di acido zoledronico.
Compromissione renale TIH: In pazienti con TIH che manifestano anche una grave compromissione renale il trattamento con acido zoledronico deve essere considerato solo dopo valutazione dei rischi e benefici del trattamento.
Negli studi clinici sono stati esclusi i pazienti con valori di creatinina sierica > 400 mcmol/l o > 4,5 mg/dl.
Non è necessario alcun adattamento della dose in pazienti con TIH con valori di creatinina sierica < 400 mcmol/l o < 4,5 mg/dl (vedere paragrafo 4.4).
Prevenzione di eventi correlati all'apparato scheletrico in pazienti affetti da tumori maligni allo stadio avanzato che interessano l’osso: Prima di iniziare il trattamento con acido zoledronico nei pazienti con mieloma multiplo o con metastasi ossee da tumori solidi devono essere determinate la creatinina sierica e la clearance della creatinina (CLcr).
La CLcr è calcolata dalla creatinina sierica mediante la formula di Cockcroft-Gault.
L’acido zoledronico non è raccomandato per pazienti che presentano prima dell’inizio della terapia una grave compromissione renale, definita per questa popolazione come CLcr < 30 ml/min.
Negli studi clinici con acido zoledronico sono stati esclusi i pazienti con valori di creatinina sierica > 265 mcmol/l o > 3,0 mg/dl.
Per i pazienti con funzionalità renale normale (definita come CLcr > 60 ml/min), acido zoledronico 4 mg/100 ml soluzione per infusione può essere somministrato direttamente senza alcuna ulteriore preparazione.
Nei pazienti con metastasi ossee che presentano prima dell’inizio della terapia una compromissione renale da lieve a moderata, definita per questa popolazione come CLcr 30-60 ml/min, si raccomanda una riduzione delle dosi di Acido zoledronico Galenica Senese (vedere anche paragrafo 4.4).
*Le dosi sono state calcolate assumendo una AUC target di 0,66 (mg•hr/l) (CLcr =75 ml/min).Clearance della creatinina basale (ml/min) Dosaggio di Acido zoledronico Galenica Senese raccomandato* > 60 4,0 mg di acido zoledronico 50-60 3,5 mg* di acido zoledronico 40-49 3,3 mg* di acido zoledronico 30-39 3,0 mg* di acido zoledronico
Con la somministrazione della dose ridotta nei pazienti con compromissione renale si prevede di raggiungere un valore di AUC uguale a quello osservato in pazienti con clearance della creatinina di 75 ml/min.
Dopo l’inizio della terapia, la creatinina sierica deve essere determinata prima di ciascuna somministrazione di Acido zoledronico Galenica Senese e, in caso di peggioramento della funzionalità renale, il trattamento deve essere sospeso.
Negli studi clinici, il peggioramento della funzionalità renale è stato definito come di seguito riportato: - per i pazienti con valori basali di creatinina sierica normali (< 1,4 mg/dl o < 124 mcmol/l), un aumento di 0,5 mg/dl o di 44 mcmol/l; - per i pazienti con valori basali di creatinina sierica anormali (> 1,4 mg/dl o > 124 mcmol/l), un aumento di 1,0 mg/dl o di 88 mcmol/l.
Negli studi clinici, il trattamento con acido zoledronico è stato ripristinato solo quando il valore della creatinina è ritornato ad essere non superiore del 10% rispetto al valore basale (vedere paragrafo 4.4).
Il trattamento con Acido zoledronico Galenica Senese deve essere ripristinato con la stessa dose utilizzata prima dell’interruzione del trattamento.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia dell’acido zoledronico nei bambini di età compresa tra 1 anno e 17 anni non sono state stabilite.
I dati al momento disponibili sono riportati nel paragrafo 5.1 ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
Metodo di somministrazione Uso endovenoso.
Acido zoledronico Galenica Senese 4 mg/100 ml soluzione per infusione deve essere somministrato come una singola infusione endovenosa in non meno di 15 minuti.
Nei pazienti con funzionalità renale normale, definita come CLcr > 60 ml/min, acido zoledronico 4 mg/100 ml soluzione per infusione non deve essere ulteriormente diluito.
Nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata è raccomandata una riduzione della dose di Acido zoledronico Galenica Senese (vedere paragrafo “Posologia” sopra e paragrafo 4.4).
Per preparare dosi ridotte per pazienti con CLcr basale ≤ 60 ml/min fare riferimento alla Tabella 1 di seguito riportata.
Rimuovere il volume di soluzione di Acido zoledronico Galenica Senese dalla sacca e sostituirlo con un uguale volume di sodio cloruro sterile 9 mg/ml (0,9%) soluzione iniettabile, o glucosio 5% soluzione iniettabile.
Tabella 1: Preparazione di dosi ridotte di Acido zoledronico Galenica Senese 4 mg/100 ml soluzione per infusione
Acido zoledronico Galenica Senese 4 mg/100 ml soluzione per infusione non deve essere miscelato con altre soluzioni per infusione e deve essere somministrato come una singola soluzione endovenosa in una linea di infusione separata.Valore basale di clearance della creatinina (ml/min) Rimuovere la seguente quantità di Acido zoledronico Galenica Senese soluzione per infusione (ml) Sostituire con il seguente volume di sodio cloruro sterile 9 mg/ml (0,9%) o glucosio 5% soluzione iniettabile Aggiustamento della dose (mg di acido zoledronico in 100 ml)*) 50-60 12,0 12,0 3,5 40-49 18,0 18,0 3,3 30-39 25,0 25,0 3,0
I pazienti devono essere mantenuti in buono stato di idratazione prima e dopo la somministrazione di Acido zoledronico Galenica Senese. Avvertenze e precauzioni
- Aspetti generali Prima della somministrazione di acido zoledronico i pazienti devono essere valutati attentamente per assicurare loro un adeguato stato di idratazione.
Deve essere evitata una eccessiva idratazione in pazienti a rischio di insufficienza cardiaca.
Durante la terapia con acido zoledronico, è necessario monitorare attentamente i normali parametri metabolici correlati all'ipercalcemia, quali i livelli sierici di calcio, fosfato e magnesio.
Se si verificano ipocalcemia, ipofosfatemia o ipomagnesemia, può rendersi necessaria una terapia integrativa di breve durata.
I pazienti con ipercalcemia non trattata presentano generalmente un certo grado di compromissione della funzionalità renale, pertanto deve essere considerato un attento monitoraggio della funzionalità renale.
Sono disponibili altri medicinali a base di acido zoledronico per la cura dell’osteoporosi e per il trattamento del morbo di Paget osseo.
I pazienti in trattamento con Acido zoledronico Galenica Senese non devono essere contemporaneamente trattati con questi farmaci, né con qualsiasi altro bifosfonato, dal momento che gli effetti combinati di questi agenti sono sconosciuti.
Questo medicinale contiene 342,9 mg sodio per dose, equivalente al 17,15% dell’assunzione giornaliera massima raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.
Insufficienza renale I pazienti con TIH e che presentano segni di peggioramento della funzionalità renale devono essere valutati in modo appropriato, considerando se i potenziali benefici del trattamento con acido zoledronico siano superiori agli eventuali rischi.
La decisione di trattare i pazienti con metastasi ossee per la prevenzione di eventi correlati all’apparato scheletrico deve tenere in considerazione il fatto che l’effetto del trattamento inizia a manifestarsi dopo 2-3 mesi.
Il trattamento con acido zoledronico è stato associato a segnalazioni di disturbi della funzionalità renale.
I fattori che possono aumentare il rischio di peggioramento della funzionalità renale comprendono la disidratazione, una pre-esistente compromissione renale, cicli multipli di acido zoledronico e di altri bifosfonati così come l’uso di altri medicinali nefrotossici.
Sebbene il rischio sia ridotto con una somministrazione di acido zoledronico 4 mg nell’arco di 15 minuti, il peggioramento della funzionalità renale può comunque verificarsi.
Sono stati riportati peggioramento della funzionalità renale, progressione ad insufficienza renale e dialisi in pazienti dopo la prima dose o dopo una singola dose di 4 mg di acido zoledronico.
Un aumento della creatinina sierica si può anche osservare in alcuni pazienti in cui l’acido zoledronico viene somministrato a lungo termine e alla dose raccomandata per la prevenzione di eventi correlati all'apparato scheletrico, sebbene tali casi siano meno frequenti.
Prima della somministrazione di ciascuna dose di acido zoledronico devono essere valutati i livelli sierici di creatinina del paziente.
Si raccomanda di iniziare il trattamento con acido zoledronico a dosaggi ridotti nei pazienti con metastasi ossee che presentano compromissione renale da lieve a moderata.
Nei pazienti che mostrano durante il trattamento segni di alterazione peggioramento della funzionalità renale, il trattamento con acido zoledronico deve essere sospeso.
L’acido zoledronico deve essere ripristinato solo quando il valore della creatinina sierica ritorna entro il 10% del valore basale.
Il trattamento con Acido zoledronico Galenica Senese deve essere ripristinato con la stessa dose utilizzata prima dell’interruzione del trattamento.
In considerazione del potenziale impatto dell’acido zoledronico sulla funzionalità renale, della mancanza di dati clinici di sicurezza in pazienti con grave compromissione renale (definita negli studi clinici come creatinina sierica ≥ 400 mcmol/l o ≥ 4,5 mg/dl per i pazienti con TIH e ≥ 265 mcmol/l o ≥ 3,0 mg/dl per pazienti rispettivamente con tumore e metastasi ossee) basale e di dati limitati di farmacocinetica in pazienti con grave compromissione renale basale (clearance della creatinina < 30 ml/min), l'uso di acido zoledronico non è raccomandato in pazienti con compromissione renale grave.
Insufficienza epatica Poiché i dati clinici disponibili nei pazienti con grave insufficienza epatica sono limitati, non è possibile fornire raccomandazioni specifiche in questa popolazione di pazienti.
Osteonecrosi Osteonecrosi della mandibola/mascella L’osteonecrosi della mandibola/mascella (ONJ) è stata riportata come evento non comune negli studi clinici e nel periodo post-marketing in pazienti in trattamento con acido zoledronico.
L’esperienza post-marketing e la letteratura suggeriscono una maggiore frequenza di segnalazioni di ONJ in base al tipo di tumore (carcinoma mammario avanzato, mieloma multiplo).
Uno studio ha dimostrato che l’ONJ era maggiore nei pazienti affetti da mieloma rispetto ad altri tumori (vedere paragrafo 5.1).
L’inizio del trattamento o di un nuovo ciclo di trattamento deve essere rimandato in pazienti con lesioni aperte non rimarginate dei tessuti molli del cavo orale, eccetto nelle situazioni di emergenza medica.
Prima di iniziare il trattamento con bifosfonati in pazienti con fattori di rischio concomitanti, si raccomanda un esame odontoiatrico con le appropriate procedure odontoiatriche preventive ed una valutazione del beneficio-rischio individuale.
I fattori di rischio che seguono devono essere tenuti in considerazione quando si valuta il rischio di sviluppo di ONJ in un soggetto: - potenza del bifosfonato (maggiore rischio per composti molto potenti), via di somministrazione (maggiore rischio per la somministrazione parenterale) e dose cumulativa di bifosfonato.
- cancro, co-morbidità (es.: anemia, coagulopatie, infezione), fumo.
- terapie concomitanti: chemioterapia, inibitori dell’angiogenesi (vedere paragrafo 4.5), radioterapia al collo e alla testa, corticosteroidi.
- anamnesi di patologie dentarie, scarsa igiene orale, malattie parodontali, interventi invasivi sui denti (ad es.
estrazione dentali) e dentiere non perfettamente calzanti.
Tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere una buona igiene orale, a sottoporsi a controlli dentari di routine e a segnalare immediatamente qualsiasi sintomo orale come mobilità dentale, dolore, gonfiore o mancata rimarginazione di piaghe, oppure secrezione durante il trattamento con acido zoledronico.
Durante il trattamento, le procedure dentarie invasive devono essere eseguite solo dopo un’attenta considerazione ed evitate in stretta prossimità della somministrazione di acido zoledronico.
Nei pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mandibola/mascella durante la terapia con bifosfonati, la chirurgia dentaria puo esacerbare la condizione.
Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentale, non sono disponibili dati per suggerire che l’interruzione del trattamento con bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola/mascella.
Il programma di gestione dei pazienti che sviluppano osteonecrosi della mandibola/mascella deve essere stabilito in stretta collaborazione tra il medico curante e un dentista o un chirurgo del cavo orale competente in osteonecrosi della mandibola/mascella.
Si deve prendere in considerazione l’interruzione temporanea del trattamento con acido zoledronico fino a quando la condizione si risolve e i fattori di rischio concomitanti sono mitigati ove possibile.
Osteonecrosi di altri siti anatomici È stata riferita osteonecrosi del canale uditivo esterno in concomitanza con l'uso di bifosfonati, prevalentemente in associazione a terapie di lungo termine.
Tra i possibili fattori di rischio dell'osteonecrosi del canale uditivo esterno sono inclusi l'uso di steroidi e la chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezione o trauma.
L'eventualità di osteonecrosi del canale uditivo esterno deve essere valutata in pazienti trattati con bifosfonati che presentano sintomi a carico dell'orecchio, tra cui infezioni croniche dell’orecchio.
Inoltre sono stai riportati casi sporadici di osteonecrosi di altri siti, tra cui l’anca eil femore, prevalentemente in pazienti adulti con cancro trattati con acido zoledronico.
Dolore muscoloscheletrico Durante l’esperienza post-marketing è stato riportato dolore alle ossa, alle articolazioni e/o ai muscoli, grave e occasionalmente invalidante, in pazienti trattati con acido zoledronico.
Tali segnalazioni comunque sono state non frequenti.
Dopo l’inizio del trattamento il tempo di insorgenza dei sintomi variava da un giorno a diversi mesi.
La maggior parte dei pazienti ha avuto un’attenuazione dei sintomi dopo l’interruzione del trattamento.
Un sottogruppo ha avuto una recidiva dei sintomi quando veniva sottoposto ad un ulteriore trattamento con acido zoledronico o con un altro bifosfonato.
Fratture atipiche del femore Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bifosfonati per l’osteoporosi.
Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea.
Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa.
Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale.
È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture.
Nei pazienti con sospetta frattura atipica del femore si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio/rischio individuale.
Durante il trattamento con bifosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompletà frattura del femore.
Ipocalcemia Sono stati riportati casi di ipocalcemia in pazienti trattati con acido zoledronico.
Sono stati riportati aritmie cardiache ed eventi avversi neurologici (comprendenti convulsioni, ipoestesia, tetània) secondari a casi di ipocalcemia grave.
Sono stati riportati casi di ipocalcemia grave che hanno richiesto ospedalizzazione.
In alcune circostanze, l’ipocalcemia puo essere pericolosa per la vita (vedere paragrafo 4.8).
Si consiglia cautela nel caso in cui l’acido zoledronico è somministrato con medicinali noti per causare ipocalcemia, che possono avere un effetto sinergico con conseguente grave ipocalcemia (vedere paragrafo 4.5).
Il calcio sierico deve essere misurato e l’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con acido zoledronico.
I pazienti devono essere adeguatamente integrati con calcio e vitamina D. Interazioni
- Negli studi clinici l’acido zoledronico è stato somministrato in concomitanza a farmaci antitumorali comunemente usati, diuretici, antibiotici e analgesici, senza che fossero osservate interazioni clinicamente significative.
In vitro l’acido zoledronico ha dimostrato di non legarsi alle proteine plasmatiche e non inibisce gli enzimi del citocromo P450 (vedere paragrafo 5.2) ma non sono stati effettuati studi clinici specifici di interazione con altri medicinali.
Si consiglia particolare cautela nel caso in cui i bifosfonati siano somministrati con aminoglicosidi, calcitonina o diuretici dell’ansa, poichè questi medicinali possono avere un effetto additivo che da luogo ad una diminuzione della calcemia per periodi più prolungati di quanto richiesto (vedere paragrafo 4.4).
Si raccomanda cautela quando l’ Acido zoledronico Galenica Senese viene somministrato con altri medicinali potenzialmente nefrotossici.
Prestare attenzione anche all'eventuale comparsa di ipomagnesemia durante il trattamento.
Nei pazienti con mieloma multiplo, il rischio di disfunzione renale puo essere aumentato quando l’acido zoledronico è usato in combinazione con talidomide.
Deve essere usata cautela quando Acido zoledronico Galenica Senese viene somministrato con medicinali anti-angiogenici dal momento che e stato osservato un aumento dell’incidenza di casi di ONJ in pazienti trattati contemporaneamente con questi medicinali. Effetti indesiderati
- Riassunto del profilo di sicurezza Entro tre giorni dalla somministrazione di acido zoledronico, è stata comunemente riportata una reazione di fase acuta, con sintomi comprendenti dolore alle ossa, febbre, affaticamento, artralgia, mialgia, rigidità e artrite con conseguente gonfiore articolare; questi sintomi si sono risolti generalmente entro alcuni giorni (vedere la descrizione degli eventi avversi selezionati).
Quelli che seguono sono stati identificati come rischi importanti con l’uso di acido zoledronico nelle indicazioni approvate: compromissione della funzionalità renale, osteonecrosi della mandibola/mascella, reazione di fase acuta, ipocalcemia, polmonite interstiziale, fibrillazione atriale, anafilassi.
Le frequenze per ognuno di questi rischi identificati sono mostrate nella Tabella 2.
Tabella delle reazioni avverse Le seguenti reazioni avverse, elencate in Tabella 2, sono state tratte dagli studi clinici e dalle segnalazioni post-marketing a seguito di somministrazione cronica di 4 mg di acido zoledronico: Le reazioni avverse sono classificate in ordine di frequenza, iniziando dalle più frequenti, secondo la seguente convenzione: Molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita in base ai dati disponibili).
Tabella 2
Descrizione di reazioni avverse selezionate Compromissione della funzionalità renale L’acido zoledronico è stato associato a segnalazioni di disturbi della funzionalità renale.Patologie del sistema emolinfopoietico Comune: Anemia Non comune: Trombocitopenia, leucopenia Raro: Pancitopenia Disturbi del sistema immunitario Non comune: Reazione di ipersensibilità Raro: Edema angioneurotico Disturbi psichiatrici Non comune: Ansia, disturbi del sonno Raro: Stato confusionale Patologie del sistema nervoso Comune: Cefalea Non comune: Vertigini, parestesia, disgeusia, ipoestesia, iperestesia, tremori, sonnolenze Molto raro Convulsioni, ipoestesia e tetania (secondari a ipocalcemia) Patologie dell’occhio Comune: Congiuntivite Non comune: Visione offuscata, sclerite ed infiammazione dell’orbita Raro Uveite Molto raro Episclerite Patologie cardiache Non comune: Ipertensione, ipotensione, fibrillazione atriale, ipotensione che porta alla sincope o al collasso circolatorio Raro Bradicardia, aritmia cardiaca (secondaria a ipocalcemia) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non comune: Dispnea, tosse, broncocostrizione Raro: Malattia polmonare interstiziale Disturbi gastrointestinali Comune: Nausea, vomito, diminuzione dell’appetito Non comune: Diarrea, stipsi, dolore addominale, dispepsia, stomatite, bocca secca Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: Prurito, eruzione cutanea (compreso esantema eritematoso e maculare), aumento della sudorazione Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo Comune: Dolore alle ossa, mialgia, artralgia, dolore diffuso Non comune: Spasmi muscolari, osteonecrosi della mandibola/mascella* Molto raro: Osteonecrosi del canale auditivo esterno e di altri siti anatomici incluso il femore e l’anca Patologie renali e urinarie Comune: Compromissione renale Non comune: Insufficienza renale acuta, ematuria, proteinuria Raro Sindrome di Fanconi acquisita Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: Febbre, sindrome simil-influenzale (incluso affaticamento, brividi, malessere e arrossamento) Non comune: Astenia, edema periferico, reazioni al sito di iniezione (inclusi dolore, irritazione, gonfiore, indurimento), dolore al torace, aumento di peso, reazione/shock anafilattico, orticaria Raro: Artrite con gonfiore articolare come sintomo della reazione di fase acuta Esami diagnostici Molto comune: Ipofosfatemia Comune: Aumento della creatinemia e dell’azotemia, ipocalcemia Non comune: Ipomagnesiemia, ipocaliemia Raro: Ipercaliemia, ipernatriemia
In un’analisi sui dati accorpati di sicurezza provenienti dagli studi registrativi sull’uso dell’acido zoledronico nella prevenzione di eventi correlati all’apparato scheletrico in pazienti affetti da tumori maligni allo stato avanzato che interessano l’osso, la frequenza degli eventi avversi di compromissione renale sospettati di essere correlati all’uso di acido zoledronico (reazioni avverse) era la seguente: mieloma multiplo (3,2%), cancro prostatico (3,1%), cancro mammario (4,3%), tumore al polmone ed altri tumori solidi (3,2%).
I fattori che possono aumentare la possibilità di un peggioramento della funzionalità renale includono disidratazione, compromissione renale preesistente, cicli multipli di acido zoledronico o di altri bifosfonati, così come l’uso concomitante di medicinali nefrotossici o di un tempo di infusione più breve di quello generalmente raccomandato.
Deterioramento renale, progressione verso l’insufficienza renale e dialisi sono stati riportati in pazienti dopo la dose iniziale o una singola dose di 4 mg di acido zoledronico (vedere paragrafo 4.4).
Osteonecrosi della mandibola/mascella Sono stati riportati casi di osteonecrosi della mandibola/mascella, principalmente in pazienti con cancro trattati con medicinali che inibiscono il riassorbimento osseo, come l’acido zoledronico (vedere paragrafo 4.4).
Molti di questi pazienti erano anche in trattamento con chemioterapia e corticosteroidi e hanno avuto evidenze di infezione localizzata, inclusa osteomielite.
La maggioranza delle segnalazioni riguarda pazienti con cancro sottoposti ad estrazioni dentarie o ad altre chirurgie dentali.
Fibrillazione atriale In uno studio della durata di 3 anni, randomizzato, controllato in doppio cieco che valutava l’efficacia e la sicurezza dell’acido zoledronico 5 mg una volta l’anno rispetto al placebo nel trattamento dell’osteoporosi postmenopausale (OPM), l’incidenza complessiva della fibrillazione atriale era 2,5% (96 su 3.862) e 1,9% (75 su 3.852) in pazienti in trattamento rispettivamente con acido zoledronico 5 mg e placebo.
La percentuale di eventi avversi seri di fibrillazione atriale era rispettivamente pari a 1,3% (51 su 3.862) e 0,6% (22 su 3.852) in pazienti in trattamento rispettivamente con acido zoledronico 5 mg e placebo.
Lo sbilanciamento osservato in questo studio non è stato osservato in altri studi con acido zoledronico, inclusi quelli con acido zoledronico 4 mg ogni 3-4 settimane in pazienti oncologici.
Il meccanismo alla base dell’aumentata incidenza di fibrillazione atriale in questo singolo studio non è noto.
Reazione di fase acuta Questa reazione avversa al medicinale comprende una molteplicità di sintomi che includono febbre, mialgia, cefalea, dolore alle estremità, nausea, vomito, diarrea, artralgia e artrite con conseguente gonfiore articolare.
Il tempo di insorgenza è ≤ 3 giorni dopo l’infusione di acido zoledronico e la reazione è anche definita con il termine “sintomi simil-influenzali” o sintomi “post-dose”.
Fratture atipiche del femore Durante l’esperienza post-marketing sono state riportate le seguenti reazioni (frequenza rara): Fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bifosfonati).
Reazioni avverse (ADRs) correlate a ipocalcemia L’ipocalcemia è un importante rischio identificato con acido zoledronico nelle indicazioni approvate.
Sulla base della revisione dei casi derivanti sia da studi clinici sia dall’uso dopo la commercializzazione, vi è sufficiente evidenza a sostegno di un’associazione tra la terapia con acido zoledronico, gli eventi riportati di ipocalcemia e lo sviluppo secondario di aritmia cardiaca.
Inoltre vi è evidenza di un’associazione tra ipocalcemia ed eventi neurologici secondari riportati in questi casi comprendenti convulsioni, ipoestesia e tetania (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione di sospette reazioni avverse La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari e richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non vi sono dati adeguati sull’uso dell’acido zoledronico nelle donne in gravidanza.
Gli studi sulla riproduzione effettuati con acido zoledronico sugli animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
L’acido zoledronico non deve essere usato durante la gravidanza.
Le donne in età fertile devono essere avvisate di evitare una gravidanza.
Allattamento Non è noto se l'acido zoledronico sia escreto nel latte materno.
L’acido zoledronico è controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3).
Fertilità L’acido zoledronico è stato studiato nei ratti per i potenziali eventi avversi sulla fertilità dei genitori e della generazione F1.
Ha mostrato effetti farmacologici molto evidenti considerati correlati all’inibizione del composto sul metabolismo del calcio scheletrico, determinando ipocalcemia nel periparto, un effetto della classe dei bifosfonati, distocia e anticipata chiusura dello studio.
Per questo motivo tali risultati hanno precluso la determinazione definitiva degli effetti dell’acido zoledronico sulla fertilità nell’uomo. Conservazione
- Questo prodotto medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
Per quanto riguarda le condizioni di conservazione dopo la prima apertura, fare riferimento al paragrafo 6.3.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.