ACARPHAGE 40CPR 100MG
5,63 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 30/01/2013
Acarphage è indicato negli adulti e negli adolescenti di età superiore ai 18 anni. Acarphage è raccomandato per il trattamento di pazienti con diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM) quando la sola dieta e l’esercizio fisico non sono sufficienti a controllare in modo adeguato la glicemia. Acarphage può essere somministrato in concomitanza con metformina, sulfonilurea o insulina.
Ogni compressa contiene 50 mg di acarbosio. Ogni compressa contiene 100 mg di acarbosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
• Enteropatie croniche associate a forte dispepsia e malassorbimento.
• Malattia infiammatoria intestinale, ulcere del colon, ostruzione intestinale parziale o predisposizione all'ostruzione intestinale.
• Stati patologici che possono essere aggravati da un aumento della produzione di gas a livello intestinale (ad es.
sindrome di Roemheld, grosse ernie, restringimento ed ulcerazione dell’intestino).
• Grave insufficienza della funzione renale (clearance della creatinina < 25 mL/min).
• Grave compromissione epatica (ad es.
cirrosi epatica). Posologia
- Posologia Il dosaggio deve essere stabilito dal medico curante in quanto l’efficacia e la tollerabilità variano per ogni singolo paziente.
La dose può essere aumentata ad intervalli di 4-8 settimane, se il paziente mostra una risposta clinica inadeguata, o anche più tardi nel corso della terapia.
Adulti La dose iniziale è 3 x 1 compressa di Acarphage 50 mg/die o 3 x ½ compressa di Acarphage 100 mg/die (corrispondente a 150 mg di acarbosio al giorno).
In alcuni pazienti, un aumento graduale del dosaggio di acarbosio è stato utile per ridurre gli effetti indesiderati gastrointestinali, iniziando lentamente con 1-2 x 1 compressa di Acarphage da 50 mg/die (corrispondente a 50-100 mg di acarbosio al giorno).
La dose può essere gradualmente aumentata a seconda dei livelli glicemici del paziente e anche se la terapia non è abbastanza efficace, fino a 3 x 2 compresse di Acarphage da 50 mg/die o 3 x 1 compressa di Acarphage 100 mg/die (equivalente a 300 mg di acarbosio al giorno).
Se sono necessarie dosi più elevate, devono essere usate compresse a dosaggio maggiore.
La dose media di acarbosio varia da 150 a 300 mg al giorno a seconda delle necessità del singolo paziente.
In casi eccezionali, può essere necessario aumentare la dose fino a 3 x 2 compresse di Acarphage da 100 mg al giorno (corrispondente a 600 mg di acarbosio al giorno).
Qualora si manifestino effetti indesiderati, nonostante il rispetto scrupoloso della dieta prescritta, la dose non deve essere aumentata e se necessario deve essere ridotta (vedere paragrafo 4.8).
Durata d’uso Acarphage 50 mg e 100 mg è inteso per un trattamento continuo a lungo termine.
Pazienti anziani Non è necessaria alcuna modifica del dosaggio normale per gli adulti.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l'efficacia dell'acarbosio nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni di età non sono state ancora stabilite.
Acarphage 50 mg e 100 mg non sono raccomandati nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni.
Modo di somministrazione Si raggiunge l’effetto massimo di Acarphage 50 mg e 100 mg, se le compresse vengono assunte intere assieme ad una piccola quantità di liquido direttamente prima dei pasti oppure ingerite con il primo boccone di cibo. Avvertenze e precauzioni
- Ipoglicemia L'acarbosio ha un effetto antiperglicemico, ma di per sé non induce l'ipoglicemia.
Se l'acarbosio è prescritto in associazione con altri farmaci ipoglicemizzanti (ad es.
sulfoniluree, metformina o insulina), una caduta dei valori glicemici nell’intervallo ipoglicemico può rendere necessario un adattamento della dose del farmaco assunto in combinazione.
Poiché l'acarbosio rallenta l'assorbimento e la digestione del saccarosio, si raccomanda che, nel caso si verifichi ipoglicemia acuta a seguito del fabbisogno di insulina nei pazienti trattati con insulina, vengano somministrati sulfoniluree o metformina, glucosio (non zucchero comune - zucchero di canna) per la rapida correzione dell'ipoglicemia (vedere paragrafo 4.5).
Se un paziente trasporta informazioni mediche sulla sua condizione (ad esempio su un biglietto, un braccialetto o una collana), è necessario includere il trattamento con acarbosio Compromissione epatica Durante il trattamento con l'acarbosio sono stati riportati casi di epatite fulminante.
Il meccanismo è sconosciuto, ma l'acarbosio può contribuire alla fisiopatologia multifattoriale della lesione al fegato.
In alcuni casi sono stati osservati aumenti asintomatici degli enzimi epatici, incluso variazioni rilevanti dal punto di vista clinico (fino a tre volte oltre il limite superiore dei valori normali).
Gli aumenti degli enzimi epatici erano di solito reversibili dopo l’interruzione del trattamento.
Se si osservano aumenti degli enzimi epatici, può essere indicata una riduzione del dosaggio o l'interruzione della terapia, soprattutto se l'aumento persiste.
Di conseguenza nei primi 6-12 mesi della terapia è necessario monitorare regolarmente gli enzimi epatici (vedere paragrafo 4.8).
Compromissione gastrointestinale Se si sospetta ileo o subileo, il trattamento deve essere interrotto immediatamente (vedere paragrafo 4.8).
In pazienti con resezione gastrica l’acarbosio può giungere nel piccolo intestino più rapidamente del solito causando una risposta farmacologica più rapida.
Non è stato segnalato un aumento di effetti indesiderati in questi pazienti.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l'efficacia dell'acarbosio in pazienti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite.
Durante l’assunzione dell'acarbosio è necessario seguire una dieta antidiabetica stretta.
La regolare assunzione dell'acarbosio non deve essere sospesa senza il parere del medico curante, poiché può manifestarsi un aumento della glicemia. Interazioni
- Zucchero domestico (zucchero di canna) e alimenti che contengono zucchero comune Il saccarosio (zucchero di canna) come anche gli alimenti contenenti saccarosio sono spesso causa di disturbi intestinali o perfino diarrea per l’aumentata fermentazione dei carboidrati nel colon durante il trattamento con l'acarbosio (vedere paragrafo 4.8).
Medicinali a base di sulfonilurea o metformina o insulinaL'acarbosio ha un effetto antiperglicemico ma di per sé non provoca ipoglicemia.
Se l'acarbosio è prescritto in associazione con sulfonilurea, metformina o insulina, una caduta dei valori glicemici nell’intervallo ipoglicemico può rendere necessaria una diminuzione della dose di sulfonilurea, metformina o insulina.
Sono stati riportati casi isolati di shock ipoglicemico.
In caso di ipoglicemia acuta, occorre considerare che la biotrasformazione del saccarosio in fruttosio e glucosio è più lenta durante il trattamento, perciò il saccarosio non è adatto per una rapida ripresa dall'ipoglicemia e si deve invece usare il glucosio.
Digossina L’acarbosio può influire sulla biodisponibilità della digossina in casi isolati, rendendo necessario un aggiustamento della dose di digossina.
Colestiramina, assorbenti dei gas intestinali e medicinali con enzimi digestivi Deve essere evitata la somministrazione simultanea di antiacidi, colestiramina, assorbenti dei gas intestinali (carbone vegetale) e medicinali con enzimi digestivi (ad es.
amilasi, pancreatina), in quanto possono influenzare l’azione dell'acarbosio.
Alcuni agenti terapeutici inclusi tiazide e altri diuretici, corticosteroidi, fenotiazine, ormoni della tiroide, estrogeni, contraccettivi orali, fenitoina, acido nicotinico, calcioantagonisti e isoniazide possono causare iperglicemia, che può attenuare gli effetti farmacodinamici dell'acarbosio.
Devono essere strettamente monitorati i livelli glicemici nei pazienti ai quali è stata aggiunta anche l’assunzione di uno qualsiasi di questi medicinali in concomitanza con l'acarbosio, o se il trattamento con l'acarbosio viene proposto a pazienti che stanno già assumendo uno di questi medicinali.
Neomicina La somministrazione concomitante di acarbosio e neomicina orale può provocare riduzioni più spiccate della glicemia postprandiale e aumento della frequenza e della gravità degli effetti indesiderati gastrointestinali.
Se i sintomi sono gravi, è possibile considerare un riduzione temporanea della dose di acarbosio. Effetti indesiderati
- Gli effetti indesiderati dell'acarbosio, riscontrati in sperimentazioni cliniche controllate con placebo, e classificati in base alle categorie di frequenza CIOMS III (studi controllati con placebo nel database delle sperimentazioni cliniche: acarbosio N = 8.595; placebo N = 7.278; stato: 10 febbraio 2006), sono descritti sotto.
All'interno di ogni raggruppamento di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.
Le frequenze sono definite come molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 <1/10), non comune (≥ 1/1.000 < 1/100), rara (≥ 1/10.000 <1/1.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Le ADR identificate solo durante la sorveglianza dopo l'immissione in commercio (stato: 31 dic 2005) e per cui non è stato possibile definire la frequenza sono elencate nella categoria di frequenza “non nota”.
(1) Diarrea e dolori gastrointestinali e addominali possono comparire dopo l’ingestione di alimenti contenenti saccarosio.Classificazione sistemica-organica Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) Rare (≥ 1/10.000, < 1/1000) Non nota Patologie del sistema emolinfopoietico Trombocitopenia Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità al medicinale e ipersensibilità (eruzione cutanea, eritema, esantemi, orticaria) Patologie vascolari Edema Patologie gastrointestinali (1) Flatulenza Borborigmi Distensione addominale Diarrea Dolori gastrointestinali e addominali Nausea Vomito Dispepsia Subileo/Ileo Costipazione Pneumatosi cistoide intestinale Patologie epatobiliari (2) Transaminasi aumentate Ittero Epatiti Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Pustolosi esantematica acuta generalizzata
Se non viene osservata la dieta antidiabetica prescritta, gli effetti indesiderati intestinali possono intensificarsi.
Qualora i sintomi si manifestino con particolare intensità nonostante l’osservanza della dieta prescritta, si deve consultare il medico e la dose deve essere ridotta in via transitoria o permanente.
Nel caso la diarrea dovesse persistere, i pazienti devono essere strettamente monitorati, il dosaggio deve essere ridotto oppure la terapia deve essere abbandonata, se necessario.
(2) Sono stati segnalati raramente valori di funzionalità epatica anormale clinicamente significativi (tre volte oltre il limite superiore dei valori normali) in pazienti trattati con la dose giornaliera raccomandata da 150 mg a 300 mg di acarbosio.
Valori anormali possono essere transitori durante la terapia con l’acarbosio (vedere paragrafo 4.4).
Dopo l’immissione in commercio sono stati segnalati casi di patologie epatiche, funzione epatica anormale e lesioni al fegato, specialmente in Giappone.
Casi isolati di epatite fulminante con esito fatale sono stati riportati in Giappone.
Non è chiaro se siano provocati dall'assunzione di acarbosio.
Se si sospetta ileo o subileo, è necessario sospendere immediatamente il trattamento.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Acarphage non deve essere somministrato durante la gravidanza perché non sono disponibili dati di studi clinici sul suo uso in donne in gravidanza.
Gli studi condotti su animali non hanno evidenziato effetti pericolosi diretti o indiretti in relazione alla tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Allattamento Dopo la somministrazione di acarbosio marcato radioattivamente a femmine di ratti durante l'allattamento, nel latte si sono riscontrate piccole quantità di radioattività.
Finora non sono stati ottenuti dati simili nell'uomo.
Tuttavia, poiché non possono essere esclusi possibili effetti indotti dal farmaco in lattanti allattati al seno, la prescrizione di acarbosio durante l'allattamento non è raccomandata.
Fertilità Gli studi sugli animali non hanno mostrato effetti nocivi direttamente o indirettamente in relazione alla tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Nessun disturbo della fertilità è stato osservato negli animali. Conservazione
- Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidità.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.