19/06/2019

Polmonite &Co. stop alle radiazioni di rx e Tac?

Maura Prianti
A cura di Maura Prianti
Pubblicato il 19/06/2019 Aggiornato il 19/06/2019

I ricercatori ricordano che le radiazioni fanno male, mentre gli ultrasuoni no. Perché non utilizzarli anche per le malattie del polmone?

woman take health lung billboard and thumb up with green background
polmonite, pleurite,  fibrosi polmonare ma anche una comune bronchite sono malattie molto diffuse, anche perché ne esistono circa 200 tipi diversi. Per capire esattamente quale disturbo ha di fronte, il medico spesso prescrivere una radiografia del torace o una Tac, esami  che comportano l’ultilizzo di radiazioni ionizzanti, raggi non proprio benefici per l’organismo.

 

Perché le radiazioni fanno male

Fare una radiografia una volta nella vita non è un problema, ma se ci si deve sottoporre spesso a rx o a Tac (ossia la tomografia computerizzata), purtroppo le radiazioni emesse durante questi esami possono essere un serio pericolo per la salute. Tra i rischi segnalati anche dalla Food and Drug Administration (l’ente americano che vigila sui farmaci) c’è la possibilità di sviluppare un tumore in età avanzata. Per questo, soprattutto nei bambini e nelle donne in età fertile, si cerca di ridurre al minimo il ricorso a questi esami. In caso di malattie ai polomoni, però, sono essenziali e spesso è necessario anche ripeterli più volte nell’arco di poco tempo.

C’è un’alternativa innocua

Gli ultrasuoni sono onde sonore che rimandano un’eco utile per capire lo stato di un organo interno, non a caso l’uso principale in medicina viene fatto nell’ecografia, un esame che non ha alcun rischio per la salute. All’università di Trento è attivo un laboratorio che si occupa di ultrasonografia, ossia di come usare gli ultrasuoni per le diagnosi e proprio da questi ricercatori viene un invito a impiegare le onde sonore  per evitare Tac o rx ai polmoni.

Gli scienziati: “Gli ultrasuoni funzionano, usiamoli!”

“Le diagnosi ecografiche polmonari si basano su interpretazioni soggettive e vengono eseguite utilizzando attrezzature e modalità inadatte all’immagine del polmone – spiega Libertario Demi coordinatore del laboratorio di ricerca sugli ultrasuoni dell’università di Trento – Nonostante le prove di efficacia clinica siano promettenti, a oggi non esiste un metodo basato sugli ultrasuoni e dedicato solo al polmone”. Una mancanza che ostacola lo sfruttamento di queste onde “buone” per scoprire polmonite & Co.

Si risparmierebbero anche molti soldi

Utilizzare le ecografie al posto di Tac e radiografie farebbe risparmiare anche molto denaro al Servizio sanitario, perché gli esami che sfruttano radiazioni sono molto costosi, sia per i macchinari che li eseguono sia per mettere in sicurezza il personale che li adopera. La diagnosi di malattie polmonari basata sugli ultrasuoni, invece, costerebbe meno sia in termini economici sia di impatto sulla salute, in particolare dei bambini e degli adolescenti.