28/05/2020

Il plasma iperimmune può essere pericoloso?

Maura Prianti
A cura di Maura Prianti
Pubblicato il 28/05/2020 Aggiornato il 28/05/2020

Il plasma donato da chi è guarito dal Covid-19 sembra funzionare contro il nuovo Coronavirus. Abbiamo chiesto a un esperto se questa nuova una cura è sicura

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Abbiamo rivolto qualche domanda al professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri Irccs di Milano per capire meglio come funzionano gli anticorpi contro il nuovo Coronavirus e se il sangue iperimmune è sicuro.

Tutti gli ex malati Covid-19 possono donare il sangue iperimmune?

Per la donazione esistono criteri di selezione standard, volti a tutelare anche chi dona. In generale, i donatori di sangue devono avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, se la donazione è fatta abitualmente, o fino a 60 anni, se sono donatori occasionali.

  • Tuttavia, nel caso di donatori guariti da Covid-19, si fanno deroghe a questi limiti di età, come indicato recentemente dalla Società italiana di medicina trasfusionale e immunologia. Il reclutamento avviene dopo almeno 28 giorni dalla guarigione clinica della malattia (scomparsa dei sintomi), negatività del tampone e dopo avere misurato i livelli di anticorpi anti-Sars-CoV-2 nel sangue.

Ci sono rischi per chi dona il sangue iperimmune?

Non esistono particolari rischi per i donatori di sangue iperimmune.
I candidati alla donazione vengono comunque prima valutati per il loro complessivo stato di salute, come si fa comunemente per qualsiasi donatore di sangue. Si tratta di persone che hanno avuto la malattia in modo conclamato, anche ospedalizzate, o con forme di malattia lieve, e che sono guarite.

Ci sono rischi per chi lo riceve? Si è parlato di epatite fulminante…

Non ci sono particolari rischi di trasmissione di altre malattie virali in chi riceve il plasma iperimmune. Come avviene comunemente, questo sangue è sottoposto al momento della preparazione a numerosi test per la ricerca di virus, tra cui Hiv e i virus dell’epatite C e B, e viene autorizzato per la trasfusione soltanto se tutti i risultati sono negativi.

  • Deve essere fatta attenzione al volume di plasma da somministrare, che non deve superare una certa quantità per il rischio di instabilità cardiaca, pericolosa in una situazione critica come quella degli ammalati di polmonite da Sars-CoV-2. Rimane, inoltre, il rischio di reazioni allergiche al plasma infuso.

Intervista di Laura de Laurentiis.

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