Il fumo fa male anche alle ossa
I rischi delle sigarette non si limitano ai danni per cuore e polmoni. Ogni "tiro" rende meno toniche, più fragili e vulnerabili alle fratture
Finiti i tempi della beata incoscienza delle generazioni precedenti che tanto disinvoltamente fumavano al chiuso e all’aperto (e che pure hanno pagato il prezzo della loro poca consapevolezza), oggi chi si accende una “bionda” sa perfettamente di farsi del male, non foss’altro che per le immagini orrorifiche sul pacchetto.
Eppure, se i rischi per cuore e polmoni sono ormai di dominio comune, c’è un altro tipo di danno molto meno conosciuto: quello alle ossa.
Abbiamo chiesto al professor Umberto Tarantino, ordinario di Malattie dell’Apparato Locomotore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e direttore dell’Unità complessa di Ortopedia e Traumatologia Fondazione Policlinico Tor Vergata. di spiegarci perché ogni “tiro” ci rende più fragili.
Meno forti e resistenti
Ossa meno forti: se qualche colpo di tosse e qualche ”raffreddore” di troppo sono avvisaglie chiare che i danni delle sigarette cominciano a farsi sentire sui polmoni è meno frequente che si ricolleghi una frattura al vizio del fumo. «Invece è così e gli studi lo dimostrano. Nei fumatori il rischio di frattura per fragilità aumenta in percentuali notevoli: nelle donne del 13% per le fratture vertebrali e fino al 31% per quelle all’anca. Anche gli interventi chirurgici o i postumi di un qualsiasi incidente comportano tempi di ripresa più lunghi e un maggiore rischio di complicanze» commenta il professor Umberto Tarantino. «Il fumo influisce, infatti, negativamente sulla densità e qualità dell’osso, diminuendone la resistenza. Va anche sottolineato che questo effetto negativo dipende anche da quanto si fuma (è, come si dice, dose-dipendente) e aumenta col progredire dell’età. Una realtà spiacevole che i fumatori tendono a rimuovere, anche quando ne vivono le conseguenze dolorose: fratture più frequenti e che fanno fatica a guarire».
Muscoli “sottotono”
Che la figura del fumatore fosse pochissimo compatibile con quella dello sportivo era evidente ma adesso arrivano nuove conferme. «Non è solo un problema di respiro che si spezza» spiega il professor Tarantino. «Le performance di chi fa sport e fuma, anche se è giovane, risultano scadenti perché sono i muscoli ad essere più deboli: la resistenza e la forza durante l’attività fisica diminuiscono rispetto ai non-fumatori. La perdita di massa magra, e quindi di tono e di efficienza metabolica generale, può arrivare al 40%. Questo perché il sistema muscolo-scheletrico è tutto coinvolto: i tessuti muscolari, poco nutriti dall’ossigeno e dalle altre sostanze fondamentali, si rigenerano peggio e in modo più lento. Un meccanismo perverso che tende a diventare più serio nel tempo».
L’intervista completa al professor Tarantino con i consigli per smettere di fumare è sul numero di Silhouette donna di aprile, in edicola.
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