Covid-19… e se la cura fosse “vecchia”?
Per curare i malati di Coronavirus si stanno utilizzando medicinali già in vendita per altre malattie. Ciò non ne autorizza l'acquisto. Anzi
Non è vero che non ci sono cure. In un mese dall’inizio dell’epidemia, in Italia, si stanno utilizzando vari medicinali. Certo manca “il” medicinale, ma non è detto che debba per forza essere un nuovo principio attivo quello che sconfiggerà del tutto il Covid-19.
Un regalo dal passato
Alcune delle soluzioni migliori arrivano da principi attivi che risalgono a più di 100 anni fa, spesso dimenticati perché riguardavano malattie che a noi occidentali hanno sempre interessato poco.
- La malaria, l’ebola, la febbre emorragica, epidemie che in Africa hanno tassi di mortalità anche dell’80%, ma che finora abbiamo quasi ignorato. Chissà che il Covid-19 non ci insegni anche questa lezione…
L’antimalarico che in Cina ha funzionato
La clorochina è un medicinale usato da decenni per combattere la malaria. Ha un’attività antivirale, forse in virtù del suo effetto sul pH degli endosomi, organelli intracellulari di cui i virus si servono per replicare.
- Si è rivelato efficace contro i Coronavirus, fra cui anche quello responsabile della Sars. In Cina è riuscito a migliorare le condizioni di circa un centinaio di malati.
Non correte a comprarlo
Anche a Milano si sta testando un vecchio antimalarico, a base di idrossiclorochina.
- «Non correte a comprare il Plaquenil e non assumetelo di testa vostra: mentre l’efficacia non è ancora certa, gli effetti collaterali del farmaco sono comunque possibili», raccomanda il professor Roberto Burioni, ordinario di Virologia e Microbiologia, università Vita-Salute San Raffaele.
- Usare questo medicinale di propria iniziativa significa andare incontro a seri disturbi e privarne chi ne ha davvero bisogno: il farmaco al momento viene usato per l’artrite reumatoide grave e per il Lupus eritematoso sistemico.
Come è stata condotta la sperimentazione
Il Covid-19 è stato fatto replicare, aggiungendo l’antimalarico, per esplorare tre situazioni diverse:
- È stato aggiunto il farmaco dopo l’infezione delle cellule con il virus, simulando la situazione in cui si troverebbe un paziente se il farmaco gli fosse somministrato al momento della diagnosi, quando è già infettato.
- Si è provato ad aggiungerlo solo prima dell’infezione delle cellule, simulando l’uso in profilassi, cioè come prevenzione su una persona sana. Si è aggiunto il medicinale sia prima sia dopo l’infezione delle cellule, simulando una somministrazione continuativa del farmaco.
Serve sia prima sia durante?
«I dati che abbiamo ottenuto – precisa Burioni- suggeriscono che una sperimentazione clinica di questo farmaco dovrebbe essere svolta somministrandolo non solo quando il paziente sta già male, ma già prima dell’infezione agli individui che sono a maggior rischio».
Gli altri farmaci già in uso nei nostri ospedali
Favipiravir approvato per l’influenza. È efficace anche contro altri virus, come quelli di Ebola, febbre gialla, chikungunya. È stato impiegato in Cina e Giappone per le forme severe di Covid-19 e in un trial clinico su 70 malati dimostrando buoni risultati contro la nuova epidemia.
Remdesivir sviluppato contro i virus Ebola e Marburg. Ha dimostrato sia in vitro sia su modelli animali di essere attivo contro i Coronavirus responsabili di Mers e Sars, che hanno una struttura simile al nuovo virus. È già stato usato con successo in alcune persone colpite da Covid-19 e ora verrà testato in studi clinici.
Ribavirina usato contro l’epatite C. È stato impiegato con successo in alcuni casi di Covid-19, fra cui il paziente 1 di Codogno. Può essere associato ad altre molecole, come gli inibitori della trascrittasi inversa, utilizzati contro il virus Hiv.
Tocilizumab è approvato in Cina per il Covid-19. È stato sperimentato su diversi malati con forme serie di Covid-19 anche in Italia, generando benefici rapidi in molti casi. L’azienda produttrice si è offerta di fornirlo gratuitamente in questo periodo agli ospedali italiani che lo richiedano.
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