15/01/2018

Gli organi influenzati dalla tiroide

La tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), ormoni prodotti dalla tiroide, svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel funzionamento di organi e apparati.

Regolano il metabolismo degli organi e dei tessuti influenzando la sintesi degli enzimi, la sintesi e la funzione di altri ormoni, nonché l’utilizzo di diverse sostanze, sali minerali e vitamine. Ecco nello specifico quali sono gli organi, i tessuti e le funzioni influenzati dalla tiroide.

Il sistema nervoso centrale

Gli ormoni tiroidei regolano l’attività del sistema nervoso centrale, determinando un incremento dell’attenzione e dell’efficienza delle funzioni intellettive.

Agiscono anche sul sistema nervoso autonomo, che influenza le funzioni degli organi non comandati dalla volontà. Questo complesso sistema presiede i processi vitali dell’organismo, come la contrazione del cuore e delle pareti dei vasi sanguigni, la contrattilità della muscolatura liscia viscerale, il funzionamento dei nervi, la regolazione degli atti respiratori eccetera.

Gli ormoni tiroidei agiscono sul sistema nervoso autonomo modulando la sintesi dei recettori per alcuni neurotrasmettitori, le catecolamine (adrenalina, noradrenalina). Variando il numero dei recettori varia la sensibilità degli organi allo stimolo nervoso.

I muscoli

La funzione tiroidea influenza anche l’attività muscolare, aumentando la velocità di contrazione e di rilassamento dei muscoli.

Ne consegue che nell’ipertiroidismo (attività eccessiva della tiroide) si avrà un aumento dei riflessi osteo-tendinei detto iperiflessia, mentre nell’ipotiroidismo (attività ridotta della tiroide) si avrà, al contrario, una riduzione dei riflessi definita iporiflessia.

Il cuore e la circolazione

Gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo importante nel corretto funzionamento del sistema cardiovascolare. In particolare, hanno un effetto cronotropo e inotropo sul cuore, ovvero regolano la frequenza e la contrattilità cardiaca.

Questo spiega perché condizioni di ipotiroidismo, cioè di ridotta sintesi degli ormoni tiroidei, determinano una diminuzione delle funzioni cardiovascolari con calo della pressione arteriosa (ipotensione) e riduzione della frequenza cardiaca (bradicardia). Per contro, condizioni di ipertiroidismo causano tachicardia ed ipertensione arteriosa.

Il sangue

Gli ormoni tiroidei influenzano l’eritropoiesi, ossia la produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo.

Nell’ipotiroidismo si può pertanto verificare una ridotta sintesi di globuli rossi con conseguente calo della concentrazione di emoglobina nel sangue. Una condizione di anemia caratterizzata soprattutto da pallore cutaneo e stanchezza.

Al contrario, nell’ipertiroidismo, quando il metabolismo basale è molto attivo, viene stimolata la produzione di globuli rossi, come risposta all’aumentata richiesta di ossigeno da parte di organi e tessuti.

L’apparato respiratorio

Gli ormoni tiroidei contribuiscono a mantenere normali le concentrazioni di ossigeno e anidride carbonica nel sangue.

Tramite il sistema nervoso simpatico regolano infatti la risposta dei centri nervosi del respiro, che a loro volta determinano la frequenza e l’ampiezza degli atti respiratori in funzione della richiesta di ossigeno da parte dell’organismo.

Nell’ipertiroidismo si verifica un maggiore consumo di ossigeno e una maggiore produzione di anidride carbonica, che può determinare un aumento della frequenza respiratoria (la cosiddetta iperventilazione), sensazione di mancanza di respiro nei casi più estremi.

Il metabolismo

Gli ormoni tiroidei favoriscono l’aumento del consumo di ossigeno in tutti i tessuti (a esclusione del sistema nervoso centrale, della milza e dei testicoli).

Il metabolismo a riposo è quindi aumentato nell’ipertiroidismo con tendenza al calo di peso e ridotto nell’ipotiroidismo con aumento di peso del soggetto.

Gli ormoni tiroidei hanno anche un ruolo importante nel controllo della termogenesi: caratteristica è l’intolleranza al caldo nell’ipertiroidismo e quella al freddo nell’ipotiroidismo.

Inoltre, influenzano le tappe del metabolismo lipidico (sintesi, mobilizzazione e degradazione dei grassi). L’ipotiroidismo si accompagna a un aumento dei livelli di colesterolo circolante, mentre l’ipertiroidismo si associa a una riduzione di colesterolo e trigliceridi.

Lo scheletro

In età infantile gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo essenziale nei processi di accrescimento, cooperando con l’ormone della crescita (Gh) e il suo mediatore periferico (Igf1) nello sviluppo lineare dello scheletro.

L’ipotiroidismo provoca effetti negativi in relazione all’epoca della sua comparsa.

Nella forma congenita il ritardo di crescita è notevole, si manifesta precocemente ed è caratterizzato da un difetto della maturazione ossea con caratteristica brevità degli arti rispetto al tronco.

Nella forma di ipotiroidismo acquisito durante l’età evolutiva si osserva un rallentamento della velocità di crescita, che rappresenta a volte l’unico sintomo della malattia.

Un’adeguata e precoce terapia sostitutiva consente in entrambi i casi di ottenere una normale statura definitiva del bambino.

In età adulta, gli ormoni tiroidei regolano invece il metabolismo dello scheletro, i processi di sintesi (produzione) e di riassorbimento osseo. Nell’ipertiroidismo si osserva un accelerato turn-over osseo con un aumento nel sangue degli indici di riassorbimento.

Se i processi di riassorbimento osseo prevalgono su quelli di sintesi si avrà un maggior rischio di sviluppare un quadro di osteoporosi.

Il tubo digerente

Gli ormoni tiroidei influiscono sulla motilità della muscolatura liscia gastrica e intestinale.

Un eccesso di queste sostanze in circolo, come accade nell’ipertiroidismo, provoca un aumento della peristalsi intestinale, sino alla comparsa di disturbi diarroici.

Per contro, nell’ipotiroidismo accade il fenomeno contrario, con la ridotta contrattilità della muscolatura intestinale che può essere causa di stitichezza.

A livello epatico gli ormoni tiroidei regolano la trasformazione del carotene in vitamina A, tanto che in condizioni di ridotta funzione della ghiandola il carotene tende ad accumularsi conferendo alla cute una caratteristica colorazione giallastra.

La fertilità

L’attività della tiroide può influenzare la fertilità femminile. Gli ormoni tiroidei interagiscono infatti con l’attività della ghiandola ipofisi, sede di produzione delle gonadotropine Lh ed Fsh, ormoni che regolano a loro volta la funzionalità dell’ovaio.

Squilibri degli ormoni tiroidei possono pertanto provocare assenza di ovulazione, oltre che alterazioni del ciclo mestruale come ipermenorrea (mestruazioni abbondanti) e menorragia (eccessivo sanguinamento).

L’ipotiroidismo può anche determinare un aumento della prolattina (Prl), un ormone prodotto dall’ipofisi, la cui sintesi cresce normalmente in gravidanza per consentire l’allattamento.

L’aumento dei livelli di prolattina che si osserva in caso di ipotiroidismo non trattato costituisce una causa frequente di infertilità nella donna.

Lo sviluppo fetale

Gli ormoni tiroidei influenzano lo sviluppo del sistema nervoso nella vita intrauterina.

Considerando che la tiroide fetale inizia a produrre ormoni dopo la 12a settimana di gestazione, è indispensabile un’adeguata quantità di tali sostanze nell’organismo materno per la corretta formazione del sistema nervoso centrale e scheletrico del feto.

Gli ormoni tiroidei materni regolano lo sviluppo del sistema nervoso centrale soprattutto nel primo trimestre della gravidanza, assicurando la differenziazione dei tessuti e la regolarità del funzionamento delle strutture nervose.

Un deficit di ormoni tiroidei nella vita fetale può compromettere le funzioni intellettive del bambino sino a determinare un quadro di serio ritardo mentale. Oggi tale rischio, grazie al controllo della funzione tiroidea in gravidanza, è diventato fortunatamente raro.