15/01/2018

Cause e sintomi dell’ansia

L’ansia nasce da uno stato d’animo naturale, che poi rischia di evolversi. Ma ansiosi si nasce o si diventa? Quali sono i fattori che la favoriscono? Incide più l’educazione o la predisposizione genetica? Quali sono i sintomi cui fare attenzione? Ecco le cause dell’ansia e le sue manifestazioni più comuni.

Più predisposte le donne

Non si conoscono ancora tutte le cause dei disturbi d’ansia. Sicuramente esiste una sorta di predisposizione personale; il sesso femminile, per esempio, è più vulnerabile di quello maschile.

Anche il carattere gioca un ruolo importante: sono maggiormente a rischio le persone che presentano determinate personalità e stili di pensiero, per esempio quelle che hanno la tendenza a interpretare automaticamente come minaccioso tutto ciò che succede, quelle sensibili, emotive e facili a preoccuparsi.

Non bisogna dimenticare poi la predisposizione genetica, dimostrata anche dal fatto che esiste una certa famigliarità per i disturbi d’ansia. I soggetti che hanno parenti affetti da queste problematiche presentano probabilità più elevate di esserne colpiti a loro volta. In effetti, è abbastanza frequente che una persona che soffre di questo tipo di ansia pronunci frasi come “Mi comporto come mia mamma” oppure “Ho tanto criticato mia nonna e, alla fine, faccio come lei”. 

Colpa anche dell’educazione

I disturbi d’ansia possono essere legati anche al tipo di educazione ricevuta. Una persona che vive in un ambiente e in un contesto fortemente “ansiogeni” può reagire in due modi: o essere critica ma poi finire con l’assimilare questi modelli educativi, al punto da farli suoi, oppure prenderne completamente le distanze. Non è raro, dunque, che il soggetto che cresce con genitori perennemente preoccupati introietti lo stesso modo di affrontare la vita: impara cioè automaticamente a vivere in uno stato di agitazione e di paura e non apprende metodi comportamentali alternativi. Infine, è molto probabile che, come nel caso della depressione, anche nell’ansia si verifichino delle modificazioni a livello psico-neuro-biologico.

Una vulnerabilità allo stress

Indipendentemente dalle cause, comunque, tutte le persone con disturbi di ansia presentano una particolare vulnerabilità allo stress. In situazioni normali, di fronte agli eventi stressanti che inevitabilmente capitano nel corso della vita, ognuno è in grado di individuare in un tempo più o meno rapido le risorse personali di cui ha bisogno e di usarle efficacemente, al fine di affrontare al meglio le circostanze. Gli ansiosi non hanno questa capacità: basta pochissimo per mandarli in crisi e turbare il loro equilibrio.

I fattori scatenanti

Non sempre a scatenare i primi sintomi è un singolo episodio traumatico, come un lutto, una separazione, un incidente. Solo in alcuni casi, infatti, la malattia da silente diventa evidente in seguito a uno specifico evento.

Spesso, è il risultato di una serie di piccoli problemi che possono interferire con la personale capacità di adattamento e rappresentare una forte minaccia.

Di frequente il soggetto inizia a stare male durante la crescita, fra l’adolescenza e l’inizio dell’età adulta, spesso quando è costretta ad assumersi determinate responsabilità e ruoli, ad affrontare una serie di piccoli cambiamenti, a prendere scelte, a dare una direzione alla propria vita. Ecco perché l’esordio tipico avviene dopo i 30 anni.

Sicuramente però le situazioni stressanti dal punto di vista fisico (come malattie, mancanza di sonno, uso di sostanze stupefacenti) e psicologico (come stress lavorativo, problemi finanziari, cambi di ruolo, conflitti interpersonali) possono contribuire alla comparsa del problema.

A rischio anche i ragazzi

L’ansia può riguardare anche i ragazzi. Le ragioni sono diverse. Ovviamente alcune sono personali e profonde. Tuttavia, esistono anche cause più trasversali e generiche. Le principali sono tre.

– Il senso di prestazione e il timore del giudizio. Lo dimostra il fatto che, nella maggior parte dei casi, l’ansia esordisce a scuola.

La seconda causa è rappresentata dai “super-genitori”. Mamme e papà degli adolescenti ansiosi, in genere, offrono una vita interessante e ricca di stimoli ai figli e vogliono vederli felici e realizzati. Il problema è che con l’arrivo dell’adolescenza, i ragazzi si rendono conto che a differenza di quello che mamma e papà hanno fatto credere loro, non è vero che sono perfetti e in grado di diventare ciò che vogliono. Così entrano in crisi e provano frustrazione.

La terza causa dell’ansia adolescenziale è la “maleducazione sentimentale”, ossia il non essere stati abituati ad accettare che nella propria vita ci possano anche essere situazioni di disagio. La società di oggi impone degli standard di benessere molto elevati, per cui non si accetta il malessere.

I sintomi fisici

In tutti i casi, i disturbi di ansia causano spesso due ordini di manifestazioni: fisiche e cognitive.

A livello fisico, l’ansia causa la comparsa di tutta una serie di sintomi, collegati proprio allo stato di attivazione continua in cui vive la persona ansiosa e alla sua incapacità di rilassarsi completamente.

I più comuni sono tachicardia, ossia battito cardiaco accelerato; sensazione di mancanza d’aria; dolori viscerali, come mal di pancia; acidità di stomaco; difficoltà di digestione e gastrite; aumento della sudorazione; ipertensione; sensazione di soffocamento e di vertigine; affaticabilità.

Anche il sonno subisce delle alterazioni: tipicamente la persona ansiosa fa fatica ad addormentarsi perché l’eccessiva preoccupazione le impedisce di rilassarsi.

Le conseguenze si vedono anche sul piano motorio. L’ansia perenne, infatti, comporta uno stato di affaticamento muscolare, che può dare origine anche a problematiche specifiche, come la cefalea tensiva, il mal di schiena, la cervicalgia. In genere, questi dolori sono sempre presenti, ma tendono ad accentuarsi verso sera: dopo un’intera giornata in tensione, infatti, i muscoli facilmente sono contratti e fanno male.

I sintomi psicologici

Dal punto di vista cognitivo-psicologico, l’ansia si manifesta con uno stato di apprensione e preoccupazione esasperato ed esagerato nei confronti di vari aspetti della vita. Alcune persone, per esempio, provano un timore continuo per la propria salute o per quella dei propri cari, altre per la propria condizione economico-finanziaria, e così via.

Una preoccupazione classica è quella legata all’organizzazione del tempo libero: per gli ansiosi, weekend, ferie, serate non rappresentano qualcosa di bello, ma una fonte di stress. Infatti, implicano un senso di angoscia per tutte le cose che devono controllare per non incappare in imprevisti, una riflessione sulle problematiche che potrebbero succedere mentre sono via, un punto di domanda sulla salute dei famigliari.

In pratica, tutto quello che per un soggetto in equilibrio è facilmente gestibile, per una persona ansiosa diventa un ostacolo quasi insormontabile, che genera angoscia e timori.

Cambia l’atteggiamento verso la vita

L’ansia, oltre ad avere conseguenze fisiche e psicologiche nel breve termine, agisce anche a un livello più profondo, arrivando a modificare completamente l’atteggiamento nei confronti della vita.

Chi ne soffre non riesce a condurre un’esistenza normale e libera: arriva a rimandare molti compiti, a causa del timore del risultato; a scegliere, spesso inconsciamente, senza nemmeno rendersene conto, uno stile di vita routinario, con abitudini ben codificate e che si ripetono uguali nel tempo; a cercare continue rassicurazioni, per esempio andando dal medico dopo aver notato un sintomo o una sensazione fisica anche banali; a evitare tutte le situazioni o luoghi che considera “ansiogeni”, in cui valuta che sia difficile trovare una “via di fuga”.

Si tratta di una sorta di meccanismo di difesa ai propri timori: escludendo la novità, l’imprevisto, l’insolito a favore del conosciuto e del famigliare, infatti, si cerca di tenere a bada gli eventi, diminuendo il senso di minaccia.

In realtà, si tratta solo di una calma apparente: molti episodi della vita sono imprevedibili e fuori dal controllo diretto delle persone. Non ammettere e accettare questa inevitabilità delle cose rende tutto più difficile: quando si verifica l’imprevisto, infatti, il senso di disorientamento e di agitazione sono maggiori.

Questo atteggiamento complica anche i rapporti personali: chi, infatti, ha la voglia e la pazienza di relazionarsi con un soggetto che teme tutto, non vuole correre alcun rischio, rinuncia a fare qualsiasi attività insolita?

Infine, non bisogna dimenticare che condurre una vita piena di abitudini ricorrenti forse mette al riparo da qualche dolore, ma sicuramente impedisce di assaporare fino in fondo anche le emozioni positive.