La vitiligine
Cosa è la vitiligine: lo screening, le cause e i sintomi, le possibili cure e la prevenzione
La vitiligine non è una malattia conseguente all’esposizione ai raggi solari, ma durante la stagione estiva può rendersi più evidente perché l’abbronzatura sottolinea le macchie chiare sull’epidermide tipiche della problematica.
Come si manifesta
Macchie bianche, carenti di pigmento (colorazione della pelle), su una o più zone del corpo, spesso disposte simmetricamente, dalla forma ovale o tondeggiante, con contorni che a volte assumono un colore molto più scuro anche di quello naturale della pelle: ecco i segni distintivi della vitiligine.
Si tratta di una malattia che non ha una correlazione diretta con il sole. Tuttavia, si manifesta con maggiore intensità durante e dopo la bella stagione.
I raggi solari, infatti, la evidenziano: mentre durante l’inverno le macchie tendono a confondersi con il resto della pelle, solitamente chiara, d’estate c’è un forte contrasto tra la cute abbronzata e le zone colpite dalla vitiligine, che rimangono bianche.
Manca la melanina
La vitiligine è una malattia caratterizzata, in alcuni punti della pelle, da una scarsa o mancata produzione della melanina da parte di cellule, chiamate melanociti, che nei soggetti con vitiligine non sono più in grado di elaborarla.
La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 20 e i 40 anni. Tuttavia, da qualche anno si sta assistendo a una diffusione significativa della vitiligine anche fra i bambini.
Fatta eccezione per le macchie, la vitiligine è “silenziosa”: non provoca dolore né prurito ed è del tutto benigna. Non è nemmeno contagiosa.
Può interessare qualsiasi area del corpo. Tuttavia, riguarda prevalentemente le zone del corpo intorno ad aperture (bocca, occhi, ano, genitali), l’area periungueale (attorno alle unghie) e, più in generale viso, collo, mani, avambracci e inguine.
Dipende da un difetto genetico
Le cause della vitiligine sono tutt’oggi sconosciute, anche se si ipotizza che fattori autoimmuni e predisposizione genetica influiscano sulla sua comparsa.
Del resto, più del 30% delle persone interessate dalla vitiligine ha un genitore o un fratello o un figlio colpito dalla stessa forma.
Probabilmente all’origine c’è un difetto genetico che coinvolge il sistema immunitario, l’apparato di difesa dell’organismo. In pratica, sembra che nei soggetti con vitiligine le cellule di difesa, per motivi ancora poco chiari, attacchino i melanociti. Il risultato è che essi scompaiono e si forma una zona priva di pigmento melaninico.
Ci sono poi fattori esterni più o meno conosciuti che influiscono sull’andamento della vitiligine. I principali sono: traumi fisici, ustioni, malattie virali, alcuni farmaci, come anticoagulanti e antidepressivi, malattie della tiroide.
Anche lo stress psicofisico ha un ruolo importante ormai accertato. La tensione nervosa favorisce la produzione di sostanze tossiche, chiamate catecolamine, che sarebbero in grado di danneggiare il funzionamento dei melanociti e quindi di causare le macchie bianche.
Le cure
Sebbene sia una malattia innocua e senza conseguenze per la salute, occorre considerare che la vitiligine può avere riflessi negativi dal punto di vista psicologico. A causa degli inestetismi che comporta, infatti, può scatenare molti disagi in chi ne soffre.
Anche per questo (oltre che per la tendenza a peggiorare negli anni) è fondamentale non trascurare i primi segnali, ma rivolgersi a uno specialista dermatologo per stabilire i trattamenti più indicati per il caso specifico.
Oggi la terapia d’elezione è la fototerapia a raggi Uvb a banda stretta (narrow band), un trattamento che si avvale dell’utilizzo di lampade che emettono raggi ultravioletti alla frequenza e lunghezza desiderata (311 nanometri, curativa della vitiligine). In pratica, bisogna esporre ai raggi Uvb le sedi da trattare, per pochissimo tempo, da pochi secondi a pochi minuti in relazione al fototipo (carnagione chiara o scura).
In genere, si effettuano due o tre sedute alla settimana. Il periodo di cura varia da caso a caso. Solitamente è di circa tre mesi, ai quali seguono alcune sedute di mantenimento.
I risultati sono variabili. Generalmente le lesioni del viso, specie le palpebre, rispondono in modo eccellente, mentre la zona delle gambe può essere più resistente.
Se compaiono piccoli puntini scuri sulla macchia bianca non bisogna preoccuparsi: è un segno di riposta positiva alla terapia.
Questa cura deve essere praticata e gestita dallo specialista dermatologo. Le lampade a ultravioletti fai da te e i lettini Uv dei centri estetici non hanno nulla a che fare con la fototerapia.
In alcuni casi è utile associare alla fototerapia l’applicazione locale di creme a base di tracolimus o pimecrolimus, immunomodulatori che tendono a ridurre la risposta immunitaria nelle aree cutanee dove si localizza la vitiligine.
Il medico può prescrivere anche farmaci che stimolano la produzione di melanina, come corticosteroidi o cortisonici topici, da usare a cicli di alcuni mesi. I corticosteroidi topici si possono associare alla vitamina H1 (acido paraminobenzoico) e al betacarotene, che potenziano i risultati.
Le alternative
Talvolta, il medico può suggerire un trattamento con il laser a eccimeri, un laser che emette un raggio ultraconcentrato di luce ultravioletta, diretta unicamente sulle chiazze di vitiligine, senza interessare i bordi. Il laser a eccimeri stimola la produzione di melanina senza effetti collaterali.
Nei casi più seri si può optare per il trapianto di pelle sana: consiste nell’asportazione delle chiazze chiare e nel trapianto, in queste stesse zone, di pelle normalmente pigmentata e prelevata da altre parti sane del corpo. Il trapianto non è sempre efficace: il pigmento della pelle sana tende a scomparire col tempo. Inoltre, può anche dare origine a cicatrici.
Consigli di prevenzione
– Le persone affette da vitiligine devono evitare qualsiasi tipo di trauma fisico (grattamento, graffi, bruciature, eccetera). Infatti, le chiazze compaiono sovente su ferite rimarginate di recente. Questo fenomeno è conosciuto come isomorfismo reattivo di Koebner.
– È bene, quindi, evitare manicure, piercing, tatuaggi, cerette a caldo e ogni tipo di ferite sulla pelle.
– Se possibile, ridurre le situazioni stressanti e concedersi delle pause di relax il più frequentemente possibile.