23/10/2017

Malattia delle spalle

L’articolazione della spalla

La spalla è una struttura anatomica costituita da tre ossa:

  • l’omero, ossia l’osso del braccio;
  • la scapola, l’osso piatto e di forma triangolare, situato postero-lateralmente alla gabbia toracica, che collega il tronco al braccio;
  • la clavicola, l’osso pari a forma di S allungata, situato antero-superiormente al torace, che collega lo sterno alla scapola.

Queste ossa formano tre articolazioni: gleno-omerale, che unisce omero e scapola, acromion-claveare, che collega scapola e clavicola, e scapolo-toracica, che consente il movimento della scapola sul torace.

Il fatto di essere formata da tre articolazioni rende la spalla la parte più mobile dell’organismo, in grado di compiere tanti movimenti diversi. Ma anche una delle più instabili.

Spalla congelata

La spalla congelata è uno dei disturbi più comuni che interessano la zona, ma spesso è sottovalutata perché all’inizio ha sintomi controllabili. Non si tratta però di un problema da trascurare, perché se evolve è più difficile da curare.

Le cause

Chiamata anche capsulite adesiva, la spalla congelata è determinata dal progressivo e graduale restringimento delle strutture capsulari, formate da tessuto elastico.

Alla base della patologia c’è spesso un’infiammazione che si ritiene essere la causa del restringimento della capsula articolare, il manicotto che aiuta a mantenere unite le ossa e ne permette il movimento.

Può dipendere da moltissime cause diverse, come un uso scorretto e prolungato della spalla, una cattiva postura o un trauma.

Colpisce soprattutto le donne sopra i 40 anni ed è più comune in chi soffre di diabete (la malattia più spesso associata poiché facilita la fibrosi), disfunzioni tiroidee, artrite, e in chi ha subito un intervento al seno. Esiste anche una caspulite adesiva postchirurgica. 

I sintomi

Si manifesta con una rigidità a carico della spalla e una limitazione dei movimenti dell’articolazione. Si può avvertire anche dolore intenso al braccio, che peggiora di notte.

In una prima fase, che dura mediamente dai due ai nove mesi, il dolore è molto forte, ma non blocca il movimento. Diventa più difficile e doloroso compiere molti gesti quotidiani come vestirsi o lavarsi.

Nella seconda fase, che si prolunga dai quattro ai nove mesi, il dolore diminuisce leggermente, ma è più difficile muovere la spalla.

Segue, la fase di “scongelamento”, che può durare due anni, in cui le possibilità di movimento dell’articolazione si ampliano progressivamente, fino al recupero, che può essere totale o solo parziale.

Le cure

Purtroppo spesso la malattia viene trascurata. A causa della rigidità e del dolore si utilizza l’arto sempre meno, ci si muove male e si usano male i muscoli del collo e quelli della parete toracica.

Così, col tempo, la zona perde elasticità e il dolore sale, innescando un circolo vizioso che si chiude con il “congelamento” della spalla.

Se il problema è comparso da poco, il trattamento più indicato è la fisioterapia. In genere, la chinesiterapia assistita, accompagnata o meno da Tens, ultrasuoni e laserterapia, cala il dolore e migliora la funzionalità. Il tempo di recupero è di almeno sei-otto mesi.

In taluni casi sono utili metodiche alternative (come osteopatia, chiropratica e agopuntura), mentre per tenere sotto controllo il dolore si può ricorrere a farmaci antinfiammatori e cortisone (sotto forma di iniezioni intra-articolari di corticosteroidi).

Se queste cure non funzionano può servire un intervento in artroscopia per togliere il tessuto fibroso. C’è però il rischio di recidive.

Lesione della cuffia dei rotatori

La cuffia dei rotatori è un complesso muscolo-tendineo costituito dall’insieme di quattro muscoli e dai rispettivi tendini, che aiuta a muovere e stabilizzare l’articolazione della spalla. 

Le cause

È una zona particolarmente soggetta a lesioni, dovute sia a traumi acuti (come botte o cadute) sia a un logoramento per uso continuato nel tempo della parte. Le malattie a carico di questa parte sono varie: si va da una perdita di elasticità con microcalcificazioni a una vera e propria rottura. 

I sintomi

In ogni caso, il sintomo caratteristico è il dolore, spesso irradiato al braccio, che aumenta di notte e con lo sforzo. Può comparire poi una limitazione funzionale.

Le cure

I trattamenti variano in base al tipo di lesione e alla sua entità.

Nelle situazioni meno serie, in genere, si opta per un trattamento conservativo, che può comprendere riposo, fisioterapia e uso di farmaci antinfiammatori e antidolorifici.

Nei casi più complessi si può optare per l’intervento chirurgico, quasi sempre in artroscopia.

Spalla instabile

La spalla è detta instabile quando esce dalla sua normale posizione. 

Le cause

All’origine di questa problematica c’è quasi sempre una lassità, cioè un’incapacità di mantenere la spalla in sede per alterazione dello sviluppo osseo e/o dei tessuti periarticolari. Anche traumi acuti o microtraumi ripetuti possono causare instabilità.

La spalla instabile spesso va incontro a lussazione, ossia una totale fuoriuscita della testa omerale (l’omero è l’osso del braccio) dal suo alloggiamento normale, o a una sublussazione, che è la parziale fuoriuscita della testa omerale.

I sintomi

In ogni caso la spalla instabile causa un forte dolore.

Le cure

In genere, dopo il primo episodio si interviene rimettendo manualmente la spalla in sede e applicando un bendaggio per circa un mese. Poi si inizia una ginnastica riabilitativa per mobilizzare e rinforzare i muscoli della zona.

Se l’instabilità persiste e si ripresentano lussazioni spesso si opta per la risoluzione chirurgica.