25/10/2017

L’ipotermia

L’ipotermia è un abbassamento progressivo della temperatura corporea sotto i 35 gradi, con conseguente danneggiamento progressivo delle funzioni vitali. Si verifica più frequentemente in montagna, nei climi freddi (ipotermia in aria) o nelle immersioni subacquee (ipotermia da immersione), ma può manifestarsi anche a seguito di traumi gravi.

Le cause

L’ipotermia può essere scatenata da: periodi di inattività o immobilità in ambiente freddo; contatto prolungato con acqua fredda (a parità di temperatura, in acqua il corpo umano perde calore con una velocità 25 volte maggiore rispetto all’aria); seppellimento sotto la neve in seguito a slavina; traumi cranici; malattie neurologiche, cardiache, epatiche e renali (si tratta di malattie che alterano i meccanismi di termoregolazione corporea); intossicazione da farmaci; assunzione di alcol.

Fra i fattori ambientali giocano un ruolo importante la temperatura esterna, la durata dell’esposizione al freddo, la velocità con cui la temperatura esterna si riduce.

Bisogna considerare che il vento e l’umidità favoriscono in modo significativo la perdita di calore corporeo, al punto che possono verificarsi episodi di assideramento e di congelamento anche con temperature superiori a zero gradi.

I sintomi: tre livelli di serietà

Si distinguono tre gradi di ipotermia: lieve, moderata e severa. Per evitare che la situazione diventi molto seria, è necessario intervenire il prima possibile, riconoscendone precocemente i segnali.

Ipotermia lieve (36 – 34° C)

– I grado: la temperatura corporea è compresa fra i 37º e i 36ºC. Si tratta di una situazione pressoché normale, al massimo possono comparire lievi tremori.

– II grado: la temperatura corporea è compresa fra i 36º e i 34ºC. La persona avverte una sensazione di freddo, pelle d’oca, perdita di sensibilità nelle mani. Inoltre, è incapace di compiere azioni complesse con le mani ed è soggetta a tremori involontari leggeri o intensi.

Ipotermia moderata (34 – 30° C)

– I grado: la temperatura corporea è compresa fra i 34º e i 32ºC. La persona è soggetta a tremori intensi, leggera confusione mentale. Inoltre, ha movimenti lenti e faticosi, difficoltà a camminare.

Se riesce a camminare dritta per una decina di metri è un buon segno.

– II grado: la temperatura corporea è compresa fra i 32º e i 30ºC. Persistono tremori violenti, difficoltà a parlare e pensare. Compaiono un inizio di amnesia, imprecisione dei movimenti muscolari, incapacità di usare le mani, mancanza di equilibrio, segni di depressione.

Ipotermia severa (inferiore a 30°C)

L’ipotermia severa (30 – 24°C)

– I grado: la temperatura corporea è compresa fra i 30º e i 29ºC. I tremori si fermano, la cute esposta diventa blu e gonfia, il coordinamento muscolare è molto povero, subentra l’incapacità di camminare e il comportamento è incoerente e irrazionale. La persona può però essere in grado di mantenere la posizione e apparire completamente cosciente.

– II grado: la temperatura corporea è compresa fra i 29º e i 27ºC. Compaiono rigidità muscolare, semicoscienza, stupore, perdita di percezione degli altri, riduzione del polso e della respirazione, possibili disturbi del ritmo cardiaco (tachicardia ventricolare).

– III grado: la temperatura corporea è fra i 27º e i 25.5ºC. Subentrano incoscienza, battito e respirazione irregolari, il polso non è rilevabile.

– IV grado: la temperatura corporea è fra i 25.5º e i 24ºC. Si manifestano edema polmonare (liquidi nei polmoni), arresto cardiaco e respiratorio, morte (la persona può pero rischiare la vita anche a temperature superiori).

Le cure

È bene chiamare i soccorsi. Se la persona soffre di ipotermia seria è assolutamente necessario portarla all’ospedale più vicino o chiamare un’ambulanza. In caso di ipotermia lieve o moderata, in attesa dei soccorsi, si possono prendere i seguenti accorgimenti (può essere la persona stessa a compierli o qualcun altro):

– se la persona è bagnata, spogliarla (gli indumenti bagnati disperdono calore venticinque volte più in fretta). Se non si hanno vestiti di ricambio, l’individuo deve spogliarsi e avvolgersi in coperte o sacchi a pelo o stare a contatto con un’altra persona;

– riscaldare la persona in modo lento e progressivo avvolgendola in coperte o in fogli di alluminio, che riescono a trattenere il calore. È importante non procedere a un riscaldamento rapido con acqua calda, borse di acqua calda eccetera, per evitare lo “shock da riscaldamento” (after drop). Si corre il rischio cioè che il sangue periferico, più freddo e immobilizzato negli arti, si mescoli con quello centrale più caldo, causando un brusco abbassamento della temperatura del cuore con conseguente arresto cardiaco;

– se la persona è cosciente farle bere liquidi caldi, darle dello zucchero e dei cibi ricchi di proteine e carboidrati.

Consigli di prevenzione

Per evitare pericoli, quando si esce in inverno, è bene:

– passare il minore tempo possibile all’aperto se fa freddo, se il tempo è umido e se c’è vento, soprattutto se si appartiene a una categoria a rischio;

– indossare un abbigliamento adeguato: impermeabile, resistente, caldo e isolante;senza dimenticare guanti, sciarpa e cappello;

– vestirsi a strati, con abiti comodi e caldi. L’aria contenuta tra i diversi strati fa da isolante contro il freddo;

– se si hanno in programma delle gite portare con sé degli abiti asciutti di ricambio, degli asciugamani e delle coperte;

 in caso di escursioni, non dimenticarsi una buona scorta di bevande calde ben zuccherate (tè o cioccolato) e di sostanze a elevato contenuto calorico e zuccherino (miele, cioccolato, eccetera). Sono particolarmente indicati alcuni prodotti farmaceutici, definiti integratori calorici, che contengono alcuni elementi naturali (miele, pappa reale, ginseng, eccetera) in grado di aumentare la resistenza e l’adattamento dell’organismo alle situazioni di stress fisico.