16/10/2017

Lo stile di vita corretto

Molti lo sottovalutano, invece lo stile di vita ha una forte influenza sulla salute del cuore e il funzionamento dell’intero apparato cardiocircolatorio. Fattori come stress, alimentazione, fumo, attività fisica svolgono un ruolo di primo piano da questo punto di vista. Ecco perché.

Lo stress

Lo stress è uno dei nemici principali del sistema cardiocircolatorio. Quando diventa eccessivo, infatti, interferisce con il funzionamento del sistema nervoso vegetativo, che collega il sistema nervoso centrale agli organi periferici e presiede alle funzioni vitali.

Esso è formato da due parti, il sistema parasimpatico e il sistema simpatico, che possono essere considerate nel loro insieme come il sistema freno/acceleratore di un’automobile.

Il sistema parasimpatico presiede a situazioni di quiete, riposo, digestione, accumulo di energie, mentre il sistema simpatico si manifesta in situazioni di emergenza (come paura, attacco, fuga), di eccitazione o di attività fisica.

In situazioni di stress prevale l’azione del sistema simpatico, cioè l’acceleratore, che provoca aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, del consumo di ossigeno e dell’eccitabilità cardiaca con possibile induzione di extrasistoli, cioè di battiti cardiaci anticipati. Si tratta di fenomeni che, a lungo andare, possono danneggiare il cuore.

Non solo, occorre sapere che lo stress può favorire la comparsa di fattori di rischio per le malattie cardiache, come l’obesità e l’ipertensione. Ecco perché è fondamentale cercare di non avere ritmi di vita troppo frenetici e concedersi delle pause di rilassamento e piacere.

L’alimentazione

Ormai non ci sono più dubbi: l’alimentazione ha un’enorme influenza sulle condizioni di salute dell’organismo. Ciò che si mangia può contribuire a tenere lontane le malattie o, al contrario, a favorirne lo sviluppo. Questo vale anche per le malattie cardiovascolari.

In linea generale, i cibi troppo grassi, i fritti, gli intingoli, gli insaccati, i prodotti salati sono nocivi perché favoriscono la comparsa di una serie di problematiche che hanno un legame diretto con la salute del cuore, come ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, sindrome metabolica, arteriosclerosi, obesità.

Non solo: impegnano l’apparato digestivo per lungo tempo, costringendo il cuore a un superlavoro. La digestione, infatti, richiama un grande quantitativo di sangue allo stomaco. Se è laboriosa, dunque, il miocardio deve pomparne una maggiore quantità.

La cosa migliore è seguire una dieta bilanciata, sia dal punto di vista calorico sia da quello nutrizionale, privilegiando alimenti di origine vegetale e abbastanza leggeri, come frutta, verdura, legumi, cereali integrali.

L’eccesso di attività fisica

L’attività fisica protegge tutto l’apparato cardiovascolare, sia centrale sia periferico. Ma solo se non è eccessiva. Altrimenti, da amica si trasforma in nemica.

Occorre considerare, infatti, che durante lo sforzo, soprattutto di tipo aerobico (che coinvolge i muscoli con un preponderante consumo di ossigeno e bruciando, come fonte di energia, i grassi), il cuore deve lavorare di più, per soddisfare l’aumentato fabbisogno di ossigeno che hanno i muscoli coinvolti nel movimento.

Se la persona non è allenata e/o se lo sport viene praticato in maniera troppo intensa e prolungata, il cuore può affaticarsi e possono subentrare conseguenze analoghe a quelle descritte per lo stress.

Del resto, è bene ricordare che, ai fini della prevenzione cardiovascolare, sono sufficienti 20-30 minuti al giorno di cammino di buon passo.

La sedentarietà

Se l’attività fisica esagerata non è benefica, nemmeno la sedentarietà è un’alleata della salute del cuore. Infatti, determina una minore tolleranza allo sforzo per la mancanza di allenamento. Il muscolo cardiaco delle persone che fanno poco movimento è come “atrofizzato”: al minimo impegno si affatica e aumenta rapidamente la frequenza, consumando più ossigeno.

Inoltre, comporta una prevalenza del tono del sistema simpatico su quello vagale, e ciò si traduce in un aumento del lavoro cardiaco anche in risposta a stimoli emotivi.

Senza dimenticare che favorisce l’obesità e peggiora l’assetto lipidico, ossia la quantità e l’equilibrio fra i diversi tipi di grassi dell’organismo, due elementi che possono contribuire alla comparsa di malattie cardiovascolari.

Infine, la sedentarietà rende il cuore più vulnerabile ad alcune malattie cardiache, in particolare quelle dovute a ostruzioni delle coronarie.

L’ansia e la depressione

La depressione e l’ansia sono due condizioni dannose per il cuore.

Infatti, sono caratterizzate dall’eccessiva produzione di adrenalina e noradrenalina, due ormoni che attivano la risposta dell’organismo a situazioni di pericolo, dolore, stress aumentando la pressione e i battiti del cuore, rendendo il sangue più viscoso e facilitando la deposizione di colesterolo nelle arterie: tutti elementi di rischio per il sistema cardiovascolare.

Il fumo

Tutti sanno che il fumo danneggia i polmoni, ma pochi sono a conoscenza del fatto che può mettere a rischio anche il sistema cardiocircolatorio. Le ragioni sono diverse.

Innanzitutto, le sostanze contenute nelle sigarette innalzano la pressione sanguigna e fanno battere più velocemente il cuore, che quindi è costretto a lavorare di più.

Basti pensare che quando si fuma una sigaretta e perlomeno per i successivi 15 minuti, a causa dell’azione della nicotina, i valori pressori aumentano. È vero che si tratta di un effetto transitorio, ma nel fumatore cronico lo stimolo continuo può provocare un’ipertensione persistente.

Inoltre, il fumo danneggia l’endotelio, lo strato cellulare che riveste l’interno dei vasi sanguigni, e logora i vasi stessi, anche quelli che trasportano il sangue dal e al cuore. Così, finisce con il favorire anche l’accumulo di grasso nelle arterie, soprattutto nelle coronarie.