11/09/2020

La tonsillite

Il principale disturbo a carico delle tonsille, sia nell’adulto sia nel bambino, è rappresentato da un’infiammazione di origine virale o batterica, che può essere anche dolorosa.

Che cosa è

Per tonsillite si intende l’infiammazione delle tonsille palatine, particolari strutture linfatiche simmetriche situate posteriormente al palato molle, nelle cosiddette “logge tonsillari” (ai lati dell’ugola).
Le tonsille palatine, insieme alle tonsille faringee e alle tonsille linguali, formano il cosiddetto “anello linfatico della testa” (anello di Waldeyer): un importante organo di difesa delle vie aeree e digestive superiori, che nei bambini ha il compito di captare gli agenti patogeni presenti nell’aria e nei cibi e di stimolare l’attivazione di meccanismi di difesa immunitaria dell’organismo.

Le tonsille sono attive perlopiù durante i primi anni di vita, poi perdono progressivamente la loro funzione e regrediscono spontaneamente.
Questa malattia è molto comune durante i primi anni di vita, quando le difese non sono ancora del tutto formate.
Ecco perché se un bambino si ammala di tonsillite i genitori non devono allarmarsi troppo. Addirittura uno stesso soggetto può ammalarsi più volte in un anno.

La tonsillite può avere due forme: acuta oppure cronica, se tende a ripresentarsi più volte.

Le cause

La tonsillite può essere di origine batterica, cioè scatenata da batteri, oppure virale, provocata cioè da virus. 
La forma virale, in genere, è quella che determina sintomi meno intensi. È causata da virus provenienti sempre dall’ambiente esterno, come gli Adenovirus. 

La tonsillite batterica è la forma più fastidiosa. I batteri responsabili non sempre arrivano dall’esterno. Infatti, una minima quantità è già presente a livello della gola, dove stimola le reazioni di difesa.

L’infiammazione nasce quando i batteri diventano più aggressivi perché le difese sono più basse o perché c’è stato un attacco batterico dall’esterno. Così la tonsilla, anziché svolgere un’azione di difesa, reagisce infiammandosi.

I sintomi

La tonsillite virale si manifesta con mal di gola, soprattutto quando si cerca di deglutire, febbre non particolarmente elevata e arrossamento a carico delle tonsille e dell’orofaringe. Può essere facilmente confusa con un’influenza.

La forma batterica, invece, si manifesta quasi sempre con febbre alta, aumento di volume dei linfonodi del collo, accumulo di pus a livello delle tonsille, intenso mal di gola, che aumenta con la deglutizione (anche della semplice saliva) e rende molto difficile mangiare.

Di solito, le tonsilliti più soggette a complicanze sono proprio quelle di origine batterica perché comportano un abbassamento più marcato delle difese. Per esempio, le tonsilliti da Streptococco possono degenerare in sinusiti, otiti con possibile evoluzione in mastoidite (infiammazione di tutto l’osso del volto), ascessi, flemmoni (dispersione di pus o essudato purulento non circoscritta).

Le cure

Una parte della cura prevede sempre riposo e consumo di cibi liquidi e bevande fresche.

Se necessario, il medico può suggerire l’assunzione di medicinali sintomatici, contro la febbre (antipiretici) o il dolore (per esempio, le pastiglie contro il mal di gola da succhiare).

La forma batterica richiede anche una terapia antibiotica sistemica, con farmaci che possano sconfiggere l’agente patogeno responsabile. La cura va sempre prescritta dal medico o dallo specialista.

Se la tonsillite viene trascurata o non curata in modo adeguato, all’interno del cavo orale e dell’orofaringe possono permanere focolai infettivi che si possono diffondere anche agli altri organi del corpo.
In particolare, la tonsillite provocata da Streptococco può essere seguita da febbre reumatica o complicarsi con l’infiammazione dei reni (glomerulonefrite post-streptococcica): per questo è importante sottoporre il bambino a una visita medica non appena si nota una infiammazione tonsillare.

Oggi si ritiene che sia meglio non togliere le tonsille, se non in situazioni particolari. In genere, si procede all’asportazione solo se gli episodi di infezione sono molto frequenti, se si verificano apnee ostruttive durante il sonno o se la malattia causa complicanze, come ascessi peri-tonsillari, retrofaringei o parafaringei.
Si interviene anche quando è in atto un’infezione causata da una particolare tipo di agente patogeno (Streptococco beta-emolitico del gruppo A) che non si riesce a debellare con la normale terapia antibiotica.

Da non confondere con l’ipertrofia tonsillare

La tonsillite non va confusa con l’ipertrofia tonsillare. Per ipertrofia tonsillare si intende un esagerato aumento di volume delle tonsille palatine, che possono persino giungere a contatto l’una con l’altra (“kissing tonsils”). Solitamente è più frequente nei bambini piccoli, senza però determinare alcun disturbo.

Ipertrofia tonsillare non è sinonimo di tonsillite cronica: avere le tonsille grosse non significa che queste siano malate. Si parla di malattia quindi, solo quando l’aumento di volume si accompagna a uno o più di questi disturbi:

– tonsilliti recidivanti,

– infezioni tonsillari da Streptococco beta emolitico di gruppo A,

– apnea durante il sonno: l’ipertrofia tonsillare può causare un’ostruzione respiratoria a livello della gola, che può determinare transitorie e ripetute interruzioni della respirazione (apnee).