24/09/2020

L’asma bronchiale

L’asma è una malattia diffusa: si stima che in Italia interessi circa il 4,5% delle persone (più di due milioni e mezzo) e che nel mondo colpisca circa 300 milioni di persone. Un tempo venivano nettamente distinti due tipi di asma: il primo allergico, l’altro, detto “intrinseco”, privo della componente allergica. La tendenza attuale è invece quella di considerare l’asma come un disturbo “unico”,  di cui sono responsabili diversi fattori.

ALLERGICO E INTRINSECO

La differenza tra asma allergico e asma intrinseco non è nei sintomi, che sono identici, ma nel fatto che se l’asma è allergico si riscontrano nel sangue le Immunoglobuline E, note come IgE, che sono gli anticorpi che l’organismo produce quando si innesca una reazione appunto di tipo allergico.
Nella forma intrinseca, invece, le IgE sono assenti e tutte le manifestazioni tipiche dell’asma sono dovute a un’iperreattività dei bronchi costituzionale (cioè che dipende da un modo di funzionare dei bronchi anomalo per “natura”).

Merita di essere sottolineato che l’asma, a differenza di altre malattie delle vie aeree, come la bronchite cronica, non tende a peggiorare, ma rimane stabile, con periodi in cui gli attacchi ricompaiono con frequenza e altri in cui non si verificano.
Si stima che nel 20% dei casi l’asma comparso in età adulta si risolva spontaneamente in modo completo con il passare del tempo e che nel 40% dei casi migliori, dando luogo ad attacchi sempre meno frequenti.

I SINTOMI

Secondo le linee guida della Global Initiative for Asthma , che raccolgono le indicazioni sul disturbo considerate valide a livello internazionale,  l’asma è una malattia eterogena (cioè molto variegata) caratterizzata sia da un insieme di sintomi variabili nel tempo per intensità e frequenza, sia da limitazione del flusso respiratorio (ingresso dell’aria nei polmoni) sia da un’infiammazione cronica delle vie aeree, con ispessimento della mucosa che riveste i bronchi associata a iperproduzione di muco.
Le manifestazioni tipiche dell’asma sono: respiro sibilante, mancanza e difficoltà di respiro (dispnea), senso di oppressione toracica, tosse. Di solito, alla fine dell’attacco, con la tosse viene prodotto un muco denso e vischioso.

All’asma allergico si associano spesso raffreddore e lacrimazione degli occhi e questo è un dato importante per orientare la diagnosi.  
Nella stragrande maggioranza dei casi, quando c’è l’asma vi è anche una condizione di persistente infiammazione dei bronchi.

L’ipotesi che l’asma sia sempre associata a un’infiammazione protratta dei bronchi è suffragata dal fatto che, anche al di fuori degli episodi in cui si manifestano i sintomi, i bronchi degli asmatici possono apparire infiammati, contenenti muco e con la mucosa di rivestimento gonfia. Il fumo di sigaretta, con il suo effetto irritante/infiammante, peggiora sensibilmente la condizione delle persone asmatiche.

LE CAUSE

Alla base dell’asma c’è un’ iperreattività dei bronchi che li induce a restringersi, in risposta a vari stimoli, sia di tipo allergico sia non allergico, limitando il passaggio dell’aria. Quando il restringimento diventa significativo si scatena la crisi asmatica, detta anche attacco asmatico.
Questa iperreattività è spesso “costituzionale”, cioè è una caratteristica naturale della persona ed è influenzata dalla genetica, tant’è che spesso l’asma si riscontra in più membri della stessa famiglia. La ragione prima dell’anomala risposta dei bronchi comunque non è stata ancora chiarita.

I FATTORI DI RISCHIO

I fattori che possono scatenare la crisi asmatica nelle persone predisposte sono numerosi e possono dipendere da: allergeni, farmaci e sostanze chimiche, inquinanti ambientali, agenti infettanti, attività fisica. Di seguito i più comuni, categoria per categoria.

– Allergeni (sostanze che, nelle persone predisposte, scatenano l’asma mediante una reazione di tipo allergico): acari, pollini, piumaggi, forfore degli animali (per esempio gatti), muffe.

– Farmaci e sostanze chimiche: acido acetilsalicilico (Aspirina), beta-bloccanti, coloranti.

– Inquinanti ambientali: diossido di azoto, diossido di zolfo, idrocarburi, ozono, polveri sottili, smog.

– Agenti infettanti: virus influenzale, Rinovirus (virus del raffreddore).

– Attività fisica: tutti gli sforzi fisici molto intensi, specialmente se affrontati al freddo (umidità e calore riducono il rischio).

LE CONSEGUENZE

In primo luogo l’asma, se non controllata adeguatamente peggiora notevolmente la qualità della vita in quanto la minaccia della comparsa di un attacco è costante.
Inoltre gli attacchi sono generalmente spossanti, generano paura e possono addirittura richiedere il ricovero in ospedale dove può essere necessario ricorrere all’intubazione per consentire la respirazione (l’eventualità è fortunatamente rara).
Nei casi più gravi, e per fortuna più rari, un attacco d’asma potrebbe sfociare nel soffocamento.

LA DIAGNOSI

La diagnosi è prima di tutto “clinica” cioè basata sull’anamnesi (raccolta della storia personale e familiare rispetto alle malattie in generale e all’asma o alle allergie in particolare), sulla valutazione dei sintomi riferiti e sulla loro “stagionalità”. L’asma su base allergica è infatti più frequente in certi periodi dell’anno, per esempio a primavera inoltrata quando nell’aria ci sono i pollini.
Dopodiché vengono prescritti esami più specifici: la spirometria, che serve a evidenziare l’ostruzione dei bronchi, e poi il cosiddetto Pef (Picco di flusso espiratorio), che consiste nel misurare con uno speciale apparecchio la velocità di espirazione massima, dopo un’inspirazione profonda.
Quest’ultima indagine, che permette uno stretto monitoraggio funzionale anche al proprio domicilio, in pratica serve a valutare il flusso d’aria che passa attraverso i bronchi e quindi a individuare una loro eventuale ostruzione.
Se questi due esami risultati negativi, ma la persona ha tutti i sintomi dell’asma e una familiarità per la malattia, si ricorre a un altro test, detto di broncoprovocazione aspecifica. Consiste nell’inalazione di uno spray contenente sostanze, per esempio metacolina, che inducono un importante broncospasmo nelle persone asmatiche.
A volte viene anche prescritta una radiografia del torace. Per stabilire se l’asma è di origine allergica possono essere richiesti esami del sangue per la ricerca delle IgE (questi anticorpi segnalano appunto che nell’organismo è in atto una reazione allergica) e test cutanei (Prick test). Questi ultimi consistono nel mettere a contatto con la pelle i  più frequenti allergeni (per esempio, pollini) per comprendere se si verifica una reazione anomala, che potrebbe segnalare un’allergia.
Le indagini che si svolgono per stabilire se l’asma è allergico non forniscono risultati certi, ma solo indicativi: la loro eventuale positività non conferma infatti con sicurezza l’asma, né la loro eventuale negatività la esclude.

LE CURE

Una cura definitiva, cioè completamente risolutiva contro l’asma, non c’è ancora. Le cure di cui si dispone vanno in due direzioni: controllare la malattia  affinché gli attacchi non si verifichino e risolvere rapidamente gli attacchi quando si scatenano.
Per il primo obiettivo terapeutico vengono prescritti corticosteroidi (cortisonici) per inalazione (per esempio, beclometasone diproprionato) associati a broncodilatatori, sempre da inalare, a lunga durata d’azione (per esempio, salmeterolo), per periodi di tempo che deve essere il medico a indicare.
In caso di attacco asmatico si usa invece un broncodilatatore a pronta azione (per esempio, salbutamolo), per via inalatoria. In taluni casi è necessario ricorrere alla terapia con cortisone per via sistemica (per esempio, per bocca).

I VACCINI

Nell’asma allergico spesso danno ottimi risultati i vaccini che gradualmente desensibilizzano l’organismo, cioè lo abituano a non reagire al contatto con determinati allergeni (per esempio le graminacee) dando luogo a un attacco asmatico.
Spetta al medico stabilire contro quale sostanza effettuare il vaccino dopo aver individuato il tipo di allergene.
In generale, va detto che la cura contro l’asma deve essere personalizzata, in particolare per quanto riguarda il “controllo di base”. Questo significa che lo specialista in relazione alla gravità dell’asma, che viene stabilita valutando la frequenza e l’intensità degli attacchi, decide per quanto tempo la persona deve prendere i farmaci che prevengono le crisi.
È bene sapere che si è osservato che la quantità complessiva di medicine che assume una persona asmatica è maggiore se la persona non si cura costantemente ma assume farmaci solo in occasione delle crisi. Per contro, chi controlla sempre la malattia alla lunga finisce per assumere meno medicine.

I CONTROLLI E LO STILE DI VITA

Oltre ad assumere con puntualità i farmaci, le persone asmatiche devono effettuare, a intervalli che è il medico a decidere, la spirometria, utile per comprendere l’andamento della malattia.
Le regole relative allo stile di vita che deve seguire una persona con l’asma sono semplici ma essenziali: non fumare; stare lontani (nei limiti del possibile) dagli ambienti ad alto tasso di inquinamento; eliminare il contatto con eventuali allergeni responsabili (sempre se possibile); fare movimento scegliendo attività poco affaticanti.