14/09/2020

La prevenzione per il tumore al seno

Se alcuni fattori di rischio per il tumore al seno non sono modificabili, molti altri lo sono. Il primo passo per diminuire il rischio di ammalarsi di tumore al seno consiste nel contrastare, laddove possibile, alcuni fattori di rischio.
Per quanto riguarda età, famigliarità e altre malattie, la cosa migliore è sottoporsi ai controlli e alle cure consigliate dal medico, attuando la cosiddetta prevenzione secondaria.
Esistono essenzialmente due tipi di prevenzione del tumore al seno:

– la prevenzione primaria, che è mirata a rimuovere tutti i fattori che favoriscono l’insorgere della malattia fin dalla giovane età. Questo tipo di prevenzione rappresenta un grande investimento per il futuro;

– la prevenzione secondaria, che consiste nella diagnosi precoce della malattia, da attuare sia a casa sia nello studio degli specialisti. Consente di scoprire un tumore nelle fasi più precoci e quindi di intervenire tempestivamente.

Per il resto, è essenziale adottare tutta una serie di buone abitudini, che hanno dimostrato di avere una valenza positiva e protettiva molto forte. Ecco quali.

Mantenere il peso forma

Sovrappeso e obesità sono vere e proprie malattie, che hanno conseguenze importanti, fra cui quella di aumentare il rischio di tumore al seno.
Ecco perché si consiglia a tutte le donne di fare il possibile per mantenere il proprio peso forma, fin dalla giovane età, anche in considerazione del fatto che i chili accumulati da giovani sono difficili da smaltire.
Chi ha già problemi di peso dovrebbe rivolgersi a un nutrizionista, per impostare un programma efficace e controllato di dimagrimento. A maggior ragione se il grasso è concentrato sulla pancia: il grasso addominale, infatti, è quello più pericoloso per la salute. È pericoloso anche il sovrappeso che compare dopo la menopausa.

Fare movimento

Anche la sedentarietà è nemica della salute. Non solo perché favorisce l’accumulo di peso, ma anche perché innesca tutta una serie di meccanismi – come le alterazioni del profilo lipidico e dell’equilibrio ormonale – che possono favorire la nascita di alcune malattie, fra cui la neoplasia della mammella.
Ecco perché è essenziale muoversi. È stato calcolato che le donne che praticano regolarmente attività fisica hanno un rischio inferiore del 15-20% di ammalarsi di tumore al seno. Gli effetti sono più evidenti dopo la menopausa, ma occorre considerare che praticare sport fin dall’adolescenza può contribuire alla diminuzione dell’incidenza di tumori che si svilupperebbero più avanti negli anni.

Oltre a fare uno sport vero e proprio, è importante anche cercare di avere uno stile di vita molto attivo, muovendosi il più possibile nel corso della giornata.

Prestare attenzione a tavola

Gli alimenti possono favorire o, al contrario, proteggere dal rischio di molte malattie, incluso il tumore al seno. È certo che un regime alimentare troppo ricco di grassi favorisce l’aumento nel sangue dei livelli di estrogeni, gli ormoni femminili che sono coinvolti nella comparsa di alcuni tipo tumori al seno.

Al contrario, una dieta basata su frutta, verdura, pesce e fibre si rivela un’efficace alleata nella lotta contro i tumori.

Per questo sarebbe buona norma:

– ridurre i grassi animali. Preferire i grassi vegetali. In particolare, fare uso quotidiano di piccole quantità di olio extravergine di oliva, che ha una diretta azione preventiva;
– consumare almeno cinque porzioni di vegetali al giorno, facendo attenzione alla stagionalità. Meglio privilegiare le verdure rispetto alla frutta (vanno bene due frutti al giorno). Di questa, evitare di mangiare spesso quella più zuccherina (come banane, uva o fichi);

– ridurre il consumo di alcol: i limiti sono di un bicchiere di vino (o un boccale di birra) al giorno per le donne e due per gli uomini;

– mangiare spesso pesce, fonte privilegiata di proteine rispetto alla carne;
– limitare il consumo di carne (due-tre volte a settimana), preferendo quella bianca a quella rossa e, comunque, scegliere tagli poveri di grasso;
– non eccedere con il consumo dei carboidrati, preferendo quelli integrali alle versioni raffinate;
– aumentare il consumo di legumi;
– preferire gli alimenti freschi o surgelati a quelli affumicati, in scatola e sotto sale, per evitare l’inquinamento che deriva dai conservanti e dai processi industriali di conservazione degli alimenti.
Gli alimenti da ridurre

–        Grassi animali come burro, lardo e strutto.

–        Pane bianco.

–        Formaggi stagionati, ricchi di grassi e di sale.

–        Carni rosse.

–        Frattaglie, come cuore e polmone.

–        Fritti.

–        Crostacei e molluschi, come gamberi, ostriche, polpo.

–        Uova, ricche di colesterolo.

–        Alimenti dolci, come crostate, pasticcini, cioccolato.

–        Bevande gassate e ricche di zuccheri.

–        Frutta secca, come fichi e datteri essiccati, noci, nocciole e mandorle, ricche di grassi.

–        Caffè e tè.

7 consigli utili

Non fumare e se si fuma cercare di smettere. Questa cattiva abitudine aumenta il rischio di tumore al seno.
Non eccedere con le calorie quotidiane, che devono essere calcolate in base all’età, al peso, al tipo di attività svolta e a diversi altri parametri personali.
Seguire la tradizionale dieta mediterranea, che oltre a proteggere dal tumore al seno, è la base per stare bene a lungo.
Non lasciare a lungo i cibi deteriorabili a temperatura ambiente, ma conservarli in frigorifero.
Camminare per almeno 30 minuti al giorno e per almeno cinque giorni alla settimana. 
Muoversi il più possibile, per esempio facendo le scale invece dell’ascensore, andando a prendere i figli a scuola a piedi invece che con la macchina, scendendo prima alla fermata dei mezzi pubblici e così via.
Esporsi con moderazione e con le adeguate protezioni al sole.

Da sapere: meno rischi per le mamme

Avere figli costituisce un fattore di protezione a lungo termine per il tumore alla mammella. Infatti, nel corso della gravidanza i lobuli, le strutture ghiandolari presenti all’interno del seno, maturano: in particolare nella fase finale della gestazione, i lobuli di tipo I maturano in lobi di tipo II e di tipo III. Questa maturazione svolge un ruolo cruciale perché i tumori si sviluppano soprattutto nei lobuli di tipo I. Ecco perché la gravidanza è tanto più protettiva quanto prima avviene: se i lobuli maturano in età giovanile, l’effetto protettivo inizia prima.
Tuttavia, occorre considerare che durante la gravidanza e nel periodo immediatamente successivo il rischio di timore al seno si alza. Non si sa perché, ma si presume che l’ambiente ormonale tipico dei nove mesi possa promuovere la proliferazione di cellule tumorali “silenti” già presenti: in pratica, funzionerebbe solo da evento scatenante nelle donne predisposte.
L’allattamento svolge un ruolo benefico: consente alla cellula del seno di completare la sua maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche. L’ideale è allattare per almeno sei mesi, meglio ancora un anno.

Attenzione ai farmaci ormonali

Gli estrogeni possono avere un’influenza sulle probabilità di sviluppare il tumore al seno. Ecco perché è bene fare attenzione all’uso di farmaci a base di estrogeni.

Per quanto riguarda la pillola anticoncezionale, è bene sapere le vecchie pillole ad alto dosaggio presentavano un rischio maggiore. Quelle nuove, a basso dosaggio, causano un lievissimo aumento del rischio di tumore al seno, ma di contro diminuiscono il rischio di tumore ovarico.
Anche la terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni utilizzata per contrastare gli effetti negativi della menopausa (per esempio vampate di calore e osteoporosi) sembra esporre maggiormente al rischio, anche se l’utilizzo per pochi anni (non più di cinque) sembra ancora accettabile. Laddove possibile, comunque, sarebbe meglio scegliere uno schema a bassi dosaggi con molecole il più vicino possibili a quelle naturali, o ricorrere ad alternative naturali.