29/06/2020

Coronavirus, i guanti servono davvero?

Maura Prianti
A cura di Maura Prianti
Pubblicato il 29/06/2020 Aggiornato il 29/06/2020

L’Oms e l’Istituto superiore di sanità hanno preso posizione su alcune “certezze popolari”, riguardano ciò che protegge dal Covid-19... ma tanto certe non sono!

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Il “nuovo” virus è diventato famoso e di lui sappiamo più cose. Purtroppo, sono comparse anche tante leggende metropolitane che rischiano di passare per verità scientifiche. Non solo le fake news che spopolano sul web, ma anche alcune “certezze popolari”, su cui si sono espressi molti esperti e i maggiori enti di tutela della salute pubblica. Ecco che cosa hanno detto.

I guanti evitano di contrarre il virus?

Può sembrare strano, ma l’Organizzazione mondiale della sanità sconsiglia l’uso di guanti da parte delle persone che vivono o lavorano in comunità. Utilizzarli può, infatti, “aumentare il rischio di infezione, dal momento che può portare alla auto-contaminazione o alla trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e poi il viso o la bocca” ribadiscono le indicazioni sanitarie dell’Oms.

  •  In molti negozi, però, non è ammesso l’accesso se non si usano i guanti. In questo caso, è giusto adoperarli, ma solo per il tempo di permanenza all’interno del locale, facendo attenzione a non toccarsi il viso e, in particolare, la bocca. Appena usciti, i guanti vanno gettati via (non a terra!). Riutilizzarli, infatti, è come non lavarsi le mani e portare con sé gli eventuali microbi che si fossero depositati sul lattice. È per questo che l’Oms raccomanda l’installazione di distributori di gel igienizzante per le mani all’ingresso e all’uscita di ogni locale pubblico, invece che l’uso di guanti, anche se usa e getta.

 

Se ci si tuffa si può prendere il Coronavirus?

Se ormai ci siamo abituati all’idea di una vita da spiaggia con la mascherina, è più difficile pensare di tuffarsi in mare con i dispositivi anti Covid-19. Certo è che, la distanza sociale che dobbiamo tenere quando si è in mezzo agli altri va mantenuta ancora di più fra le onde, proprio perché in acqua si entra senza protezione su naso e bocca.

  • Attenzione, non è l’acqua di mare a trasmettere il virus: anche se ci dovesse essere sarebbe così diluito da non avere carica virale. Il rischio contagio può venire dagli altri bagnanti. Per questo tra le regole dettate dall’Istituto superiore di sanità (Iss) per un’estate sicura, si raccomanda di: “garantire un distanziamento di almeno un metro tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare, in ogni circostanza, anche durante la balneazione”.

 

Il nuovo virus vive di più sul legno?

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Physics of Fluids” ha esaminato il tempo di asciugatura delle goccioline respiratorie, emesse da persone infette, e depositate su varie superfici. Il Sars-CoV-2, infatti, resta vivo fino a che le goccioline che lo hanno trasportato non evaporano: più queste si mantengono intatte più il virus sopravvive.

  • La ricerca ha dimostrato che materiali come quelli con cui sono fatti gli schermi che proteggono gli smartphone, ma anche il cotone e il legno trattengono più a lungo le goccioline emesse con uno starnuto o un colpo di tosse. Di conseguenza, le superfici in legno dovrebbero essere pulite più spesso di quelle in vetro e acciaio, poiché su quest’ultime le goccioline evaporano prima.

 

Il testo completo dell’articolo è su Viversani & belli 27, in edicola fino a giovedì 2 luglio poi è possibile richiedere l’arretrato: tel. 02.66505964.