Artrite, si combatte con l’elettrostimolazione
Piccole scosse elettriche al nervo vago combattono l'artrite. Lo dimostra un nuovo studio americano
L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria che porta ad avere difficoltà nei movimenti delle mani e di altre articolazioni. Sembra che con l’elettrostimolazione si possa combattere questo problema, come dimostra un recente studio presentato all’European congress of Rheumatology da poco conclusosi a Madrid.
Si stimola il nervo vago…
È il nervo più lungo tra quelli che provengono dal cervello. Si chiama così perché “vaga” dalla testa verso il collo, il torace e l’addome. La sua stimolazione inibisce quello che gli esperti chiamano “riflesso infiammatorio”, cioè i segnali che portano alla produzione delle citochine.
… per disattivare le responsabili dell’infiammazione
Le citochine sono sostanze responsabili dell’infiammazione e, di conseguenza, del dolore e degli altri sintomi collegati all’artrite reumatoide. Bloccare la loro produzione, quindi, rende inattivi gli effetti della malattia. Ma come fare a fermare le malefiche citochine? Ricorrendo all’elettrostimolazione, parola dei ricercatori di Stanford.
Un aiuto dall’elettricità
I ricercatori della Standford university (Usa) che hanno presentato lo studio a Madrid, hanno impiantato in 14 malati di artrite reumatoide un neurostimolatore in miniatura, cioè un piccolo macchinario che invia impulsi elettrici al nervo vago. I volontari avevano già fatto due tipi di cure per la loro malattia, ma senza successo. Sono stati suddivisi in 3 gruppi:
- quelli del primo gruppo usavano un placebo, cioè una “soluzione” senza efficacia terapeutica
- quelli del secondo gruppo venivano elettrostimolati una volta al giorno;
- quelli del terzo gruppo venivano elettrostimolati per quattro volte al giorno.
I risultati dello studio sono incoraggianti
L’esperimento è durato 12 settimane. Al termine delle quali si è visto che i migliori risultati contro la malattia li ha ottenuti chi si è sottoposto a una sola “scarica elettrica” al giorno. L’elettrostimalazione quindi è ben tollerata e riduce sia i segni sia i sintomi dell’artrite reumatoide se eseguita una volta al giorno per almeno 3 mesi.
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