Allergia agli acari della polvere: come difendersi
Invisibili, ma molto fastidiosi. Al via la campagna informativa SOS Acari, per capire come comportarsi nel quotidiano e a chi rivolgersi per curare l’allergia agli acari della polvere
Raffreddore, tosse secca, lacrimazione e prurito agli occhi. Sono questi i sintomi più comuni dell’allergia agli acari della polvere – microscopici artropodi della famiglia dei ragni invisibili a occhio nudo – responsabile di circa il 20 per cento di tutte le allergie respiratorie in Europa, con impatto negativo sulla qualità della vita. E i mesi più freddi, complice il maggior tempo trascorso tra le mura domestiche, sono il periodo peggiore per chi ne soffre.
A questo proposito nasce SOS acari (sosacari.it), la campagna di informazione patrocinata da Respiriamo Insieme (comunità digitale per pazienti affetti da asma e allergia), per fornire una corretta informazione in materia.
Il primo passo: la bonifica ambientale
Niente paura. Il termine è di forte impatto, ma consiste nel rimuovere tappeti, moquette, tendaggi, peluche, cuscini, piante, libri, suppellettili non indispensabili e di fare piazza pulita ogni giorno della polvere che si accumula sui mobili.
Massima attenzione all’aereazione degli ambienti, specie nella camera da letto, dove respirazione e sudorazione notturna aumentano il tasso di umidità, che a sua volta accentua la proliferazione di muffe, alle quali le persone predisposte possono diventare allergiche.
Un occhio di riguardo per il letto, dove si rileva la maggiore colonizzazione di acari. La raccomandazione degli esperti è di sostituire materassi e cuscini di lana con altri materiali, per esempio lattice, poliuretano espanso, memory foam, fibre chimiche che generano al loro interno una maggiore vischiosità e densità, che ostacola il “bivacco” degli acari. È comunque importante sostituire il materasso ogni otto-dieci anni e ogni sei i cuscini ed esporli all’aria aperta con regolarità. La biancheria da letto deve essere lavata ad alte temperature almeno ogni due settimane.
Operazione spray!
È utile anche l’impiego di acaricidi e denaturanti degli allergeni da vaporizzare su tappeti, moquette e materiali di imbottitura, così come dei depuratori d’aria, con pulizia ricorrente dei filtri, e degli ionizzatori.
Il trattamento
L’unica terapia definitiva contro le allergie è l’immunoterapia allergene specifica, meglio nota (anche se in modo improprio) come vaccino antiallergico. I farmaci utilizzati, antistaminici e corticosteroidi, danno solo un beneficio momentaneo e non hanno nessun effetto preventivo. L’immunoterapia allergene specifica consiste nel somministrare per via sublinguare o sottocutanea un estratto allergenico per indurre la tolleranza e migliorare i sintomi al successivo incontro con il responsabile dell’allergia. Così facendo, si attiva un sistema di spegnimento del sistema immune troppo attivo, cioè non tollerante, della persona allergica. Essere allergici significa reagire in maniera eccessiva e l’immunoterapia permette di riportare la reazione ai livelli dei non allergici, cioè di rendere gli allergici tolleranti agli allergeni. I medici di riferimento sono allergologo, pneumologo, pediatra e otorinolaringoiatra.
Ti potrebbe interessare anche:
- Mal di stomaco: è il momento di cambiare stile di vita
- Trentenne con extrasistoli: ablazione o no?
- Anomalia dell'endometrio a 57 anni
- Psoriasi: le nuove cure
- Papillomavirus: non trascurare lo screening