Oroscopo del cioccolato
Fondente, al latte, bianco, ripieno di caffè o liquore... Ogni segno ha il suo cioccolato preferito, il peccato di gola al quale è impossibile rinunciare. Scopri il tuo
Nero, bianco, metà e metà, e poi alla nocciola, al caffè, alla ciliegia, alla menta, con le scorzette di agrumi, al peperoncino, fino ai gusti insoliti: sale, rosmarino, anice. Il cioccolato è magia, una fantasmagoria di colori, profumi, gusti, in grado di appagare le fantasie sensoriali e le carenze affettive di ciascuno. È nutriente, digestivo, stimolante, afrodisiaco, tiene a bada l’ipocondria, calma gli stati ansiosi, rende felici. Dimmi che cioccolato ami e ti dirò chi sei…
Carta d’identità
Nome e cognome: Theobroma cacao
Data di nascita: 1500 a.C. tra Yucatan e Guatemala
Debutto in Europa: 1501 con Cristoforo Colombo e 1521 con Hernand Cortés
Caratteristiche psicofisiche: sensualità, cremosità, malizia, erotismo
Professione: energizzante, antidepressivo, digestivo, afrodisiaco
Principi attivi: caffeina, tebromina, anandonide, aminoacidi (precursori della serotonina, responsabile dell’umore), ferro, fosforo
Analisi nutrizionale: proteine (6%), grassi (29%), zuccheri (65%)
Calorie: 500-550 per 100 g
Sconsigliato in caso di: disturbi intestinali, mal di fegato, cefalea (può scatenare la crisi), glicemia
Statistica: è amato da due uomini su dieci e cinque donne su dieci. I maschi lo preferiscono solido e amaro, le femmine liquido o cremoso.
Cioccolato intellettuale: cinema, letteratura, guinness
Da Cioccolata a colazione di Pamela Moore a La fabbrica di cioccolato di Tim Burton, un libro per bambini del ’71, divenuto poi film. Nel ’99 esce il libro di Joanne Harris Chocolat (il film è dell’anno successivo ) e ancora Come l’acqua per il cioccolato, di Alfonso Arau (1994), Lezione di cioccolato, di Claudio Cupellini (2007). Novità: nel 2000 a Torino è stata realizzata una tavoletta di cioccolato di 1500 kg, con 500 g di nocciole, che si è guadagnata il Guinnes dei primati. Sempre a Torino, nel 2001, un gianduiotto di 40 quintali, mentre nel 2007 a Timbuktu è stato sperimentato il biodiesel ricavato dal cioccolato. Ultimissima la tavoletta più lunga del mondo (lunga 13,5 metri e larga 1,2 metri!), esposta il 23 aprile 2011 a san Nazario: una sfida ai maratoneti del cioccolato!
Una storia magica
Chi lo direbbe mai, scartando un cioccolatino, che è figlio di un alberello (theobroma cacao) con foglie verde scuro e grossi frutti simili a zucche? Tra i primi coltivatori del cacao, i Maya (500 a.C.) e l’attuale industria del cioccolato c’è un lungo cammino, fatto di conquiste, soprusi ed esperimenti culinari. La storia del cioccolato iniziò tra Yucatan e Guatemala, con il terzo re Maya, Hunab Pu: il frutto era così prezioso che era impiegato come moneta negli scambi commerciali. Il cacao approdò in Europa dopo il massacro di Cortes ma gli ci vollero secoli per conquistarla. La bevanda sacra dei Maya e degli Aztechi, chiamata kokolatl non aveva nulla a che vedere con la nostra cremosa e goduriosa cioccolata in tazza, era un intruglio amarissimo di acqua, cacao, peperoncino e farina di mais, che eccitava la mente e predisponeva all’incontro con il sacro. A cambiare le cose fu l’introduzione dello zucchero; i coloni cominciarono così ad apprezzare la bevanda, tanto che agli inizi del 1700 in Martinica anziché “a domani” si diceva “alla cioccolata”. Eccolo qua il nostro buon cioccolato, divenuto il buongiorno quotidiano, una ricarica di carburante prima di affrontare la giornata. Quanto all’Europa, tra il primo carico (giunto nel 1585 da Veracruz) e la cioccolata in tazza, servita dai caffè più prestigiosi di Torino, Firenze, Venezia, con l’aggiunta di vaniglia e zucchero candito, passarono quasi due secoli, ma il trionfo è stato grandioso. Ma fu solo alla fine del ’700 con l’arrivo delle prime macchine industriali per trattare il cacao, che il burro e la polvere vennero separati e nel 1820 in Inghilterra nacque la prima tavoletta e la grande cavalcata del cioccolato prese il via. Prima tappa nel 1867 per il cioccolato al latte, inventato da uno svizzero fabbricante di candele, tale Nestlé; dodici anni più tardi arrivò il fondente di Lindt (ma per mettere le mani sull’irrinunciabile Nutella Ferrero occorre attendere il 1964).