Pink parade: la corsa in rosa tra sport e impegno sociale
Taglia il traguardo dell’undicesima edizione la PittaRosso Pink Parade. Domenica 20 ottobre, le strade del Belpaese si tingono di rosa per sostenere la ricerca di Fondazione Veronesi contro i tumori femminili
Al via domenica 20 ottobre l’undicesima edizione della Pink Parade, la corsa “in rosa” che partirà da Piazza San Babila, nel cuore di Milano. L’evento, che unisce sport e impegno sociale, è organizzata da PittaRosso in collaborazione con Fondazione Veronesi.
L’obiettivo è sensibilizzare sempre più donne sull’importanza della prevenzione e raccogliere fondi per finanziare la ricerca sui tumori al seno, utero e ovaie.
Come partecipare
È possibile iscriversi in uno dei negozi PittaRosso o via web (www.pittarossopinkparade.it), scegliendo la modalità di partecipazione preferita: a Milano (21 euro con ritiro del Pink Kit il giorno dell’evento) o da tutta Italia (19 euro con ritiro del Pink Kit in un negozio PittaRosso o 24 euro con consegna a domicilio). Anche chi non riuscirà a partecipare alla corsa, potrà contribuire alla raccolta fondi fino al 31 ottobre con una donazione in cassa nei punti vendita PittaRosso e sul sito Internet della kermesse. Per chi desidera, sono disponibili le nuove sneakers PittaRosso Pink Parade edizione 2024 a 29,99 euro negli store PittaRosso e on line. Cinque euro per ogni acquisto saranno devoluti a Fondazione Veronesi per contribuire alla lotta contro i tumori femminili.
Work in progress
La quota d’iscrizione alla Pink Parade, al netto dei costi di gestione e di spedizione, sarà interamente devoluta a Fondazione Veronesi per finanziare la ricerca scientifica sui tumori femminili e nello specifico a contribuire all’avviamento e implementazione di una piattaforma innovativa sul tumore al seno, che mira a personalizzare sempre di più la presa in carico delle donne con diagnosi di tumore al seno positivi agli ormoni e negativi a HER2 (HR+/HER2-) in fase iniziale. Attraverso la tipizzazione genetica dei tumori delle singole pazienti, l’obiettivo è capire quali di loro possono evitare la chemioterapia adiuvante a seguito di intervento chirurgico di rimozione e radioterapia, mantenendo inalterate le probabilità di superare la malattia ma riducendo gli effetti collaterali delle cure e migliorando la qualità della vita.
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