06/10/2024

Pink parade: la corsa in rosa tra sport e impegno sociale

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 06/10/2024 Aggiornato il 06/10/2024

Taglia il traguardo dell’undicesima edizione la PittaRosso Pink Parade. Domenica 20 ottobre, le strade del Belpaese si tingono di rosa per sostenere la ricerca di Fondazione Veronesi contro i tumori femminili 

PITTAROSSO pink parade

Al via domenica 20 ottobre l’undicesima edizione della Pink Parade, la corsa “in rosa” che partirà da Piazza San Babila, nel cuore di Milano. L’evento, che unisce sport e impegno sociale, è organizzata da PittaRosso in collaborazione con Fondazione Veronesi.

L’obiettivo è sensibilizzare sempre più donne sull’importanza della prevenzione e raccogliere fondi per finanziare la ricerca sui tumori al seno, utero e ovaie.

Come partecipare

È possibile iscriversi in uno dei negozi PittaRosso o via web (www.pittarossopinkparade.it), scegliendo la modalità di partecipazione preferita: a Milano (21 euro con ritiro del Pink Kit il giorno dell’evento) o da tutta Italia (19 euro con ritiro del Pink Kit in un negozio PittaRosso o 24 euro con consegna a domicilio). Anche chi non riuscirà a partecipare alla corsa, potrà contribuire alla raccolta fondi fino al 31 ottobre con una donazione in cassa nei punti vendita PittaRosso e sul sito Internet della kermesse. Per chi desidera, sono disponibili le nuove sneakers PittaRosso Pink Parade edizione 2024 a 29,99 euro negli store PittaRosso e on line. Cinque euro per ogni acquisto saranno devoluti a Fondazione Veronesi per contribuire alla lotta contro i tumori femminili.

Work in progress

La quota d’iscrizione alla Pink Parade, al netto dei costi di gestione e di spedizione, sarà interamente devoluta a Fondazione Veronesi per finanziare la ricerca scientifica sui tumori femminili e nello specifico a contribuire all’avviamento e implementazione di una piattaforma innovativa sul tumore al seno, che mira a personalizzare sempre di più la presa in carico delle donne con diagnosi di tumore al seno positivi agli ormoni e negativi a HER2 (HR+/HER2-) in fase iniziale. Attraverso la tipizzazione genetica dei tumori delle singole pazienti, l’obiettivo è capire quali di loro possono evitare la chemioterapia adiuvante a seguito di intervento chirurgico di rimozione e radioterapia, mantenendo inalterate le probabilità di superare la malattia ma riducendo gli effetti collaterali delle cure e migliorando la qualità della vita.