Giornata mondiale degli oceani 2023: cosa fare contro riscaldamento e acidificazione
Acque più calde e più acide sono le conseguenze più rilevanti del cambiamento climatico. In occasione del World Oceans Day che ricorre ogni anno l’8 giugno, l’esperto ci spiega come proteggere i nostri mari
Le sue origini risalgono al 1992 durante la Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo a Rio de Janeiro, in Brasile. Riconosciuta poi ufficialmente dalle stesse Nazioni Unite nel 2008, il World Oceans Day – la giornata mondiale degli oceani – che si celebra ogni anno l’8 di giugno, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli oceani per la nostra sussistenza e su come attuare comportamenti consapevoli per la loro salvaguardia.
Gli oceani, che ricoprono circa il 70 per cento della Terra, sono i polmoni del Pianeta, sono fondamentali per la biosfera e rappresentano anche una sostanziale fonte di cibo.
«Il problema principale degli oceani oggi è legato al cambiamento climatico che con l’innalzamento delle temperature generate dalle emissioni di anidride carbonica ha come conseguenza un riscaldamento e un’acidificazione delle acque», spiega il professor Stefano Goffredo, docente di Ecologia del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali all’Università di Bologna. Un aspetto che ha risvolti molto importanti sulla distribuzione delle specie animali che popolano le acque.
Alla ricerca di un habitat migliore
Nel Mediterraneo, per esempio, molte specie di pesci e altri organismi adattati a vivere in acque più fredde si stanno ritirando verso le zone più settentrionali. Allo stesso tempo il nostro mare che si sta surriscaldando richiama specie tropicali attraverso l’apertura naturale dello stretto di Gibilterra e dal canale di Suez. Questo riscaldamento rapido provoca un’importante modificazione della biodiversità e porta alcune specie al rischio di estinzione.
Troppo acido
«La progressiva acidificazione dei mari che stiamo misurando causa un pericolo soprattutto per gli organismi calcificanti, cioè quelli che hanno scheletri composti da carbonato di calcio, per esempio cozze, vongole, ricci di mare, coralli e organismi unicellulari fotosintetizzanti, solo per citarne alcuni», precisa l’esperto. In un ambiente acidificato il carbonato di calcio tende a dissolversi con un indebolimento degli scheletri e delle strutture calcaree di questi organismi marini, che avrà anche risvolti economici sulla pesca, acquacoltura e poi sui prezzi al consumatore.
Cosa si può fare
Per limitare le emissioni di anidride carbonica prodotte dall’utilizzo di carbone e petrolio, fonti primarie della nostra energia, ci sono alcune accortezze da seguire.
- Scegli elettrodomestici ad alta efficienza energetica, diminuiscine l’utilizzo e riduci l’uso anche dell’acqua.
- A casa, investi in energie rinnovabili come il fotovoltaico.
- Regola riscaldamento dell’abitazione in base alla temperatura esterna.
- Sfrutta i mezzi pubblici, la bicicletta o il car sharing per spostarti e se i tuoi colleghi abitano vicino a te, fate a turno per usare la macchina e andare al lavoro.
- Usa lampadine LED, per ridurre i consumi di energia.
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