Giornata internazionale delle donne nella scienza 2020
Un appuntamento importante per ribadire che le donne hanno una spiccata predisposizione per scienza e tecnologia. E smontare i molti pregiudizi che spesso le allontana da queste discipline
L’11 febbraio si celebra la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, istituita cinque anni fa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per combattere la percezione, diffusa anche in ambienti accademici, che le donne non siano portate per le discipline tecnico-scientifiche.
La forza del pregiudizio
Sono in molti a credere che ci siano attitudini e capacità squisitamente femminili, come l’empatia e la disponibilità verso gli altri, e capacità prettamente maschili, tra cui una più spiccata predisposizione per scienza e tecnologia. Lo testimoniano le uscite un po’ infelici fatte dai colleghi uomini in ambito accademico, come l’affermazione del fisico Alessandro Strumia secondo cui le (poche) donne portate per la scienza lo sono per un’accidentale sovraesposizione al testosterone nel grembo materno, ma anche l’atteggiamento titubante delle stesse bambine e ragazze nei confronti di scelte considerate “atipiche”. I loro timori, condivisi dalle famiglie, nascono in parte dalla consapevolezza della resistenza culturale che incontreranno sul mercato del lavoro.
Una recente indagine condotta da Spindox e Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo mette in evidenza le carenze del sistema scolastico nell’incoraggiare le ragazze allo studio dell’informatica, nonostante le ottime opportunità di carriera.
Le iniziative
L’intento di questa Giornata è valorizzare la ricerca e smontare il radicato pregiudizio che tiene le ragazze lontane dalle discipline STEM, portandole spesso a rinunciare alle proprie passioni. Tra le iniziative di quest’anno, tanta attenzione per la memoria e uno sguardo al futuro.
A L’Aquila, ricordando Maryam Mirzakhani
Scienziate: storie a confronto è un incontro organizzato dal Gran Sasso Science Institute in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso INFN. Alle 10:30 l’Auditorium del GSSI apre le porte a 150 studenti delle scuole superiori per permettergli di incontrare 15 ricercatrici che condivideranno con loro l’entusiasmo per la scoperta, in aree che spaziano “dalla fisica all’economia, dalla medicina alla matematica, dall’ingegneria alla biologia, dall’informatica alle biotecnologie”. Il Rettorato del GSSI ospita al suo interno anche la mostra Remember Maryam Mirzakhani, matematica iraniana scomparsa nel 2017 e prima donna al mondo a ricevere la medaglia Fields.
A Genova, per dare il buon esempio
A Genova il Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria propone un incontro gratuito alle 16.30 per far conoscere a un pubblico dagli otto anni in su le ricercatrici, che presenteranno i loro percorsi di formazione e di carriera. Alle testimonianze dirette verranno alternati momenti di narrazione a cura di Dario Apicella, che racconterà la vita di scienziate celebri a livello internazionale. A moderare l’incontro è Francesca Forleo, giornalista de Il Secolo XIX.
A Verona, per raccontare le diverse applicazioni della ricerca
Il Dipartimento di Informatica dell’Università di Verona ha organizzato un incontro dal titolo E poi il futuro. Il multiforme ingegno di Penelope. Durante il convegno interverranno tre esperte, tutte dotate di Ph.D.: si tratta di Barbara Bernardini, biologa, divulgatrice scientifica e autrice del programma RAI Superquark, che nel segmento Shaping the World racconterà la storia delle donne che ogni giorno cambiano il mondo con le loro scoperte; Claudia Daffara, fisica di fama internazionale, che spiegherà come la sua disciplina può essere utilizzata per il recupero dei beni culturali (La luce come sonda), e infine Margherita Zorzi, ricercatrice del Dipartimento ed esperta di teoria della programmazione quantistica, che chiuderà con il segmento Computazione quantistica e vecchi merletti.
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