Venezia 81: in Laguna è arrivata Nicole Kidman con Babygirl
In concorso alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia Babygirl, thriller erotico di Halina Reijn con protagonista una conturbante Nicole Kidman
Dopo Angelina Jolie un’altra diva hollywoodiana è sbarcata al Lido di Venezia: si tratta di Nicole Kidman, in concorso all’81esima Mostra del Cinema con Babygirl, un thriller erotico diretto da Halina Reijn che farà sicuramente parlare. Coincidenza vuole che la prima volta al festival dell’attrice fu 25 anni fa, quando presentò con Tom Cruise (all’epoca ancora suo marito) l’altrettanto conturbante Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.
D’altra parte Nicole è sempre stata coraggiosa nelle sue scelte artistiche, anche perché il suo grande talento glielo permette.
Una trama incandescente
Quello che possiamo dirvi sulla trama è che Nicole Kidman interpreta Romy, una potente amministratrice delegata che ad un certo punto della sua vita inizia una torrida relazione con un suo stagista molto più giovane di lei, mettendo così a repentaglio la sua carriera ma anche il suo equilibrio familiare.
A interpretare Samuel, il suo giovane amante, è Harris Dickinson. Invece il marito Jacob è Antonio Banderas. Nel cast anche Sophie Wilde e Esther McGregor (ebbene sì, la figlia di Ewan McGregor con cui Nicole Kidman divise la scena nel film cult Moulin Rouge!).
Babygirl verrà distribuito nelle sale americane il 25 dicembre, mentre rimaniamo in attesa di aggiornamenti per quelle italiane.
La parola a regista e cast
«Sono contenta di aver fatto un film sul desiderio femminile, su una donna in crisi esistenziale e di averlo portato qui a Venezia» – esordisce la regista Halina Reijn – «Si parla della sessualità, affrontata da generazioni diverse, ma anche delle varie sfaccettature degli esseri umani. Noi non siamo il bene o il male, rappresentiamo entrambi gli aspetti e non dobbiamo sopprimerli».
«Il film parla di sesso e desiderio, dei nostri pensieri più intimi e segreti, ma anche di matrimonio, verità, potere e consenso. È una storia raccontata da una donna attraverso il suo sguardo ed è stato liberatorio come processo» – spiega Nicole Kidman, che come sappiamo è una grande sostenitrice del girl power e lo dimostra anche in questa occasione: «Tempo fa al Festival di Cannes dissi che volevo dare più peso alle donne regista e questo rimane uno dei punti cardine del mio lavoro. Sono felice di aver lavorato con Halina, abbiamo fatto un bel viaggio insieme».
Come ha preparato il suo ruolo (di certo non facile)? «Io mi avvicino a tutto in modo artistico, mi chiedo come posso abbandonarmi a un personaggio e mi sono sentita protetta da questa autenticità realistica di Halina. Mi piace indagare le donne ed entrare nel labirinto dell’essere umani. Questo film mi lascia molto esposta, vulnerabile e spaventata dato che ora lo consegniamo al mondo. Ogni spettatore poi potrà interpretare e giudicare».
Interviene quindi Antonio Banderas, che sottolinea: «Io ho sempre partecipato ai festival con film che oggi non si potrebbero fare, perché sarebbero considerati politicamente corretti. Siamo arrivati ormai ad una forma di autocensura e così, quando ho letto la sceneggiatura di Halina, ne sono rimasto colpito perché ho pensato “allora c’è ancora qualcuno che la pensa in modo diverso e mette sullo schermo ciò che tutti in realtà pensiamo!”».
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