05/09/2023

Venezia 80: nel suo secondo film Pietro Castellitto dirige anche il padre Sergio e il fratello Cesare

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 05/09/2023 Aggiornato il 05/09/2023

In concorso alla 80esima Mostra del Cinema di Venezia arriva Pietro Castellitto con Enea 

80th Venice Film Festival 2023, Photocall film “Enea” . Pictured : Adamo Dionisi .Benedetta Porcaroli, Pietro Castellitto, Chiara Noschese, Giorgio Quarzo Guarascio, Sergio Castellitto, Matteo Branciamore, Giorgio Montanini, Cesare Castellitto

Il cinema italiano sta indubbiamente vivendo da protagonista questa 80esima Mostra del Cinema di Venezia. E ora, in concorso, è il turno di uno dei talenti a nostro avviso più puri, creativi, brillanti e sensibili del panorama attuale: Pietro Castellitto.

Il regista-attore torna al Lido tre anni dopo la presentazione della sua opera prima (I predatori, che gli è valso il premio per la migliore sceneggiatura nella sezione Orizzonti), con il suo secondo film Enea.

Nel cast, oltre a lui (che interpreta il protagonista), troviamo Giorgio Quarzo Guarascio, Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese, Giorgio Montanini, Adamo Dionisi, Matteo Branciamore. E attenzione: stavolta Pietro ha diretto anche il padre Sergio Catellitto e il fratello Cesare, che compongono la sua famiglia anche nella finzione.

Enea uscirà nelle sale italiane il 25 gennaio 2024, con distribuzione Vision Distribution.

Enea e la voglia di sentirsi vivi

Siamo a Roma, ai giorni nostri, visti dal giovane Enea come figli di un’epoca morta e decadente. È per questo che cerca in tutti i modi qualcosa che lo faccia sentire vivo e lo stesso il suo amico Valentino, aviatore appena battezzato. Questa ricerca porterà i due ragazzi ad andare anche contro le regole e a invischiarsi persino in un giro di droga e malavita. Però questa storia parla d’altro: un padre malinconico, un fratello che litiga a scuola, una madre sconfitta dall’amore e una ragazza bellissima, un lieto fine e una lieta morte, una palma che cade su un mondo di vetro. È in mezzo alle crepe della quotidianità che l’avventura di Enea e Valentino lentamente si assolve. Un’avventura che agli altri apparirà criminale, ma che per loro è (e sarà) prima di tutto un’avventura d’amicizia e d’amore.

La parola a Pietro Castellitto

«È un film sul desiderio di sentirsi vivi. Il bisogno che muove tutte le scelte di Enea è quello di sentire dentro di sé il movimento della vita e lo stesso tutti i personaggi, da qui si genera il conflitto. Questa vitalità è trasversale nei giovani di qualsiasi epoca, città e contesto sociale. I personaggi, per sentirsi vivi, si inventeranno la loro guerra» – spiega durante la conferenza stampa Pietro Castellitto, che precisa: «Mi sono svincolato dal cliché che la famiglia borghese cresce figli nichilisti. Enea è un eroe romantico e la sua famiglia non è apatica bensì piena di umanità. Il suo disagio è provare ad essere all’altezza delle sue ambizioni».

Sulle contaminazione da gangster movie dice: «Il contesto criminale ogni tanto entra quando i personaggi non lo aspettano e lo stesso il pubblico».

Com’è stato dirigere il padre Sergio? «Ho provato in tutti i modi a non fare un film con mio padre» – dice sorridendo – «Però il personaggio di Celeste ha una frequenza emotiva ironica in cui lui poteva benissimo entrare, così una sera (all’una di notte) l’ho chiamato e lui mi ha detto che stava dormendo, ma ho capito che era un sì».

…e agli attori

«Prima di quella telefonata ero andato su IMDb e ho visto che ero accreditato per 99 titoli e il film che avrei fatto con Pietro sarebbe stato il centesimo. L’ho visto come un amorevole segno» – racconta Sergio Castellitto – «Ho fatto questo film con grande tranquillità, obbedendo (come nei precedenti 99) al disegno poetico del regista, “tradendolo” quando potevo come ogni bravo attore dovrebbe fare». E aggiunge: «Poi è ovvio che qui c’è una relazione emotivamente particolare. La cosa che mi appassiona di questo film è il sentimento che ha messo nelle due stagioni dell’esistenza, la giovinezza e l’età matura: i suoi genitori sono molto per bene ma morti dentro, mentre i giovani sono per male ma hanno la forza di essere vitali, leali e tragici».

«Io ero un po’ l’intrusa in questa famiglia. Nella vita non sono un genitore e questa è la prima volta che interpreto una madre al cinema. Ho potuto comprimere tutto quello che era successo nella vita, cercando di essere un modello genitoriale, che però fallisce. Pietro mi ha condotto con grazia in quello che voleva. Nel film ci sono tematiche struggenti, raccontate con eleganza, delicatezza e classe» – dice Chiara Noschese

«È un film emozionante, complicato e coraggioso. Enea ci fa vivere questo conflitto e le difficoltà del fare i conti con la vita e di amare. La Roma che viene raccontata è per me inedita, claustrofobica e difficile, ma al tempo stesso accogliente. L’ho amata molto» – dichiara Benedetta Porcaroli.

«Sono molto emozionato di far parte di questo gruppo fantastico. Questo regista pazzo e visionario mi ha dato questo ruolo per me così diverso» – dice Matteo Branciamore e gli fa eco Giorgio Quarzo Guarascio: «Lavorare con Pietro è un onore, ho trovato un amico. Lui è un genio ironico».