Venezia 80: Liliana Cavani, Leone d’oro alla carriera, presenta L’ordine del tempo
La regista racconta i momenti salienti e quelli più emozionanti della sua lunghissima carriera. E la sua felicità di essere ancora una volta alla Mostra del cinema di Venezia
È tutto pronto per la cerimonia di inaugurazione della 80esima Mostra del Cinema di Venezia, che sarà condotta dalla madrina Caterina Murino e vedrà salire sul palco anche Liliana Cavani che riceverà il Leone d’Oro alla Carriera.
La regista, che lo scorso gennaio ha compiuto 90 anni, è una figura fondamentale della storia del cinema del nostro paese e non solo.
Al Lido ha partecipato diverse volte, a partire dal 1965 con Philippe Pétain: Processo a Vichy (Leone di San Marco per il documentario), a cui hanno fatto seguito, tra gli altri, Francesco d’Assisi (1966), Galileo (1968), I cannibali (1969), fino a Il gioco di Ripley (2002) e Clarisse (2012). In questa edizione, invece, Liliana Cavani presenta fuori concorso il suo ultimo film dal titolo L’ordine del tempo.
Cosa c’è da sapere su L’ordine del tempo
E se scoprissimo che il mondo potrebbe finire nel giro di poche ore? È quello che accade una sera a un gruppo di amici di vecchia data che, come ogni anno, si ritrova in una villa sul mare per festeggiare un compleanno. Da quel momento, il tempo che li separa dalla possibile fine del mondo sembrerà scorrere diversamente, veloce ed eterno, durante una notte d’estate che cambierà le loro vite.
Questa è la trama de L’ordine del tempo, che è ispirato all’omonimo libro di Carlo Rovelli (edito da Adelphi) e sarà nelle sale dal 31 agosto grazie a Vision Distribution.
Nel cast troviamo Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Richard Sammel, Valentina Cervi, Fabrizio Rongione, Francesca Inaudi, Angeliqa Devi, Mariana Tamayo, Alida Baldari Calabria e Angela Molina.
La parola a Liliana Cavani
Prima di entrare nel cuore de L’ordine del tempo, Liliana Cavani ricorda i suoi primi lavori orientati verso la ricerca storica-sociale: «Iniziai con un documentario fatto con pochissimo materiale cinematografico, ma molte fotografie, per il quale mi inventai un montaggio mettendoci anche le mie interviste. In seguito mi ritrovai ancora a parlare della Seconda Guerra Mondiale, del nazismo ecc. Poi arrivò il mio Francesco D’Assisi, personaggio che io da atea conoscevo solo grazie alla Divina Commedia di Dante, ma che fu poi una rivelazione per me grazie al libro di un teologo del 1897 che trovai per caso in una bancarella. Lì qualcosa è cambiato e il resto del mio cinema ne ha risentito». I momenti più belli della sua carriera?: «C’è stato quello del film Il portiere di notte, che mi ha portato in giro per tutto il mondo. E poi questo, sono felicissima di essere qui».
Sul suo nuovo film dice: «Nasce da un testo di Carlo Rovelli, che scrive libri scientifici molto interessanti, che consiglio di leggere perché, anche se non capite tutto, è importante fare lo sforzo. Questo film ci permette di riflettere sul tempo, che convive con noi, in un certo senso ci perseguita. Mi è piaciuto molto farlo».
…e ai suoi attori
Tra gli attori del cast presenti nel corso della conferenza stampa c’è Edoardo Leo, che dichiara: «Non sempre si torna a casa arricchiti dal proprio lavoro dal punto di vista personale oltre che professionale. Questo è uno dei rari casi. Il film è stato girato in sequenza e così la storia di questi personaggi ci è stata appiccicata addosso per tutto il tempo, ci siamo ritrovati a farci le loro stesse domande e abbiamo messo dentro le nostre riflessioni. Poi sono stato investito da una energia nuova, che mi ha dato Liliana e il suo modo particolare di girare: noi ormai siamo abituati a ritmi molto veloci sul set, lei invece ha un approccio diverso».
Gli fa eco Claudia Gerini: «È stato molto bello lavorare così, senza fretta. Sul set si è creata una piccola sinfonia, in cui ogni attore aveva il suo suono. È stato interessante costruire questa pluralità di personaggi e poi Liliana è particolarmente attenta alle sfumature della femminilità».
«Questo film per me è stata una salvezza, perché è arrivato nel momento forse più difficile della mia vita. Sono molto grata a Liliana che mi ha fatto fare il ruolo di Paola, la quale capisce che la cosa più importante è l’amore» – svela Ksenia Rappoport.
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