Salvatores presenta il road movie ispirato a Se ti abbraccio non aver paura
Fuori concorso, arriva a Venezia Tutto il mio folle amore, film ispirato al libro di Fulvio Ervas. Tra i protagonisti Valeria Golino e Claudio Santamaria
La 76esima Mostra del Cinema di Venezia è al suo rush finale, ma riesce ancora a giocarsi delle carte vincenti. Una di queste è fuori concorso e si intitola Tutto il mio folle amore. A dirigerlo è uno dei più grandi registi italiani, ovvero Gabriele Salvatores che per l’occasione ha chiamato alla sua corte attori del cuore come Diego Abatantuono (il loro sodalizio artistico dura da ben trent’anni), insieme a fuoriclasse come Claudio Santamaria e Valeria Golino, a cui si aggiunge il giovane Giulio Pranno (un talento da tenere d’occhio).
Ispirato a una toccante storia vera
Will è un uomo che sognava di fare il cantante e si ritrova, un giorno, ad avere finalmente il coraggio di andare a conoscere quel figlio che sedici anni prima aveva abbandonato. Vincent (questo è il suo nome) vive con la madre Elena e il suo compagno Mario, che l’ha adottato. Quando i due si incontrano, Will scopre che il figlio non è propriamente come se lo immaginava e cerca di recuperare il tempo perduto, per conoscerlo e creare un rapporto con lui, trascinandolo in un viaggio on the road (dall’Italia ai Balcani), che si rivelerà importante e speciale per entrambi.
Il film Tutto il mio folle amore è ispirato al libro Se ti abbraccio non avere paura di Fulvio Ervas e racconta la vera storia di Andrea (ragazzo autistico di 22 anni) e di suo padre Franco che decidono di partire all’avventura per il Sud America.
La parola ai protagonisti
«Sono tornato a fare un film on the road per il bisogno di stare dove c’è la vita che scorre, ma anche per sentirmi più giovane» ammette Gabriele Salvatores, che spiega così la scelta di girare di nuovo a Trieste (già location de Il ragazzo invisibile): «In essa ho trovato molte affinità con la mia natia Napoli e non solo per il golfo. Poi avevo bisogno, per raccontare questo viaggio, di un confine che i miei protagonisti potessero superare, come quello con i Balcani. Qui si respira la malinconia e quella visione fatalista della vita che c’è a Napoli. Trieste è una città in cui vivrei, naturalmente dopo Milano (che non lascerei mai)».
Prende poi la parola Claudio Santamaria (che interpreta Will): «Questa è la storia di un folle amore tra padre e figlio, che non riesce ad esprimersi pienamente. Per il mio personaggio ho fatto un lavoro molto interessante: con Gabriele e Giulio abbiamo deciso di abbandonarci alla sorpresa, abbracciando il mood di questo viaggio che non è solo fisico ma anche dentro sé stessi. D’altra parte Will doveva imparare a ricucire la ferita che l’aveva portato a fuggire 16 anni prima».
«Per me è stato importante stare a stretto contatto con Andrea, il reale protagonista di questa storia» racconta Giulio Pranno. «Mi ha aperto gli occhi e fatto capire che non dovevo essere una sua copia, ma catturarne l’essenza».
Per Valeria Golino scattano invece inevitabili i paragoni con Rain Man (film del 1988 in cui ha recitato al fianco di Dustin Hoffman e Tom Cruise): «Tutto il mio folle amore, a differenza di Rain Man, non è un film sull’autismo. Però entrambi sono dei road movie in cui due personaggi si rieducano a vicenda, ricostruiscono un rapporto. Bisogna poi dire che trent’anni fa non si parlava facilmente di autismo, ora sono altri tempi e tutti abbiamo una consapevolezza e una sensibilità diversa».
Ti potrebbe interessare anche:
- Stasera in tv: i film di oggi 9 settembre
- Venezia 76: vince il Joker e anche l’Italia. Con qualche polemica
- Temptation Island Vip: parte la seconda edizione
- Venezia 76, aspettando i Leoni c'è già una vincitrice: Alessandra Mastronardi
- Venezia 76: la top ten dei belli che abbiamo ammirato sul red carpet