05/04/2022

Teatro: Lella Costa presenta un rutilante catalogo di donne “valorose”

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 05/04/2022 Aggiornato il 05/04/2022

Sono un centinaio: alcune famose, altre sconosciute, ma sono tutte modelli di energia, ingegno, creatività e spirito di iniziativa, oppure protagoniste di storie che hanno molto da insegnarci

Bergamo, 09/02/22, Teatro Donizetti - Stagione di Prosa 2021/22SE NON POSSO BALLARE ... NON E' LA MIA RIVOLUZIONE
ispirato a "Il catalogo delle donne valorose" di Serena Dandini
progetto drammaturgico Serena Sinigaglia
scrittura scenica Lella Costa e Gabriele Scotti
regia Serena Sinigaglia
ambientazione sonora Sandra Zoccolan
costumi Antonio Marrascon Lella Costaun progetto a cura di MISMAONDA
prodotto da Centro Teatrale Bresciano e Carcano Centro d'arte contemporanea
partner THE CIRCLE ITALIAFoto Luciano Rossetti © Phocus Agency - TUTTI I DIRITTI RISERVATI

“Un’idea folle”. Così, in un’intervista, Lella Costa ha definito ironicamente lo spettacolo super-virtuosistico “Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione”, che va in scena al Carcano di Milano dal 5 al 10 e poi ancora dal 12 al 14 aprile, con la regia di Serena Sinigaglia.

Le due co-direttrici artistiche del teatro meneghino hanno lavorato insieme a un progetto drammaturgico dedicato alle donne, in tutti i sensi: in un “one woman show” pieno di verve, ispirato al Catalogo delle donne valorose di Serena Dandini.

Lella Costa porta in scena un centinaio di donne intraprendenti, controcorrente, spesso perseguitate, a volte incomprese, certo non sufficientemente ricordate per i loro meriti. In pratica una protagonista al minuto, in una danza ideale che esalta la versatilità e il trasformismo dell’attrice che le presenta al pubblico.

Basta il nome

Entrano una dopo l’altra, chiamate a gran voce con una citazione, un accento, una smorfia, un lazzo, una canzone, una poesia, una risata o solo col nome, perché a volte non serve aggiungere altro.

Per dire basta all’oblio

“L’oblio nel quale sono finite tante, troppe storie di donne valorose è vergognoso. Ci sarebbe da ridere se non fosse da piangere. La storia dell’umanità è stata attraversata da moltissime femmine valorose, ma di loro sappiamo poco, quando non addirittura nulla. Le loro vicende non sono nei libri né tra i nomi di vie stradali, semplicemente non esistono. Eppure la storia l’hanno fatta e l’hanno cambiata” commenta la regista. Quelle donne, maestre e pioniere, entrano in un gran salone e ballano (i costumi sono di Antonio Marras). Chi sono? Marie Curie, prima donna insignita del Nobel nel 1903 (ne ricevette due a distanza di pochi anni, uno per la fisica e uno per la chimica), Tina Anselmi, primo ministro della nostra Repubblica, la poetessa Emily Dickinson, l’architetto Eleanor Raymond che inventò i pannelli solari, la danzatrice e coreografa Marta Graham, considerata la madre della danza moderna, la fotoreporter Ilaria Alpi, Anna Frank, simbolo immortale della tragedia della shoah, la divina Maria Callas, voce indimenticabile della lirica, la scrittrice Elsa Morante, la pittrice Artemisia Gentileschi, stuprata dal suo maestro Agostino Tassi nella Roma del Seicento, e ancora Eloisa, protagonista con Abelardo di una scandalosa storia d’amore e violenza nella Francia del XII secolo.

Spazio anche alle valorose sconosciute

E poi ci sono le figure meno conosciute, eppure geniali e legate a oggetti che usiamo ogni giorno, come Mary Anderson che inventò il tergicristallo o Lillian Gilbreth mamma della pattumiera a pedale. E le attiviste, come Ingrid Betancourt, simbolo della difesa dei diritti umani in Colombia, come Angela Davis che lottò per i diritti degli afroamericani, come Olympe de Gouges, autrice della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. C’è anche l’anarchica russa Emma Goldman, da una cui frase è ripreso il titolo dello spettacolo: un titolo che sottintende quanto le donne abbiano “un qualcosa” in più, quanto la ricchezza di sfumature della natura femminile possa migliorare il mondo.

Come fermare la rimozione del femminile nel mondo

Come ha dichiarato Lella Costa, “Mentre l’uomo invisibile è diventato una star del cinema, le donne spesso sono, e restano, del tutto invisibili”: invece bisogna colmare questa “rimozione del lato femminile del mondo” e l’inizio della riscoperta avviene proprio con questo spettacolo. Vi immergerete in un caleidoscopio di vite straordinarie, che vi offrirà tanti spunti, ora di riflessione ora di divertimento, in un mix di ironia, partecipazione emotiva, commozione, stupore e ammirazione.