Teatro fusion: gli spettacoli della nuova stagione mescolano musica, canto, racconto
Non solo appuntamenti di prosa classici. Le diverse forme d'arte si intrecciano per coinvolgere ed emozionare ancora di più gli spettatori
Fluidità, mescolanze inedite, creazioni che nascono dalla fusione di arti diverse: è una delle tendenze che stanno facendosi strada nei cartelloni teatrali. Per la stagione che inizia non aspettatevi, quindi, soltanto spettacoli tradizionali di prosa, o musical, concerti, performance di danza: sempre più spesso le varie forme di arte e di espressività si intrecciano, creando proposte inedite e coinvolgenti.
Protagonista di queste proposte è il bello in tutte le sue sfaccettature: perché unire mondi diversi in un mix multisensoriale accresce la suggestione e le emozioni per lo spettatore.
W le commistioni!
Il Teatro Carcano di Milano apre la stagione con il debutto di un’imponente produzione allestita proprio per questa location: “La tragédie de Carmen” di Peter Brooks, Jean-Claude Carrière e Marius Constant, con la regia di Serena Sinigaglia (11-17 ottobre). È un adattamento dalla Carmen di Bizet in cui si canta e si parla, con l’orchestra del Conservatorio G. Verdi di Milano, la direzione di Takahiro Maruyama e, in scena, un gruppo di giovani diplomandi del Conservatorio alla loro “prima”. Se non conoscete l’opera lirica da cui lo spettacolo è tratto, non temete: come spiega la regista, partitura e libretto offrono lo spunto per “giocare” e “osare”, proponendo una sperimentazione narrativa e musicale con tagli e nuovi montaggi, proprio come si fa negli adattamenti dei testi in prosa. L’obiettivo è «la ricerca del nocciolo profondo e assoluto dell’opera. Ogni personaggio richiama un archetipo e le grandi questioni della storia dell’umanità, cioè la libertà, l’ineluttabilità del destino, il binomio amore e morte, il femminicidio, la violenza» spiega Sinigaglia. Carmen diventa così un simbolo, come le eroine delle tragedie greche. La scelta di una pièce così inconsueta vuole ribadire anche la natura trasversale e multidisciplinare del teatro milanese sotto la direzione artistica di Lella Costa e Serena Sinigaglia.
Gli altri appuntamenti
Nel corso della stagione, nei teatri di tutta Italia, sono previsti tanti altri appuntamenti costruiti sulle commistioni fra generi. Eccone alcuni.
La figura pop di San Francesco di Assisi è protagonista di “Fra”, di e con Giovanni Scifoni, in programma al Duse di Bologna il 3 e 4 gennaio 2024. In questo caso un monologo viene accompagnato da laudi medievali e orchestrato da Luciano Di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli con strumenti musicali antichi. Il testo si interroga sul potere persuasivo esercitato dal poverello di Assisi che, come recita il sottotitolo dello spettacolo, fu una “Superstar del Medioevo”.
Il 27 e 28 febbraio, al Manzoni di Milano, Vittorio Sgarbi è autore e mattatore sulla scena: il suo spettacolo “Antonio Canova e la scultura dell’800” è un intreccio di arti figurative, parole e musica, un viaggio in cui il critico mostra e analizza le più famose opere dello scultore veneto, massimo esponente del neoclassicismo, ma crea anche dialoghi immaginari fra Canova e altri artisti a lui coevi (e non). «L’opera d’arte rende vera la vita, perché dà vita eterna a ciò che non è presente» sintetizza Sgarbi, che è accompagnato dal vivo da Carlo Bergamasco al pianoforte e da Marcello Corvino al violino.
Una grande attrice, Ottavia Piccolo, e l’ensemble dei solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo sono sul palco al Teatro Goldoni di Venezia il 2 marzo con “Cosa nostra spiegata ai bambini” di Stefano Massini. Se riuscissimo a spiegare la mafia ai più piccoli, trovando le parole giuste, tutto sarebbe più semplice: eppure le parole più semplici sono a volte le più difficile da trovare. Lo si può fare solo a teatro e qui viene raccontata la storia di Palermo dai primi anni Ottanta, con Elda Pucci, prima sindaco donna della città, poi uccisa da Cosa Nostra, e con tante vicende della nostra storia recente, fra attentati, vittime innocenti, orrori e misteri.
Nella seconda metà della stagione, un altro connubio di prosa e musica classica arriva con “La pianista perfetta” di Giuseppe Manfridi, con la regia di Maurizio Scaparro, in scena al Ciak di Roma dal 3 al 5 maggio. Qui Guenda Goria, attrice già premiata per questa performance, è anche pianista e suona dal vivo. Racconta la storia e la forza di Clara, moglie del compositore tedesco Robert Schumann, che a trent’anni era già madre di otto figli e una leggenda della musica mondiale. Brani di Schumann, Beethoven, Mendelssohn, Brahms e Listz, oggi colonna sonora dello spettacolo, furono per Clara anche un rifugio dai dolori e dalle tragedie della vita.
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