Star: di cosa parlano (e straparlano) sui social
Da Lady Gaga a Lana Del Rey tutte commentano, denunciano, si sfogano. A volte per portare avanti battaglie importanti, altre solo per aumentare i like (e la figuraccia è dietro l'angolo)
L’epoca in cui le stelle si facevano ammirare da lontano è ormai tramontata. Si sfogano sui social come persone qualsiasi, discutono apertamente di salute mentale e bodyshaming e stanno dimostrando di avere una coscienza politica e sociale che va oltre la condivisione di hashtag. Certo, per ogni Billie Eilish che riesce a trasformare una pioggia di insulti in energia creativa c’è anche una Lana Del Rey che avrebbe fatto meglio a riflettere prima di postare. E per ogni John Boyega che mette ciò che è giusto davanti alla carriera, c’è anche una Lea Michele che viene sbugiardata in mondovisione.
Grandi poteri e grandi responsabilità
Mai come oggi essere famosi è un peso e un privilegio. C’è chi lo sa usare con maestria, come Lady Gaga che accompagnando il lancio di Chromatica ha rilasciato interviste in cui discute apertamente dei suoi problemi di salute mentale, cercando di educare il pubblico su questioni complesse come l’autolesionismo e il senso di vergogna che accompagna la sofferenza emotiva. Oppure come Billie Eilish, che è scivolata fuori dai suoi abiti larghissimi per affermare con un cortometraggio che il suo corpo non dovrebbe mai essere oggetto di discussione pubblica.
Le parole, sono importanti. E le ragazze non hanno alcuna responsabilità verso le cose orribili che altra gente sceglie di scrivere commentando quanto sono vestite, se troppo o troppo poco.
La netiquette degli sfoghi
Il video di Billie ha ottenuto 13 milioni di visualizzazioni e una vittoria schiacciante sugli haters, risultato non alla portata di tutte. Basta pensare a Lana Del Rey, che per affermare il suo diritto a dirsi femminista ha attaccato in maniera passivo-aggressiva le colleghe che ritiene abbiano costruito la propria carriera sull’essere sexy e desiderabili, tra cui Ariana Grande, Nicki Minaj e Beyoncé. Uno scivolone che Internet non le ha perdonato, rovesciandole addosso un’ondata di critiche. La goffaggine di Lana Del Rey rischia di impallidire rispetto a quella con cui Lea Michele, storica protagonista di Glee, ha espresso la sua solidarietà con il movimento #BlackLivesMatter. Quello che ha detto è vero: George Floyd non meritava di morire in questo modo, così come le tante vittime i cui nomi vengono scanditi durante le proteste. Peccato che la sua indignazione sia sembrata poco sincera alla collega Samantha Marie Ware, che le ha rinfacciato la miriade di crudeltà subite sul set incluse le micro-aggressioni a sfondo razziale. Scusarsi pubblicamente non è bastato: il tweet le ha bruciato sia la reputazione che la collaborazione con la compagnia HelloFresh.
L’importanza di metterci la faccia (e anche il corpo)
Sulla questione razziale c’è però anche chi si sta impegnando seriamente, a costo di correre anche dei rischi in prima persona. La solidarietà espressa da molti volti noti dello spettacolo non è solo una questione di donazioni o di hashtag. Le parole di John Boyega (Finn nell’ultima trilogia di Star Wars) durante la manifestazione di Londra sono significative: “Le vite dei neri sono sempre state importanti. Ora è il momento di dimostrarlo e io non aspetto più”, anche se questo dovesse costargli la carriera. A esporsi ripetutamente e pubblicamente sono stati anche i colleghi Michael B Jordan e Jamie Foxx, Cole Sprouse di Riverdale (sfiorando l’arresto) e la cantante Halsey – che insieme all’ex-fidanzato Yungblud ha distribuito medicazioni a chi è stato ferito durante le manifestazioni da proiettili di gomma o gas lacrimogeno.
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