22/11/2024

X Factor 2024: le pagelle del quinto live

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 22/11/2024 Aggiornato il 22/11/2024

È Lowrah ad uscire da X Factor ad un passo dalla semifinale, dopo una puntata a base di inediti e di qualche discussione tra i giudici

punkake

Finalmente si sono scaldati gli animi a X Factor 2024. D’altra parte, con l’avvicinarsi della finale e la gara che si fa più dura e serrata, è inevitabile che il mood “peace and love” che ha caratterizzato questa edizione lasci un pochino di spazio a qualche “scambio di opinione” un po’ acceso tra i giudici (ma ne parleremo).

Tutto al femminile l’opening del quinto Live Show, affidato a Paola Iezzi e a Giorgia che si sono esibite sulle note di Vogue e Music di Madonna e di I Wanna Dance with Somebody di Whitney Houston. Special guest sono stati invece i Coma Cose.

A differenza di quanto annunciato, non ci sono state due eliminazioni, però qualcuno ha dovuto comunque lasciare il talent ed è stato il turno di Lowrah.

E gli ascolti? Anche questa settimana sono in crescita.

La prima manche dedicata agli inediti

Gli artisti rimasti in gara hanno finalmente avuto la possibilità di presentare i loro inediti. In generale si registra un livello piuttosto alto, con alcuni brani dal respiro internazionale. E possiamo dire che, ora più che mai, X Factor si distingue dagli altri talent proprio perché in grado di intercettare e dare spazio a talenti anche lontani dai canoni del monotono mainstream italiano degli ultimi anni.

 

Les Votives (Achille Lauro) con Monster: è il pezzo “brit-rock” che ci aspettavamo da loro, vibrante ed elegante. Vorremmo ascoltarne di più di brani così in Italia. 9

 

Lowrah (Paola Iezzi) con Malasuerte: non ci sono dubbi sul suo talento, ma ci chiediamo perché debba sprecarlo con un brano dal ritmo reggaeton piuttosto dozzinale. 6

 

Punkcake (Manuel Agnelli) con Gloom: al di là del mood goliardico che li ha sempre contraddistinti, loro sono dei musicisti che fanno sul serio e lo confermano con questo pezzo di puro punk di alto livello. All’estero sarebbero già in cima alle classifiche (in Italia in pochi li capiranno, purtroppo). 10

 

Francamente (Jake La Furia) con Fucina: canzone meravigliosa, che ci ha fatto venire i brividi e mette totalmente in luce la sua intensità cantautorale ed espressiva. A noi ha ricordato un po’ quel mood che si respirava nella musica di Franco Battiato. Lo diciamo: lei si meriterebbe di vincere questa edizione di X Factor. 10

 

Patagarri (Achille Lauro) con Caravan: sono riusciti a sorprenderci con un pezzo “contaminato”, molto energico e travolgente. 7

 

Lorenzo Salvetti (Achille Lauro) con Mille concerti: è giovanissimo, ma ha le sue radici musicali nel cantautorato italiano e lo dimostra anche in questo inedito, che fa intravedere una certa maturità artistica. 7/8

 

Mimì (Manuel Agnelli) con Dove si va: scritto da Madame, questo è un pezzo pop molto orecchiabile e potente. Mimì si conferma brava, ma noi continuiamo a considerarla acerba rispetto agli altri concorrenti. 7+

 

La meno votata risulta Lowrah, che finisce in ballottaggio.

 

Seconda manche a tutta cover

Con la seconda manche gli artisti (tranne Lowrah) tornano alle cover assegnate dai giudici.

 

Lorenzo Salvetti con Tango di Tananai: un pezzo malinconico, perfettamente nelle sue corde. Però ci piacerebbe ogni tanto vederlo uscire dalla sua comfort zone. 7-

 

Punkcake con Maps degli Yeah Yeah Yeahs: questo è un brano bellissimo, di grande intensità, che poteva essere scivoloso per loro, ma non lo è stato. E vogliamo parlare poi di Sonia che stavolta ci ha stupito svelandoci le sue doti canore? 10

 

Francamente con Believe di Cher: versione acustica di un brano iconico, a cui Francesca ha dato come sempre il suo tocco magico. E qui tiriamo fuori un altro paragone: lei potrebbe essere considerata la nostra Ani DiFranco. 9/10

 

Mimì con Liliac Wine di Nina Simone: non ce ne voglia questa giovane artista, ma quello che abbiamo visto-ascoltato è stato un bell’esercizio di virtuosismo vocale e nulla più. Oltre alla tecnica vogliamo percepire di più a livello emozionale. 7

 

Les Votives con You Know I’m No Good di Amy Winehouse: sulla carta questa cover non era facile, ma la band è riuscita a farne una bella versione personalizzata. 7/8

 

Patagarri con mash up tra Tu vuò fa l’americano di Renato Carosone e Bella ciao: incrocio musicale interessante. Loro rappresentano una realtà particolare che va preservata. 7+

 

Purtroppo i meno votati risultano i Punkcake, che però vincono al ballottaggio su Lowrah, su decisione dei giudici.

 

Le pagelle a conduttrice e giudici

Riprendiamo quindi il capitolo “scaramucce tra giudici”. Ad accendere la miccia è stato Achille Lauro, che si è lamentato con Jake La Furia dopo che lui aveva tessuto le lodi dei Punkcake sottolineando in sostanza che per i Patagarri lui usa un altro metro di giudizio. Ebbene sì: la “pietra dello scandalo” sono stati proprio i Patagarri, tanto che è saltato fuori che Manuel Agnelli è stato minacciato da fan della band per i giudizi espressi. Per fortuna che c’erano Paola e Giorgia a calmare gli animi. E comunque alla fine hanno fatto tutti pace, perché alla base del loro rapporto c’è rispetto e questo è un bel messaggio che arriva anche a casa.

 

Giorgia: ha superato la prova “tensione in studio” benissimo e, quando le è capitato di fare un piccolo errore, si è ripresa subito alla perfezione. 8

 

Paola Iezzi: stavolta i suoi “compagni di banco” sono stati più agitati del solito, ma lei è riuscita a calmare gli animi. E ha mantenuto l’aplomb anche quando ha dovuto salutare la sua ultima concorrente. 9

 

Manuel Agnelli: ha cercato in tutti i modi di stare calmo e ad un certo punto ha tirato fuori anche un cuscinetto per la cervicale. La sua ironia è stata preziosa. 8+

 

Jake La Furia: lui invece ha perso la pazienza e non ci è andato leggero con Lauro, ma d’altra parte è stato provocato. 7

 

Achille Lauro: non si può dire nulla di lui come giudice, dato che è l’unico che porta in semifinale la sua squadra per intero. Però la domanda nasce spontanea: c’era proprio bisogno di dare il via all’ “affaire Patagarri”?. 6/7