05/12/2024

Teatro, il nuovo anno inizia fra donne

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 05/12/2024 Aggiornato il 20/12/2024

Sono le protagoniste indiscusse dei cartelloni delle prime settimane del 2025: registe, grandi attrici e storie con figure femminili di ieri e di oggi, eroine del mito o libertine, popolane o manager, vincenti o sottomesse

UNA GIORNATA QUALUNQUE

Quello dell’universo femminile, con le sue molteplici sfaccettature, problematiche, emozioni e storie, è senza dubbio il tema più approfondito negli spettacoli di tutta la stagione: è molto apprezzato dal pubblico delle signore, che si immedesimano e ben comprendono i personaggi in scena, ma è interessante anche per gli uomini, cui vengono offerte chiavi di lettura nuove e utili per conoscere meglio le donne con cui condividono la vita. Anche le prime settimane del nuovo anno, dunque, portano sulle scene famose attrici che interpretano donne fragili o sofisticate, dissacranti o nevrotiche, vittime o vincenti, spesso con la direzione di registe donne.

Arrivano dalla storia, dalla mitologia, dalla contemporaneità, dalla realtà o dalla fantasia, riflettendo situazioni paradigmatiche che insegnano a comprendere meglio l’animo umano.

Su il sipario!

A Roma il Manzoni ospita dal 9 al 26 gennaio “Letizia va alla guerra – la suora, la sposa e la puttana” con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo, guidati dal regista Adriano Evangelista. Tre donne del popolo, irrimediabilmente travolte dalla guerra nel loro quotidiano, si ritrovano a compiere piccoli grandi atti di coraggio in nome dell’amore: una giovane sposta partita per il fronte carnico durante la Prima guerra mondiale per ritrovare il marito combattente, un’orfanella cresciuta dalle suore e riconosciuta dalla zia sono una volta maggiorenne, una suora dai modi bruschi che prende i voti in tarda età e che si rivela legata alle prime due.

La serie DUSEracconti-Storie di donne torna anche quest’anno al Teatro Duse di Bologna con cinque appuntamenti. Il 29 gennaio debutta Caterina Guzzanti con “Secondo lei”, il suo primo testo di prosa e prima regia. Affiancata da Federico Vigorito, l’attrice affronta il tema della fragilità in un intimo e delicato flusso di pensiero sul rapporto di coppia. Una storia sulla crisi tanto del maschio quanto della femmina, in cui dolore e ironia convivono nelle dinamiche paradossali della vita a due. Dal 18 febbraio sempre al Teatro Duse di Bologna ritorna Arianna Porcelli Safonov con il nuovo spettacolo intitolato “Alimentire”. Sotto la sua ironica lente d’ingrandimento finisce, questa volta, l’universo del cibo. Una riflessione, divertente e dissacrante, sull’alimentazione divenuta ossessione per la cucina gourmet nell’intricata selva fatta di sofisticazioni e intolleranze alimentari, chef, sommelier, diete e buffet. La rassegna si conclude con Gaia De Laurentiis, protagonista della commedia di Dario Fo e Franca Rame “Una giornata qualunque” (dal 20 marzo), con la regia di Stefano Artissunch, che è anche interprete: un caustico ritratto delle nevrosi femminili condensato nella storia di Giulia, manager pubblicitaria che, circondata da aggeggi elettronici, vive il disordine e la solitudine post divorzio. Decisa a farla finita, si appresta a filmare un ultimo video-messaggio al marito, ma le cose non andranno come previsto e lei stessa si renderà conto di non essere la sola ad avere problemi, perché il mondo fuori da casa è strapieno di solitudine. Quest’ultimo spettacolo è in tournée dal 19 febbraio e tocca anche Siena, Milano (al Manzoni il 29 aprile) e Campi Bisenzio (FI).

Milena Vukotic, al Teatro Franco Parenti di Milano dal 28 gennaio al 9 febbraio, è “Milena ovvero Émilie du Châtelet”, matematica e fisica del diciottesimo secolo dalle qualità strabilianti, ribelle, libertina, dotata di raffinata intelligenza e immancabile umorismo. La regia è di Maurizio Nichetti.

Al Gobetti di Torino le serate dal 28 al 30 gennaio sono dedicate a tre figure del mito greco: “Trilogia delle donne dal mito ai social”, di Luciano Violante, con Viola Graziosi in scena e la regia di Giuseppe Dipasquale, Clitennestra, Medea e Circe.  Ciascuna di queste donne incarna aspetti universali e tragici dell’esperienza umana, trasmettendo temi ancora vivi nella nostra contemporaneità. Clitennestra, che rivendica una giustizia negata, è simbolo del conflitto tra vendetta e giustizia. Medea, che uccide i propri figli per sottrarli alla schiavitù, rappresenta l’affermazione della propria dignità di donna. Circe evoca la complessità del potere femminile e del dolore umano.

Gli spettacoli in chiave femminile sono un filone particolare anche del Carcano di Milano. Dal 24 al 26 gennaio Serena Sinigaglia dirige un folto gruppo di attrici (sono quasi tutte donne) nella versione italiana di The Welkin di Lucy Kirkwood. “L’empireo”, questo è il titolo della pièce, è ambientato a metà del Settecento nell’Inghilterra rurale. Come spiega la traduttrice, Monica Capuano, “racconta la storia di una giuria di dodici donne convocate da un giudice che non può giustiziare per omicidio una ragazza perché si dichiara incinta. La giuria femminile dovrà decretare la verità o meno di questa affermazione, e avrà in questo modo su di lei potere di vita o di morte. Da questo microcosmo femminile, emergono le questioni fondamentali e intramontabili della vita delle donne di qualsiasi epoca: primo tra tutti, il trattamento iniquo che la legge scritta dagli uomini esercita ancora oggi sulle donne e sul loro corpo”. Dal 20 al 23 febbraio è invece in cartellone “L’assaggiatrice di Hitler”, con Silvia Gallerano e Alessia Giangiuliani, regia di Sandro Mabellini, tratto dal romanzo Le assaggiatrici di Rosella Postorino (premio Campiello 2018) che racconta la vita di Margot Wolk, l’assaggiatrice del Führer, che aveva l’ossessione di essere avvelenato. È la storia di una donna fragile e incapace di reagire come molti alle violenze e ai soprusi del periodo nazista.