19/02/2025

Serie tv: Vanessa Scalera ed Eduardo Scarpetta mirano dritto al cuore con Storia della mia famiglia

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 19/02/2025 Aggiornato il 19/02/2025

La toccante serie tv in 6 episodi debutta su Netflix. Preparate i keenex! Ma i protagonisti vi strapperanno anche qualche risata

Storia della mia famiglia

Il 2025 è iniziato da poco, ma possiamo già dire di esserci imbattuti in una delle serie tv più belle dell’anno. Si tratta di Storia della mia famiglia e sarà disponibile su Netflix, con i suoi sei episodi, dal 19 febbraio, una serie dramedy creata da Filippo Gravino (che l’ha poi scritta con Elisa Dondi), diretta da Claudio Cupellini e prodotta da Palomar (a Mediawan Company), che tocca nel profondo e commuove (preparate i kleenex), riuscendo però talvolta a strapparci anche un sorriso. A rendere ancora più speciale questa storia dolcemente struggente è un cast formato da attori veramente straordinari come Eduardo Scarpetta, Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna, Antonio Gargiulo, Gaia Weiss, Filippo Gili e i piccoli Jua Leo Migliore e Tommaso Guidi, a cui si aggiunte Aurora Giovinazzo.

Una famiglia allargata

Fausto è un uomo simpatico, dolce e affascinante, che ama profondamente la vita. Però è gravemente malato, sa che non gli manca molto, così cerca di preparare i suoi cari al doloroso distacco. Fausto è padre dei piccoli Ercole e Libero, di cui ha l’affidamento esclusivo da quando si è separato dalla moglie Sarah.

Il suo desiderio è che sua madre Lucia e suo fratello Valerio, insieme ai suoi migliori amici Maria e Demetrio, diventino una famiglia e si occupino dei bambini. Ci riusciranno?

La parola a Claudio Cupellini

«Questa serie ha un pregio particolare, non si limita a raccontarci la difficoltà e la complessità dei rapporti genitoriali, ma allarga il suo sguardo su un mondo molto più ampio, che è quello di una famiglia allargata, un gruppo di persone che si stringe attorno a due bambini per preservarne la serenità e dare loro un futuro di speranza» – spiega il regista – «Questo gruppo è in realtà una tribù, un insieme di esseri umani che non sono necessariamente legati da rapporti di sangue, ma che sono uniti per un fine e un bene più grandi dei semplici, freddi dati familiari. Storia della mia famiglia si presentava quindi come un racconto corale, una storia variegata dove avevo l’occasione di scavare dentro i cuori e i pensieri di personaggi molto diversi tra loro, uniti però da una caratteristica comune che non è dato incontrare spesso sia nel mondo cinematografico sia in quello seriale: una strabordante umanità, un cuore vivo e pulsante, che tra mille problemi e infiniti inciampi riesce a colmare i difetti e le imperfezioni tipiche di ogni essere umano».