Serie tv: arriva su Sky L’arte della gioia, diretta da Valeria Golino
Arriva finalmente su Sky, dal 28 febbraio, la serie tv L'arte della gioia ispirato all'omonimo romanzo di Goliarda Sapienza con Tecla Insolia come protagonista e un supercast composto da Valeria Bruni Tedeschi, Jasmine Trinca, Guido Caprino
Dopo la première al Festival di Cannes e un passaggio nelle sale (risalente al maggio 2024) arriva finalmente sul piccolo schermo L’arte della gioia, la serie tv liberamente adattata dall’omonimo romanzo cult di Goliarda Sapienza e diretta da Valeria Golino. Una vera opera d’arte dal sapore cinematografico, che avvolge e travolge, affascina e turba; confonde i confini del bianco e nero, del giusto e dello sbagliato.
Un vero inno alla libertà: di vita e sessualità (della protagonista), ma anche di pensiero e creatività (dell’autrice, della regista, degli attori e di tutto il team che ha portato alla nascita di questo gioiello).
Al centro della narrazione c’è Modesta, interpretata in maniera sorprendente da Tecla Insolia, che ha al suo fianco altri straordinari attori come Valeria Bruni Tedeschi, Jasmine Trinca e Guido Caprino. A completare il cast Alma Noce, Giuseppe Spata e Giovanni Bagnasco.
L’appuntamento è dal 28 febbraio, ogni venerdì, su Sky Atlantic e in streaming su NOW.
Alcune curiosità
L’arte della gioia è una serie Sky Original di sei episodi (prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film), la cui sceneggiatura è firmata dalla stessa Valeria Golino insieme a Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo. Sul fronte regia segnaliamo che il quinto episodio è stato diretto da Nicolangelo Gelormini.
La serie è stata girata principalmente in Sicilia, a cui si sono aggiunte alcune location nel Lazio.
La colonna sonora (che in questa serie risulta una componente fondamentale) è stata realizzata dal compositore islandese Tóti Guonason, già nel team vincitore del Premio Oscar per la Miglior Colonna Sonora Originale per il film Joker.
Ricordiamo che il romanzo di Goliarda Sapienza (che ora trovate edito da Einaudi) ha avuto un percorso travagliato: rifiutato per quasi trent’anni dalle case editrici italiane, venne scoperto in Germania e pubblicato in Francia dieci anni dopo la morte della sua autrice. Se volete approfondire la conoscenza dell’autrice, anche in relazione alla sua Modesta (personaggio ribelle, sovversivo e a suo modo scandaloso) vi consigliamo di vedere il documentario L’arte della gioia. Goliarda Sapienza disponibile su Sky Arte e NOW.
Una storia di emancipazione
Modesta è nata in Sicilia il primo gennaio del 1900 da una famiglia povera e in un contesto per nulla facile. Dopo un tragico incidente, ancora bambina, rimane sola e viene accolta in un convento dove, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, diventa la protetta della Madre Superiora (Madre Leonora). Crescendo, il suo percorso di vita la porterà alla villa della Principessa Brandiforti, dove si renderà indispensabile ottenendo sempre più potere nel palazzo. Questo suo incessante movimento di emancipazione si accompagna a un percorso di maturazione personale e sessuale, che la porta a varcare il confine tra lecito e illecito, conquistando giorno dopo giorno il suo diritto al piacere e alla gioia.
La parola a Valeria Golino
«Inizialmente la nostra intenzione era quella di realizzare un film. Ci abbiamo lavorato parecchi mesi, senza però trovare una quadra dato che il libro contiene tantissime cose. Raccontare la disobbedienza di Modesta, che è anche quella dei contenuti dell’autrice, dando non senso compiuto in poco tempo era complesso e da lì abbiamo deciso di farne una serie. Ci abbiamo lavorato per ben due anni» – spiega Valeria Golino durante la conferenza stampa – «Ho imparato tantissime cose facendola, ci abbiamo messo tutta l’attenzione, la passione e persino le nostre contraddizioni per fare in modo che risultasse un racconto esistenziale e non solo di fatti. Per me è la terza regia e devo dire che ho sentito molto l’importanza dei collaboratori, dagli sceneggiatori a Nicolangelo che ha firmato il quinto episodio, passando per gli attori che mi hanno sorpreso. È stato un lavoro collettivo, è come se avessi filtrato tutto questo talento».
Pare che la Francia sia uno dei pochi paesi a non aver ancora acquistato la serie, una cosa che ha sorpreso la regista: «Pare che alcuni contenuti siano stati considerati troppo scabrosi dai network, quindi non adatti al prime time. Io devo dire che lo trovo un po’ inquietante».
…e agli attori
A proseguire il discorso è Valeria Bruni Tedeschi (che interpreta la Principessa Gaia Brandiforti): «Il libro era stato inizialmente censurato in Italia, mentre era uscito in Francia ottenendo un grande successo. Ora la serie sta seguendo il destino inverso, la Francia è diventata molto moralista, in modo profondamente pericoloso. Vivendo lì mi sembra giusto sottolinearlo. La serie ha il coraggio e la bellezza di raccontare l’umanità nella sua complessità: questo in Italia è ancora possibile e possiamo esserne fieri». E aggiunge: «Il mio personaggio è complesso come gli altri: è cattiva, tenera, sola, vecchia, giovane. Per un attore è l’acqua più bella in cui possiamo nuotare e io non ho potuto che immergermi in questo mare con Valeria che mi guardava».
Invece Tecla Insolia, che veste i panni della protagonista Modesta, racconta: «Ricordo il periodo delle riprese come una bolla temporale in cui poteva succedere di tutto e noi eravamo liberi di farlo, sapendo che avevamo il filtro dello sguardo di Valeria, che rifiuta la volgarità e sa guidare. Modesta è un personaggio complesso, non tanto perché conturbante, ma per il fatto che si muove sugli eccessi. È il sogno di ogni attrice».
Altra presenza di spicco è quella di Jasmine Trinca: «La conoscenza di Madre Leonora passa dall’esperienza, dall’attraversare la vita che è la fonte maggiore della sapienza. Lei consegna la libertà a questa ragazza dalla fame maleducata. È importante come Valeria racconta il desiderio femminile e il corpo, che non solo subisce ma si afferma anche in maniera feroce e gioiosa».
Che dice invece Guido Caprino del suo Carmine? «Rappresenta il maschio in tutti i suoi aspetti, però non scade nel cliché. Anche perché c’è una libertà che comprende tutti i personaggi».
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