Sanremo 2025: le pagelle della prima serata
Ottimo esordio, anche in termini di ascolti, per la 75esima edizione del Festival di Sanremo targata Carlo Conti. Molte le canzoni che ci sono giù entrate nel cuore
È stato un ritorno all’eleganza e alla musica come assoluta protagonista, non a caso il pubblico sta premiando anche in termini di ascolti il 75esimo Festival di Sanremo. La prima serata ha fatto registrare il 65,3% di share con 12 milioni 600 mila spettatori (Total Audience).
Dopo anni di serate interminabili dai tempi dilatati (con vari siparietti ed espedienti – vedi monologhi) e di Big selezionati in base ai numeri e ai like (oltre che ai gusti adolescenziali), la kermesse ha riscoperto la sua essenza però non guardando al passato (come allude qualcuno), ma proiettandosi sempre verso il futuro.
Un futuro fatto di tante voci e stili, dove si lascia finalmente da parte l’omologazione, spesso a favore della riflessione.
Merito di Carlo Conti, che ha fatto uno splendido lavoro come direttore artistico e si conferma un signore della tv italiana.
Dall’omaggio ad Ezio Bosso allo show energico di Jovanotti
Opening emozionante con l’omaggio a Ezio Bosso (scomparso 5 anni fa), che nel 2016 era stato ospite proprio di un Festival condotto da Carlo Conti. Nel corso della serata si sono poi ricordati altri personaggi che purtroppo non sono più tra noi, ovvero Fabrizio Frizzi e Sammy Basso.
Noa e Mira Awad si sono esibite sulle note di Imagine (cantata in ebraico, arabo e inglese), introdotte da un messaggio video del Papa: un bellissimo inno alla pace.
Un momento di grande spettacolo ci è stato regalato da Jovanotti che ha presentato un medley dei suoi successi presentando anche nuovi brani tratti dall’ultimo album Il corpo umano vol. 1. L’artista non si è presentato da solo: si è esito prima accompagnato dai Rockin’ 1000, poi da Dardust e infine ha portato sul palco a sorpresa (anche se della sua presenza si vociferava) Gianmarco Tamberi per un piccolo reading. E per l’occasione l’atleta ha annunciato che parteciperà alle Olimpiadi di Los Angeles nel 2028.
Si è ballato anche con Raf, primo protagonista del Suzuki Stage, che ha cantato l’iconica Self Control: una hit che ha 41 anni eppure non li dimostra!
Promossi e bocciati
Prima di entrare nel cuore del Festival, ovvero i brani in gara, non possiamo che commentare positivamente il primo trio alla conduzione di questa 75esima edizione. Carlo Conti ha voluto al suo fianco, per rompere il ghiaccio, gli amici e collegi Antonella Clerici e Gerry Scotti: una scelta che si è rivelata, come previsto, vincente. Parliamo infatti di professionisti che insieme hanno creato una perfetta alchimia, dando spessore e al tempo stesso leggerezza alla serata. Per loro un bel 10. E lode a Carlo per il ritmo che ha dato alla gara, finendo ad un’ora decente.
Molto deludente invece l’esordio del DopoFestival di Alessandro Cattelan: un programma senza brio e senza un reale filo logico, che non è stato trovato nemmeno quando si è cercato di commentare i vari elementi dello show appena visto. Lo stesso Alessandro a volte sembrava confuso e abbiamo trovato per nulla a fuoco il cast fisso, di cui salviamo solo Anna Dello Russo che almeno ci ha dato delle lezioni di moda. 5
Le pagelle dei primi 15 artisti
Piccola premessa: il livello delle canzoni è in generale piuttosto alto, a parte qualche esempio di “fast-music” pensata solo per le radio e gli stream che non ci hanno fatto impazzire.
Gaia – Chiamo io chiami tu: tra i pezzi di cui sopra proprio questo. Certo, è orecchiabile e ballabile (come dimostra la coreografia portata sul palco), ma niente di che. Lo stesso vale per il look scelto: un abito lungo color nude e accessori “too much”. 5/6
Francesco Gabbani – Viva la vita: è salito sul palco elegantissimo, con una bella canzone che (come si può intuire dal titolo) è un vero inno alla vita e alla straordinarietà delle piccole cose. 7/8
Rkomi – Il ritmo delle cose: un brano che cattura subito e con un testo per nulla banale. Lui è bravo e meriterebbe più attenzione anche da parte della stampa. Il look? Total white (a petto nudo, as usual). 7+
Noemi – Se t’innamori muori: ballad molto intensa (perfetta per Sanremo) impreziosita dalla sua voce graffiante. E che dire del suo abito alla Rita Hayworth da vera diva. 8
Irama – Lentamente: canzone totalmente priva di ritmo e slancio, tanto che stavamo per addormentarci sul divano. Ha però voluto esagerare nell’outfit con un cappotto maxi in stile militare. 5+
Coma_Cose – Cuoricini: canzone pop-frizzante e ironica davvero irresistibile. Possiamo dire che sono i nostri Albano e Romina 2.0? A livello di look e make up sembrano usciti da un film di Tim Burton. 7+
Simone Cristicchi – Quando sarai piccola: sapevamo che sarebbe riuscito a toccarci nel profondo e a commuoverci. Questa canzone è di una bellezza disarmante. Ci è piaciuto molto anche l’outfit firmato Antonio Marras 10
Marcella Bella – Pelle diamante: pezzo grintoso, proprio come lei che troviamo decisamente in forma, anche nel look. 6/7
Achille Lauro – Incoscienti giovani: c’erano molto aspettative nei confronti di questo pezzo, non vogliamo dire che le ha deluse, ma forse necessita di qualche ascolto in più per percepirlo come dovrebbe. Impeccabile invece il suo abito iper-elegante di alta sartoria firmato Dolce & Gabbana. 7-
Giorgia – La cura per me: canzone intensa che valorizza la potenza vocale ed emozionale di un’artista come lei. Ci è piaciuto molto anche il suo abito lingerie nero di Dior, che le ha dato un tocco di sensualità. 9
Willie Peyote – Grazie ma no grazie: la sua intelligente ironia lascia ancora una volta il segno su ritmi funky. Non male l’outfit. 7
Rose Villain – Fuorilegge: questa canzone invece il segno non lo lascia nemmeno per sbaglio. Da lei purtroppo sempre la stessa musica e scatta la noia. Il look? Il rosso non le dona. 5
Olly – Balorda nostalgia: nelle ultime settimane abbiamo letto i pronostici darlo tra i favoriti alla vittoria, ma il primo posto ci sembra un po’ esagerato anche se il pezzo non è male. Look troppo casual. 7-
Elodie – Dimenticarsi alle 7: brano che mette insieme sia l’anima melodica che quella più pop-dance di questa artista, che ha sempre una grande padronanza del palco. Affascinante e carismatica. Bella la scelta dell’abito argento molto semplice, che lei valorizza. 8-
Shablo Ft. Guè, Joshua, Tormento – La mia parola: gran bel pezzo urban, caldo e raffinato. E outfit coordinati complimenti. 7
…e degli altri 14
Queste invece sono le prime impressioni sulle canzoni degli altri artisti e dei loro outfit. A tal proposito segnaliamo due trend: il black & white e l’“effetto Ferrero Rocher” a cui hanno dato un forte contributo anche Jovanotti e Antonella Clerici.
Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore: grandissimo artista e interprete, un signore della musica italiana da cui molti dovrebbero imparare. Look black and white 7/8
Tony Effe – Damme ‘na mano: è l’artista più discusso di questa edizione e ha deciso in qualche modo di “cambiare pelle” (ha anche coperto i tatuaggi) legandosi alla tradizione romana e ispirandosi a Franco Califano. Peccato che questa canzone sia proprio bruttina. Il total white del suo outfit è forse l’unica cosa che salviamo. 4+
Serena Brancale – Anima e core: una fuoriclasse che ha portato il suo mondo artistico sul palco dell’Ariston, con un pezzo travolgente tutto da ballare e cantare. Anche lei sceglie il rosso, peccato per l’abbinamento con quei stivaletti argentati. 8
Brunori Sas – L’albero delle noci: non delude le attese portando sul palco dell’Ariston la grande musica d’autore, con un pezzo meraviglioso di pura poesia. Promosso anche l’outfit custom made di Boglioli. 10
Modà – Non ti dimentico: un gradito ritorno con una delle loro belle ballate di ampio respiro. La voce di Kekko sempre intensa. Il look? Per noi è sì. 8
Clara – febbre: pezzo pop dalla struttura per nulla banale, che le permette di giocare molto con la voce. Ottima interpretazione. Splendido outfit, raffinato e sensuale. 7/8
Lucio Corsi – Volevo essere un duro: anche con lui questa edizione del festival alza l’asticella. Artista speciale e giovane poeta del contemporaneo, ha presentato una canzone che è un piccolo e prezioso gioiello. 9/10
Fedez – Battito: ha dimostrato di essere più forte dei dissing e del gossip, portando un pezzo suggestivo e di forte impatto. Ascoltando il testo, in cui lui si mette a nudo ma rende l’autobiografia universale toccando temi in cui molti si possono ritrovare, ci ha fatto venire i brividi. È il lato più oscuro e doloroso della vita che lui ha portato su quel palco (rappresentato anche dalle lenti che indossa) e va applaudito (e sostenuto) per il suo coraggio. Il look? Un sobrio total black. 9
Bresh – La tana del granchio: si conferma un artista interessante, con una bella personalità. Il pezzo non è male (e anche il look) 7
Sarah Toscano – Amarcord: è la più piccola, l’emozione poteva fare dei brutti scherzi (nonostante l’orario) ma se l’è cavata benissimo. E il pezzo è fresco, funzionerà molto bene in radio. 7
Joan Thiele – Eco: cantautrice raffinata che finalmente ha modo di fare conoscere la sua musica ad una platea più ampia. Questo pezzo ha una grazia innata, come la sua voce. Look Chanel splendido. 9
Rocco Hunt – Mille vote ancora: è forse uno dei pezzi migliori tra quelli presentati dall’artista alla kermesse canora, ci si ritrova a canticchiarla subito. Look per noi ok. 7
Francesca Michielin – Fango in paradiso: piena solidarietà per l’infortunio che ha avuto e che ha affrontato con ironia. Peccato per la canzone che ha portato, debolissima. E anche l’outfit non ci ha convinto. 5/6
The Kolors – Tu con chi fai l’amore: si confermano i re indiscussi del pop Made in Italy. Un pezzo che canteremo e balleremo a lungo. E vogliamo parlare di quanto erano cool, anche sul fronte look, su quel palco? 8
I primi cinque della classifica
Nel corso della prima serata ha votato la sala stampa, tv e web. Il risultato? Nei primi cinque posti (non è stato detto in che ordine) sono finiti Brunori Sas, Simone Cristicchi, Giorgia, Achille Lauro e a sorpresa Lucio Corsi. Quindi niente Olly per ora, nonostante le previsioni.
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